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Autore: renmisya22    23/08/2022    1 recensioni
{RANMASA}
Lo zio di Hamano ha invitato la squadra al suo matrimonio, ma durante tutti i festeggiamenti, ci sono delle situazioni che portano due certi ragazzi ad avvicinarsi sempre di più.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Harley/Jousuke, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Victoria/Touko, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Finalmente i miei zii si sposano domani! – esultò Hamano, mentre salutava i compagni. -Non vedo l’ora ragazzi. Dovete vestirvi in modo elegante, intesi? – concluse, per poi andare via.
Kariya guardò il cellulare: c’erano due messaggio vocale da parte di Midorikawa. -Masa Kun, nella macchina di Hiroto c’è ancora un posto libero. Chiedi ad uno dei tuoi compagni se qualcuno ne ha bisogno. – disse al primo, poi fece partire il secondo audio, dove il tutore sembrava avere una voce più minacciosa. -Io e Hiroto pretendiamo di portare un qualsiasi compagno di squadra, intesi?
Il ragazzo roteò gli occhi. Non gli andava di andare ad un matrimonio nella stessa macchina di un suo compagno di squadra. L’unico che poteva andare bene, sarebbe stato forse Hikaru. Il suo migliore amico non si sarebbe permesso di giudicarlo dopo gli stupidi racconti dei due adulti. Dunque il ragazzo andò subito da lui.
-Scusami Masaki Kun… - iniziò. -Ma Kidou Sensei mi ha offerto il posto in macchina insieme a tre dei suoi vecchi compagni. – disse con un tono dispiaciuto, poi lo guardò. -Forse questa può essere la tua occasione per invitare Kirino Senp-
-Assolutamente no. – sbottò lui. -E poi non dovrebbe andare in macchina con Shindou Senpai?
-A quanto pare no! – ridacchiò. -Ne stavo parlando con Shinsuke Kun e da quel che ho potuto capire, loro due, insieme a Tenma e Tsurugi, andranno in macchina con l’allenatore Endou!
-Ma non è già sposato?
-Sì, ma le ragazze erano tutte amiche, quindi approfittano per fare una rimpatriata nella macchina della zia di Tenma
-Che fastidiose. – sbuffò. Poi vide arrivare Kirino Ranmaru, con un’aria abbastanza rammaricata.
-KIRINO SENPAI! – lo richiamò Hikaru, salutandolo a braccia aperte. Il ragazzo dai capelli rosa ricambiò sorridendo il saluto.
-Perché l’hai chiamato? – sussurrò invece Kariya, abbastanza contrariato.
Il suo amico sembrò ignorarlo del tutto. -Senpai, lo sai che Masaki può darti un passaggio.
-NON È AFFATTO VERO! – gridò lui. -La mia macchina è già piena.
-Ma se siete solamente tu e i tuoi…
-Kariya, se hai veramente un posto libero in macchina, ti potrei considerare il mio salvatore! – disse il ragazzo avvicinandosi dolcemente al più piccolo, prendendogli le mani. -Altrimenti, avrei dovuto rinunciare a venire alla cerimonia. Allora a domani, ci vediamo sotto casa tua! – disse per poi andare via.
Masaki fulminò con lo sguardo il suo amico, che rideva beatamente soddisfatto per quello che aveva appena fatto. In quel modo avrebbe risparmiato al suo amico una bella ramanzina da Midorikawa (dato che una volta aveva potuto assistere ad una delle ramanzine del tutore, che in qualche modo somigliava molto di carattere a Kirino) e soprattutto, dando il passaggio al Senpai, avrebbero potuto legare maggiormente. Sì, Hikaru Kageyama si sentiva un piccolo genietto. In fin dei conti, la sua non era per niente un’azione a scopi negativi, anzi.
I due dopo aver fatto un pezzo di strada insieme, mentre Kariya aveva ancora un muso che arrivava a toccare il pavimento, si salutarono e si divisero verso il luogo delle rispettive abitazioni.
 
La mattina seguente, venne svegliato dal grandissimo casino che avevano fatto i suoi adorati “zietti”, nella sua stanza. Stavano decidendo quale camicia fosse adatta per il ragazzo per quell’occasione.
