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Autore: renmisya22    04/10/2022    0 recensioni
{RANMASA}
DALLA STORIA
Possibile che quel piccoletto del primo anno aveva dimenticato completamente tutto? Che quella fosse una semplice strategia per fargli fare i suoi compiti? Lo aveva di nuovo illuso, aveva giocato con i suoi sentimenti. E Ranmaru ci era rimasto malissimo. Doveva immaginarlo, Masaki era quel tipo di persona. Eppure avrebbe dovuto saperlo dall’inizio: a quel ragazzino piaceva mentire.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8.1
Midori era soddisfatta di aver portato a termine quel suo piano. Certo, aveva costretto i suoi amici ad aiutarla, ma ne valse proprio la pena: lasciare Kirino e Kariya da soli in quello sgabuzzino era un’idea perfetta, avrebbero potuto dichiarare apertamente i loro sentimenti, che in quel periodo aumentavano sempre di più. Mai era stata così orgogliosa del suo lavoro come in quel momento. La cosa ancora più bella, è che tutti (eccezione fatta per Aoi, che aveva deciso di tornare a casa per un malore improvviso) avevano deciso di aiutarla a far finire quei due da soli, perché in fin dei conti, chi più e chi meno, si erano resi conto dei sentimenti reciproci che provavano l’uno per l’altro.
Ed ora, aspettava tranquillamente fuori la porta dello sgabuzzino per origliare le cose che si stavano dicendo, facendo fuggire chiunque avesse intenzione di aprirlo per prendere qualcosa oppure per origliare con lei: solo lei, aveva il diritto di sapere i loro segreti, in fin dei conti è sempre stata lei quella che ha cercato in qualche modo di farli avvicinare il più possibile. Fortunatamente, tutta la squadra aveva iniziato ad aver timore di lei durante gli ultimi mesi e soprattutto per i recenti avvenimenti, (nonostante fosse sempre voluta bene da tutti) quindi i membri in quel momento decisero di tenersi a distanza, proprio per evitare un rimprovero dalla rossa. Ovviamente fatta eccezione per uno: Ryouma. Aveva avuto il permesso di stare con lei, a patto che non avesse interrotto la sua importantissima missione di spionaggio.
Fortunatamente, lui non era tipo da ficcare il naso negli affari degli altri. Odiava il gossip, lo riteneva inutile e noioso, poi non riusciva neanche a stare al passo con i discorsi. Non gli importava nulla, se non della sua ragazza e soprattutto del suo benessere, avrebbe fatto di tutto per vederla felice. Ogni tanto, si allontanava dal campo dove i suoi compagni avevano seriamente deciso di fare una partita vestiti a tema natalizio, solo per tornare a vedere la sua ragazza posizionata lì davanti, ad ascoltare con le sue ultime forze ciò che dicevano (nonostante non si sentisse assolutamente nulla. Ormai era stanca, si notava: aveva gli occhi scavati da due grandi occhiaie.
Il ragazzo sorrise e lentamente andò a sedersi vicino a lei, che da mezza addormentata gli accennò un mezzo sorriso dolce, per dimostrare di essere felice della sua presenza. Quella era una cosa che faceva veramente di rado e soprattutto, quando non c’era nessuno a vederli. Midori era molto riservata quando si trattava di romanticismo, non si vergognava, ma odiava farsi vedere come una donzella innamorata dal cuore dolce, che si scioglieva appena vedeva il suo amore. Però, in situazioni di “intimità”, approvava mostrare i suoi sentimenti all’unica persona a cui erano dedicati.
-Piccola, sei stanca? – chiese Ryouma, mentre le accarezzava la testa.
Lei subito arrossì, ma senza agitarsi troppo gli diede una risposta. -Puoi smettere di chiamarmi piccola? E comunque, no. Non sono stanca. – disse per poi sbadigliare.
Questa piccola azione, portò Ryouma a sorridere di cuore e intenerito da quella scena. Ormai si era abituato a quel lato dolce della sua ragazza, ma la prima volta che si comportò così pacatamente, ne fu sorpreso. Lui si era innamorato di una ragazza tosta, che raramente dimostrava i suoi sentimenti alle altre persone. Eppure, qualche mese dopo che avevano iniziato a frequentarsi aveva iniziato ad aprire al meglio il suo cuore. Si era mostrata impacciata, certe volte. Tutto il contrario di come si mostrava con gli altri. Tutto questo lo faceva sentire speciale.
Mai si sarebbe aspettato di vedere quel suo lato così dolce e vulnerabile in un certo senso, soprattutto dopo la sua reazione quando durante il primo anno aveva deciso di dichiararsi. Il povero Ryouma si era sentito umiliato dopo essersi sorbito due minuti e mezzo di risate continue, quindi si aspettava un rifiuto. Ma al contrario delle aspettative, la ragazza accettò e ricambiò i suoi sentimenti dopo che gli tirò un pugno.
