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Autore: cabin13    23/09/2022    1 recensioni
[What if?][spoiler cap 362 in poi]
Vincere salvando e salvare vincendo.
All Might l’aveva ripetuto innumerevoli volte, erano i due lati della stessa medaglia che rendevano completo un eroe.
Izuku non poteva considerarsi un eroe completo. Come avrebbe potuto definirsi tale, se era appena venuto meno all’insegnamento che aveva accompagnato gli ultimi sei mesi del suo percorso di crescita, alla U.A. e non? Con che coraggio poteva ancora guardare in faccia il suo mentore, l’idolo che l’aveva ispirato sin da bambino, e non provare vergogna per ciò che aveva lasciato accadesse?
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vittoria a metà


I flebili raggi del sole che faceva capolino da est venivano catturati dai caratteri in ottone incisi in verticale sulla pietra alta e stretta. Due iridi verdi, segnate da pesanti borse scure, osservavano vacue l'alba di un nuovo giorno che raggiungeva inesorabile anche chi non poteva ammirarla.

Le pozze smeraldine apparivano come l’ombra di quelle stesse vivaci e sorridenti che erano state un tempo. Prima che quella battaglia arrivasse a sconvolgere tutto quanto.

 Il freddo pungeva la pelle e si infiltrava sotto i vestiti troppo leggeri a mordergli la pelle, mentre gli ultimi residui di bruma gli si attorcigliavano intorno alle caviglie prima di dissolversi nell’aria e ombre oblique si allungavano sul terreno gelato.

Ma nonostante il clima rigido e la naturale reazione della pelle che si accapponava per gli spifferi, lui non provava assolutamente niente.

Era un guscio vuoto che si reggeva in piedi di fronte a una lapide e per miracolo non era stato spazzato via dal vento. Dentro di lui si agitava il senso di impotenza per non aver potuto fare niente, mescolandosi alla rabbia per essersi fatto imbrogliare e non aver prevenuto il trucchetto dei nemici che l’avevano in qualche maniera trascinato a migliaia di chilometri dal punto in cui avrebbe dovuto essere. Lasciando gli altri soli ad affrontare la minaccia più grande e permettendo che quello accadesse.

Permettendo che Kacchan venisse ucciso.

Quando Deku aveva raggiunto Best Jeanist e gli altri eroi, per un attimo era rimasto bloccato. Cos'era quella scia di sangue sul terreno? Era troppo grande perché potesse appartenere a uno dei professionisti che ancora stavano combattendo, quindi di chi...

Poi l’aveva visto. Adagiato a una trentina di metri dal fulcro dello scontro, semi-nascosto dalla sagoma di Best Jeanist china su di lui, con la traccia di sangue ancora fresco che portava fino a lui.

Izuku non aveva voluto crederci fino a quando non si era avvicinato, e allora si era sentito sprofondare. A niente potevano servire i tentativi dell’eroe di riparare il danno; il petto di Bakugou era squarciato proprio all’altezza del cuore e il viso era una maschera di sangue, con gli occhi cremisi vitrei fissi sul nulla.

Best Jeanist non aveva proferito parola, si era limitato solo a scoccargli un’occhiata triste e carica di significato non appena si era accorto della sua presenza. E Midoriya aveva capito che Katsuki ci aveva provato, ci aveva sperato, che l’attacco con cui aveva dato tutto per tutto potesse davvero mettere la parola “fine” a Shigaraki e All for One.

Invece non era servito a un bel niente.

Degli istanti successivi e dello scontro che ne era seguito il ragazzo conservava solo sprazzi confusi di momenti salienti e il dolore delle ferite che l’avversario gli aveva inflitto; tutto il resto era annegato in un turbine di incontrollabile furia e senso di colpa che aveva accecato ogni altra cosa.

Aveva vendicato la morte del suo amico e aveva liberato Shigaraki dal controllo che All for One aveva sul suo corpo. Una delle scene frammentate che ricordava era l’espressione quasi serena del suo ex nemico mentre la vita lo stava abbandonando e lui, di nuovo sé stesso, osservava per la prima volta il cielo azzurro sopra di lui.

Ma dopo questa vittoria che cosa era rimasto?

Il senso di colpa si era abbattuto su di lui come un macigno, schiacciando ogni altro possibile sentimento. Izuku si era trasformato nel guscio insensibile che adesso si trovava in piedi di fronte alla lapide di Katsuki Bakugou.