-Fuusuke, ti ho già detto che Masacchan dovrà mettersi questa camicia con le fiamme.
-Io invece ti dico che è più opportuna questa celeste semplice. Le fiamme sono troppo rozze per un matrimonio.
-Concordo con Haruya solo per la questione fiamme, ma io opto per un qualcosa di assolutamente migliore: la mia giacca di pelle nera, che usavo alla sua età! – disse con gran fierezza Osamu, tirando fuori un’enorme giacca di pelle nera, di forse due taglie in più rispetto a quelle di Kariya. Il protagonista della discussione, si alzò finalmente in piedi dal letto e sbraitò.
-LE COSE MIE LE SCELGO IO! – e ancora con gli occhi di sonno, lanciò al vento un cuscino, che prese in pieno un qualcuno che emise un gridolino di dolore, per esserselo beccato in faccia.
-Masacchan, ti sembra il modo di dare il benvenuto ai tuoi ospiti?! – disse questa volta Reina, mentre Kariya metteva a fuoco il volto della persona colpita: Kirino Senpai, che si massaggiava il naso. Masaki sussultò, capendo di essere nei guai, ma poi rise.
-Sei mattiniero, Senpai. – iniziò appena notò che gli altri se ne fossero andati
-Mai quanto te, che ti sei letteralmente svegliato ora che sono già le 9, mentre la cerimonia inizia LETTERALMENTE TRA UN’ORA, MASACCHAN. – marcò il Masacchan, per sfottere un po’ il più piccolo, che era diventato totalmente rosso.
-Non osare più chiamarmi con quel soprannome.
-Perché, hai qualche problema con questo nomignolo? – rise. -Masacchan, Masacchan, Masacchan. – iniziò a ripetere.
Il ragazzo gli fece una smorfia e lo scansò, per poi aprire il suo armadio, che mostrava poche robe, tra queste non c’era molto di elegante. -Avanti, aiutami a scegliere. – sbottò. -Sei qui, allora aiutami a fare qualcosa.
Il rosa rise e poi iniziò a guardare le varie camicie che potessero stare bene sul suo compagno di squadra. Poi ne vide una blu e pensò subito fosse il colore perfetto per lui. -Secondo me questa potrebbe starti alla perfezione!
Il ragazzo la prese con la forza e se la provò. -Ovvio che mi sta bene. – disse camminando, mostrandosi per bene al Senpai. -Mica sono così poco carismatico come un certo Kirino Ranmaru. – disse facendo la linguaccia. -Comunque, tu hai intenzione di andare alla cerimonia vestito in quel modo? – chiese indicando la maglia a mezze maniche che stava indossando in quel momento.
Kirino arrossì terribilmente, diventando rosato quasi quanto il colore dei suoi capelli stessi, facendo ridere Kariya, che lo aveva notato. -Mi stavo dimenticando di cambiarmi. Questo succede quando decido di aiutare un povero sventurato. – sbuffò, ridendo sotto i baffi, mentre toglieva la maglia per mettersi una camicia bianca.
Masaki arrossì e si voltò verso l’altro lato. -E comunque, non trattarmi male che altrimenti dico a Midorikawa di non accompagnarti al matrimonio e questo potrebbe far rimanere malissimo Hamano Senpai, non ci hai pensato? – disse annuendo più volte.
Kirino roteò gli occhi e sorrise. -Andiamo, dai. – gli scompigliò i capelli quando si avvicinò a lui. -Altrimenti i tuoi tutori si arrabbieranno, dico bene?
Il minore annuì e si recarono subito verso la macchina dei due tutori del ragazzo, che stavano aspettando i due con il sorriso stampato sul volto.
-‘Giorno. – disse Kariya, mentre salutava con un pugno i suoi genitori e andava subito a sedersi nella quattro posti di Hiroto.
-È un vero piacere potervi incontrare. – disse Kirino, stringendo la mano dei due adulti. -Io sono Kirino Ranmaru, il Senpai di vostro figlio!
Midorikawa guardò verso il figlio accennando un mezzo sorriso. -Non mi sarei mai aspettato da te che mi portassi direttamente un Senpai! – ridacchiò, mentre si sedeva al suo solito posto. -Immagino che Masa Kun abbia molta confidenza con te, vero Kirino Kun?
