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Autore: Jinny82    11/07/2022    1 recensioni
In quanto figli del Gran Maestro della Scuola Lan, dovevano dare l'esempio a tutti ai Recessi delle Nuvole, anche agli adulti, con il loro comportamento, le loro azioni e le loro maniere.
(mini, mini giade )
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lan Huan non pensava di essere pronto per questo. Ma lo zio aveva appena chiamato lui e Lan Zhan per parlare loro.

Non era passato molto tempo dalla morte della madre, forse un paio di mesi, ma pensò che, pronto o no, doveva essere arrivato il momento per ”quello”.

Lo zio disse loro che in quanto figli del Gran Maestro della Scuola Lan, dovevano dare l'esempio a tutti ai Recessi delle Nuvole, anche agli adulti, con il loro comportamento, le loro azioni e le loro maniere. E questo significava che dovevano cambiare alcune delle loro abitudini.

Quando tornarono nelle loro stanze, Lan Zhan era molto silenzioso e pensoso. Dopo un po', con la sua espressione perennemente serissima, lasciò andare un piccolo sospiro

«  Immagino che dobbiamo solo abituarci a rispondere quando lo zio ci chiama con i nostri nomi di cortesia, giusto? Non è così difficile... »

Lan Huan gli sorrise, aiutandolo a prepararsi per andare a letto.

Ma quando Lan Zhan si addormentò, si ritrovò con le lacrime che gli rotolavano lungo le guance, perché non essere più A-Huan faceva male. Era come se sua madre fosse ora completamente scomparsa. Ma almeno, pensò asciugandosi gli occhi con la manica della veste, aveva ancora il suo prezioso fratellino...

 

“Xichen” guardò il fratello minore, testardamente inginocchiato davanti alla piccola casa dove loro madre aveva abitato fino a sei mesi prima. Suo fratello faceva così ogni mese, nel giorno in di solito cui andavano a trovare la madre. Andava e rimaneva tutto il giorno fuori dalla casa, forse sperando che qualcosa sarebbe cambiato e lei in qualche modo sarebbe potuta tornare. A entrambi mancava molto, ma il più giovane non sembrava del tutto pronto a lasciarla andare.

La prima volta, A-Huan andò con lo zio a recuperare l'altro bambino, ma poi iniziò ad andare da solo. Sedeva accanto al fratello, cercando di capire le sue espressioni (le altre persone ne ne vedevano solo una, ma “Xichen” sapeva distinguere anche il minimo movimento dei muscoli del viso del fratello) o cosa stesse pensando, poco prima di riportarlo indietro, sapendo che lo zio si sarebbe arrabbiato parecchio; ma quel giorno qualcosa era diverso.

«  Wangji, torniamo indietro… » disse, con un piccolo sorriso. Suo fratello annuì, apparentemente indifferente al nome di cortesia. Si alzò in piedi, gli prese la mano e si lasciò guidare da Xichen nelle loro stanze.

Furono rimproverati dallo zio per essere stati, di nuovo, davanti alla casa della madre, invece di studiare, ma ascoltarono meno della metà di ciò che l'uomo stava dicendo, poiché entrambi conoscevano già ogni singola parola.

Dopo un po', l'uomo se ne andò, borbottando ancora su quanto fossero irresponsabili.

«  Perché si arrabbia sempre così? Voglio solo vedere la mamma... » chiese Wangji, con le lacrime nei suoi incredibili occhi color ambra. Xichen sospirò, accarezzando leggermente la testa del fratellino

«  È solo preoccupato. » spiegò. Prese un fazzoletto da una manica della propria veste e asciugò le lacrime del fratello, poi lo abbracciò. “Wangji” si irrigidì un po', ma poi si rilassò con un piccolo sospiro

« Grazie, Gege. » disse. Xichen gli sorrise, poi lo aiutò a prepararsi per andare a letto, come faceva tutte le sere.

Quando “Wangji” si addormentò, lo guardò per un po', piangendo in silenzio.

«  Scusa, Didi... » sussurrò. Perché faceva male che all'improvviso il suo Didi non fosse più A-Zhan, ma "Wangji". Sapeva di avere ancora il suo prezioso fratellino, ma si sentiva come se, pian piano, stesse perdendo anche lui...

 

Entrambi i bambini sussultarono quando lo zio batté con forza una mano sul tavolo basso di fronte a lui.

