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Autore: N_faith    23/09/2022    1 recensioni
Negli occhi di lei brillano delle lacrime pregne di dolore. « Tutto qui? Ritieni ciò che abbiamo passato l'uno nelle braccia dell'altra un errore? » bisbiglia, avvicinando il volto al suo.
« Ti prego, non costringermi a ripetere la stessa cosa due volte. Lo è. » Lui le passa la punta del dito lungo la guancia, come per consolarla. « Vorresti farmi credere che sei davvero disposta a dare un taglio netto a ciò che hai costruito finora semplicemente per fare un dispetto verso l'uomo che ti ama pazzamente e che è addirittura il mio capo? Che sei intenzionata a fuggire lontano pur di riappropriarti della tua vita, di ricrearla da zero... Con uno come me? » Una pausa. « Pur sapendo che io non amo Rin, che mi è stata imposta dal mio parentado in virtù di una qualche unione tra famiglie con annessi vantaggi? Nonostante tu sia ben conscia che lei porta in grembo mio figlio, e che non ho nessuna intenzione di abbandonarlo? » La voce dell'uomo è più un sussurro intriso di sconcerto e colpa.

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[ObiIno] | ModernAU
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Obito Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dawn of the fall

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA: Questa fanfiction è rimasta senza personaggi sin dalla sua creazione, avvenuta semplicemente per noia nell'estate del 2021... Dopo averla ripresa, una coppia crack ha fatto capolino nella mia mente: l'ObiIno! Ancora non riesco a comprenderne la logica dietro tale bizzarro accostamento, però... Mi ha affascinata quel che tanto che bastava affinché riuscissi a far incastrare alcuni dettagli nella storia. Non è stata scritta con grandi pretese, non aspettatevi un capolavoro se non una breve fuga dalla realtà.
Dunque, immergetevi nella lettura!

 

 



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Sistema con cura i lunghi guanti in cuoio nero lungo le braccia, spianando le grinze. Rimira con pigro distacco l'opera appena compiuta, mormorando tra sé e sé di avere un'aria ridicola.
Un brivido di freddo la spinge a stringersi nel lenzuolo. Poi, incapace di resistere oltre, sguscia da quel grande letto matrimoniale, recuperando da terra il lungo trench nero e avvolgendoselo addosso, arrestandosi di fronte allo specchio situato ad altezza d'uomo. Per il tocco finale, poggia sulla sommità del capo il cappello anch'esso nero corredato con un nastro color rosso borgogna. Una volta allacciata la cintura, coprendo di fatto una minima parte della propria nudità, la donna compie un'aggraziata piroetta, studiandosi nello specchio con un piccolo sorriso canzonatorio.
« Che bella visione. »
Un sussulto la scuote, volta la testa in direzione della voce e scopre, senza una punta di sorpresa, che l'uomo fino a poc'anzi addormentato era, in realtà, sveglio e vigile. Nota il sorrisetto beffardo che gli aleggia sulle labbra, gli occhi neri attenti che la scrutano con interesse da capo a piedi. La mano contro la guancia e il gomito ben puntato contro il materasso, lui allunga la mano libera, invitandola ad avvicinarsi.
« Sei sicuro che non stia coprendo troppo? » domanda Ino Yamanaka, slacciando la cintura e lasciando ricadere il trench a terra mentre si sposta nuovamente verso il letto per poi sedersi sul bordo.
« Non ha importanza. » replica Obito Uchiha, sempre lasciando vagare lo sguardo su quel corpo tentatore, senza tuttavia avvertire quella scintilla di libidine incendiargli l'anima. Porta la mano contro il braccio di lei, muovendola su e giù come per una carezza distratta.
Quel risveglio è decisamente diverso da quanto fantasticato. Prima, mentre entrambi erano intenti nell'esplorare reciprocamente i propri corpi durante l'atto sessuale, una coltre di sincero desiderio e vivide ondate di beatitudine aveva travolto i loro sensi per poi lasciarli soddisfatti e sfiniti in quel letto dalle lenzuola disfatte.
A dir la verità, cosa si aspetta Ino, in un simile frangente? Baci, abbracci, dichiarazioni di amore eterno? Non ama Obito, ne è più che certa, né prova nei suoi confronti un chissà quale genere di amore, se non semplice affetto. Sa che è lo stesso anche per l'Uchiha, e ciò dovrebbe bastare per non permettere alla fitte del rimorso di turbarla nel profondo.
Analisi delle conseguenze.
Che tipo di informazioni ha riguardo loro stessi?
Ino è una famosa cantante, tenuta sotto protezione da una banda facente parte della Yakuza locale.
Neji Hyuga, il leader della suddetta banda, è innamorato di lei ma è strenuamente respinto perché la giovane non prova nulla per lui, nulla di romantico.
Obito è un membro del clan, forse quello più in vista, che Neji tiene in considerazione assieme ad un altro accolito, Hiro; è sposato da poco con una bella donna di nome Rin e per di più i due sono in attesa del loro primo figlio; si dice che, nell'ambito del suo “lavoro”, egli sia molto scrupoloso e freddo, senza lasciarsi mai indebolire da una qualsivoglia emozione le volte in cui maneggia la pistola, puntata impietosamente verso la vittima di turno.
Troppo poco. Troppo poco per capire alcunché, troppi decisivi dettagli che permettono di tracciare quella, a conti fatti, potrebbe portare ad una sorta di causa scatenante, la concatenazione tra causa ed effetto, sul punto di far esplodere una bomba dalle conseguenze incontrollabili.

