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Autore: Pandora13    15/08/2022    2 recensioni
Osamu trova un alleato inaspettato nel migliore amico di suo cognato.
O: gli effetti dell'Italia su Tobio Kageyama, una AtsuHina atipica.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Osamu Miya, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NdA: OK, quindi Sabato era l'ultimo giorno della AtsuHinaWeek2022, il compleanno di Ushiwaka e del mio amato pucciosissimo Aone, nonché il giorno dell'attesissimo annuncio.
Ad un certo punto però erano le 23, il mondo ha preteso per giorni questa cosa assurda, tipo che io lavorassi per vivere🤣 e l'annuncio ricevuto è stato un colpo al cuore, ma non in positivo: questi due film mi spaventano!
Conclusione non avevo vere e proprie AtsuHina pronte, ma è la mia OTP, era doveroso pubblicare qualcosa… così ho questa cosa comica, che mi tira su il morale e mi scalda il cuore e che si dà il caso sia anche una AtsuHina in parte.
Quindi perché non cogliere l'attimo per pubblicarla dopo mesi che langue nelle bozze?!
In verità i protagonisti assoluti qua sono Tobio e l'Italia, ispirati dalla fanfiction di drisinil e dalla fanart di @chihiro15-17, che però prevedevano una ship diversa.
Io da loro ho preso questo modo di affezionarsi all'Italia di Tobio che si trasmette per lo più nell'assorbire il nostro gesticolare e da lì ho immaginato…
Spero riesca a strapparvi qualche sorriso.
Buona lettura!
 
 
 

 
 
La mano di Kageyama si abbatté sulla sua fronte in modo teatrale, mentre scuoteva la testa esasperato, all'ennesima uscita senza senso di Atsumu Miya.
Non lo sopportava, non lo aveva mai sopportato da quel primo campo di allenamento per la nazionale e con il passare degli anni la cosa non era migliorata.
Hinata però era il suo migliore amico e si era innamorato di quel pallone gonfiato, tutto battutine sarcastiche e discorsi insensati e -doveva ammetterlo- era palese che fosse pienamente ricambiato.
«Cavolo, Tobio-chan è diventato parecchio espressivo nei gesti!» esclamò questi con fare platealmente amichevole.
«Com'è che invece negli spot per gli sponsor sembri imbalsamato?» chiese poi, sottovoce, convinto di essere sentito solo da lui.
Le mani di Tobio si strinsero in due forti pugni sotto al tavolo, non voleva reagire alle provocazioni, non di fronte a Shoyo.
Osamu, che aveva osservato tutta la scena da dietro il bancone del locale e si era avvicinato per intervenire, si bloccò a metà strada, vedendo la scena: Hinata doveva aver detto qualcosa sul Brasile e come ogni volta suo fratello aveva risposto con qualcosa di svenevole e romantico che aveva convinto il più piccolo a dargli tutta la sua attenzione tra baci e coccole.
 
Era così da quando Shoyo era tornato per il match promozionale.
La relazione a distanza fino a quel momento aveva funzionato benissimo: per entrambi la pallavolo veniva al primo posto e Atsumu comprendeva il bisogno di Shoyo di volare libero come nessun altro.
Paradossalmente i "problemi" erano iniziati quando erano stati di nuovo tutti a Tokyo.
Atsumu era diventato geloso marcio, vedendo tutti quei setter interagire con il fidanzato: lo aveva visto ridere e scherzare con quel Kozume -oltre ad aver visto la live della loro partita in spiaggia; lo aveva visto interagire con Oikawa, sentendoli parlare per metà in Giapponese e metà in quello che a lui era sembrato spagnolo, di eventi della prima permanenza di Hinata in Brasile, incapace di inserirsi, o anche solo capire di cosa stessero parlando; e poi c'era Tobio… Tobio che era il migliore amico di Shoyo, ma era anche colui che per primo gli aveva dato le ali.
 
