Harry,
devo accennarti una cosa…
“Ancora
trenta secondi…” mormorò
Ginny Weasly guardandosi attentamente nello specchio. I suoi lunghi
capelli
rossi erano tutti scarmigliati e gli occhi castani brillavano di una
luce
maniacale.
Sentiva Harry al
piano di sotto
parlare con suo fratello Ron, certo che poteva scegliere un momento
migliore
per venirli a trovare.
Si erano appena
trasferiti a
Grimmuald Place, subito dopo il viaggio di nozze, e la casa era ancora
affollata di scatoli mezzi pieni e mezzi vuoti. Erano riusciti a
sistemare la
maggior parte delle cose nei piani inferiori, grazie anche il notevole
aiuto di
Kreacher. Ginny sorrise, quando sentì Hermione gridare dalla
cucina che
Kreacher era vecchio e che Ron poteva tranquillamente alzarsi da solo
per
prendere una bottiglia di Burrobirra.
“Quindici
secondi…”
Ginny
sospirò osservando le scatoline,
che affollavano il ripiano del lavandino. Era rinchiusa dentro al bagno
da un’ora
ormai, e quello era il suo ennesimo tentativo per scoprire se era vero
oppure
no.
Non si ricordava
l’incantesimo da
usare in quelle circostanze e così, quella mattina presto,
era sgattaiolata
fuori di casa, mentre Harry dormiva, per andare in farmacia.
Non poteva
andare a Diagon Alley,
visto che sapevano tutti che era diventata la moglie del famoso Harry
Potter, e
così aveva deciso di andare in una farmacia Babbana.
Il commesso
aveva sgranato gli occhi,
quando l’aveva vista con una ventina di scatole in mano, ma
non appena Ginny
gli disse che aveva fretta, il farmacista si era mosso per incartare le
confezioni
e le augurò buona fortuna. Ginny si era dovuta trattenere da
lanciargli addosso
una fattura Orcovolante.
Il tempo
finì e Ginny lo prese con le
mani che le tremavano, ma accadde la stessa cosa che era successa con
gli
altri. Si tramutò in un fiocco azzurro e Ginny
imprecò seccata.
“Per
le mutande di Merlino!” sbottò
lanciandosi alle spalle il fiocco, che andò a raggiungere
un’altra serie di
suoi simili sul pavimento, tutti quanti azzurri.
A un certo punto
qualcuno bussò
violentemente alla porta e Ginny sobbalzò, facendo cadere
tutte le scatoline
che affollavano il ripiano.
“Chi
è?” domandò, prendendo la
bacchetta.
“Ginny,
sono Hermione! Stai bene?”
chiese la voce della sua migliore amica dall’altra parte
della porta.
“Certo!
Esco tra un minuto!” urlò in
risposta lei e gettò un’occhiata al pavimento.
Forse sarebbe riuscita a farne
un altro.
“L’hai
detto anche mezz’ora fa. Fammi
entrare, prima che quei due si accorgano che sei rinchiusa in bagno da
un secolo!”
disse Hermione seccata.
Ginny sapeva a
chi si stava riferendo
e, conoscendo l’animo curioso di suo marito, non
poté non trovarsi d’accordo
con lei. Seccata, agitò la bacchetta e la serratura della
porta del bagno
scattò.
Hermione la
guardò per un attimo
esasperata, ma poi i suoi occhi scattarono verso il basso e
un’espressione
stupefatta si dipinse sul suo viso.
“Hai
rapinato una farmacia?” chiese
Hermione alzando la voce.
“Zitta!”
esclamò Ginny afferrandola
per un bracco e scagliandola dentro il bagno con lei.
Ginny
sigillò nuovamente la porta e
si voltò verso Hermione.
La vide
inginocchiarsi e raccogliere uno dei fiocchi.
“E
questo?” domandò Hermione,
agitandolo.
“è
un fiocco!” ripose Ginny, cercando
di assumere un tono sicuro.
“Un
fiocco?” ripeté Hermione
scettica.
“Sì.
Che cosa dovrebbe essere, se no?”
“Ehm…
e perché ci sono tanti fiocchi?”
disse Hermione, ma poi il suo viso s’illuminò.
“ Oh, cielo! Non sarà mica…”
Ginny si
limitò ad annuire e Hermione
lasciò cadere il fiocco di scatto. La ragazza si
guardò intorno, per poi
puntare i suoi occhi ambrati su Ginny. “
Congratulazioni!” esclamò e fece per
abbracciare Ginny, ma lei si ritrasse agitandosi nervosamente.
