“Questa idea di farci dormire con i maschi è proprio una cavolata! Non accetterò mai! A costo di dormire per terra stanotte” squittì Miku, muovendo compulsivamente le braccia per aria.
“Dai Miku… forse stai un po’ esagerando” pigolò Kokoro “Nana  ha detto che servirà a fidarci più gli uni degli altri…”
“Ma è proprio questo il punto! Io non mi fido per niente di quel pervertito di Zorome! Chissà cosa potrebbe farmi durante la notte!” replicò la prima con fare drammatico.
“Ehi! Guarda che ti ho sentita!” gridò questo dal fondo della sala comune.
“Non capisco perché strepiti tanto” la rimbeccò Zero Two passando accanto al gruppo di ragazze raccolte sul divano “io non vedo l’ora di dormire insieme al mio darling” concluse con una strizzata d’occhio e un colpo di capelli.
Tanto bastò per fare serrare i pugni a Ichigo e far sì che mettesse fine alla conversazione. “Basta così. Serve ad aumentare la compatibilità prima della battaglia, quindi non si discute” disse con tono duro alzandosi in piedi. “Vado a prepararmi per la notte, dovreste farlo anche voi. Domani ci aspetta una lunga giornata”. Dettò questo si avviò su per le scale, seguita da Kokoro e da una reticente Ikuno, l’unica che dava ragione a Miku ma non aveva il coraggio di fare una scenata così plateale.
Miku, rimasta ormai sola, emise un verso disperato e poi incrociò le braccia al petto con fare battagliero.
“Non esiste… non dormirò mai serena accanto a lui. Non succederà mai, a costo di non chiudere occhio tutta la notte!” sbraitò tra sé e sé.
“Tsk! Ma guarda quella quanto se la tira…” borbottò Zorome osservandola di sbieco.
*** un’ora più tardi ***
“Zorome ti ho avvisato! Fai un passo falso e ti disintegro” ringhiò Miku tirando verso di sé più della sua metà di coperta e dando le spalle al ragazzo.
“Ehi! Così mi lasci completamente scoperto!” protestò lui con un tono di voce più alto di quanto non fosse concesso a quell’ora di notte.
“Shhh!” li rimbeccarono gli altri dalle loro brande.
“Non mi importa” rispose lei tra i denti.
“Ma ho freddo! Mikuuu!” piagnucolò Zorome.
Lei lo ignorò.
“Mi stai costringendo tu a farlo” aggiunse il ragazzo poco dopo, con un tono di voce ben diverso.
“..cosa?” domandò Miku. Fingeva indifferenza ma in realtà i suoi battiti erano aumentati e neppure se lo sapeva spiegare.
Poi avvampò a dismisura e il cuore sembrò scoppiarle quando avvertì l’addome di Zorome aderire alla propria schiena.
“Cercare modi alternativi per scaldarmi…” le rispose sogghignando lui.
Un urlo. Un sonoro schiaffo. Lamenti di dolore. Una sgridata da parte di Nana e Hachi. Tutto questo successe nei minuti successivi. Tutto questo sancì l’equa spartizione della coperta e il darsi reciprocamente le spalle dei due ragazzi.
Miku era furiosa. Indignata. Avrebbe voluto strappare a Zorome tutti i capelli… quei dannati capelli. Sembravano così morbidi. Ora erano così vicini che se avesse allungato una mano verso dietro avrebbe potuto toccarli. Ma che dici Miku! si sgridò da sola mentalmente.
Quello è un maniaco pervertito … a quest’ora starà già pensando a qualche altra diavoleria.
…A proposito… è già da troppo che sta zitto.
Roteò leggermente il capo in modo da poter spiare Zorome senza essere vista e solo a quel punto si accorse che il ragazzo non era più di spalle ma supino e dormiva profondamente. Con la bocca aperta.
Dopo un primo momento di stupore a Miku venne da ridere.
Che scemo! Si è addormentato.
Allora si rilassò. E si prese del tempo per osservarlo. I lineamenti di Zorome, le ciglia lunghe, le sue labbra… le tornò in mente quella strana conversazione dei maschi che aveva origliato quel giorno in cui erano in spiaggia. Un bacio… le bocche di due persone che si uniscono. Una sensazione di calore. Solo a quel punto si rese conto di avere freddo. Provò a scaldarsi con le braccia ma non bastò.
Senza nemmeno rendersene conto si era sporta verso Zorome e i loro volti erano sempre più vicini. Pochi centimetri ancora e…
“Cosa stai facendo, brutta pervertita?” la sgridò lui, ancora con gli occhi chiusi. Lo spavento e l’imbarazzo furono tali che per poco Miku non cadde dal letto. Sarebbe caduta se Zorome non l’avesse afferrata per le braccia.
“N-non stavo facendo niente!” si difese subito.
“Zitta! Vuoi svegliare tutti?”
Miku cercò di calmarsi e si risistemò accanto a lui.
“Allora? Cosa stavi facendo?” la rimbeccò spietato.
“Avevo solo…freddo” sussurrò lei esposta in tutta la sua fragilità.
Era pronta a subire la presa in giro di Zorome o a sentirsi rispondere “non mi importa!” come aveva fatto lei prima invece rimase di stucco quando lui disse: “a me sta bene se vuoi venire più vicina. Se non vuoi fa lo stesso ma ora fammi dormire”.
Detto questo si portò un braccio dietro la testa e chiuse nuovamente gli occhi.
Aveva forse…fatto spazio per lei?
Il giorno dopo si sarebbe probabilmente maledetta ma quella sera Miku si accoccolò, rossa in volto, tra l’avambraccio di Zorome e il suo petto senza aggiungere una sola parola. Il cuore batteva ancora all’impazzata.
Cosa stavo facendo poco fa? Volevo forse dargli un…bacio? Ma non si dovrebbe fare solo con qualcuno di … speciale?
Lei neppure si fidava di Zorome. Allora perché? Perché lui era il suo partner, il suo compagno e anche se non facevano altro che bisticciare… si sentiva al sicuro tra le sue braccia.
Con un piccolo sorriso sulle labbra si addormentò poco dopo, non appena il battito del suo cuore fu tornato regolare.
Fu allora che Zorome riaprì gli occhi sornione e potè finalmente bearsi di quella visione.