Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: psyco_mkr    04/09/2022    0 recensioni
Ymir è disposta a rischiare la sua vita per restare quei pochi attimi che le sono concessi con la persona che ama, anche quando tutto sembra essere contro al loro desiderio di stare insieme, ma le sue certezze crollano quando si rende conto che l'amore della sua vita non è disposta a rischiare altrettanto per il loro futuro.
Si tratta di una Historia x Ymir, dove Historia: la figlia di un governatore inglese di una colonia nei Caraibi si innamora di un'orfana che lavora in una locanda non lontana dal palazzo in cui è nata è cresciuta.
AVVERTENZE
La ff comincia subito con una lime, ma è estremamente corta, ed è l'unico pezzo spicy di tutta la ff
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Christa Lenz, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Pieck, Ymir
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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I baci erano voraci e passionali, scambiati sotto a quelle coperte che le proteggevano dal mondo intero. Le dita sottili della bionda ora stavano massaggiando il clitoride della castana che stava facendo di tutto per soffocare i suoi gemiti nel cuscino. Se le avessero scoperte l'avrebbero sicuramente impiccata mentre la sua amata Historia sarebbe stata mandata in un convento, ma il sorriso soddisfatto e malizioso della ragazza le fece pensare che lei valeva tutti i rischi.

“Mmm, Hisu”

I sospiri sempre più veloci di Ymir fecero ghignare la ragazza che aumentò il ritmo delle dita mentre accolse tra le labbra un capezzolo turgido.

La ragazza con le lentiggini soffocò l'orgasmo sulle labbra della sua amante. Quando alzò lo sguardo su di lei notò che aveva gli occhi luminosi come l'intera volta celeste, la castana le diede un dolce bacio sulle labbra.

“Historia, vieni via con me”

“Cosa?”

“Ieri alla locanda si è fermata la ciurma di una nave che resterà attraccata fino a domani sera, potremmo mollare tutto e solcare il mare insieme.”

La bionda sbiancò

“Pensaci Hisu, sai quanto me che i pirati non si farebbero problemi a vedere due donne che si amano, inoltre quanto potremmo andare avanti in queste condizioni? Sgattaiolo nella tua camera di notte passando dalla finestra nella speranza che nessuno mi becchi e per questo mi mandi sulla forca, in attesa che il tuo padre distopico ti costringa a sposare in uomo che ha il triplo dei tuoi anni. Io ti amo, voglio vivere con te, libera. Ti prego”

“Ymir, sai che non posso…”

“No, non lo so. Ti prego”

“Non posso voltare le spalle alla mia famiglia”

“Ma a quanto pare puoi voltarle a me”

La castana si rivestì in fretta e si avvicinò alla finestra, quando una voce la fermò “Ti prego non lasciarmi”

“Historia, sai che sono anni che sto in quella locanda anche se il proprietario è sempre ubriaco e spesso si sfoga picchiando i dipendenti, sono fortunata che non abbia mai provato ad entrare nella mia camera mentre dormo come fa quotidianamente con Pieck. Ma non m’importava, ero pronta a rinunciare a tutto per stare con te, ma a quanto pare la cosa non è reciproca.

Domani parto, spero di vederti al molo al calar del sole. Se così non sarà sappi che continuerò ad amarti fino a quando non avrò esalato l’ultimo respiro.”

Erano le 6 del mattino e come da abitudine Ymir era già sotto coperta intenta a svolgere i propri compiti. Sapeva di aver fatto bene ad andarsene, non avrebbero avuto futuro e si sarebbe fatta ammazzare per una persona che non era disposta a rischiare la metà di quanto rischiava lei. La castana si era trovata una nuova famiglia, l’avevano accolta e dato un posto dove stare, eppure non c’era giorno in cui non pensasse alla ragazza che aveva lasciato indietro, notte in cui non sognasse i loro ultimi momenti insieme; ma ormai aveva preso una decisione, non avrebbe avuto senso tormentarsi, meglio vivere la vita che aveva scelto per se stessa. Mentre era intenta a pulire il ponte della nave, vide i suoi vicini di branda arrivare tutti trafelati, Eren aveva i capelli scompigliati raccolti in un codino veloce e un vistoso succhiotto sul collo, mentre Mikasa aveva una bandana rossa in testa e la camicetta tutta stropicciata.

“Era ora che arrivaste, vi è andata bene che Levi non è ancora passato a controllare questa zona”

“Scusaci, abbiamo avuto un contrattempo” bisbigliò Mika intenta a prendere l’occorrente per aiutare la castana a lucidare il ponte.