Il ragazzo dai capelli rosa ridacchiò, ma poi si irrigidì una volta che vide Hiroto avvicinarsi a lui per scrutarlo da cima a fondo. Cercò di mantenere la calma a quello studio da parte del tutore del suo compagno di squadra.
-La vuoi smettere?! – gridò Midorikawa. -Stai mettendo a disagio un caro compagno di Masa Kun.
-Caro non è proprio l’aggettivo giusto. – sussurrò Kariya, mentre Kirino, ancora imbarazzato entrava nella vettura, come anche l’uomo dai capelli rossi.
-Scusami, è che quel ragazzo mi sembra troppo simpatico! – ridacchiò. -Un po’ ti assomiglia, lo sai? – disse dando un pizzicotto affettuoso sulla guancia di suo marito e poi accese la macchina per scaldare il motore. -Non sarà che Masacchan abbia una cottarella per il suo caro Senpai?
-Vuoi stare zitto. – dissero insieme Kariya e Midorikawa (che aveva capito che l’altro stava mettendo i due compagni di squadra in imbarazzo).
-Comunque, cambiando discorso…- parlò di nuovo l’uomo dai capelli verdi. -Kirino, tu hai mai incontrato Touko Chan e Josuke Kun?
Il ragazzo scosse la testa e poi parlò Kariya: -Io sì. – disse sorridendo. -Effettivamente Touko ti assomiglia parecchio! Stesso colore di capelli…
-E Masacchan la prima volta che la incontrò, era diventato un pomodoro. Tornati a casa, non faceva altro che pensare di lei. – rise Hiroto. -Non sarà che ti piace anche Kirino Senpai. – fece poi malizioso.
-Ti vuoi concentrare sulla guida? Altrimenti potresti investire qualcuno. – sbottò.
-Scusa, scusa, tesoro. – sorrise.
Kariya e Kirino invece si erano ammutoliti per le imbarazzanti uscite che faceva Hiroto, che continuò così per tutto il viaggio. E per tutta la durata, Midorikawa era quello che cercava di far trattenere il marito dal suo bisogno di dover commentare tutto e cercare di scavare nel rapporto che c’era tra i due passeggeri. Il povero Masaki, ormai era diventato totalmente rosso e per evitare di dover incrociare lo sguardo del suo Senpai, iniziò a guardare fuori la macchina, venendo comunque visto da Midorikawa dal suo specchietto, che nonostante fosse contrariato dal modo espansivo di Hiroto nel parlare di certi argomenti, sorrise nel vedere il figlio così imbarazzato. “Ci dev’essere di sicuro qualcosa sotto” pensò.
Anche Kirino era abbastanza imbarazzato dalla situazione, ma rimase rigido sul posto, intento a lanciare qualche sguardo a Kariya, in quanto era preoccupato per come si stesse sentendo. I loro sguardi si incrociarono solo una volta durante il tragitto: quando Hiroto prese in pieno una buca e fece sobbalzare tutti i passeggeri. Per questo, probabilmente per istinto, gli sguardi di Kirino e Kariya finirono per incrociarsi, ma invece di arrossire i due scoppiarono in una fragorosa risata perché entrambi erano rimasti sorpresi da quella botta.
Dopo un paio di minuti, i quattro arrivarono. La messa era già iniziata e tutti loro avevano dei posti già assegnati. Quelli della squadra, si trovavano verso il centro della chiesa e ovviamente Kirino e Kariya si ritrovarono a sedersi nel posto l’uno di fianco all’altro.
Il più piccolo osservò attentamente tutta la cerimonia. Anche se non poteva sembrare, lui era un vero e proprio romanticone. Aveva il cuore a mille ed era diventato tutto rosso. “Quanto vorrei che quel momento arrivasse subito” pensò, mentre osservava i due scambiarsi l’anello. Chiuse un secondo gli occhi, per poi immaginarsi la scena del suo futuro matrimonio. Si trovava sull’altare ad aspettare la sposa, una donna molto simile a Touko (che era appunto la donna in questione che si stava sposando), ma aveva il volto coperto dal velo. Mentre il prete diceva di scambiare il bacio, il ragazzo alzò il velo e scoprì che a nasconderci vi era proprio il ragazzo vicino a lui: Kirino Ranmaru.