“Non
ne sono sicura!” disse Ginny
agitata.
Hermione sorrise
e indicò il resto
dei fiocchi. “ A me sembrano un chiaro segnale. Ginny sei
inc…”
“Non
lo dire!” sbraitò Ginny e
Hermione spalancò gli occhi scioccata.
“Scusa” aggiunge la rossa abbassando lo
sguardo.
“Non
sei contenta? Tu e Harry non ne
avete mai parlato?” domandò Hermione con tono
dolce.
Ginny
alzò gli occhi al cielo e
sbuffò. “Certo che ne abbiamo parlato. Ma Harry
è appena diventato un Auror ed
io… mi hanno appena convocato per la Coppa del Mondo del
Quidditch… Oh, non lo
so, Hermione. Non ne sono sicura, non mi ricordo
l’incantesimo per scoprirlo!”.
“A
questo si può rimediare subito”
esclamò Hermione e Ginny la vide rimboccarsi le maniche ed
estrarre la
bacchetta dalla veste.
“Che
cosa stai facendo?” domandò
Ginny leggermente spaventata, perché Hermione le si stava
avvicinando con un
sorrisetto.
“Scopriamo
se lo sei o no, anche se
tutti questi fiocchi… Ma quanti test hai fatto?”
chiese ridendo la bruna.
Ginny
avvampò e mormorò una parola
che assomigliava terribilmente a: una
decina.
“Dieci?”
ripeté Hermione incredula e
scoppiò a ridere di gusto.
Ginny si
accigliò, mentre Hermione
continuava a ridere. Mise le mani sui fianchi e fulminò
quella che avrebbe
dovuto essere la sua migliore amica.
“Hai
finito?” chiese seccata.
“Credo
di sì. Sei pronta?”
“Cosa?”
Ginny non ebbe
neanche il tempo di
muoversi, che Hermione agitò la bacchetta con un movimento
fluido. Ginny avvertì
del calore sul suo ventre, per poi saltare quando sentì un
colpetto all’interno.
“Oh,
mio Dio!” esclamarono entrambe.
Si guardarono
per un momento e poi
scattarono. Si abbracciarono e cominciarono a ridere, iniziando a
saltellare
nel piccolo bagno. Le voci di Harry e Ron si azzittirono, ma le due non
se ne
accorsero, troppo prese a festeggiare per la notizia.
“Ginny!”
esclamò raggiante Hermione,
prendendo le mani dell’altra. “Perché
non sei venuta da me? Avremmo potuto
scoprirlo subito, invece di andare in farmacia. A proposito,
perché sei andata
dai Babbani?”.
Ginny si
asciugò una lacrima che le
scorreva lungo la guancia e inarcò le sopracciglia in
direzione di Hermione.
“Secondo
te? Già Il Profeta parla
ancora del nostro matrimonio,
e ci siamo sposati tre mesi fa! Non volevo che lo scoprissero prima di
Harry!”
rispose Ginny e il suo viso si rabbuiò.
“Che
cosa c’è?” chiese Hermione
preoccupata dal cambio repentino di Ginny.
“Harry!
Come glielo dico? Andrà in
panico!”.
“Harry?
In panico? Stai scherzando?”
disse Hermione e dovette fare uno sforzo enorme per non scoppiare a
ridere.” Io
mi preoccuperei più di Ron, se fossi in te. Anzi, forse
è meglio che getti un
incantesimo Scudo su Harry. Sai, metti caso che tuo fratello si faccia
prendere
la mano!”.
“Cosa
c’entra Ron? Mica crederà che Harry
ed io siamo ancora casti e illibati? Non lo eravamo prima del
matrimonio, figurati
dopo!” sbottò Ginny e le due scoppiarono a ridere.
“Ehi,
tutto bene lassù?”
La voce di Harry
le raggiunse e le
due guardarono allarmate la porta.
“Ginny,
pensi di dirglielo subito?”
Ginny si morse
il labbro e annuì con
la testa, per poi sospirare e aprire la porta. “Glielo dico
ora!”
“Che
cosa?” sbottò Hermione e si
fiondò giù per le scale per seguire Ginny.
Riuscì
a fermarla nell’ingresso prima che
scendesse giù in cucina.
“Aspetta
che Ron ed io ce ne andiamo!”
sibilò Hermione.
“No!
Ti prego Hermione, non ce la
faccio da sola. Ho bisogno di te e di Ron” la
pregò Ginny e delle lacrime cominciarono
a scorrere lungo le sue guance.