“Mika, non sono scema e nemmeno cieca”

“Hai ragione, grazie di aver iniziato a pulire anche in nostra assenza”

La Corvina le sorrise. Per quanto Ymir si fosse trovata bene lì lei era l'unica a cui aveva raccontato il vero motivo del suo imbarco, quella ragazza era l'unica persona che poteva davvero capirla. Lei era l'erede al trono di un’importante famiglia orientale, ma il giorno in cui le combinarono il matrimonio si tagliò i capelli, si travestì da uomo e si imbarcò sulla prima nave che trovò nel porto della sua città natale: sulla quale poi conobbe Eren. Per quanto la castana le volesse bene a volte provava solo astio nei suoi confronti, non perché Mikasa le avesse fatto qualcosa ma perché era la prova vivente che non era vero che Historia non poteva seguirla, lei non voleva.

“Forza fannulloni datevi una mossa a pulire. Oggi attracchiamo a Shiganshina e la nave deve essere così lucida che possiate vedere riflesse le vostre facce da pirla.”

Ymir sbiancò a sentire le parole di Levi, il primo sottufficiale, erano due anni che non metteva piede lì, due anni che non vedeva quella città che una volta considerava casa sua, due anni che non vedeva lei.

“Tutto bene mozzo?”

Il corvino si rese conto del cambio d’umore del membro dell’equipaggio e per quanto sembrasse un uomo freddo e apatico ci teneva ai membri della sua ciurma.

“Si, mi scusi. Per quanto ci tratteremo?”

“Un paio di giorni, il tempo necessario al capitano Hanji di concludere gli affari. Non vi preoccupate, sarete in libera uscita.”

Il cuore di Ymir perse un battito, non sapeva se essere incredibilmente felice della notizia di poter rimettere piede sulla terra ferma o terrorizzata per via di quegli occhi azzurri che sognava tutte le notti ed erano diventati il suo tormento e il suo sollievo.

La castana si trovava in quella vecchia locanda dove aveva lavorato tanti anni e ora aveva i soldi per soggiornarci, in un certo senso era una rivalsa. Lei, Mika, Eren, Jean e Marco si trovavano in un angolo intenti a bere il primo giro di birra, avevano tutti bisogno di una pausa. Quando il clima del locale si fu tranquillizzato, Pieck, che ora era diventata la proprietaria di quella locanda si avvicinò alla vecchia amica e collega. Ymir fu entusiasta di poter parlare ancora con lei, anche se tutto si sarebbe aspettata tranne che la conversazione sarebbe andata a convergere lì.

La corvina la portò in una stanza chiusa dietro al bancone in modo che potesse osservare la situazione nel caso dell’arrivo di nuovi clienti ma dove potessero parlare in privato.

“Scusami ma dobbiamo parlare. Devi saper che a partire dalla settimana dopo la tua partenza Lady Historia ha iniziato a venire qui tutte le sere”

La giovane piratessa sbiancò

“Sapeva che se mai fossi tornata in questo porto la locanda sarebbe il posto dove saresti venuta a soggiornare. Diceva sempre che avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterti rivedere un’ultima volta anche se era convinta di non meritarselo.”

“Cosa?! Davvero? O-ogni sera?”

“Si, la sua cameriera personale le ha procurato dei vestiti da contadina e veniva qui sotto mentite spoglie. Credo che si sia pentita di non averti seguita, ma era consapevole che ormai fosse troppo tardi.”

Il cuore della castana non aveva ancora ripreso a battere in maniera regolare, ma si sforzò di rispondere.

“Oggi è già passata?”

“No, è questo il punto. Sono mesi che tutti parlano delle nozze tra Lady Historia e il conte Smith.”

La castana ebbe un altro mancamento

“Il matrimonio si celebrerà sta sera nella chiesa di Saint Mary. Domani mattina lei sarà costretta a partire per seguire suo marito a Trost. La Lady è passata ieri sera, dicendomi che quella sarebbe stata la sua ultima vista e mi ha lasciato una lettera per te nel caso fossi mai tornata”

Pieck avanzò a grandi falcate verso la scrivania dell'ufficio, aprì il primo cassetto, dal quale estrasse una busta color panna, chiusa con della cera lacca rossa, sulla quale era impresso il simbolo della famiglia Reiss.

“Io chiaramente non l'ho aperta anche se mi immagino il contenuto e, detto tra noi: se volessi agire, la cerimonia avverrà tra poco più di due ore, la principessa sarà ancora nelle sue stanze intenta a prepararsi.”

Detto questo uscì dalla stanza per permettere a Ymir di fermare il tremore alle mani e leggere quel pezzo di carta che stringeva tra le mani come fosse una reliquia.

 

<< Mia adorata Ymir,

Per volontà di mio padre, domani mi sposo con una persona che non sei tu: il nostro peggiore incubo si sta avverando. Ogni giorno che passa mi pento più del precedente di non essere scappata con te quella volta, sono stata veramente un’imbecille. Ho preferito voltare le spalle all’unica persona che mi abbia mai amata per paura di infangare il nome di una famiglia che in realtà a me non ci ha mai tenuto. Mi ha sempre trattato come un oggetto da vendere al migliore offerente in cambio di prestigio.

