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Autore: Cara_Sconosciuta    08/09/2009    4 recensioni
Joe era adulto e vaccinato, poteva benissimo pensare da solo a prepararsi una semplice bevanda calda. Non aveva bisogno di lui, non...
“Chris?”
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
“Sì, amore?” Ok, la voce forse gli era uscita un po’forzata, ma pazienza...almeno era rimasto al suo posto.
“Non ci sono cucchiaini puliti o sono io che non li trovo?”
Calmo.
Rilassato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene bene...come spiegare queste storielle?

Diciamo che avrebbero dovuto essere parte di una raccolta contenente una storia per ogni lettera dell’alfabeto, ma visto che ultimamente i Jonas non mi ispirano nemmeno per sbaglio, ho deciso di pubblicare come singole shot quelle che ho già scritto... se un giorno tornerà l’ispirazione, poi, terminerò il lavoro.

Sono Jhris (Joe + Chris) quindi se non vi piace lo slash siete nel posto sbagliato. J

Comincio dall’ultima in ordine alfabetico: la y.

Ovviamente, Joe Jonas non mi appartiene e la storia non è scritta a fini di lucro.

E tutte, nonostante tutto, sono comunque dedicate a Marta.

Temperance

 

Y - Yoga

Combattere per la pace

È come fare l’amore per la verginità.

-John Lennon-

 

“Christian, dove lo tieni lo zucchero?”

“Nel pensile a destra, sopra al lavandino.”

Chris prese un profondo respiro, ripetendosi che lui era calmo, rilassato, che non c’era niente per cui scomporsi, niente per cui agitarsi... niente, a parte l’inquietante rumore di ceramica infranta proveniente dalla cucina, dove il suo ragazzo stava trafficando da mezz’ora senza sosta nel tentativo di trovare tutto l’occorrente per farsi un caffè, facendogli venire voglia di alzarsi, prepararglielo e chiudergli una buona volta quella ciabatta in cui sembrava essersi improvvisamente trasformata la sua bocca.

E invece no.

Sarebbe rimasto lì, fermo, impassibile e, soprattutto, rilassato come non mai.

Joe era adulto e vaccinato, poteva benissimo pensare da solo a prepararsi una semplice bevanda calda. Non aveva bisogno di lui, non...

“Chris?”

Inspira.

Espira.

Inspira.

Espira.

“Sì, amore?” Ok, la voce forse gli era uscita un po’forzata, ma pazienza...almeno era rimasto al suo posto.

“Non ci sono cucchiaini puliti o sono io che non li trovo?”

Calmo.

Rilassato.

Rilassato.

Calmo.

“Sono in lavastoviglie, Joey, ma sono tutti puliti.”

Bene, c’era qualcosa che non andava.

La posizione, ecco cos’era. La posizione del loto, evidentemente non era per lui.

Sì, doveva essere quello per forza: era il loto ad attirare tutta quella negatività, quel nervosismo e...

“Christian, non sono puliti!”

“Lavane uno!” Ululò, senza riuscire a trattenersi, mentre si alzava in piedi, allargando le gambe e chinando il busto in avanti, fino ad appoggiare a terra le mani ben aperte.

Ecco, quella sì che era una buona posizione... e risultava persino terapeutica per il mal di schiena assassino di cui soffriva da quando Joe aveva deciso che dormire su un materasso ad acqua sarebbe stato meglio per entrambi e lui, di conseguenza, si era stabilito in sede stabile sul divano, perché di passare la notte su quella sottospecie di budino gonfiabile non aveva nessuna intenzione.

No, fermo, fermo, niente materasso ad acqua.

Cattivo, il materasso ad acqua era cattivo.

Era il male.

Lui doveva concentrarsi sulla positività, pensare che quell’accidenti di coso gli aveva evitato una crisi isterica da parte di Joe...e non che fare l’amore lì sopra era come farlo su di una gigantesca panna cotta.

Dolce.

Dolce era buono.

Decisamente.

Si ripromise che, se fosse riuscito a terminare tutta l’ora di yoga che si era prefissato di fare, si sarebbe regalato un gelato a quattro gusti, di quelli della gelateria in centro, con sopra minimo mezzo chilo di panna.

E al diavolo la linea.

Dopotutto non sarebbe stato difficile... insomma, mancavano solo... cinquanta minuti, constatò, sconsolato, lanciando un’occhiata all’orologio che occhieggiava dal suo polso, il bottoncino di metallo per regolare l’ora ben premuto contro la sua mano.

Non faceva male.

Il male non contava.

Rilassato, Christian. Calmo e rilassato.

Molto calmo e... che cos’era quel silenzio?

Pace, finalmente.

Evidentemente, Joe era riuscito a prepararsi il caffè e ora...

Una mano gli sfiorò la spalla, facendolo sobbalzare.

Alzandosi in piedi di scatto, andò a sbattere contro il giovane, che si era avvicinato senza farsi sentire, allo scopo di non disturbare, facendogli versare l’intero contenuto della tazzina da caffè sul tappeto multicolore e pulitissimo, uscito due giorni prima dalla lavanderia.

“Scusa...” Mormorò Joe, con aria colpevole, chinandosi per raccogliere la tazzina.

“Oh, al diavolo!” Sbraitò, però, Christian, facendo fare un altro salto all’indietro al moro, che rischiò di ribaltare il tavolino del soggiorno con relativo vaso di fiori. “Tu e lo yoga, al diavolo tutti e due!”

“Chris, io...”

“Da domani” Sibilò il biondo, puntandogli contro un dito accusatore. “Da domani dieta ferrea. E quel coso, quel...quell’affare” Continuò, indicando la camera da letto. “Lo voglio fuori da casa mia! Prima di stasera!”

Joe annuì, basito, gli occhi scuri spalancati e le mani aggrappate al legno del piano del tavolo.

“Do...dove vai?” Mormorò, senza osare guardare Christian negli occhi, neanche questi fossero stati in grado di sprigionare fiamme o simili.

“Fuori!” Fu la lapidaria risposta. “E pulisci!”

“Ma io...”

“Pulisci....” Sibilò, richiudendosi la porta alle spalle.

No, lo yoga non era veramente la sua disciplina...

 

Il modo più veloce di finire una guerra

È perderla

-George Orwell-

   
 
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