-TI PREGO NO! – gridò senza rendersene conto il ragazzo, beccandosi le occhiatacce da tutti, sposi e Kirino compresi, lui diventò subito rosso per l’imbarazzo, ma subito dopo si ricomposero.
-Che succede? – sussurrò il ragazzo dai capelli rosa.
-Nulla che possa interessarti. – Disse lui, diventando ancora più rosso. E i due continuarono a seguire la cerimonia in silenzio.
 
 
Arrivarono poi al ristorante per i festeggiamenti e tutti i membri della squadra erano stati piazzati allo stesso tavolo, mentre festeggiavano animatamente gli sposi.
-Sono troppo felice, da oggi Touko è diventata ufficialmente mia zia! – disse Hamano, mentre guardava con occhi sognanti la sua nuova parente.
-Beato te! – disse Kariya, mentre mangiava le patatine fritte appena servite al tavolo.
-Ora capisco perché durante la cerimonia eri sbiancato dicendo “ti prego no!” – rise di nuovo Hamano.
Masaki divenne rosso e negò tutto, ma poi si sentì posare una mano sulla spalla: si girò e la persona in questione era proprio la sposa.
-Quindi sei tu la piccola peste che ha rovinato il momento! – disse la donna, con un sorriso beffardo, affiancata dal suo marito, che litigava con la cravatta. -Solo perché sei Masaki ti perdono! – disse per poi scompigliare i capelli al ragazzo, facendo ingelosire buona parte della squadra e poi, prendendo per mano Tsunami, iniziò a girare per i tavoli per vedere se andasse tutto bene.
Dopo un po’, il DJ iniziò a mettere qualche canzone per animare la festa, ma soprattutto dei lenti. Nessuno della squadra, eccetto Midori e Ryouma (che avevano da poco deciso di abbandonare i propri orgogli e fidanzarsi), scesero sulla pista. Effettivamente c’erano pochissime coppie che ballavano quella canzone: tra questi ovviamente gli sposi, l’allenatore Endou e sua moglie Natsumi oppure Midorikawa e Hiroto (che avevano messo in totale imbarazzo il povero Masaki, dato che ogni volta che i due incrociavano il suo sguardo a turno lo salutavano). In tutto ciò, nessuno si voleva perdere la scena del povero Josuke che, nonostante avesse fatto numerose prove a casa, non riusciva ad azzeccare neanche un passo di quel lento. Per questo motivo, si poteva notare una Touko che cercava di trattenere le risate.
-Dai, Hayami! – disse Hamano, mentre tirava il suo migliore amico. -Andiamo anche noi, ci divertiremo! – disse lui. -Tanto tra un po’ metteranno i balli di gruppo!
-Ma a me non piace ballare… - disse l’occhialuto completamente imbarazzato, mentre veniva tirato in pista con l’amico, che chiedeva già pietà con lo sguardo.
-Non vorrei minimamente essere nei panni del Senpai! – rise Kariya, mentre guardava Hikaru, che sembrava già brillo dopo il primo bicchiere di prosecco. -E non vorrei essere neanche nei tuoi panni… - sussurrò, togliendo la bottiglia da vicino al suo amico.
Qualche secondo dopo, si sentì tirare una mano e senza capire cosa stesse accadendo, si ritrovò a dover cingere le spalle di una donna dai capelli lunghi e blu avanti a lui intento a fare un trenino.
-Gli ho fatti fidanzare io quei due! – gridò la ragazza girandosi verso il più piccolo, con una bottiglia di vino in mano, mentre acclamava i suoi amici.
Kariya, si sentiva spaesato, ma continuò a seguire (imbarazzato) il trenino, notando che invece dietro di lui ci fosse nientemeno che il suo Senpai, che al contrario suo sembrava divertito da tutto questo. Aveva una mano sulla spalla del ragazzo e l’altra sospesa in aria per seguire il ritmo. Masaki proprio non riusciva a capire come facesse ad essere così sciolto in mezzo a tutta quella folla, eppure lui era sempre serio e difficilmente riusciva a lasciarsi andare.
