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Autore: amy_hime    02/07/2022    0 recensioni
Heartland City, Febbraio
Mihael scosse il capo con forza, tentando di scacciare dalla mente le parole che Byron gli aveva rivolto poco prima, mentre erano soli nel salotto. Non doveva assolutamente farsi influenzare da quelle nuove informazioni, erano inutili. Non cambiavano la sua identità, né quella di Kaito. E se le loro identità erano ancora le stesse, non c’era alcun motivo di modificare la loro relazione. Non c’era bisogno di discutere con Kaito, a riguardo. No, forse la cosa migliore era tenerlo all’oscuro di tutto, senza farlo soffrire.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Michael Arclight/ Three
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Heartland City, Febbraio

Mihael scosse il capo con forza, tentando di scacciare dalla mente le parole che Byron gli aveva rivolto poco prima, mentre erano soli nel salotto. Non doveva assolutamente farsi influenzare da quelle nuove informazioni, erano inutili. Non cambiavano la sua identità, né quella di Kaito. E se le loro identità erano ancora le stesse, non c’era alcun motivo di modificare la loro relazione. Non c’era bisogno di discutere con Kaito, a riguardo. No, forse la cosa migliore era tenerlo all’oscuro di tutto, senza farlo soffrire.

-Mihael.

Il ragazzo si voltò sorridendo verso il suo fidanzato. Avevano lottato tanto per poter stare insieme, entrambi i loro padri avevano osteggiato la loro relazione fin dal principio, ma loro erano andati avanti, caparbi. Delle semplici parole non gli avrebbero mai fatto cambiare idea, non avrebbe mai lasciato Kaito. Mihael si sporse verso il giovane uomo e catturò le sue labbra in un bacio profondo, cingendogli le spalle con un braccio. Erano lì, insieme, soli. Avevano tutta la notte a disposizione, e tutta la vita da vivere.

 

Heartland City, Aprile

-Mihael, sei libero stasera? Devo… parlarti.

Mihael si versò una tazza di tè, cercando di non far cadere il cellulare incuneato tra la spalla e l’orecchio:-Possiamo parlare anche adesso, se vuoi. Dammi un attimo che appoggio la teiera e…

-No. No, Mihael. Devo parlarti faccia a faccia. È successo un casino.

Il ragazzo annuì:-D’accordo, allora. Ci vediamo alle nove, alla nostra panchina?

Sentì Kaito inspirare profondamente:-Va bene. A dopo.

 

-Allora? Cos’è successo?

Kaito serrò i pugni, seduto accanto a Mihael, e inspirò nuovamente:-Dobbiamo smettere di frequentarci, Mihael.

Il più giovane sgranò gli occhi:-Perché? Ho… fatto qualcosa di sbagliato?

Kaito scosse il capo, senza guardarlo:-No. No, tu non centri… o meglio, centri, ma non è colpa tua. È che… è complicato. Mi sento uno schifo, e anche se continuo a ripetermi che… che noi non abbiamo fatto nulla di sbagliato, io… continuo a sentirmi uno schifo.

Mihael gli strinse la mano, appoggiando gli la testa sulla spalla. Quando parlò, lo fece con calma:-Kaito. Va tutto bene. Sai che io non ti giudico. Raccontami cosa è successo, dai.

-Mio padre… è venuto a parlarmi. Di lui, e di… tua madre. Della loro… relazione. Mihael,… io… noi…. Noi siamo… fratelli. Fratellastri. È per questo che… che i nostri genitori si sono sempre opposti alla nostra relazione.

Kaito appariva così vulnerabile, con la schiena ingobbita e il capo chino. Mihael gli accarezzò la schiena con delicatezza, poi incrociò le braccia dietro la nuca:-Immagino che a questo punto mi toccherà cambiare cognome. Sarà una roba lunghissima, presumo… dovrò rifare i documenti, secondo te?

Kaito gli rivolse uno sguardo allucinato:-Mihael. Ti rendi conto di quello che ho detto? Di quello che abbiamo fatto? Siamo consanguinei. E… amanti. È disgustoso. Come se… io ed Haruto…

-Kaito. Smettila.- Mihael incrociò le braccia sul petto, interrompendolo seccamente. Il discorso del ragazzo era stato abbastanza sensato, sotto alcuni punti di vista, ma l’ultima insinuazione era una sciocchezza colossale:-Solo perché io ed Haruto condividiamo lo stesso padre, non vuol dire che siamo identici. Non paragonare la relazione che hai con me a quella che… potresti, ipoteticamente, avere con lui. Se davvero ti fa stare male l’idea di avere una relazione con me, in quanto tuo fratello, va bene. Smettiamo di frequentarci. Ma… io non sono cambiato, rispetto a prima. Siamo sempre gli stessi. Quindi… perché distruggere tutto quello che abbiamo fatto insieme? Solo per quel cinquanta per cento di patrimonio genetico che condividiamo? Il genoma umano è uguale a quello di qualsiasi altra persona per più del novantanove per cento.

Kaito si tirò su, sorridendo amaramente:-Hai fatto in fretta a metabolizzare il tutto, eh?

-Sono due mesi che lo so. Non ho permesso che la cosa si intromettesse nella nostra relazione.