Non riusciva nemmeno a piangere, lui di solito così emotivo; poteva solo restar lì a soffocare nei suoi stessi pensieri.

In un lampo gli attraversò la mente che, forse, se ci fosse stato lì Kacchan, il biondo gli avrebbe rifilato un cazzotto in faccia, urlandogli in malo modo di darsi una svegliata e reagire altrimenti sarebbe saltato per aria in tempo zero. 

Ma se ci fosse stato lì Kacchan, Deku non avrebbe visto crollare il morale dell’intera classe quando tutti avevano saputo della sua morte, non avrebbe assistito a un funerale sotto la pioggia spezzato dai singhiozzi di Mitsuki e Masaru Bakugou, non si sarebbe guardato allo specchio ricevendo in cambio il riflesso di un ragazzo che aveva lasciato morire il suo migliore amico perché non era arrivato in tempo-

Izuku alzò gli occhi al cielo, focalizzandosi sul blu che pian piano si rischiarava per cercare di trovare un punto fermo e non lasciare che l’attacco di panico prendesse il sopravvento.

Vincere salvando e salvare vincendo.

All Might l’aveva ripetuto innumerevoli volte, erano i due lati della stessa medaglia che rendevano completo un eroe.

Izuku non poteva considerarsi un eroe completo. Come avrebbe potuto definirsi tale, se era appena venuto meno all’insegnamento che aveva accompagnato gli ultimi sei mesi del suo percorso di crescita, alla U.A. e non? Con che coraggio poteva ancora guardare in faccia il suo mentore, l’idolo che l’aveva ispirato sin da bambino, e non provare vergogna per ciò che aveva lasciato accadesse?

Non aveva salvato Kacchan. Aveva permesso che All for One lo ammazzasse.

Non aveva salvato Kacchan.

Non. Aveva. Salvato. Kacchan.

Era una frase scolpita fermamente nella sua testa, una sequela di quattro parole che si ripetevano all’infinito come un disco rotto e gli attanagliavano il cuore, i polmoni, ogni singolo filamento del suo essere. Izuku non riusciva a liberarsi da questo loop, e non era nemmeno del tutto sicuro di volerlo davvero: in fondo si trattava della sua punizione, era giusto che dovesse convivere per sempre con il peso di quello che la sua debolezza e la sua incapacità avevano contribuito a causare.

Dentro di sé Deku non riusciva a tollerare nemmeno gli sguardi compassionevoli che gli altri – gli adulti soprattutto – gli riservavano quando lo vedevano. Lui non era Kirishima, che aveva perso il suo migliore amico per cause oltre il suo controllo e ora doveva convivere con il lutto; lui era la persona che, seppur indirettamente, aveva permesso la sua morte.

Tuttavia, non aveva la forza di imporsi, reagire e magari rispondere loro in malo modo di smetterla, di non dire che fosse stato un vero eroe ad affrontare e fermare All for One. Si irrigidiva, quando qualcuno provava a consolarlo in questo modo, ma non apriva comunque bocca.

Erano passati mesi, forse quasi un interno anno – il ragazzo ormai aveva perso il senso dello scorrere del tempo –, dalla sua vittoria a metà.

Izuku restava un guscio vuoto con due occhi spenti, quasi da fantasma, fermo immobile in piedi, in mezzo al freddo, a osservare il sole illuminare la tomba della persona che avrebbe meritato di continuare a vivere al posto suo.







Hola gente
Sono mesi che non mi faccio viva, finalmente ho avuto il tempo di portare a termine qualcosa che anche mi piacesse e così eccomi qua. Quest'anno è stato super frenetico, per le cose da fare e per la mia salute mentale e la scrittura era proprio l'ultimo dei miei pensieri...
Tralasciando i miei disagi, questa shot doveva essere in realtà ambientata dopo la guerra tra eroi e villain all'ospedale, perché il progetto iniziale era un what if su Bakugou che moriva quando veniva infilzato da Shigaraki/All for One per salvare Deku, ma è rimasta a prendere polvere nel mio pc per mesi... e così l'ho rispolverata adattandola ai nuovi sviluppi del manga - mannaggia a te, Horikoshi
Non ho molto altro da dire, questa storia è ambientata dopo un anno dopo l'ipotetica morte di Kacchan e Deku ancora si incolpa per l'accaduto
Spero di non essere suonata troppo rindondante, i commenti e le critiche costruttive sono sempre ben accette
RIngrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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