-Masaki…- lo richiamò lui, facendolo sussultare dopo essersi sentito chiamare per nome. -mi accompagni in bagno?
Il turchese annuì e insieme si staccarono dal trenino per raggiungere poi il bagno.
-Tutto bene? – disse guardandolo.
-È la prima volta che bevo il prosecco. – disse sorridendo, con le gote tutte arrossate. -Ricordami di non berlo più durante queste situazioni e soprattutto… che poi non devo fare il trenino. – disse per poi aprire l’acqua per lavarsi un po’ il volto.
-Sicuro di stare bene? – chiese di nuovo preoccupato. -Non è che vuoi andare all’aria aperta? Vuoi che chiami Midorikawa, magari ti può aiutare. Neanche lui regge bene il prosecco, in effetti siete molto simili… - disse ripensando alle parole dette da Hiroto qualche ora prima. -Quanto ne hai bevuto?
Il ragazzo dai capelli rosa fece un uno con la mano.
-Bicchiere?
-Bottiglia… - sorrise.
-Tu sei veramente uno stupido. Come ti è saltato in mente di bere una bottiglia di prosecco intero, senza che tu ne abbia mai bevuto neanche un goccio?!
-È che era saporito… - disse con le lacrime agli occhi. -Più lo bevevo, più ne avevo voglia… e poi mi stavano incitando anche gli altri, non hai visto?
-No che non ho visto. E poi sarei io quello immaturo. – sbottò.
-Ho forse sbagliato? – chiese facendo una vocina innocente.
-OVVIO CHE HAI SBAGLIATO, SCEMO. – gridò il più piccolo, prendendo il braccio di Kirino, per poi portarlo fuori, mentre il rosato piagnucolava.
Si andarono a sedere su un prato, vicino al ristorante. Lì passava una bella arietta, per rinfrescare di più le menti dei due. Kariya osservava Kirino che si teneva la testa, doveva di sicuro fargli un sacco male. Ma la colpa era sua e della sua stupidità. Come poteva aver fatto una stronzata del genere.
-Ti senti meglio? – chiese con tono neutro, cercando di mascherare la preoccupazione, ma in questo modo sembrava molto incazzato.
Il rosa scosse la testa. -Mi fa male tutto… - piagnucolò. -Posso sdraiarmi sull’erba?
L’altro acconsentì. Lo guardò attentamente mentre si sdraiava sull’erbetta e dopo un po’ decise di fare lo stesso, per osservarlo meglio. Il ragazzo dai capelli rosa, si addormentò subito e ogni tanto si lamentava per il dolore e poi aveva dei momenti di silenzio. Dopo un po’, si girava per guardare Kariya e poi distoglieva lo sguardo, tornando a riprendere il suo riposino. Sembrava proprio un bambino.
-Masacchan. – disse per chiamare l’attenzione del ragazzo, che sussultò. -Masacchan è veramente un bel soprannome, posso chiamarti anche io così?
-Senpai che ti salta in mente?! – avvampò.
-Tu puoi anche chiamarmi, non so… Rancchan? Così abbiamo dei soprannomi simili. – sorrise, guardando l’amico.
-Che schifo però…
-Io trovo che sia una cosa adorabile… - piegò un po’ la testa sulla spalla, sempre sorridendo. -Dopotutto, ci piacciamo entrambi. È inutile nasconderlo…
Masaki arrossì. -Che ti salta in mente, Senpai?
-Io ti piaccio: ne ho avuto la conferma prima, in macchina con i tuoi genitori soprattutto. – poi diventò serio. -Ma vorrei che fossi tu a dirmelo.
-Basta, sta parlando sotto l’effetto del…
-No. Quello è già finito da quando mi sono svegliato. – disse imbarazzato. -Scusa per quelle sceneggiate pietose! – rise velando l’imbarazzo.
Anche Masaki era ormai imbarazzato e si alzò in piedi senza dire nulla, muovendosi per tornare dentro la struttura, seguito ovviamente anche da Ranmaru, ancora imbarazzato. Ma prima che entrasse nel ristorante, sentì provenire da dentro, di nuovo una musica lenta e il più piccolo si girò di scatto verso l’altro.