 

*

 

Quante ore erano passate dopo quell'intera notte di affannoso, brusco eppure piacevole sesso consumato in quel letto solitario? Ino potrebbe tentare un rapido calcolo, giusto per dissipare quella futile curiosità mentre è intenta a cantare su quel palco, attorniata da una calca vociante e adorante. Lì, impalata al centro del dorato palcoscenico – che cosa pacchiana –, la bocca contornata dal rossetto viola vicina al microfono, gli occhi languidi che vagano con vuoto tedio senza mai fissarsi su un punto in particolare. Capta un cambiamento nella melodia, intuisce che è arrivato il momento del climax finale, così prepara le corde vocali per l'ultima strofa.
Pensa a Obito. Si erano accomiatati l'uno dall'altra verso l'alba, senza promesse di sorta, senza un bacio, senza parole dolci, senza neanche guardarsi. In quel modo semplice e artificioso, quasi costruito ad arte, si erano come parlati: non vi sarebbero state altre notti di quella risma, né avrebbero permesso di lasciarsi soffocare dalle spire dell'amore. Non quando Ino era fermamente intenzionata nel proseguire nella vita da zitella, sempre intenta ad evitare qualsiasi uomo per una semplice questione personale; non quando Obito era prossimo ad avere una famiglia, con sua moglie che dormiva pacificamente nel letto e il loro figlio non ancora nato che le cresceva nel ventre ogni giorno di più. Tutto qua. Decisioni onorevoli, non vi erano dubbi a riguardo, ma qualcosa era sul punto di provocare crepe e innescare disastri. Bastava poco.
Ma il tempo, ormai, era diventato esiguo. Scarso.
La donna innalza ambo le braccia al cielo, rovescia il capo all'indietro e chiude gli occhi, sancendo la fine dell'esibizione in un lungo, acuto vibrato che sembra amplificarsi nell'aria.
Sfinita, accenna un sorriso di falsa modestia, guardandosi intorno. Si avvede di Neji, ubicato in un posto riservato lì, nella fila alla propria sinistra, un piccolo palco offerto alle personalità più in vista della città. Le tende di colore rosso contornate di ricami dorati erano tirate ai due lati del boss mafioso, come per nasconderle alla vista qualcosa. O qualcuno. Ino non reagisce al sorriso di lui, se ne disinteressa all'istante, tornando invece al vasto pubblico che ancora seguitava a dimostrarle tutta l'idolatria possibile, chiamandola incessantemente, protendendo verso di lei le braccia, gli occhi imploranti. Così, dispiaciuta di doversi separare da quell'umana linfa vitale che le permetteva quasi ogni sera di rimanere attaccata alla vita, china il capo, ringrazia e si defila oltre la tenda che separava il palcoscenico dal dietro le quinte.

 

*

 

Neji scruta quasi deluso lo spazio vuoto fino a poc'anzi occupato da Ino, la sua diletta. Da quanto tempo si dannava a farle una corte serrata e spietata? Aveva cercato di comportarsi in maniera galante e dolce, ma quell'intrigante di donna era un autentico, affascinante mistero dinanzi ai propri occhi. Nessuno, si diceva, era riuscito ad accaparrarsi le sue grazie.
Nessuno, tranne...
Per un po' si era baloccato all'idea di minacciarla, anche di prenderla con la forza, ma non voleva farla fuggire. Non si preoccupava a proposito di un rischio dovuto alla denuncia di molestia sessuale o stupro: potente com'era, poteva mettere a tacere tutto in un batter d'occhio. No, la questione era un'altra. Come riuscire a conquistarla, a piegarla dinanzi all'inconfutabile realtà dell'amore lungamente covato nei suoi confronti da tempo immemore.
Ripensa alla soffiata ricevuta qualche ora prima della consueta esibizione in quel famoso locale a luci rosse. Lì per lì la cosa lo aveva lasciato sconvolto, poi la furia aveva spazzato via tutto, obnubilandogli la ragione, occludendogli la vena del buon senso e lasciandolo alla mercé di una rabbia inesplicabilmente paziente.
E aveva pianificato con cura ogni dettaglio della vendetta.
Ora doveva soltanto metterla in pratica. Non c'era più tempo. Anzi, i minuti stavano volando via con imbarazzante rapidità.
Risoluto, disinteressandosi definitivamente di Ino, Neji posa sul tavolino una piccola scatola nera, aprendola con un secco scatto. L'anello sembra brillare beffardo, come per sottolineare la sua incapacità.
Infine, l'uomo alza la mano destra. Un segnale inequivocabile.
Era giunta l'ora.

