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Autore: Vessata75    07/07/2022    0 recensioni
Storia di quotidiane (dis)avventure, ordinaria follia e folle ordinarietà...
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chissà perché oggi continua a venirmi in mente la figura del Dottor S. Come “chi è il dottor. S.?
Il deuteragonosta di Zeno Cosino, colui che ha spinto il personaggio a fare un’analisi di se stesso e del mondo che lo circondava.
Sarà perché, da quando ho messo piede qua dentro, l'unica frase che riesca a dirmi è “cosa diavolo ci faccio qua?”?
Sì, d'accordo, per un colloquio di lavoro… Pinco e Pallino, voci della mia coscienza, non state sempre lì, a sottolineare l'ovvio.
In questo momento, io ho paura.
Sono seduta in una minuscola sala d'attesa con altre due persone - probabilmente clienti dell'ufficio - e l'unico desiderio che vorrei soddisfare è quello di scappare il più lontano possibile. E non so la strada, perché questo posto è così dannatamente grande da avermi fatto perdere l'orientamento seduta stante.
Quando la porta si apre, il mio sguardo incontra quello di una ragazza che sembra cordiale. Ehi tu, mia salvatrice, indicami la via per scappare e fa’ finta che io non abbia mai suonato il campanello!
I miei pensieri prendono forma solamente nella mia testa perché Pinco e Pallino possiedono la chiave di accesso all'interruttore delle mie corde vocali, bloccando sul più bello ogni pensiero non utile a raggiungere lo scopo.
Il lavoro mi serve, è ovvio.
Ma, Pinco e Pallino, una vacanza non ve la prendete mai?
Vengo fatta passare attraverso un immenso locale con scrivanie in fila - non saranno mica per noi, vero? No, grazie. Io non lavoro in squadra - e mi fanno accomodare in una stanza dalle pareti rosso fuoco. Cos'è? L'anticamera dell'inferno?
Piacere, io sono Pazza Furiosa” si presenta la donna davanti a me. Pazza Furiosa… Adesso capisco il colore alle pareti.
Espletiamo i convenevoli di rito e mi viene richiesto di mostrare la mia abilità nella battitura di testi al computer.
Accomodati” mi dice Pazza Furiosa, indicandomi una sedia che presumo essere la sua.
Faccio per sedermi e rischio di cadere dalla sedia, intenta ad ondeggiare sinistramente. Giusto: sei la sedia di Pazza Furiosa, cosa mi potevo aspettare da te?
Faccio buon viso a cattivo gioco e mi siedo, rigida, sulla punta della sedia, cercando di non fare innervosire né l'oggetto né la sua proprietaria.
 
La cosa sembra funzionare. Pinco e Pallino, siete soddisfatti? Ho vinto la prima battaglia.
Cosa devo scrivere?” domando, mentre Pazza Furiosa afferra un foglio a caso dalla sua scrivania seppellita di carte e mi ordina di iniziare a copiare.
Apro un documento nuovo e copio le prime quattro righe, voltandomi ogni tanto verso Pazza Furiosa che discute animatamente al telefono.
Scusami, Pazza Furiosa, ma non dovresti preoccuparti di quello che combino io? Non dovresti... insomma... conoscermi/osservarmi/ascoltarmi?
Non mi sembra molto interessata a me, ma forse è un bene.
Pinco e Pallino, non scocciatemi, una soluzione si troverà, ma questo posto mi mette a disagio e Pazza Furiosa ha un fare demoniaco... soprattutto quando mi ringrazia e mi invita a seguirla in un'altra stanza.
Cavolo! Ma quanto è grande questo posto?
Stanza più grande, disordine più accentuato ed io seduta su una poltrona in attesa della punizione del preside.
Pinco e Pallino, lo so che non sono a scuola, ma, difficile a spiegarsi, non appena ho messo piede qua dentro, ho avuto l'impressione di essere colpevole di qualcosa. Da dove arriva questa sensazione?
Arriva The Boss. Evvai! Sarà uno figo!
No, è la brutta copia di Fantozzi.
Assumerà un'aria da gran signore, avvolto nei suoi vestiti cuciti su misura, ma resta pur sempre un nanetto grassoccio.
Pinco, di’ a Pallino che lo so perfettamente che l'aspetto fisico non conta niente, ma ammetterà che trovare uno più basso e più tondo di me è un record e va ricordato! Soprattutto se Cicciobombo, che non si avvicina neanche lontanamente a macho man, è invece convinto di esserlo…
Piacere, The Boss”. “Piacere”.
Allora, chi sei? Cosa hai fatto? eccetera eccetera…
Si ricomincia. Io odio ripetere. Io sono come Paganini: non ripeto.
The Boss sorvola il mio curriculum vitae, provvedendo ad una veloce lettura e soffermandosi poi sulle mie precedenti esperienze.

Oddio! adesso mi chiede perché non lavoro più con Tizio e con Caio, lo so. Vorrà conferme. Va bene Tizio - parlerebbe bene di me anche con le pietre - ma di Caio che cosa racconto?
Confermo genericamente di aver avuto il mio primo impiego da Tizio - interrotto per motivi di insostenibilità economica - e di aver proseguito il mio impiego con Caio - impiego dal quale mi sono dimessa per inconciliabilità caratteriali. Spero solo che non mi faccia altre domande su di lui perché no, non mi sembra bello dire che io e Caio ci siamo reciprocamente augurati di vederci investiti da un camion…
Caio, eh…” comincia ad articolare The Boss... Oh no! Adesso mi chiede qualcosa di lui. Ma non si potrebbe occupare di Tizio? Sarebbe molto meglio, decisamente!
Caio…” continua. E va bene, Si vede che non era destino.
Pinco e Pallino, non rompete, davanti all'evidenza è inutile negare. “... non lo conosco”.
Cosa? Un intero minuto di suspance per dire cosa? Che non lo conosci? Considerando la mia esperienza, buon per te, non hai perso nulla. Anche se ancora non ho capito se considerare un segno migliore il silenzio assoluto su Tizio - che avrebbe tessuto le mie lodi fino all’inverosimile - o quell’indugiare incuriosito su Caio - che probabilmente la sera gioca con una bambola voodoo dall’aspetto vagamente familiare…
Va bene, grazie, le faremo sapere”.
Cosa? Tutto qui? Nessun commento? Mi avete tenuto ad arrostire come carne al fuoco e non mi offrite nemmeno un tenue commento che ripaghi il mio magone?
Vengo accompagnata alla porta, seguendo un percorso diverso dall’andata - cavolo! Ma questo posto è un labirinto! - e mi ritrovo sola, per le scale, a pensare alle parole migliori per poter descrivere tutto questo.
Entro in macchina, mio padre mi aspetta. “Come è andata?” mi chiede curioso.
Hanno detto che mi faranno sapere, ma, nel complesso, direi abbastanza bene” rispondo io, con la voglia di aggiungere che quel posto mi mette l’angoscia e non vorrei tornarci mai più. Ma Pinco e Pallino sono già pronti a puntare su OFF l’interruttore delle mie espressioni...
   
 
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