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Autore: Giuseppe88    10/09/2022    0 recensioni
UN ALTRO DEI MIEI TRAGICOMICI RACCONTI DEL RAGIONIER FANTOZZI ISPIRATI DAL MAESTRO PAOLO VILLAGGIO ,UNA NUOVA AVVENTURA INVENTATA DA ME
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni anno dopo tanta attesa per le ferie, per il caldo, il sole ed il mare per le giornate rilassanti e le lunghe passeggiate da fare la sera con la famiglia, si ritornava alla solita lunga e noiosa vita settembrina che si trascinava fin all’agognata meta natalizia. Fantozzi era un tipo molto strano, attendeva con ansia ogni evento, poi puntualmente non vedeva l’ora che finisse, si stancava ed annoiava, quindi l’estate attesa con una frenesia morbosa che lo faceva palpitare come un timer a microonde iniziava ad odiarla perché sudava come una partoriente, puzzava sempre di rancido e soprattutto perché sentiva la mancanza del campionato di calcio, di cui ne era un malato cronico ossessivo (conosceva tutte le formazioni delle squadre di calcio fin dalla loro fondazione, conosceva gli allenatori, arbitri, guardalinee, staff tecnico e le loro abitudini più intime. Settembre per Fantozzi era un momento di attesa spasmodica, e poi puntualmente si sarebbe lamentato tanto con la Pina poiché non vedeva l’ora che arrivasse il natale. Anche il ritorno al lavoro era un mix di attesa ed angoscia, rivedere quel cesso della silvani che stuzzicava le sue idee più nascoste, ma anche la paura di essere trascinato in qualche impiccio da parte dei suoi colleghi con i suoi superiori. Era sabato e trascorreva l’ultimo giorno di agosto e il lunedì sarebbe tornato a lavoro, mentre la domenica avrebbe rivissuto le emozioni del campionato di calcio; si trovava seduto sul divano dopo aver pranzato con la famiglia, avevano mangiato spaghetti con le cozze e Fantozzi ne aveva divorato circa 1 kg, era diventato paonazzo in volto sudaticcio e sentiva strani tonfi provenire dal ventrone, aveva bevuto del vino e sentiva salire uno strano calore e lo stomaco ribolliva come una solfatara. Ogni tanto alzava la gamba destra e lasciava partire un siluro terra-aria, il rumore era così forte e l’aria infestata da una strana puzza di metano che gli inquilini del piano di sotto scambiarono per una perdita di gas. Fantozzi era in agitato per il lunedì ed in continuità chiedeva alla moglie che ora fosse. La Pina propose per la sera del sabato un’uscita in pizzeria, dato che la domenica Fantozzi l’avrebbe passata costantemente attaccato alla radio dalle 08:00 per sentire nell’ordine: pronostici, probabili formazioni, dichiarazioni di presidenti e allenatori, radiocronaca alternata delle partite, dopo gara con discussione e litigi, risse a colpi di microfono tra giornalisti e punizioni corporale dei giocatori che avevano commesso errori. Fantozzi alla proposta della Pina alzò gli occhi dal giornale che leggeva ed emettendo un lieve vagito aprì la bocca per dire “ma si andiamo in pizzeria” ma in realtà sparò un rutto simile ad un sibilo di un raptor misto ad un fetore di un cadavere paragonabile allo sterco degli scorpioni del siluriano, tanto da far schiarire il colore dei capelli della pina. La Pina organizzò tutto prenotando il posto per le 20:00 l’unico libero era da Lallo er magico. I coniugi Fantozzi uscirono sotto una leggera pressione del ragioniere (già alle 16:00 Fantozzi era pronto: t-shirt viola, pantaloni penosamente marroni, scarpe di misura 38 (lui prendeva un 44 malgrado avesse un piede corto era largo come una manta) ristrette durante un improvviso acquazzone, 3 metri d’acqua in 5 minuti che aveva colto Fantozzi di sprovvisto infatti si trovava fuori casa