-Quindi hai detto che ti piaccio? – disse gelido.
-Ma a quanto vedo, dal tuo atteggiamento, io ho frainteso tutto…- sorrise, scoraggiato. -Forse ti ho importunato, scusami.
-Ripeto: io ti piaccio? – questa volta, aveva le guance leggermente rosse. Il ragazzo lo guardò e annuì. -Ti piaccio seriamente? Non è colpa del vino? – aveva le lacrime agli occhi.
-Sì, Masaki. Tu mi piaci molto. E mi è piaciuto questo tuo lato responsabile. – sorrise, radioso.
Il più piccolo non esitò e dopo aver sentito quelle parole, saltò subito tra le braccia dell’altro, pieno di gioia. -Balliamo.
-Come?
-Hai sentito bene. Voglio ballare con te… - arrossì guardandolo negli occhi. -Anche se faccio schifo a ballare, voglio provarci, voglio essere guidato da te, ne sarei molto felice. – disse arrossendo.
Kirino ne rimase sorpreso, ma non esitò ad allungare la mano per “invitarlo” a iniziare quel lento. Iniziarono a ballare, mentre il Senpai guidava il suo Kohai, che cercava di seguire al meglio i passi dell’altro, cercando di non fare molti errori. Quando la musica finì, i due rimasero in quella posizione per ancora qualche secondo e poi si scambiarono un innocente bacio a stampo.
-Spero tu sia cosciente di tutto questo. – sussurrò il più piccolo, mostrando a lui lo sguardo più serio che gli avesse mai rivolto.
-Domani mi ricorderò tutto, te lo prometto! – disse prendendo la mano del minore per poi stringergliela forte. -Entriamo, dai. – sorrise, aprendo la porta.
Proprio quando i due entrarono in sala, Kariya fu colpito in testa da qualcosa, che poi cadde subito a terra. -Chi mi ha lanciato quel… - guardò meglio per terra, notando che era il mazzo di fiori di Touko e lo raccolse. -Perché ho ricevuto il bouquet in pieno volto? – sbottò, vicino all’ormai fidanzato, beccandosi lo sguardo di Midorikawa che stava registrando ed un Hiroto super emozionato.
-Mio figlio si sposa! Vedete gente, mio figlio è il prossimo a sposarsi. – gridò l’uomo dai capelli rossi, indicando il figlio, ma poi sgranò gli occhi quando vide che teneva per mano Kirino e arrossì, sistemandosi gli occhiali. -Sì dunque… - tossicchiò. -Dicevo, congratulazione Masacchan, presto anche tu ti sposerai!
E i due ragazzi arrossirono terribilmente, ma si ricomposero appena videro una Midori infuriata.
-Kariya… - iniziò. Le si potevano scorgere le fiamme dietro il corpo. -Come hai osato beccarti tu quel bouquet?! – disse alzandosi le maniche invisibili del suo vestito, ma fu bloccata appena in tempo dal suo fidanzato.
-Dai cara, non prendertela con lui… - le accarezzò la spalla nuda. -In fondo, si è trovato lì per caso.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, nonostante fosse diventata meno ostile nei suoi confronti, voleva sempre avere la meglio.
Poi si avvicinò a tutti loro Touko, che stava sorridendo. -Masaki, posso tirare di nuovo il bouquet? Così evitiamo tutto questo casino? Tanto quello era un lancio di prova… – ridacchiò. Il ragazzo, incantato dalla donna, annuì e le ripassò il mazzo. -Ti ringrazio. – sorrise e tornò al suo posto, ma non prima di dare un fugace bacio a suo marito Josuke, che per ogni volta che la moglie gli si avvicinava, sorrideva come un ebete. “Era forse quello il destino che toccava alle persone più forti di carattere” pensò Masaki, pensando al fatto che anche per Hiroto era lo stesso, quando Midorikawa gli si avvicinava per dargli delle minime attenzioni.
La sposa lanciò nuovamente il bouquet. Questa volta, fu Otonashi Sensei a prenderlo e fece un mega sorriso verso una persona: Kogure. Che ci fosse qualcosa tra i due?
