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Autore: Anonymous_God    30/08/2022    1 recensioni
«Sai, non ci riesco nemmeno io» Yamato sembrava indeciso se dire qualcosa o no. Entrambi gli uomini erano profondamente tristi anche se cercavano di fare del loro meglio per nasconderlo. Vedendo l’espressione sconsolata di quello che è ormai il suo migliore amico da una vita. Yamato vuotò il sacco. «Kakashi, perdonami se ti parlo di certe cose ma è un po’ che ho in testa una cosa…»
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L’aria era tesa, lo si notava con facilità.
«Voi due non sareste dovuti venire qui, e poi come sapevate che oggi…?»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome | Contesto: Contesto generale/vago
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«Hey guarda qui!» disse l’uomo dai capelli castani all’amico indicandogli un documento. «Ne sapevi nulla tu?» continuò pensieroso.
«No, non ne avevo idea, ma a questo punto è un’informazione vana» affermò Kakashi con l’espressione vacua. I due uomini si guardarono per un istante fin troppo lungo poi i loro occhi si respinsero.
«Sai, non ci riesco nemmeno io» Yamato sembrava indeciso se dire qualcosa o no. Entrambi gli uomini erano profondamente tristi anche se cercavano di fare del loro meglio per nasconderlo. Vedendo l’espressione sconsolata di quello che è ormai il suo migliore amico da una vita. Yamato vuotò il sacco. «Kakashi, perdonami se ti parlo di certe cose ma è un po’ che ho in testa una cosa…»
 

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La giovane uscì dalla doccia asciugandosi distrattamente, non aveva grandi piani per la serata malgrado fosse un sabato sera. I capelli bagnati sembravano quasi castani, si osservò allo specchio e valutò l’idea di tingere i capelli. Osservò bene tutto quanto, le curve non troppo pronunciate non erano cambiate nel tempo, un fisico moderatamente muscoloso, aveva quella ciccetta che lei tanto odiava, si posava sempre sul ventre e sui fianchi per quanto avesse tentato, non c’era modo di rimuoverla. Fece un sospiro profondo, non era cambiato nulla. Forse crescere significava accettarsi di più ma non ne era certa. Scosse quei pensieri e continuò con la sua routine post-doccia. Si mise comoda, un paio di mutandine neanche troppo velate e una maglietta oversize che copriva tutto per un pelo. Si mise sul divano, avrebbe guardato un film, e perché no, magari quella sera avrebbe ordinato qualcosa a domicilio, fece tutto tramite il cellulare, anche il pagamento e se fosse stata in vena avrebbe dato qualche spicciolo al corriere, anche se rifiutano sempre. Tirò fuori tutti gli snack che teneva per le emergenze e li lasciò sul tavolino vicino al divano, li avrebbe mangiati durante il film. Passarono cica dieci minuti e qualcuno bussò alla sua porta. «Caspita ci ha messo così poco! Devo lasciare una buona mancia!» disse a sé stessa.
«Heylà!» l’uomo con il volto coperto salutò con la mano.
«Buon compleanno!» un’altra voce si fece sentire e l’altro uscì dall’ombra del primo. «Abbiamo portato qualche cosa buona per cena, spero ti piaccia.» disse Tenzo grattandosi la nuca con un che di imbarazzato.
«Ma voi…» balbettò la ragazza «io credevo…» cercava le parole «voi non siete quelli della consegna a domicilio!» disse lei con un tono tra il sorpreso e il terrorizzato.
«Ci fai entrare o no?» chiese Kakashi con poco garbo.
«Ma che maleducato, non ci si rivolge così a una ragazza, in casa sua per giunta! Scusalo tanto Kiyo!» si scusò ancora Tenzo.
Lei sospirò rassegnata e fece qualche passo indietro aprendo la porta ancora di più, lasciando passare entrambi.
Si sfilarono gli anfibi inginocchiandosi mentre lei rimase lì in piedi a guardare con aria assente. All’improvviso notò gli sguardi imbarazzati dei due uomini così Kiyo cercò di seguire la direzione dei loro occhi. Le cascò la mascella quando capì che quei due stavano vedendo tutto quello che la sua T-shirt a malapena nascondeva. Nel tentativo di coprire, tra l’agitazione e l’imbarazzo, chissà come, finì per scoprirsi ancora di più. Corse via urlando ai due di accomodarsi e che sarebbe tornata subito. Fu così infatti, tornò con indosso un paio di pantaloncini e il volto tutto rosso. I due decisero di fingere che non fosse successo nulla, erano in cucina a sistemare le bottiglie di birra e a impiattare le pietanze acquistate in precedenza.

