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Autore: LorasWeasley    14/09/2022    2 recensioni
future|fic [hiruhoshi]
"Era stato Hoshiumi a chiedergli di avere un bambino.
Un giorno, di punto in bianco, l’aveva raggiunto in cucina mentre preparava il pranzo, aveva sbattuto le mani sul tavolo e, con una risolutezza e serietà che poche volte Hirugami aveva visto sul suo volto, aveva affermato -Voglio un bambino.
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Il fatto era che Hirugami Sachiro era pure bravo come padre: sapeva cambiare un pannolino alla perfezione, sapeva cosa il bambino doveva mangiare e a che orari, sapeva come cullarlo per farlo dormire, sapeva quando fargli fare i pisolini in modo che dormisse poi tutta la notte, sapeva come fargli fare il ruttino, sapeva quali erano i giochi più adatti e cosa fare per non traumatizzarlo. Sachiro era la persona perfetta per crescere un bambino… peccato che non riuscisse nella cosa più importante: creare un legame con lui."
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kourai Hoshiumi, Sachiro Hirugami
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Fare il genitore

Era stato Hoshiumi a chiedergli di avere un bambino.
Un giorno, di punto in bianco, l’aveva raggiunto in cucina mentre preparava il pranzo, aveva sbattuto le mani sul tavolo e, con una risolutezza e serietà che poche volte Hirugami aveva visto sul suo volto, aveva affermato -Voglio un bambino.
Così, dopo varie discussioni, litigi e la scelta di una madre surrogata, nel 2024 era nato Shiro con i suoi capelli bianchi e gli occhi castani, alcun pianto e lo sguardo che analizzava ogni cosa.
Il fatto era che Hirugami Sachiro era pure bravo come padre: sapeva cambiare un pannolino alla perfezione, sapeva cosa il bambino doveva mangiare e a che orari, sapeva come cullarlo per farlo dormire, sapeva quando fargli fare i pisolini in modo che dormisse poi tutta la notte, sapeva come fargli fare il ruttino, sapeva quali erano i giochi più adatti e cosa fare per non traumatizzarlo. Sachiro era la persona perfetta per crescere un bambino… peccato che non riuscisse nella cosa più importante: creare un legame con lui.
 
Shiro era… particolare. Era un bambino che non piangeva mai, che non esprimeva vero interesse su un giocattolo rispetto a un altro, che guardava tutti fino a metterli a disagio e che si bloccava a fissare punti del muro dove non stava assolutamente nulla.
Di conseguenza, Sachiro non sapeva mai come prenderlo, come trattare con lui, cosa dire o cosa fare. Ovviamente gli voleva bene, però era davvero difficile quando per la maggior parte delle volte si sentiva un estraneo.
Si disse che si immaginava le cose, che era solo perché il bambino era ancora piccolo e che con il tempo le cose sarebbe diventate normali, che sarebbe migliorato.
Ma quando Shiro compí quattro anni, Sachiro si rese conto che non era cambiato nulla. E fu una di quelle notti che, in preda ai pensieri, sussurrò al suo compagno nel buio della loro camera da letto -Korai… Credi che Shiro abbia qualcosa che non va?
Hoshiumi si voltò a guardarlo con uno sguardo giudicante e mettendosi subito sulla difensiva chiese -Perché?
-Beh... perché non fa un sacco di cose che gli altri bambini fanno.
-E allora? ti da problemi che Shiro sia diverso?- Korai si stava alterando, Sachiro avrebbe dovuto immaginarlo.
-Ma non è normale che...
Hoshiumi non lo fece concludere, iniziando a urlare -Come non è normale che con la mia altezza giochi a pallavolo? O come non è normale che mi piaci tu che sei un uomo?
-Cosa diavolo c'entra questo?- anche Sachiro adesso aveva alzato la voce.
-Sei un cretino! Vado a dormire sul divano!
Lasciò la stanza sbattendosi la porta alle spalle prima che l'altro riuscisse a capire cosa fosse appena successo. La rabbia invase anche il corpo di Hirugami. Perché diavolo doveva comportarsi sempre in quel modo? Perché non potevano avere una conversazione come due persone mature? Se Hoshiumi pensava che l'avrebbe seguito, poteva dimenticarselo.
Dormirono separati tutta la notte.
 