E Tobio che guardava 'Tsumu da sopra la spalla dell'amico, facendogli boccacce e gesti di ogni sorta.
Scoppiò a ridere, mentre si sedeva al tavolo, distraendo i due piccioncini dal loro tubare.
«Com’è la cena ragazzi?» chiese con finta disinvoltura e genuino interesse.
«In cerca di complimenti ‘Samu? Come se non sapessi ch-».
«Buonissima, davvero, non sai quanto mi mancava la cucina giapponese!» la risposta sorprendentemente entusiasta di Kageyama causò l’imbronciatura del gemello, a cui aveva appena interrotto l’invettiva.
Il sorrisetto compiaciuto del più piccolo, disse ad Osamu che la cosa era voluta, anche se i complimenti erano sinceri.
«Non si mangia bene in Italia, Tobio-kun?» rispose, ignorando il fratello, sempre più livido per la scarsa considerazione.
Hinata, ignaro di tutto, ascoltava affascinato gli scambi tra i due.
«Al contrario, si mangia benissimo e fanno così tante cose con il latte...».
«E ti pareva!» sbuffò Atsumu, mentre Hinata rideva di cuore.
«...è solo che sono cibi così diversi! Anche il riso per esempio, lo cucinano in così tanti modi, tutti eccezionali, solo che sembra... strano. Forse è solo che non sa, sai... di casa.».
Adesso l’attenzione di Osamu era tutta su di lui davvero, non per dispetto al fratello, né per cortesia, ma perché voleva sapere tutto di quella cultura così diversa dalla loro e tanto rinomata per il cibo quanto per l’arte.
Fu un calcio sotto il tavolo a risvegliare Tobio da quello strano botta e risposta che si era creato tra lui e il loro ospite.
«AHI! Ma che...».
«'Tsumu finiscila!».
«Finiscila tu!».
Hinata scoppiò a ridere, vedendo quei tre bisticciare come da ragazzini, mentre Atsumu metteva di nuovo il broncio, ora consapevole che il suo primo calcio era andato a segno sul bersaglio sbagliato, ma soprattutto rendendosi conto che distrarli dalla loro stupida conversazione aveva solo riportato le loro frecciatine e le battute fastidiose su di lui.
Se ‘Samu avesse deciso di trovarsi un alleato, ‘Tsumu non riusciva ad immaginare niente di peggio di Kageyama Tobio... neanche Suna sarebbe stato peggio, lui li riprendeva e postava i video su social e chat di gruppo, ma rimaneva neutrale, o meglio infastidiva entrambi, il bravo bambino invece, sembrava l’arma perfetta da scagliargli contro.
Passato il momento di lotta sotto il tavolo, comunque, fu piacevolmente sorpreso di non ricevere ulteriore fastidio, o spiacevolmente colpito dalla mancanza di attenzioni, dipende dai punti di vista.
«Mi stavi parlando di questo piatto tipico di Roma...».
«Oh sì, la Carbonara! È qualcosa di... wow!».
«Ma secondo te, Kageyama ne capisce qualcosa di cucina?» sussurrò Atsumu, approfittandone per mordicchiare il lobo dell’orecchio al fidanzato e non infastidendosi per niente, quando egli gli sottrasse il collo, a causa della risata che lo pervase.
«Assolutamente no! In realtà non credo che sappia niente di niente che non sia pallavolo!».
«È un procedimento relativamente semplice, ma che per qualche motivo assurdo sbagliano tutti, senza contare quanti -soprattutto all’estero- stravolgano la ricetta! Devi usare uova, guanciale, pecorino romano...».
Shoyo e Atsumu si guardavano sconvolti dalla precisione dettagliata con cui stava parlando, increduli che sapesse davvero qualcosa di cucina e che a loro, a sentire la spiegazione, non sembrava affatto così semplice!
«Resto dell’idea che dovresti venire in viaggio in Italia, la ameresti e sapresti cogliere molte sfumature della loro cucina, comunque, nel frattempo, se vuoi posso insegnarti questa ricetta se riusciamo a incontrarci di nuovo prima che parta.» concluse sicuro di sé.
 