L’aria era tesa, lo si notava con facilità.
«Voi due non sareste dovuti venire qui, e poi come sapevate che oggi…?»
«Stavamo ordinando i documenti all’accademia e a Tenzo è saltato all’occhio questo dettaglio» spiegò Kakashi, anche se indossava la sua maschera, stava sorridendo, lei lo sapeva.
«Si ma…» Lei avrebbe volto dire loro di andare via ma non ci riusciva. Loro lo sapevano ma non volevano, non volevano lasciarla sola la sera del suo compleanno.
«Forza, è tutto pronto! Sediamoci e mangiamo!» disse il moro, si accomodarono tutti e tre e mangiarono e a sazietà, finirono quasi tutte le birre. 


Toc toc qualcuno bussò di nuovo alla sua porta, i tre si guardarono un po’ preoccupati. In fondo Kakashi e Tenzo erano i maestri di Kiyo, non sarebbe stato un bene se qualcuno li avesse visti lì a bere e mangiare. Konoha era un villaggio abbastanza piccolo e i due erano piuttosto conosciuti. Ancor prima che la giovane aprisse, una voce maschile annunciò che era la sua consegna a domicilio e dato che era di fretta, le avrebbe lasciato tutto alla porta, si scusò e andò via. I tre tirarono un sospiro di sollievo. Mentre Kiyo andò alla porta il capitano Yamato approfittò per sgattaiolare in cucina. La bionda tornando appoggiò la busta sul tavolo e prese di nuovo il suo posto. «Dove è andato Tenzo?» Kakashi non fece in tempo a rispondere che l’uomo uscì dalla cucina con una piccola torta piena di candeline.
«Ma…!» sinceramente sorpresa non sapeva cosa dire «È una torta! Per me?» chiese con le lacrime agli occhi. Non aveva mai avuto una vera torta di compleanno. C’era anche scritto “Buon Compleanno”. I due uomini la osservarono con attenzione e premura.
«Ecco, ora devi esprimere un desiderio e poi soffiare le candeline» disse Kakashi con voce calda. Lei si girò verso la sua direzione e arrossì un pochino. Pensò bene a cosa desiderare, cercò di capire cosa c’era in fondo al suo cuore.
«Ecco! Ci sono! Ho trovato!» esclamò lei più felice che mai.
«Bene, allora pensa al desiderio intensamente e poi soffia le candeline!» disse Tenzo guardandola teneramente.
Kiyo inspirò tanta aira e soffiò attentamente sulle candeline, riuscì a spegnerle tutte quante e ne andò molto fiera.
 