Il mattino dopo c'era una strana elettricità nell'aria ed entrambi avevano la sensazione che la bomba sarebbe esplosa a momenti, ovviamente non si sbagliavano.
Dopo ben cinque minuti dove ognuno stava preparando la propria colazione in silenzio, Hoshiumi non riuscì più a trattenersi e sbottò -non hai intenzione di scusarti?
-Scusarmi? Io?- rispose a tono Sachiro dopo aver sbattuto il piatto sul tavolo.
-Tu! Per quello che hai detto di Shiro!
-Sei tu quello che si deve scusare e devi anche smetterla di mettermi parole in bocca che non ho mai neanche pensato!
-Davvero non l’hai pensato?- quella fu una domanda detta con il tono di chi voleva solo sfottere.
Hirugami era pronto a rispondergli con lo stesso tono, quando Shiro fece il suo ingresso nella stanza. I suoi occhioni scuri erano pieni di lacrime mentre chiedeva piano -Voi… state litigando per colpa mia?
I due adulti spalancarono gli occhi, rendendosi conto velocemente che non potevano permettersi di fare una scenata del genere e sperare che il figlio non li sentisse. Non risposero alla domanda e, dopo qualche secondo di troppo, Korai lo raggiunse e lo prese in braccio affermando -Andiamo a portare a spasso Thena.
 
Erano giorni ormai che Korai e Sachiro vivevano in un clima da guerra fredda. Tendenzialmente preferivano non parlarsi e ignorarsi, in attesa che fosse l'altro a fare il primo passo per scusarsi.
Fino a quando, un pomeriggio, Korai esplose chiedendo -Ma si può sapere qual è il tuo problema? Perché hai iniziato tutto questo?
-Io non ho iniziato proprio nulla, sei tu che hai ingigantito tutta la cosa! Io ti stavo solo esponendo i miei dubbi perché non riesco a legare con mio figlio!
-Ma che diavolo dici? Shiro ti adora forse anche più di me!
-Ti inventi le cose solo per farmi stare buono!
-Ah sì? Allora chiediamo direttamente a lui!- e senza dargli il tempo di protestare aveva chiamato a gran voce il nome del figlio.
Shiro arrivò di corsa con gli occhi lucidi e uno sguardo spaventato, ma loro erano troppo presi dalla loro discussione per accorgersene e Korai gli disse -Shiro, con chi preferisci stare tra noi due?
Il bambino ci mise qualche secondo a capire la frase, poi entrò nel panico agitandosi e piangendo mentre rispondeva velocemente -Perché devo scegliere? Io voglio stare con tutti e due! Voi non volete più stare insieme?
Solo a quel punto i due genitori si resero conto di come il bambino aveva inteso la domanda e, dopo che Sachiro lanciò un'occhiataccia al compagno, raggiunse il bambino per prenderlo in braccio e calmarlo -Non devi scegliere, è stata una cosa stupida da chiedere. Andiamo a prendere un gelato, ti va?
 
Hirugami Fukuro adorava suo nipote e non l'aveva mai nascosto, anche per questo Hoshiumi si prendeva fin troppe libertà nel portarlo ai loro allenamenti.
Non che questo desse fastidio a qualcuno, Shiro veniva lasciato su un sedile in plastica con qualche gioco e da lì non si muoveva né fiatava per lamentarsi. Era un angelo e non c'era nessuno negli Adlers che non lo adorava.
Fukuro quindi amava quando il nipote passava i pomeriggi o le notti a casa sua e non gli aveva mai detto di no. Ma dopo il quarto giorno consecutivo che questo, dopo un allenamento, lo raggiungeva e gli chiedeva piano -Zio, possiamo andare a casa tua?- l'adulto iniziò a farsi qualche domanda.
Accettò anche quella volta ma, una volta a casa e mentre aspettavano che sua moglie finisse di preparare la cena, provò a intraprendere una conversazione con il bimbo.
-Ehy Shiro… sai che ti voglio tanto bene, vero?
Shiro annuì dopo aver spostato lo sguardo dai cartoni alla tv a lui.
-E a me e alla zia fa tanto piacere che tu voglia passare del tempo con noi… ma ho notato che in questi giorni me l'hai chiesto sempre… c'è qualcosa che non va?
Shiro abbassò lo sguardo e si limitò ad alzare le spalle.
Fukuro sapeva che non sarebbe stato semplice, così riprovò -Lo sai che a me puoi dire tutto, vero? Sarà il nostro segreto!
Shiro rimase in silenzio per altro tempo, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre borbottava -È che a casa i papà litigano sempre. Non mi piace quando litigano… e stanno litigando per colpa mia però non capisco perché. Non so cosa fare…- la sua frase fu spezzata dai singhiozzi che gli scossero il corpo.
-Tesoro…- Fukuro lo prese in braccio per cullarlo -i tuoi genitori si amano e amano te, sono quindi sicuro che qualsiasi cosa sia passerà in fretta, non hai motivo di preoccuparti.
Nonostante quelle parole di conforto, Shiro continuò a piangere.
 
