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Autore: Jean Valjean    04/07/2022    0 recensioni
Ho incontrato Ciro il 20 settembre 2019, in un paesino di cui poi racconterò e quel giorno in quel paesino le nostre vite sono cambiate.
AVVISO AI LETTORI:
Questa è una storia in parte rivisitata in parte vera. Una storia terribile e bellissima, forse perchè l'ho vissuta sulla mia pelle. Ho deciso di pubblicarla in parte a scopo educativo, perchè non accada ad altri e perché altri non si spaventino nel seguire la scelta che io ho fatto, di cui leggerete. Basta! Non rivelo altro. Leggete e ditemi se vi appassionao le avventure di Ciro!
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli umani mi hanno caricato insieme a loro su una sorta di scatola che vibra, si muove e fa rumore, un luogo terrificante. Non sono riuscito a smettere di tremare nemmeno un secondo e ancora, ogni tanto, tento di chiamare la mamma, ma ho capito che è del tutto inutile, non percepisco il suo odore da nessuna parte. Lei non è più con me.

Una delle due cucciole d'uomo mi tiene in braccio e istintivamente io mi sono schiacciato contro la sua pancia. E' calda e non ha un cattivo odore. Inoltre i cuccioli d'umano sembrano molto felici, quindi non penso mi attaccheranno, per il momento.

Quando la scatola si ferma mi ritrovo improvvisamente in una nuova casa. Ci sono mille odori, è tutto nuovo per me e sono completamente spaesato. Di solito io e i miei fratelli stavamo nella cuccia e quelle poche volte che abbiamo visitato luoghi nuovi la mamma ci precedeva controllando che non ci fossero pericoli. Devo assolutamente nascondermi, non conosco nulla di questo posto e mi serve un angolo sicuro dove attendere. Magari la mamma mi verrà a cercare.

Vedo un mobile rialzato da terra abbastanza da strisciarvi sotto, il quale crea un angolo buio. Sfrutto il fatto che gli umani sono distratti per correre al di sotto di esso. Poi aspetto, aspetto e ancora qualche tremore mi scompiglia il pelo. Continuo ad annusare l'aria in cerca di odori conosciuti, ma non ne percepisco a parte quelli degli umani.

Dopo qualche minuto tutti gli umani iniziano a urlare lo stesso suono e scorrazzano ovunque.

- Chiccoooooo!

- Chiccooooo!

- Chiccoooo! Dove sei?

- Ma che è già scappato?!

Non capisco cosa sta succedendo, prima, quando vivevo con gli altri umani, era sempre tutto tranquillo. Sono terrorizzato. Mi spingo nell'angolo più remoto del mio nascondiglio, mi appallottolo e tremo. Cerco di non piangere per non fare rumore, finché il maschio umano non si china e mi trova. Urla tenendo il viso quasi appoggiato a terra:

- Ma che cavolo ci fai qui Chicco?! Esci fuori!

Capisco che tutto quel movimento non era altro che una caccia atta all'obbiettivo di stanarmi. L'umano è enorme confronto a me. Allunga la mano per afferrarmi e la paura è troppa: mi ritrovo in una pozza della mia stessa urina. Sono disgustato, ma talmente spaventato che la calpesto ancora di più nel tentativo di sfuggire alla presa che si avvicina, inutilmente.

- Tesoro… - Dice l'umano, ignorando i miei guaiti disperati. - Credo che il cucciolo abbia fatto la pipì sotto al mobile.

- Noooooo!

Sento provenire un urlo dall'altra stanza. Non capisco. Non capisco niente. Cosa sta succedendo?

- Iniziamo già? - E' la femmina di umano ad urlare. - Sposta il mobile! Mi hanno detto che dobbiamo mettergli il naso nella pipì o lo farà sempre… E poi devo pulire.

Li osservo mentre smantellano il mio nascondiglio. L'uomo si china tenendomi tra le sue mani che sono grandi quanto tutto il mio corpo. L'odore di urina diventa più pungente. Mi spinge col viso verso di essa. Capisco che mi vuole immergere nella mia stessa sporcizia. Sento l'acido pizzicarmi le narici. “No. No, ti prego, non lo fare!” cerco di comunicargli come avrei fatto con i miei fratelli, ma guaire e dimenarsi è del tutto inutile. Mi sporca tutto il muso e io mi rassegno e soffro.

Mamma, dove sei?
***

Ci sono voluti alcuni giorni perché il mio pelo smettesse di puzzare di urina. La mamma mi avrebbe pulito in pochi minuti, ma io non sono bravo come lei e ho dovuto leccare a lungo e ignorare il sapore acido a cui non sono abituato.

Però non tutto è brutto con questi umani. Sembra non vogliano farmi del male, anche se non capisco cosa vogliono e non riesco a comunicare quello che mi serve. L'altro giorno la ciotola dell'acqua è rimasta vuota fino a sera. La mia bocca e il naso si erano tutti seccati.

Il cibo almeno non se lo sono mai dimenticato, anche se quello che mi danno a volte non lo riesco a digerire e mi viene mal di pancia. Ho imparato che per avere qualcosa da mangiare bisogna sempre seguire i cuccioli d'umano, loro spesso mi lasciano mangiare del cibo molto più buono del mio. Oppure devo stare vicino a loro mentre mangiano. La femmina umana spesso mi lascia mangiare il loro cibo mentre lo mangiano loro. Il maschio non lo fa, dev'essere lui il capobranco. Però è strano perché la femmina umana mi tratta come se fossi un suo pari, ma poi pretende di comandare. La gerarchia di questo branco ancora mi sfugge.

La parte preferita delle mie giornate è la passeggiata. Ne facciamo una tutte le sere. Io vorrei camminare più a lungo, ma i cuccioli d'uomo hanno fretta di arrivare al parco e giocare, così a volte mi tirano con la corda a cui mi tengono sempre legato. Non sempre riesco ad annusare gli odori come vorrei, ma almeno pian piano sto conoscendo questo luogo. Non è male, ho sentito le marcature di moltissimi altri cani e a volte li sento comunicare informazioni attraverso le recinzioni che delimitano i loro territori. Alcuni hanno dato segno di avermi sentito a loro volta, magari prima o poi ci incontreremo.

Un altro momento che mi piace è la notte. Di notte tutti gli umani dormono e mi lasciano stare con loro, proprio come avrei fatto coi miei fratelli. Ho capito che posso salire su ogni letto, sul divano e in più mi hanno dato una cuccia bellissima con dei giochi divertenti dentro. In alcuni momenti sono così felice da dimenticarmi della mamma e dei miei fratelli. Soprattutto i due cuccioli stanno con me tutto il tempo. Al mattino le sveglio leccando loro la faccia e alla sera ci addormentiamo tutti vicini sul divano.

Gli umani adulti invece sono spesso fuori casa e vengono sostituiti da un'umana più anziana che mi da sempre un sacco di biscotti dolci, mi fanno venire un terribile bruciore di stomaco, ma sono buonissimi e li mangio lo stesso!

A volte invece in casa non c'è nessuno, in quei momenti mi annoio e mi torna in mente la mia mamma, i miei fratelli. Mi sento terribilmente triste e mi prende un nervosismo per cui devo assolutamente fare qualcosa. Allora prendo i miei giochi e li scuoto, li mordo e li sbatto, finché non trovo qualcosa di meglio da fare.

Tutto sommato sto bene. Spero che prima o poi riuscirò a capire i miei umani e che loro capiranno me.

 

  
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