«Che buona! Non ho mai mangiato una torta così buona!» esclamò lei con voce da bambina. I due uomini ne sembrarono particolarmente compiaciuti e si scambiarono uno sguardo complice.
«Ma Tenzo, almeno hai messo il numero giusto di candeline?» chiese Kakashi stuzzicando l’amico e facendogli l’occhiolino.
«Ma certo! Precisamente venticinque!» disse l’altro, cogliendo la palla al balzo, incrociano le braccia e annuendo con la testa.
«Come hai detto?» All’improvviso la voce da bambina si trasformo in furia omicida. «Io non ne compio venticinque!» Era pronta render pan per focaccia.
Kakashi rise di gusto mentre la ragazza aveva preso Tenzo per il colletto strattonandolo vigorosamente. «Erano ventuno, giuro che erano ventuno! Stavo solo scherzando!» si affrettò a dire. Lei arrossì e si sedette al suo posto mentre Kakashi se la rideva, anche l’amico si unì a lui. Lei invece mise su una faccia imbronciata e si alzò per pulire tutto. I due si affrettarono a fermarla. Dato che era la festeggiata, lei non avrebbe fatto nulla. Se ne occuparono loro.
«Visto che volevi guardare un film, perché non ne scegli uno da guardare insieme?» le dissero prima di cacciarla via dalla cucina. Lei si accomodò sul divano, alticcia, in coma da cibo, scelse un film un po’ a caso e non appena i due la raggiunsero sul divano, Kakashi alla sua sinistra e Tenzo alla sua destra. C’era solo la luce della televisione e una piccola lampada che emetteva una fiocca luce calda.
Senza nemmeno accorgersene, come se fosse del tutto naturale, Kiyo appoggiò la sua testa al petto di Tenzo, lui non poté fare altro che accoglierla e stringerla a sé. Allo stesso modo, Kakashi accolse le gambe candide e lisce sulle sue, carezzandone i contorni. E mentre quest’ultimo si faceva sempre più spavaldo nelle sue carezze ascendenti, il bruno si era fatto spazio tra la sua chioma dorata per trovare il suo collo irresistibile e riempirlo di piccoli languidi baci.
Il respiro di Kiyo diventò più pesante e le ci volle tutta la sua volontà per richiamare un po’ di lucidità.
«No! Questo è…» sfuggì alle prese dei due e si mise seduta insicura di quello che avrebbe dovuto fare. Una parte di lei non li avrebbe mai fermati ma non poteva, non voleva essere così egoista. «Questo è sbagliato!»
Fece una piccola pausa per riprendersi «Io ve l’ho già detto, non posso! Non potrò mai scegliere uno di voi due, non voglio che qualcuno soffra a causa mia. Per favore…»
«Lo sappiamo, ma vedi, se tu lo vuoi, insomma, non devi scegliere se non vuoi» parlò l’uomo alla sua destra. «A noi sta bene così» i due si guardarono per poi guardare lei.
«Non capisci? Per come stanno le cose, stiamo soffrendo tutti!» a quelle parole lei si pietrificò, il moro guardò l’altro con disappunto. «Ma potremmo essere felici. Insomma, quello che voglio dire è che la metà di qualcosa è pur sempre meglio del cento per cento di nulla. Io, non posso, non posso lasciarti andare, non ci riesco. Ti prego. Dacci una possibilità. A tutti e tre.» Kakashi parlò con lo sguardo basso, timido, quasi piccolo. «Non devi preoccuparti per noi, ne abbiamo parlato, e ci sta bene, dico davvero. Tu non devi più scegliere, va bene così. Devi solo dire di sì» Tenzo la guardò intensamente, la ragazza si girò verso Kakashi anche lui la osservava sottecchi in attesa di una risposta.
Si prese il tempo di pensarci bene, gli ultimi mesi, senza di loro, è stato tutto uno strazio. Li amava tanto, li amava entrambi e avrebbe voluto averli nella propria vita con la stessa intensità ma non poteva, o almeno così aveva sempre creduto. Forse c’era una scappatoia. Ma cosa avrebbe pensato la gente? E quanto sarebbe potuta andare avanti? Certo, sarebbe stato un segreto, ma ancora, per quanto? E mentre il suo cervello fumava e si riempiva di domande su domande, la sua bocca agì per conto proprio.
«Sì»
«Ho sentito bene?» chiese l’uomo mascherato.
«Hai detto “Sì”? Hai detto proprio…» continuò l’altro.
«Sì» di nuovo le labbra rosee della ragazza si mossero da sole. I due non se lo fecero ripetere. Tenzo la strinse a sé e Kakashi si lasciò andare di peso finendo con la testa sul ventre della giovane stringendola forte.
Kiyo cominciò a singhiozzare, cercando di soffocare il pianto. Entrambi la guardarono un po’ preoccupati.
«Che cosa c’è? È successo qualcosa?» chiesero quasi all’unisono.
«No, è che sono felice!» disse lei cercando di sorridere mentre le scendevano le lacrime. Loro non lo sapevano ma prima di soffiare le candeline lei desiderò proprio questo.
 
 


***
Buonasera a tutti!
È tanto che non scrivo, mi è venuta l’ispirazione perché sto riguardando Naruto Shippuden e ho pensato che potesse essere interessante! L’ho fermata qua, anche se sul mio PC la storia di questa notte va avanti! (L’ho fatto per puro sfizio personale) Tuttavia rileggendola mi sembrava meglio tagliarla qui, senza finire in dettagli così, un po’ troppo (per i deboli di cuore XD)

Se avete voglia, lasciate un commento!
Sto provando a scrivere una ff a più capitoli su come nasce questa storia contorta! Se ne esce fuori qualcosa di decente, lo scoprirete! Ma non so quando! D:

*Piccola nota per chi non si ritrovasse: riguardando l’anime, ho visto che il nostro Capitano Yamato ad un certo punto si identifica con il nome di Tenzo del clan Iburi, il clan del fumo. Per cui mi piace pensare che sia il suo vero nome e che lo riveli a pochissime persone.  
xxx A_G
   
 
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