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Autore: MauraLCohen    05/07/2022    1 recensioni
All’alba, Sandy guarda Kirsten dormire nel giorno del loro anniversario.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poco prima dell’alba 
 

Poco prima dell’alba, Sandy si rigirò tra le coperte sgualcite del grande letto matrimoniale che divideva con Kirsten. Si spostò su un fianco, facendo attenzione a non svegliare lei, che dormiva raggomitolata contro di lui per riscaldarsi. 
« Vieni qui. » La strinse a sé con entrambe le braccia, cercando tra le lenzuola i suoi piedi nudi, così da poterli accogliere tra i suoi. 
Era un loro piccolo rituale, quello. 
Kirsten soffriva il freddo, si nascondeva vicino a Sandy per ripararsi e lui la teneva stretta a sé per tutta la notte, scaldandola. 
Lo facevano dalla prima notte che avevano trascorso insieme, nella piccola camera cupa del college, e Sandy ricordava ogni dettaglio del loro primo letto condiviso, ogni piccola cosa che avevano fatto o detto. 

All’inizio era stato strano per lui: non aveva mai dormito con una ragazza con cui prima non aveva fatto sesso. Neanche con Rebecca, all’inizio della loro relazione. Era semplicemente qualcosa di totalmente estraneo alla natura di Sandy Cohen; ma non quella sera, non quando era stata Kirsten a proporgli di restare. 
Il giorno dopo avrebbe avuto un esame che la spaventava e non era certa di riuscire a dormire. 

« Ti va di restare? » gli aveva chiesto, mentre lui le accarezzava la schiena, ascoltandola ripetere. 

Sandy le aveva risposto d’istinto, senza nemmeno riflettere. « Certo. » 
E quella notte imparò un’infinità di piccoli dettagli di Kirsten, come il fatto che lei amasse dormire nella parte sinistra del letto, sul fianco opposto, per guardare verso l’interno. Dormiva sempre con due cuscini sotto alla testa e due coperte belle spesse, nonostante i venti gradi che si respiravano fuori. Amava il buio e parlare a bassa voce prima di addormentarsi, amava le conversazioni sospese dal sonno, le carezze sulle braccia. Non dormiva mai senza essersi prima rigorosamente struccata, seguendo un’attenta procedura fatta di prodotti dai nomi incomprensibili, da cui Sandy era rimasto sconvolto e, a tratti, affascinato. 
Aveva imparato da dove provenisse quel profumo di vaniglia tanto intenso che la sua pelle emanava: era merito di una crema che lei applicava con minuzia in tutto il corpo; ed aveva scoperto anche quanto invadenti potessero essere i suoi capelli, specie quando lei gli si sdraiava sopra. 
Fu solo a tarda notte, poco prima dell’alba, che la sentì rannicchiarsi contro di lui, tremante. L’unica cosa che Sandy ricordava nitidamente di quel momento fu il modo in cui si svegliò, la velocità con cui lo fece, come se inconsciamente sapesse che Kirsten stesse cercando proprio lui. 
L’aveva stretta a sé così forte quella notte che ebbe paura di poterla mandare in mille pezzi; la tenne tra le sue braccia finché non fu certo che lei non tremasse più e anche allora non allentò la presa. 

Si rese conto - nel momento in cui i ricordi lasciarono la sua mente, riportandolo alla realtà della notte che si stava concludendo - che quella presa, lui non la allentò mai. 
La teneva stretta a sé da oltre trent’anni e quel giorno, in particolare. 

Le bisbigliò all’orecchio qualcosa che non voleva che gli altri sentissero. Indugiò con il viso tra i suoi capelli, assorbendone il profumo fruttato. 

« Sono trent’anni a oggi » disse tra le sue ciocche. « Trent’anni, amore mio. » 

Kirsten mugolò qualcosa e Sandy scoppiò a ridere, cercando di non fare troppo rumore. 

« Hai ragione, dormi » la rassicurò, accarezzandole parte della nuca. « Festeggeremo domani. C’è una sorpresa che ti aspetta, sai? » 

Una grande sorpresa, avrebbe voluto specificare, ma in ogni caso Kirsten non lo poteva sentire. 

« Ti ricordi la nostra piccola luna di miele? La fuga col furgone postale per sfuggire al ritorno di tuo padre e al viaggio a Singapore? »

Che storia assurda, quella! 
Assurda come tutte le follie che avevano fatto per arrivare a quel 28 gennaio. 
Eppure Sandy, guardandosi indietro, non trovava niente che avrebbe voluto cambiare. Persino le follie, le liti più accanite, i periodi di crisi… Avrebbe rivissuto tutto, altre dieci, cento, mille volte se la vita gliene avesse dato modo. Avrebbe iniziato tutto daccapo, con lei. Solo con lei. 
E sarebbe fuggito di nuovo, ancora con lo smoking del matrimonio, dentro al loro piccolo furgone postale, guardando la sua sposa che lo incitava ad accendere il motore tra le risate. 

« Guarda che se ci beccano… » 

« Ha paura, signor Cohen? » 

« Assolutamente no, signora Cohen. »

« Allora ci porti via. »

E lui mise in moto e guidò per tutta la sera, fino ad arrivare a San Francisco. Il luogo in cui lui aveva trovato l’anello di fidanzamento. 
Era una nottata fredda, con il mare inferocito e le onde schiumose. Sandy non poteva dimenticare quell’atmosfera, si sentiva il protagonista di un vecchio film d’amore. 

« Sai, un giorno faremo una vera luna di miele. Gireremo il mondo, scegliendo noi dove andare. Non dovremo più dare ascolto ai ricatti di tuo padre. » Glielo aveva detto - giurato - guardando la linea dell’orizzonte e l’unica cosa che sentì un quel momento fu la mano di lei che si stringeva alla sua. Era talmente piccola che a stento riusciva ad avvolgere una parte. 

« Non mi serve girare il mondo, Sandy » mormorò lei, poggiando la testa sulla sua spalla. « Tutto quello che voglio è proprio qui. » 

Ed era vero, Sandy lo sapeva, perché era esattamente ciò che pensava anche lui; ma Kirsten meritava il meglio e lui voleva darglielo, così come voleva mantenere quella promessa, fattale trent’anni prima. L’avrebbe portata a vedere il mondo come piaceva a lei, solo loro due e la loro bambina.
   
 
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