"Venite. È un'emergenza."
Era stato questo messaggio inviato da Fukuro a entrambi che aveva fatto precipitare i due genitori a casa sua quando ormai erano le undici di sera.
-Che succede? Qual'è il problema?- si affrettò a chiedere Hoshiumi una volta che la porta gli fu aperta.
-Voi siete il problema.
-Shiro sta bene?- chiese Sachiro.
-Si è finalmente addormentato dopo che ha pianto per ore perché, come mi ha detto più volte, i suoi papà non fanno altro che litigare per colpa sua e non sa che fare.
I due genitori sbiancarono. Non si erano davvero resi conto, fino a quel momento, che la loro guerra fredda stava avendo delle conseguenze terribili sul loro bambino.
-Si può sapere quindi che diavolo sta succedendo?
Si sistemarono fuori nel terrazzo dove Fukuro ascoltò tutta la storia dal punto di vista di entrambi. Alla fine del racconto prese un bel respiro, si sporse in avanti e sbottò -Siete due coglioni. Tu ti fai troppi problemi e tu te ne fai troppi pochi!
Sia Hoshiumi che Hirugami erano pronti a ribattere, ma il più grande non glielo permise iniziando a sbattere in faccia a ognuno di loro quali fossero i loro problemi.
-Tu!- indicò Korai -Devi iniziare a trattare tuo figlio meno come un tuo pari e più come qualcuno da crescere! È giusto che tu voglia lasciarlo libero di fare quello che vuole e di prendere le sue scelte, ma devi anche capire che ci vuole una certa disciplina e devi insegnargli la differenza tra giusto e sbagliato!
-Ma…
-Sta zitto e ascolta! Lui vede voi come figure da seguire e se vi scannate dentro casa, come pensi che crescerà?
Si voltò verso Sachiro -E tu! Devi allentare la corda! Chi se ne frega se gli altri bambini sognano di diventare astronauti e il tuo sogna di vedere un fantasma? Gli piace questo, vuole condividerlo con te… non lasciarlo fuori. Non pensare di non riuscire a capirlo solo perché ha interessi diversi dai tuoi! Non riesci a legare con lui perché gli fai intendere che quello che lui preferisce a te non interessa, quindi non vuole parlartene per paura di portarti fastidio!
Sospirò e si alzò -Non vi voglio dentro casa fino a quando non avrete capito i vostri errori.
Senza lasciargli tempo di rispondere, lasciò il terrazzo e si chiuse la porta a vetri alle spalle.
Rimasero in silenzio per un tempo che parve infinito. Poi Hirugami si voltò verso il compagno, pronto a scusarsi, e vide che questo stava piangendo.
Era così raro vedere Hoshiumi piangere che fu destabilizzato per qualche secondo di troppo, infine alzò la mano e gli accarezzò la guancia -Ehy…
-Mi dispiace- tirò su con il naso questo -sono stato un coglione ma non volevo… non volevo ascoltare quelle parole.
-Korai…
-È che tu sei fantastico, okay? Tu sai tutte quelle cose su come prenderci cura di Shiro e non… non puoi dire che hai dei dubbi, che lo stai facendo male. Perché se tu, che sei fantastico, stai sbagliando qualcosa, allora io non ho mai fatto nulla di buono con lui.
Sachiro si alzò per mettersi di fronte a lui e inginocchiarsi in modo da essere alla stessa altezza, gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo -Dispiace anche a me, tesoro. Siamo stati entrambi così orgogliosi e stupidi da non renderci conto di quello che stavamo facendo a nostro figlio. Ma sei tu quello fantastico, non devi aver paura che una mia frase possa mettere in discussione quello che hai sempre fatto per lui.
Korai chiuse gli occhi e si appoggiò contro una delle sue mani, inclinando la testa e sospirando a quel contatto -Shiro sta bene- sussurrò poi –non è strano, ha il suo modo di fare e le sue passioni e noi lo sosterremo sempre e comunque perché è il nostro bambino.
-Sì, hai ragione.
Korai riaprì gli occhi e lo guardò con risolutezza e amore -Non voglio più litigare, è stato orribile starti lontano per un'intera settimana.
Sachiro non rispose, non a parole almeno, perché si spinse in avanti e lo baciò con calma e dolcezza. Le sue mani erano ancora intorno al viso dell'altro e Hoshiumi ci si aggrappò come un'ancora di salvezza, sospirando felice sulle sue labbra mentre ricambiava il bacio.
Quando si staccarono per riprendere aria, Sachiro gli lasciò diversi baci sulle guance rosse e bagnate e poi sussurrò -Prendiamo Shiro e andiamo a casa.
Korai annuì, totalmente d'accordo con quella idea.
Shiro non si svegliò durante il tragitto verso casa e, una volta dentro, i due non ebbero neanche bisogno di consultarsi per decidere che avrebbero dormito tutti e tre nel letto matrimoniale.
 