 
 
 


«MMMAMMMAMIA Tobì, chesta carbonara è UMAI!».
Da quando era stato in viaggio in Italia, alla scoperta di nuove vette culinarie, Osamu tendeva a parlare in parte in Italiano quando aveva a che fare con Tobio, con scarsi risultati...
 
Atsumu alzò gli occhi al cielo, poi li sgranò incredulo: Kageyama era scoppiato a ridere, A RIDERE!
«'Samu-san scusami, ma il tuo italiano è pessimo!» la risata ancora aperta e incontrollabile, così poco da lui.
«Perché sei qui anche tu?» la domanda lamentosa di Atsumu si sovrappose alla bonaria presa in giro.
«Che domande!» risposero gli altri due in coro.
«Per la Carbonara!».
«Per infastidirti meglio!».
 
Sincronizzati!
 
Inquietante!
 
Un brivido corse lungo la schiena di Atsumu.
«Sì già, anche per quello!» concordò suo fratello.
Atsumu gemette, dov’era il suo ragazzo quando serviva? Era solo per lui, del resto, se cenava con certi soggetti!
«Samu-san mi daresti una mano in cucina?».
Atsumu li vedeva fare avanti e indietro, dalla cucina alla sala da pranzo, parlando ancora in quella lingua che forse suo fratello parlava in modo stentato, ma a lui era del tutto ignota.
Pensava di star facendo un buon lavoro a nascondere l’irritazione, evidentemente si sbagliava, perchè Kageyama entrò nella stanza fingendo un cipiglio pensieroso.
«Pensavo che tuo fratello non ci sopportasse eppure sembra così infastidito dal non capire cosa diciamo...».
 
Aaaaaaaaaah Tobio caro, che alzata meravigliosa!
 
Osamu sentì sulla lingua il sapore di una schiacciata vincente, prima ancora di aprire bocca.
«Forse... -fece una pausa per dare un maggior effetto drammatico, prima di affondare- gli ricorda tutti i discorsi segreti tra Shoyo-kun e l’alzatore argentino.» quella era una battuta meschina, lo sapeva, ma sapeva anche che la gelosia di 'Tsumu era irrazionale e infondata e che quel tasto dolente era ormai acqua passata, o non ne avrebbe approfittato.
«Io non sono geloso!».
 
Ahi ahi ahi fratellino, questa è una battuta peggiore di quelle di Hinata al liceo, dritta dritta sulla nuca di un compagno di squadra e tu interpreti sia il battitore che il ragazzo sotto rete!
 
Due punti di fila facili facili... erano anni che non gli capitava.
«Neanche un pochino?» la voce di Shoyo, provocante e dolce al tempo stesso, arrivò dalla porta d’ingresso, sigillando -se consapevolmente, o meno Osamu non avrebbe saputo dirlo- il momentaneo +3 per lui, in quella sfida immaginaria tra fratelli.
 
«Wow Bakageyama questa cosa è meravigliosa!».
«Beh sai…».
«Del resto è a base di uova, come il tuo piatto preferito, no?» Osamu lo tolse dall'imbarazzo, cogliendo l'occasione per irritare ancora il fratello.
 
Oh, una schiacciata al secondo tocco, su una pessima ricezione dell'alzatore.
 
Notevole!
 
E…
 
«Davvero deliziosa…» fu costretto ad ammettere a denti stretti anche Atsumu. Del resto il gemito sfuggito gli assaggiandola non gli aveva dato scampo.
 
Match point!
 
Tobio sorrise ad Osamu… era una sensazione meravigliosa… per una volta aveva vinto, non era necessario che il suo migliore amico e il suo perfettissimo e vanitosissimo fidanzato sapessero che in realtà quella era l’unica ricetta che fosse mai riuscito ad imparare in vita sua!
 
   
 
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