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Autore: N_faith    03/10/2022    1 recensioni
« Soddisfatto? » domanda con leggerezza, accarezzando i capelli biondi del ragazzo. « Adesso posso tornare a dormire? » continua scherzosamente, ora con un aspetto normale, da comune uomo. Lasciandosi cadere sul materasso, lo attira a sé, appagato da quella breve oasi di pace.
« La tua apparizione è stata come un dono dal cielo. »
« Sbagliato. » lo corregge, chinando la testa per sfiorare quelle labbra sottili, leggermente schiuse. « La
tua apparizione lo è stata. Perché mi hai salvato. »
« Da cosa...? »
« Dalla dannazione eterna. »

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[ObiNaru] | [Fantasy!AU]
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Naruto Uzumaki, Obito Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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You saved me

 

 

 

 

 

 

NOTA: Prima ObiNaru, dal contesto fantasy/sovrannaturale. Sarà un cliché banale, ossia lui è un demone e l'altro è un umano e bla bla bla, ma come primo banco di prova l'ho trovato passabile. Almeno credo. Seppur tra le mie crack pairing (di poco) preferite, mettendo da parte la mia OTP,  l'unica comprendente Obito sia quella con Itachi, trovo la ObiNaru affascinante, specialmente in ambito AU.
La flashfic non è ampiamente descrittiva e ho lasciato libero spazio alla fantasia e alle congetture di voi lettori, insomma, potete immaginare il contesto che più vi aggrada.
Buona lettura!





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Le punte delle dita sfiorano con tenerezza la schiena, arrestandosi non appena vengono a contatto con la pelle indurita da cui era possibile estrarre o ritrarre le ali.
A prima vista, quei due tagli trasversali sembrano semplicemente delle cicatrici rossastre, i lembi di pelle martoriata sporgevano in fuori, intervallate da macchie scure. Delle piccolissime piume nere punteggiano qua e là dove l'epidermide si presentava biancastra.
Lui rimembra la prima occasione in cui aveva chiesto al suo amante di lasciarsi vedere nella sua vera forma. Ed egli, non senza una genuina esitazione dovuta al timore di farlo fuggire, di rompere l'armonia ormai instaurata tra loro, all'amore sbocciato, aveva eseguito senza dire una parola.
Ora, in quel letto cui giacevano i loro corpi nudi, Naruto seguita a rimirare la compatta muscolatura dell'altro, a suo giudizio perfetta nonostante le futili imperfezioni che gli segnavano il corpo da tempo immemore, quelle cicatrici dovute ad un qualcosa successo nel suo passato. Anche il viso era segnato, e gli donava un'aura sinistra, mistica, sfuggente.
Porta la mano sulla nuca, lascia che salga lentamente tra le ciocche sudate di capelli corvini.
Un sospiro. Poi, pigramente, Obito si muove, schiudendo le palpebre. Gli occhi neri perlustrano con attenzione l'ambiente circostante ma, non trovandovi nessun segnale di pericolo, si spostano meccanicamente su quella figura magra, quella persona speciale.
La persona che gli ha cambiato la vita. In meglio.
« Non riesci a dormire? » bisbiglia, la voce arrochita, riprendendo a poco a poco una sufficiente lucidità.
« Fallo ancora. » è la replica spassionata, dal solito tono implorante. Dolcemente implorante.
Con un respiro profondo, l'Uchiha si alza fino a mettersi in ginocchio.
Le ali nere, dalle piume brillanti, di un nero dai riflessi blu, si spalancano con un piccolo sbuffo, quasi riempiendo la piccola camera da letto.
Obito non ritiene necessario affidarsi ad una trasformazione totale. Per lui è sufficiente quel piccolo spettacolo, sinceramente divertito alla vista del compagno deliziarsi di fronte alla maestosità dell'immagine: lui, Obito, interamente senza veli, una specie di demone mezzo umano che conservava ancora una labile, effimera traccia di umanità. Bello come un demone come può esserlo, seppur nella sua mezza forma.
« Soddisfatto? » domanda con leggerezza, accarezzando i capelli biondi del ragazzo. « Adesso posso tornare a dormire? » continua scherzosamente, ora con un aspetto normale, da comune uomo. Lasciandosi cadere sul materasso, lo attira a sé, appagato da quella breve oasi di pace.
« La tua apparizione è stata come un dono dal cielo. »
« Sbagliato. » lo corregge, chinando la testa per sfiorare quelle labbra sottili, leggermente schiuse. « La tua apparizione lo è stata. Perché mi hai salvato. »
« Da cosa...? »
« Dalla dannazione eterna. »
Sarà vero?, si domanda con aria critica. Ma sotto quello sguardo che ha imparato ad amare, si lascia scivolare di dosso qualsiasi remore, qualsiasi paura di un domani, di un futuro dai contorni ancora nebulosi, incerti.
Naruto era la sua personale divinità a cui implorare perdono e ricominciare.

 

 

 

   
 
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