 

*

 

Fa freddo. La neve continua a scendere ineluttabilmente, posandosi ovunque: sui tetti delle case, sui pali della luce, sulle macchine che imperterrite sfrecciano per le strade, sui lunghi capelli biondi di quella graziosa donna di ventiquattro anni che osserva con aria divertita l'uomo di fronte a lei, intento a coprirla con il proprio trench nero.
« Ti ringrazio, ma non serve. Prenderò il taxi. » mormora, la voce seducente, sembra quasi il miagolio di una gatta desiderosa di giocare.
Al che, Obito sorride, abbassando le mani dopo averle messo in testa il cappello. « Ti accompagno a casa. » ribatte, la voce che suona tranquilla nonostante qualcosa, in quegli occhi color carbone, rivelassero invece qualcosa d'indefinibile che gli stava divorando l'anima sin dalla notte precedente.
L'uno accanto all'altra percorrono lentamente la via ancora affollata di gente, svoltano in un vicolo semibuio che rappresentava una scorciatoia che avrebbe permesso loro di raggiungere il quartiere cui la cantante abitava da tempo. Non parlano granché, anzi, per niente; lei cammina con grazia, le mani strette attorno ai lembi dell'ampio trench nero, lui con le mani in tasca, l'aria distante e l'espressione come sempre imperturbabile.
« Non considererai quanto successo tra di noi una semplice avventura, vero? »
Nel sentire quella domanda, Obito ammorbidisce l'espressione austera in una più mite, le cicatrici che gli deturpano il volto sembrano rilucere di una luce infida. La guarda quasi con compassione. « Ormai è troppo tardi, Ino. Non siamo più due bambini, dobbiamo riconoscere le nostre colpe, riparare i nostri errori. » osserva dolcemente, prendendole la mano e tirandola vicina.
Negli occhi di lei brillano delle lacrime pregne di dolore. « Tutto qui? Ritieni ciò che abbiamo passato l'uno nelle braccia dell'altra un errore? » bisbiglia, avvicinando il volto al suo.
« Ti prego, non costringermi a ripetere la stessa cosa due volte. Lo è. » Lui le passa la punta del dito lungo la guancia, come per consolarla. « Vorresti farmi credere che sei davvero disposta a dare un taglio netto a ciò che hai costruito finora semplicemente per fare un dispetto verso l'uomo che ti ama pazzamente e che è addirittura il mio capo? Che sei intenzionata a fuggire lontano pur di riappropriarti della tua vita, di ricrearla da zero... Con uno come me? » Una pausa. « Pur sapendo che io non amo Rin, che mi è stata imposta dal mio parentado in virtù di una qualche unione tra famiglie con annessi vantaggi? Nonostante tu sia ben conscia che lei porta in grembo mio figlio, e che non ho nessuna intenzione di abbandonarlo? » La voce dell'uomo è più un sussurro intriso di sconcerto e colpa.
Era finita. Non sarebbe mai riuscita a convincerlo. Così, sconfitta, Ino lascia andare le lacrime, che dispettose le scorrono lungo le guance. Chiude gli occhi, come per non vedere più quel volto che, realizza in quell'effimero istante, scopre di amare. « Se è questo ciò che desideri... Allora diciamoci addio subito. » mormora a bassa voce, fregandosene di controllare la voce intrisa di sincera sofferenza.
« Questo non è un addio per per sempre, Ino... » la rincuora l'Uchiha, circondandole la vita con un braccio. China il viso, sfiorando le labbra in quello che considera un bacio di commiato.
Intanto avvicina con estrema lentezza la pistola contro la nuca di lei, da dietro.
« ...questo è solo un addio per ora. »
E senza indugiare oltre, fa fuoco. Ha solo un barlume di coscienza mentre registra per l'ultima volta lo sguardo attonito prima e rassegnato poi, di quella donna che, fino all'ultimo respiro esalato, era stata una fiammella di vita nella propria deprecabile esistenza , regalandogli un guizzo di passione e coscienza del proprio essere, prima che gli si afflosci addosso.
Un attimo.
Un labile istante, prima di sentire un dolore acuto attraversargli la gamba, poi la schiena. E prima che gli vengano scaricate addosso le altre pallottole, Obito intuisce per l'ultima volta il fulcro della vendetta ordita da Neji.
Poi, il buio.
La neve continua a cadere con indifferenza, posandosi leggera su quei due corpi privi di vita, abbandonati sull'asfalto. Silenziosa spettatrice di una tragica fine di due amanti inconsapevoli di aver intuito all'ultimo minuto di amarsi l'un l'altra e che avevano seppellito la verità dei loro sentimenti dietro bugie e costrizioni legate all'ambiente cui avevano stagnato senza via d'uscita.
Gelosia. Amore non corrisposto. E, ultimo ma non ultimo, un addio regalato quasi con magnanimità, pur di eliminarli con un unico, ferino colpo.

 

 

   
 
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