La panchina, pensava Sugawara Koushi alzandosi per riscaldarsi, non è ancora per me.
Kageyama sarà anche un genio, si disse, ma io ho ancora qualcosa da dare.
La panchina, pensava Semi Eita guardando la partita da lontano, è il posto tra il campo e gli spalti.
Un giorno, si disse, mi piacerebbe tornare in scena.
La panchina, pensava Nekomata Yasufumi guardando i suoi ragazzi giocare, è il mio regno.
Vittoria o sconfitta, si disse, sono mie quanto loro.
note finali: sempre un po' all'altimo. Grazie a Lolloshima
Kei per l'idea.
Diciamo che mi è andata particolarmente bene con i personaggi.