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Autore: jOse_    08/09/2009    0 recensioni
...Oddio. Questa è la mia prima fanfiction Jacob\Bella. La mia seconda fanfiction in assoluto. Quindi non so come verrà, siate clementi , devo fare solamente la terza media. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi sono di proprietà di S.Meyer. La storia riprende dal bacio Bella\Jacob , che avviene i Eclipse. Il racconto non è stato creato a scopo di lucro.

Quando scoprii il sole, l’aria, l’ossigeno, non potevo più farne a meno.  Proprio come la mia droga, Edward. Ma dopo che si ha scoperto  il sole, l’aria, l’ossigeno, la vita, quel fastidioso, fondamentale, grumo dentro di te, che si nutre di droga comincia a sciogliersi, con un  bacio nuovo.

Quello era quanto stava succedendo. Baciavo Jacob e lui baciava me aiutanto il grumo a disintegrarsi, fino a renderlo innocuo e indolore, insignificante.

Il mio desiderio di Jacob aumentava con il suo, diminuendo fino ad eliminare il bisogno di Edward. Mi sollevò dolcemente e, senza smettere di baciarmi, mi adagiò poco più in là, lontani dalla vista del piccolo Seth.

Oh, come resistere, come smettere, come lasciarlo andare via con una definita percentuale di non vederlo tornare più? Come lasciarlo combattere, come fargli correre un simile pericolo, ora che la nostra vita era appena iniziata? Come lasciarlo smettere di accarezzarmi, toccarmi con le sue bracccia calde e le sue labbra selvaggie sulle mie?

La meno nobile parte di me suggeriva di gridare, appena avessi smesso, appena te ne fossi andato, di gettarmi a terra battendo piedi e pugni. Ma non è così che si affrontano le cose. Ma badavo ben poco alle  mie riflessioni. Cercavo di pensare, di ragionare, ma la mia mente era altrove, anzi era in Jacob.

C’era solo Jacob. La mia travolgente voglia di lui aumentava....E aumentava... E raggiunse l’apice quando cercò tremante di spogliarmi con le sue calde e immense mani...

Ma , come previsto, si fermò.

No.

No.

Continua. Non puoi fermarti ora.

Morirò, lo so, ti prego.

Le mie supppliche silenziose e inutili alleggiavano nella mia mente. Il suo senso di responsabilità lo fa alzare dall’erba, da me, lo sguardo vacuo e perso nel vuoto. Il suo dolore è quasi quanto il mio. Ma non è Jake , non è il suo cuore quello che lo spinge ad accarezzarmi velocemente, salutarmi di sfuggita e partire per affrotare la battaglia. Quello è il fedele lupo della tribù Quilette.

Ti guardai allontanarti. Se fumassi quello era il momento del “Fumarsi una sigaretta.”. Ma non fumavo e probabilmente la nicotina non avrebbe avuto l’effetto richiesto.

Così decisi di alzarmi. Percorrendo il breve tratto per tornare alla tenda pesavo a LUI. Il suo corpo, il suo viso, la sua voce, il dolce lupo.

Cercavo di non pensare al dolore che avrei provato perdendolo e alle conseguenze, a un modo per raggiungerlo. Forse ero troppo melodrammatica. Una fitta alllo stomaco, vedendo Edward, mi ricordò che al mondo non c’eravamo solo io e Jacob. Esistevano anche gli altri. Esistevano anche i sentimenti degli altri.

La verità, vera e pungente aggiunse una nuova preoccupazione a quella della battaglia. Non pensavo che la mia testa avesse potuto contenere altro dolore. E invece mi ritrovai a pensare a un modo per comunicare a Edward quello che provavo. Incontrando i suoi occhi scuri dalla sete compresi che aveva capito. Nella mente di Jacob era impressa la mia reazione...Non c’era altra concusione: Io amavo Jacob. Edward per me non era altro che un vecchio amore, una vecchia tortura, vecchi sacrifici, una vecchia droga.

La sincerità dei miei pensieri mi indusse a farmi avanti. Anche se lui aveva già capito. Volevo spiegarlo. Volevo essere IO  a prendermi la responsabilità del nuovo casino che incombeva, appena concusa la battaglia.

Così feci altri due passi e mi rotrovai di fronte a lui, vicinissima, occhi negli occhi.

Ma la cosa non mi fece più andare in iperventilazione. Il compito di ricordarmi di respirare da quel momento in poi toccò a Jacob.

  
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