Quella mattina Hirugami si svegliò perché Hoshiumi, che a sua volta si stava svegliando, si stava muovendo in modo tale che i suoi capelli finirono a solleticare la pelle sotto il naso del compagno.
-Buongiorno…- mormorò Sachiro con ancora gli occhi chiusi mentre allungava il braccio nella sua direzione e se lo spingeva contro per baciargli la testa.
-’giorno…- borbottò in risposta l’altro mentre si aggrappava al suo braccio e gli lasciava dei baci dove riusciva ad arrivare.
-Avete fatto pace?- quella nuova voce gli fece ricordare che avevano messo Shiro a dormire con loro.
-Ehy, ciao…- Sachiro aprì finalmente gli occhi e sorrise al loro bambino.
Shiro era seduto al centro del letto, tra i loro busti, e li stava guardando con un misto di timore, curiosità e speranza.
-Sì, io e papà abbiamo fatto pace- lo informò subito il più alto, allungando il braccio libero verso di lui e portandolo a sdraiarsi in mezzo a loro -ci dispiace di averti fatto preoccupare, non succederà più.
Shiro continuò a scrutarli con quel suo sguardo fin troppo maturo -Non lo fate più?
-Non lo facciamo più- promise Korai lasciandogli una serie di baci su quelle guanciotte troppo morbide.
Shiro rise e Sachiro non poté fare a meno di unirsi a loro. Dopo un po’ il discorso fu ripreso -Non siamo mai stati arrabbiati con te, lo sai questo, vero?
-Ma ho sentito il mio nome.
-Abbiamo detto il tuo nome perché siamo stupidi e abbiamo iniziato a litigare per una cosa ancora più stupida, ma tu non c’entravi nulla. Ti amiamo tantissimo e anche noi ci amiamo, non succederà più- ripetè ancora.
Shiro annuì solennemente -Voi non siete stupidi. Quindi non potete più litigare.
Aveva senso come discorso. I due adulti risero, poi Hoshiumi lo strinse di più e gli chiese -Per farci perdonare passeremo tutta la giornata insieme, che ne pensi?
-Sì!- esclamò subito tutto felice.
-C’è qualcosa che preferisci fare?- chiese Sachiro.
Il bambino alzò le spalle, come se gli andasse bene qualsiasi cosa. E se fino a quel momento Sachiro aveva pensato che lo facesse poiché non aveva alcun interesse, dopo il discorso di suo fratello capì subito che lo faceva perché non voleva costringerli a fare quello che piaceva a lui, magari pensando che i suoi interessi erano stupidi.
-Dai tesoro, sono sicuro che c’è qualcosa che preferisci fare… puoi dirlo a noi.
Shiro ci pensò su, le guance gonfie e la fronte corrugata, poi esclamò -Voglio andare a caccia di fantasmi!
C’erano i bambini che adoravano le moto, quelli che costringevano i papà a truccarsi e a giocare con le bambole, quelli che volevano un Pony e quelli che si limitavano a giocare con le costruzioni. E poi c’era Shiro che, a soli quattro anni, voleva andare a caccia di fantasmi. Hirugami si disse che se bastava solo quello per creare un legame con lui, cosa stava ancora aspettando?
Aveva comunque una domanda da fare, non era una critica ma voleva saperlo giusto per curiosità personale -Shiro… perché ti piacciono i fantasmi?
Il bambino pensò molto a quel quesito, come se non ci avesse mai pensato davvero, poi alzò le spalle e si limitò a dire -Perché loro sono qui ma noi non li vediamo… è triste vero? É brutto stare da soli ma se io li vado a cercare… loro non si sentono più soli. E possono avere degli amici!
-Come fai a sapere che loro sono qui anche se non li vediamo?
-Lo so- rispose tranquillo -so che sono qui e che ci proteggono. Anche Thena li sente.
E chi erano loro per stabilire che quello in cui il loro bambino credeva era sbagliato?
-Va bene- Sachiro sorrise -andiamo a fare felice qualche fantasma.

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