intendo a gettare i rifiuti fu trascinato fin dentro al Tevere, quella volta venne ripescato da due pescatori abusivi che lo scambiarono per un ratto enorme e lo presero a bastonate. Uscirono alle 19.00 girando attorno alla pizzeria per circa un’ora, non riusciva a trovarla poiché l’insegna era posizionata sotto un balcone pieno di fiori (Lallo l’aveva messa lì perché quando la sera s’ illuminava, tale Teresa un vecchio bagascione che abitava li innaffiava le piante e lui riusciva a guardare sotto la veste della donna). Trovò il posto con 30 minuti di ritardo rispetto alla prenotazione vicino ad una quercia recintata poiché era in procinto di crollare, i due scesi dalla macchina si diressero verso il locale passando sotto il balcone di Teresa che stava innaffiando le piante sotto l’attenta osservazione di Lallo il proprietario. Fantozzi disse “abbiamo prenotato per le 20.00” l’uomo non rispose e non lo degnò neanche di uno sguardo, continuando a guardare la donna da sotto il balcone. Fantozzi vista la situazione di imbarazzo che si era creata per la Pina, batte la mano sulla spalla del proprietario dicendo “abbiamo prenotato per le 20.00”. Lallo rispose “nun so sordo ce sento ma pe ora è pieno, devi da aspettà sei in ritardo” e gli fece cenno di seguirlo. Proprio dal balcone arrivò una secchiata di acqua putrida e gelida tirata da Teresa che colpì in testa Fantozzi che mentre passava da sotto il balcone aveva dato una furtiva sbirciata. Attesero per 2 ore nelle quali, Fantozzi ogni tanto incrociava lo sguardo di Lallo e faceva cenno come per dire “siamo qui non andiamo via” ma l’uomo lo guardava come si guarda un ratto uscire da un cesso infestato dal colera. Fantozzi quasi in fin di vita per la fame (aveva brontolii tipo betoniera) si era bevuto una cassetta d’acqua naturale ed ormai la vescica pressava come una placca tettonica. Lallo si rivolse alla Pina dicendo “signora il tavolo è pronto, non perdete tempo, oppure non troverete più posto”. Pina disse “hai sentito Ugo trattieniti, quando siamo seduti andiamo in bagno.” Entrò muovendosi come un’aragosta chiusa in un bollitore, appena seduti arrivò subito il cameriere e Fantozzi disse “per favore abbia pietà mi dica dove trovo il bagno” rispose il cameriere “è li in fondo, ma prima ordini sennò passo dopo”. Fantozzi era in una crisi quasi mistico-greca, vide Poseidone seduto nudo sul lampadario che urinava sopra i clienti. La Pina ordinò una capricciosa. Fantozzi indicò a caso con il dito la specialità della casa pizza con scorpione di Trinidad, un potente peperoncino in grado di far esplodere la lingua. Corse verso il bagno, il locale era pieno tutti seduti spalla contro spalla Fantozzi sgattaiolò sotto i tavoli riuscendo ad arrivare nei bagni ma erano tutti occupati, la vescica era gonfia come una pecora sarda ed esplose urinandosi addosso, approfittando del colore dei calzoni che oscurava il giallastro dell'urina tornò al tavolo della Pina, ma i clienti sentivano il cattivo odore (aveva mangiato cozze e vino) lasciando una fragranza di acqua salmastra e fangosa. Arrivato al tavolo affamato trovò la pizza dicendo “mangio tutto subito” infilò 3 fette giù per la gola ed il peperoncino fece subito il suo effetto diventando rosa, rosso e poi verde bottiglia emettendo un vagito come una balena arenata, saltò sopra il tavolo corse fuori verso la macchina dove c’era una bottiglia d'acqua , entrò bevve ma nella fretta tolse il freno a mano colpendo la quercia che gli cadde addosso. La Pina accorse urlando “ugo stai bene’’? Lui disse con voce da frate mentre recita il rosario dicendo Pina lasciami morire qua

   
 
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