Hermione si
addolcì e abbracciò
Ginny, rassicurandola che le sarebbe stata vicina. Si guardarono decise
e
scesero le scale che conducevano giù in cucina.
Un buon profumo
alleggiava nell’aria
e proveniva dall’enorme calderone appeso dentro al camino.
Kreacher era intento
a mescolare il contenuto, mentre Harry e Ron giocavano a scacchi magici.
Ron, come al
solito, stava vincendo
ma alzò lo sguardo quando vide entrare le due ragazze.
Rivolse un sorriso
caloroso a Hermione, la quale arrossì, e le fece cenno di
sedersi accanto a
lui. Ma Hermione rimase di fianco a Ginny, che guardava Harry
completamente
agitata.
Harry si accorse
della tensione che
cominciò a serpeggiare nella cucina e alzò gli
occhi, mentre un suo pedone
veniva fatto fuori dal cavallo di Ron.
“Eccovi
finalmente! Tutto bene?”
chiese osservando Ginny. Non riusciva ancora a crederci che era
diventata sua
moglie e questo lo fece sorridere in maniera radiosa.
Ginny prese
forza da quel sorriso, e
stava per parlare quando Hermione la interruppe.
“Ci
sarebbe da bere?”
I tre si
voltarono verso di lei e,
anche Kreacher la guardò scioccato. Da quando Hermione
Granger beveva alle
undici del mattino?
Harry
gettò un’occhiata a Ron,
completamente stupefatto, per poi rivolgersi a Kreacher.
“Kreacher
puoi portare un po’ di
Whisky Incendiario, per favore?”
L’elfo
annuì e uscì di corsa dalla
cucina, non prima di gettare uno sguardo incuriosito alle due ragazze
ancora
ferme sulla soglia.
“Dobbiamo
festeggiare?” domandò Harry
e si stupì, quando vide Ginny gettare uno sguardo
terrorizzato verso Hermione. “
è successo qualcosa?” aggiunse allarmato e
prendendo la bacchetta, che era
accanto a lui sul tavolo.
Ron lo fece lo
stesso e chiese con
tono terrorizzato: “ è Voi- Sapete-Chi?
È tornato?”
“Ron,
eravamo in bagno!” rispose
Hermione esasperata.
“E
allora?” domandò il ragazzo.
“Come
sarebbe a dire allora? Ti
aspetti che Voldemort resusciti dalla tazza di un gabinetto?”.
“Non
si sa mai! Potrebbe spuntare
ovunque!” esclamò Ron scaldandosi, e le sue
orecchie cominciarono ad
arrossarsi.
“Ron!
Per favore, c’eri quando Harry
l’ha ucciso!” gridò Hermione alzando gli
occhi al cielo.
“Potrebbe
avere un altro Horcrux da
qualche parte…” sussurrò Ron, ormai
paonazzo per l’imbarazzo.
“Che
cosa?” sbottò Harry voltandosi velocemente
verso di lui, tanto che si fece male al collo.
“Harry,
non lo stare a sentire!”.
“Perché
non dovrebbe stare a
sentirmi?” gridò Ron.
“Finitela!”
strillò Ginny e i tre la
guardarono impacciati.
Ginny si
avvicinò a Harry e, quando
incrociò il suo sguardo smeraldino, tutta
l’agitazione che provava sparì nel
nulla.
Quando fu
davanti a lui, gli prese il
viso tra le mani e, sorridendogli, sussurrò: “Non
c’entra Tu-Sai-Chi!”
“E
allora perché sei rimasta
rinchiusa in bagno? Sono preoccupato, Ginny” disse Harry
perdendosi ad ammirare
gli occhi di lei.
“Perché,
Harry, sono incinta…”
Harry rimase
senza parole e s’irrigidì,
tanto che Ginny pensò che fosse sottoshock, ma poi
scoppiò a ridere, si alzò e
la sollevò per i fianchi, iniziando a girare. I due risero
di cuore e gli occhi
di Harry divennero lucidi. Aveva sempre desiderato avere una famiglia.
La mise
giù e la baciò, sperando di farle capire quanto
la amasse. Stava per parlare,
quando si accorse che Ron si stava alzando.
Per puro istinto
alzò la bacchetta e
spostò Ginny in modo tale che fosse alle sue spalle.
Hermione, nel
frattempo, era corsa da
Ron e si era messa davanti a lui. Era spaventata, ma Ron sembrava senza
parole.
Alzò
lo sguardo verso Harry e sua
sorella. Ginny si aspettava una delle sue uscite infelici, ma fu
sorpresa
quando Ron chiese: “Com’è
successo?”