Negli occhi di Kaito passarono in un lampo decine di emozioni diverse, stupore, confusione, scetticismo, incredulità, anche rabbia. Mihael non reagì quando il fidanzato gli piantò le unghie nel braccio, sconvolto:-Mihael. Ti rendi conto di quello che hai fatto?

-Ti ho mentito, lo so. Mi dispiace. Io… non volevo farti stare male.

-Non è questo il problema! Dovevamo fermarci! Quello che abbiamo fatto…

-Kaito, a chi vuoi che interessi qualcosa della nostra relazione? Non siamo nessuno. Non siamo nessuno, e possiamo essere chi vogliamo. Fratelli, fidanzati, che differenza fa? Nessuna. Dal mio punto di vista, i miei sentimenti per te non cambiano. Anche con un altro nome, la rosa manterrebbe sempre il suo profumo. Prendiamoci una pausa se vuoi, hai bisogno di calmarti e riflettere. Se davvero vorrai chiudere per sempre la nostra storia, va bene. Altrimenti… - Mihael scrollò le spalle -possiamo anche scappare insieme.

 

Dieci anni dopo

Spartan City, Marzo

Mihael osservò soddisfatto la platea di studenti che riempiva l’aula. Probabilmente, molti avrebbero lasciato il corso dopo quella prima lezione, molti altri lo avrebbero odiato, ma qualcuno, qualcuno lo avrebbe capito. Avrebbe capito il valore dei suoi discorsi, e avrebbe imparato a pensare liberamente, fuori dagli schemi.

-Ed ora, il primo dibattito dell’anno. Le mie lezioni si svolgono così, per inciso: uno di noi porta un argomento che ha importanza, dal suo punto di vista, e noi lo disputiamo in aula. Se lo considerate offensivo nei vostri confronti, siete liberi di lasciare l’aula.– sorrise incoraggiante -In sede d’esame non verrete puniti, state tranquilli. Allora, eccovi una storia: ci sono due ragazzi. Due ragazzi che si amano, anche se le loro famiglie sono contrarie. I due ragazzi decidono di fare di testa loro, si frequentano, si fidanzano. Ma un giorno, scoprono perché le loro famiglie si sono sempre opposte così strenuamente: i due ragazzi sono fratellastri. Ora, ditemi, cosa dovrebbero fare questi due innamorati? Lasciarsi? Continuare la loro storia?

-Lasciarsi!

Mihael puntò lo sguardo verso la studentessa che aveva parlato:-E perché, signorina?

-… Perché… la loro relazione è sbagliata.

-La prego di argomentare la sua risposta. Cosa c’è di sbagliato, nella loro relazione?

-È immorale, professore.

Questa volta a rispondere era stato un ragazzo con gli occhiali, seduto in prima fila. Dopo un attimo di esitazione, il ragazzo continuò a parlare:- Ed è immorale… perché… va contro la società.

-Molto bene. Dunque, è la società che decide quali siano i comportamenti accettabili, dico bene?

Dalla platea si alzò un mormorio di assenso. Mihael sorrise:- Sapete, la società evolve. Evolve grazie alle persone. Un tempo, i padri avevano diritto di vita e di morte sui membri della famiglia. Era un comportamento accettabile. La schiavitù? Era accettata. Potevate avere decine di persone al vostro servizio, persone che valevano meno di zero, potevate venderle e uccidere, se volevate. Era accettabile. E, probabilmente, agli occhi della società dell’epoca, sareste stati persone ricche e importanti. Poi, qualcuno ha iniziato ad andare controcorrente, ed ora, non avere schiavi è la prassi. Dunque, con il tempo, anche la situazione di cui vi ho parlato potrebbe diventare… morale.

-Tutte le civiltà vietavano l’incesto, professore. Anche quelle che accettavano gli schiavi.

-In realtà non tutte… i Faraoni egizi, o la famiglia reale giapponese lo praticavano. Ma solo per preservare la regalità divina. Però, professore, tutti sanno che rischi comporta l’unione tra consanguinei. Un indebolimento della discendenza… certo, il caso a cui Lei ha fatto riferimento partiva da una coppia omosessuale, ma… se l’endoincrocio diventasse la prassi, allora dovrebbe essere permesso ad ogni tipo di coppia. E questo sarebbe dannoso per la specie umana.

Mihael annuì, colpito:-Splendida argomentazione. Ma, in primo luogo, gli effetti di una simile condotta avverrebbero nel lungo termine. La medicina attuale è già molto avanzata da poter far nascere bambini senza il concorso dei due partner. Inoltre, le faccio notare che non tutti i fratelli si amano alla follia, anzi, dalla mia esperienza personale azzarderei dire che capita più frequentemente il contrario. Forza, qualcuno che controbatta la mia tesi!

Nell’aula divampò il dibattito.

 

-Professor Faker, ha un secondo?

Mihael annuì, infilando i libri nella valigia:-Mi dica.

La studentessa pareva lievemente a disagio:-Io… non sono d’accordo con Lei. La Sua argomentazione… era sicuramente logica, ma… non mi ha convinta fino in fondo. Non so dire cosa, ma… non quadrava. Sarebbe possibile riprendere il dibattito la settimana prossima? Voglio documentarmi, prima.

Mihael sorrise:-Per me va benissimo. Si confronti pure con i suoi colleghi, se lo desidera. Sarà… stimolante.
   
 
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