Non ho mai smesso di amarti, non ho mai smesso di pensare a te neanche per un istante: per questo tutti i giorni sono andata in quella locanda nel tentativo disperato di incontrarti: ma so che non ci incontreremo mai, in cuor mio so che non leggerai mai questa lettera; ma infondo so di meritarmelo. Per anni hai dimostrato quanto contavo per te rischiando la tua vita e la tua salute pur di passare cinque minuti con me e io, quando è stato il mio turno di mettermi in gioco ho vacillato.

Non so dopo quando tempo leggerai questa lettera, sempre nella remota speranza che tu riesca a riceverla, se avrai trovato un’altra persona che ti fa stare bene, io non posso che essere felice per te, anche se un po’ invidiosa di quella persona che a differenza mia non si è fatta scappare una persona buona, dolce, gentile e amorevole come te.

Ti amo Ymir, ti ho sempre amata e ti amerò sempre.

So che quello che sto per esprimere è il folle desiderio di una persona che non vuole accettare che domani dovrà sposarsi con un perfetto sconosciuto che è stato vedovo due volte e le cui mogli sono morte in circostanze misteriose.

Anche dovessi ricevere questa lettera tra dieci anni e anche se sono consapevole di non meritarmi questa richiesta: se tu apparissi ancora una volta alla mia finestra questa volta scapperei con te.

Tua per sempre

Historia>>.

A Ymir parve di essere morta e risorta nel giro di un battito di ciglia, rilesse la lettera altre due volte per essere sicura di aver capito bene il significato di quelle parole e che non fosse solo un sogno. Poi corse come una furia fuori dal tavolo diretta al tavolo dei suoi commilitoni.

“Ho bisogno del vostro aiuto”

Mikasa si alzò di scatto

“Cos’è successo?”

“Dovete aiutarmi a salvare l’amore della mia vita da un matrimonio combinato”

Sul volto della corvina apparve un’espressione stupita che poi si trasformò in un enorme sorriso.

“Qualsiasi cosa accada, noi siamo con te”.

Historia si trovava seduta alla sua postazione da trucco da sola, stava aspettando che le lacrime cessassero di scendere in attesa di potersi sistemare il viso, i lunghi capelli dorati raccolti in uno chignon basso. Di fronte a lei, appeso all’esterno dell’armadio c’era quel bellissimo abito bianco che però le faceva solo venire la nausea, nei suoi sogni lo avrebbe indossato per sposarsi con un’altra persona, ma purtroppo era stata una codarda. Fece per sporgersi verso il set di pennelli quando sentì bussare alla finestra, sovrappensiero girò la testa aspettandosi di vedere il ramo della pianta che batteva sul vetro, come spesso era accaduto e invece di fronte a lei c’era Ymir.

La bionda ci mise un istante a elaborare la situazione e poi si precipitò verso la finestra spalancandola con tutta la forza che aveva.

“Ymir, sei qui”

Di fronte a lei c’era quella ragazza che amava dai quindici anni e che ormai era diventata una donna, i capelli tagliati corti quanto quelli di un uomo ma dai quali sbucavano delle lunghe treccine, camicia bianca con le maniche a sbuffo, corpetto nero e pantaloni comodi, di fronte a lei c’era chiaramente un membro di una nave pirata, e a Historia non le era mai sembrata più bella.

Appena mise piede all’interno della stanza la castana si precipitò sulle labbra morbide della sua amata, la quale non esitò un secondo a schiuderle in modo che le loro lingue si incontrassero di nuovo dopo quelli che erano sembrati secoli.

Il bacio era incredibilmente passionale, quasi disperato, a entrambe sembrava di essere state in apnea e ora finalmente potevano tornare a respirare, ad un certo punto Ymir si ricordò anche dei quattro poveracci che stavano facendo da sentinella sotto la finestra e si staccò mettendosi in modo da vedere la bionda negli occhi.

“Historia, per me e come se non fosse passato neanche un giorno, vieni via con me”

La bionda ricambiò lo sguardo, le scappò un sorriso e poi disse solamente

“Andiamo”

Suggellarono quella che parve una promessa con un bacio ricolmo di quell’amore che per due anni non avevano potuto dimostrarsi.

Historia aprì in fretta e furia un cassetto dello scrittoio dal quale prese un bigliettino e vi scarabocchiò un’unica parola: “addio” poi tirò fuori da sotto ad un asse del pavimento i vestiti da contadina che aveva utilizzato per andare nella locanda di Pieck, li indossò velocemente e infine seguendo le indicazioni della sua innamorata si arrampicò sulla pianta rampicante che era presente fuori dalla sua finestra e uscirono da quella stanza che per anni era stata la sua prigione dorata.

Insieme ai commilitoni di della castana corsero sulla nave, se fossero tornati alla locanda sicuramente le guardie avrebbero fatto irruzione per trovare la Lady scomparsa a poche ore dal matrimonio, invece lì non le avrebbero cercate e il giorno successivo sarebbero salpate: insieme.

 

   
 
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