Hermione, Harry
e Ginny lo
guardarono, per poi scoppiare a ridere. Ron arrossì, ma
tenne lo sguardo
puntato su loro due.
“Ecco
vedi…” iniziò a dire Harry
passandosi una mano tra i capelli.
“Harry
lo sa benissimo com’è
successo…”
l’interrupe Hermione, e diventò scarlatta quando
si rese conto di quello che
aveva detto.
“Lo
sapevo…” mormorò Ginny maliziosa.
A un tratto
Kreacher sbucò con la
bottiglia di Whisky in mano, e allargò gli occhi quando vide
la scena.
“Padrone?”
domandò preoccupato,
osservando la bacchetta di Harry.
“Non
è niente Kreacher! Apri la
bottiglia. Bisogna festeggiare! Tra poco, diventerò
zio!” rispose Ron al posto
di Harry e regalò ai presenti un gran sorriso.
Ginny e Hermione
rilasciarono un
sospiro di sollievo, e si commossero vedendo Ron e Harry che si
abbracciavano,
chiaramente emozionati anche loro.
Kreacher
versò la bevanda in quattro bicchieri
ma Harry impedì a Ginny di prenderlo.
“Ginny,
il bambino…” disse
semplicemente e questo fece luccicare gli occhi di Ginny. Si diede
della
stupida, Harry sarebbe stato un marito e un padre perfetto.
Fecero un
brindisi, tranne Ginny, che
si limitò a scoccare occhiate raggianti ai presenti.
Appena ebbero
finito e riempito
nuovamente i bicchieri, Ginny sussurrò
all’orecchio di Harry, che annuì pensieroso,
per poi guardare intensamente Ron e Hermione.
I due ragazzi si
fissarono perplessi
ma Ginny rivolgeva a loro un sorriso radioso.
“Harry
ed io crediamo che voi sareste
perfetti per essere la madrina e il padrino di nostro
figlio…”.
“O
figlia…” precisò Harry facendole
scorrere un braccio intorno alla vita.
“No,
Harry. Ho come il sesto senso
che sarà maschio” dichiarò Ginny,
ripensando ai fiocchi azzurri che ricoprivano
il pavimento del bagno di sopra.
“Beh,
che ne dite?” domandò Harry
nervoso e guardando i suoi due migliori amici.
Ron e Hermione
non aprirono bocca,
erano troppo sorpresi. Hermione proruppe in un piccolo singhiozzo e Ron
si
affrettò a darle un bacio sulla guancia per confortarla.
“è
un sì?” domandò Harry sulle spine.
“Per
le mutande di Merlino. Certo che
sì!” esclamò Ron.
I festeggiamenti
durarono per tutto
il giorno. Hermione e Ginny si erano già lanciate a stilare
una lista sulle
cose da fare, mentre Harry e Ron stavano già parlando di
come sarebbe stato
bravo a volare il bambino.
Giunta la sera,
Hermione e Ron
salutarono Ginny e Harry, lasciandoli finalmente soli. Harry era ancora
incredulo e, quando guardò Ginny, la trovò
più bella di prima.
“Che
cosa c’è?” chiese lei arrossendo
sotto lo sguardo di Harry.
“Ti ho
già detto oggi, che sono l’uomo
più felice e più fortunato della Terra
nell’averti qui con me?”
“No…”
rispose lei divertita.
Harry sorrise e
la prese per mano. La
trascinò vicino alla finestra per osservare Hermione e Ron,
che si stavano
incamminando lungo la via, battibeccando.
“Andranno
mai d’accordo?” domandò
Ginny appoggiando la testa sulla spalla di Harry.
“Non
sarebbero Ron e Hermione se non
litigassero” disse Harry, facendola ridere.
“Sono
sicura che litigheranno anche
quando li chiederò di aiutarmi a trovare il nome per il
bambino… Lo so che
aspetta a noi decidere, ma se possono darci una
mano…”.
“Oh,
io non mi preoccuperei…” disse
Harry, baciandola sulle labbra.
“Perché
non dovrei preoccuparmene?”
chiese Ginny, ancora rossa in volto per via del bacio che le aveva dato
Harry.
Harry sorrise e
disse: “ Perché ne ho
già in mente un paio…”.
Ciao a
tutti… Grazie per averla letta.
Non so come mi sia venuta in mente, ma ho decisa di scriverla
perché mi
sembrava un’idea carina.
In futuro
scriverò altre scenette
della vita quotidiana dei nostri eroi ( non solo di loro quattro, ma di
tutti)
e spero che le continuerete a leggere.
Grazie
nuovamente.
Alla prossima!