Poi, questa volta lo sposo, prese il microfono e richiamò l’attenzione di tutti i presenti.
-Ciao, amici! – disse sorridendo. -Grazie a tutti per essere venuti qui a festeggiare con no! Ne sono veramente onorato! Purtroppo la festa sta per terminare, ma prima di fare il saluto finale, io e la mia stupenda moglie abbiamo deciso di fare uno speciale annuncio! – disse passando il microfono a Touko.
-Grazie Josuke caro. – disse dandogli un bacio sulla guancia e poi si toccò la pancia. -Tra qualche mese, arriverà da noi una bellissima bambina! – sorrise, arrossendo leggermente. Suo padre, il primo ministro, sbiancò dalla sorpresa.
In realtà tutti furono sorpresi, ma la reazione migliore fu quella della ragazza dai capelli blu, che durante il trenino si trovava avanti a Masaki. Era corsa subito dalla sua amica, con le lacrime agli occhi e poi le riempì le guance di baci.
-Touko sono così felice per voi due, le nostre bambine diventeranno migliori amiche. – disse commossa, mentre era seguita da Fubuki Sensei che stringeva tra le braccia una bambina di pochi mesi.
-Ne sono certa, Rika Chan! – disse abbracciandola forte, commossa.
Kariya poi fece mente locale. -Ah, ne ho sentito parlare da Hiroto: quelle due erano migliori amiche quando la squadra doveva lottare contro di loro! – disse, poi guardò verso i suoi tutori e comprese che era arrivata l’ora di tornare a casa.
-Kirino Senpai, dobbiamo andare. – ma lui non ascoltò, quindi Kariya roteò gli occhi. -Rancchan… - disse fingendo una vocina acuta e imbarazzante.
-Arrivo! – squillò lui, sempre con la mano stretta alla sua. -Sono pronto.
 
Appena entrati in macchina, partirono immediatamente. Hiroto sembrava ammutolito quasi imbarazzato, ma poi aprì bocca.
-Ed io che pensavo che il nostro Masacchan si sarebbe sentito triste con questo matrimonio, dato che ha da sempre avuto una cotta per Touko. – ridacchiò.
-Hiropà, sei imbarazzante. – disse il figlio, guardando poi verso Kirino, che accennò un sorrisetto.
-Però, abbiamo potuto constatare che il rosa è il suo colore preferito. – rispose Kirino, facendosi autoironia, solo per vedere Masaki ancora più imbarazzato, che cercò di replicare, ma sfiorando la mano del più grande, decise di non dire nulla.
 
Arrivarono poi a casa, dopo meno di un’ora. Ma la cosa strana era che non accompagnarono il ragazzo, ma lo invitarono a dormire a casa.
-Perché devi dormire qui? – disse Kariya imbarazzato, mentre si sbottonava la camicia e mettere il pigiama.
-I tuoi genitori sono stati così gentili da invitarmi. Io mica rifiuto. – sorrise. -Però non ho nessun pigiama, non ti da fastidio se dormo in boxer, vero? – sorrise malizioso.
-MI DA FASTIDIO ECCOME. – disse arrossendo. -Poi, non ti vorrai prendere mica il raffreddore?
-Allora riscaldami tu! – disse mentre già si sdraiava sul letto.
-Te lo scordi. Tu sei ancora brillo, se domani ti svegli e non ricordi nulla, mi ucciderai. – sbottò. -Vado a chiedere a Midorikawa un suo vecchio pig… - venne poi interrotto da Kirino che gli prese il braccio.
-Giuro di non essere più brillo. Sono sobrio, ragiono perfettamente. E soprattutto, ti amo. - gli si avvicinò, stampandogli un bacio, portando il minore a sorridere come uno scemo
-Come vuoi tu… - disse toccandosi la bocca, mentre le sue guance arrossirono ancora di più.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Altro giorno, altra Masaran. Questa volta sono ben 4017 parole, wow: record personale. Sono molto soddisfatta del mio lavoro e spero con tutta me stessa che anche voi possiate apprezzare tutte queste storie che sto scrivendo! Magari un giorno scriverò anche qualcosa di angst, anche se odio far soffrire le mie coppie preferite. Un saluto e alla prossima!
   
 
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