«  Xichen! Tu sei il prossimo Gran Maestro! Devi essere un esempio per tutti! » disse l'uomo, in tono pacato ma abbastanza spaventoso

«  Mi dispiace... » disse Xichen, abbassando la testa. Lo aveva fatto di nuovo. Aveva chiamato "Wangji" Didi. La sera prima lo aveva chiamato A-Zhan, senza rendersene conto. Doveva concentrarsi molto duramente per chiamarlo "Wangji".

«  Dovrai copiare le regole qualche volta. Forse in questo modo te ne ricorderai. » disse lo zio, ma la rabbia sembrava svanita, almeno per ora

«  Per favore, cerca di prestare attenzione a queste cose quando sei in presenza degli anziani. » continuò lo zio. Xichen annuì, troppo spaventato che se avesse parlato, probabilmente sarebbe esploso. Letteralmente.

Più tardi lo stesso giorno, quando lui e "Wangji" furono soli, Xichen lo abbracciò, abbassando il viso e seppellendolo tra i capelli del fratello

«  A-Zhan. » iniziò a ripetere: «  A-Zhan! A-Zhan! A-Zhan! >>

«  Se lo zio ti sentisse, si arrabbierebbe... » rispose A-Zhan

«  Non sentirà. E se dovesse sentire, copierò le regole altre volte. » rispose A-Huan. A-Zhan rise, e si trattava di un evento molto, molto raro, e per questo A-Huan fu felice per settimane di seguito...

 

Xichen aveva copiato le regole parecchie volte quel giorno. Aveva sbagliato ancora, chiamando "Wangji" Didi davanti a uno degli anziani. L'uomo aveva sorriso, ma lo zio si era arrabbiato di nuovo, e così Xichen era stato mandato in biblioteca a copiare le regole ancora e ancora.

Pensò a quello che aveva detto suo fratello dopo la prima volta che lo zio aveva detto loro di “essere un esempio”. Aveva detto che dovevano solo abituarsi e che non era così difficile. E per “Wangji” sembrava davvero molto facile. Era intelligente e aveva imparato così in fretta... Allora perché lui invece commetteva costantemente errori? Perché non stava imparando? Tornò alla realtà solo per trovare una grande macchia d'inchiostro sul foglio di carta che stava per usare. Sospirando cambiò il foglio, ma la porta della biblioteca si aprì silenziosamente. “Wangji” rimase sulla porta, guardandolo per un po' con la sua caratteristica espressione seria, poi si avvicinò. Si fermò davanti alla sua scrivania

«  È quasi ora di cena. » disse. Xichen posò il pennello, un po' troppo allegramente per quello che avrebbe dovuto essere "il prossimo Gran Maestro" e si alzò, pronto a seguire suo fratello

«  Hai finito di copiare? » chiese "Wangji"

«  Non ancora, ma ho un po' di tempo prima che inizino le lezioni, domani mattina. » rispose Xichen, mentre uscivano dalla biblioteca. “Wangji” si fermò all'improvviso e si voltò per guardare in faccia Xichen

«  Penso che dobbiamo smetterla di far arrabbiare lo zio, non fa bene alla sua salute. » disse

«  Non lo faccio apposta. » sospirò Xichen, imbronciato un po'.

«  Lo so… ma lo faccio già arrabbiare quando vado ad aspettare che la mamma torni… » disse “Wangji”.

«  Te l'avevo detto che non è proprio arrabbiato, in quei momenti, è solo preoccupato per te. » rispose Xichen, sorridendo e accarezzando la testa del fratello

«  Comunque, non voglio farlo arrabbiare. » disse "Wangji". Poi scrollò le spalle.

«  Ora di cena, Xiongzhang. » decretò. Xichen si bloccò. Wangji si voltò di nuovo verso, poi si avvicinò e gli asciugò il viso, preoccupato

«  Sono così orgoglioso di te! - singhiozzò Xichen, abbracciandolo forte. Orgoglioso e triste, pensò. Wangji gli accarezzò la schiena fino a quando non si calmò e quando Xichen sciolse l'abbraccio per asciugarsi gli occhi, vide le lacrime anche sulle guance di Wangji

«  Fa male. » disse il più giovane, abbassando lo sguardo.

« Sì. » sospirò Xichen, togliendosi il fazzoletto dalla manica e asciugando il viso al fratello

«  Fa male, ma ci siamo dentro insieme. » disse. Wangji lo guardò, poi annuì

«  Sì. » ha risposto. La sua espressione cambiò leggermente, in quello che Xichen sapeva essere un sorriso, e Xichen sorrise a sua volta…

 

  
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