Ed ora erano qui, con quasi un anno e mezzo di relazione. Si trovavano bene insieme, ridevano e scherzavano sempre, si arrabbiavano ma poi, con calma capivano i loro errori e si scusavano, per continuare a vivere tranquillamente. Con il passare del tempo, avevano anche iniziato ad ignorare tutti quei litigi inutili, proprio perché volevano stare in pace. Soprattutto Ryouma, aveva iniziato a non rimanerci male per le cose che la fidanzata diceva in pubblico. Quella era solo una maschera perché voleva mostrare a tutti di essere una donna che sapeva farsi valere. Ormai la capiva perfettamente e per questo l’amava così tanto.
In quel momento però, la cara Midori, stava affrontando uno dei suoi nemici più grandi: il sonno. Aveva iniziato già dopo meno di un quarto d’ora a vacillare a causa degli occhi che si facevano sempre più pesanti e il suo fidanzato non aiutava affatto, dato che ormai stava continuando ad accarezzarle i capelli.
-Posso appoggiare la testa sulla tua spalla? – chiese, ormai sicura di starsi per appisolare completamente, cedendo la vittoria al sonno.
-Tranquilla, fai pure. – sorrise lui, guardando innamorato la fidanzata che posava delicatamente la sua testa su di lui.
 
Passò un po’ di tempo e ormai la ragazza si era completamente fatta trasportare dalle ali di Morfeo. “Chissà che cosa starà sognando”. Si chiese tra sé e sé, mentre si alzava e la prese, per caricarla sulle sue spalle. Doveva riaccompagnarla a casa sua, non voleva che i suoi compagni la vedessero così. E poi, non si ricordava neanche più perché stessero da ore vicino a quello sgabuzzino chiuso.
Poco importava però: ormai erano a metà strada. Fortuna vuole, che i due abitassero anche vicini, quindi Ryouma avrebbe approfittato per rimanere un altro po’ con la sua ragazza.
La rossa intanto, percependo il movimento aprì leggermente gli occhi. -Che succede? – gli sussurrò con la voce da sonno, per poi dargli un bacio vicino l’orecchio.
-Ti sto portando a casa. – rispose lui.
Lei sorrise, chiudendo di nuovo gli occhi. -Kirino e Kariya?
-Oh, effettivamente era da un po’ che non li vedevo.
-Che intendi? – chiese la ragazza, ora con un tono freddo. -Ryouma, non stavi origliando con me le vicende di quei due?!
-E perché scusa? Noi eravamo gli unici in palestra a…
-Ryouma, caro… - disse divincolandosi da lui, per scendere e guardarlo negli occhi. -Avevamo chiuso quei due nello sgabuzzino per mettere chiarezza tra i loro sentimenti. – sbottò. -Mi stai dicendo che te ne sei andato, senza aprire lo sgabuzzino?!
Il ragazzo, ricordandosi il piano escogitato dalla sua fidanzata iniziò a ridere come uno scemo, sentendosi più idiota del solito. Si beccò una bella occhiataccia dalla sua bella Midori, che era più che furibonda. Poi la ragazza gli prese la mano e tornò di nuovo verso la strada della palestra.
Camminarono per poco tempo, dato il passo svelto e adirato della rossa. Poi però, giusto all’entrata della palestra, riuscì a riconoscere un volto a lei familiare. Era Kirino. Qualcuno aveva fortunatamente deciso di farlo uscire da quello sgabuzzino. Lei corse subito dal migliore amico, seguita dal suo fidanzato.
-Ranmaru! – lo chiamò piegandosi alla sua altezza. Il rosato subito alzò la testa e sorrise. Midori sospirò rincuorata. -Come è andata? – chiese curiosa.
-Ti ringrazio. – disse solamente, mentre si alzò.
E subito l’altra sentì il suo cuore esultare per il piano, quindi lo bloccò subito. -Avanti, raccontaci tutto! - Ma il rosato, si girò verso di lei e aveva gli occhi lucidi dal pianto. Questo fece perdere un battito per il dispiacere a Midori. -Non dirmi che… - disse con un tono profondamente dispiaciuto, ma poi si voltò furibonda. -Se prendo quel nanerottolo lo uccido! – urlò, ma fu bloccata subito dalla mano del suo amico che scosse la testa in segno di “negazione”.
-Non agitarti, sarebbe inutile. – sorrise. -Lui ricambia. – disse solamente.
Midori e Ryouma, al sentire quelle parole si illuminarono entrambi dalla felicità e si diedero il cinque a vicenda. Erano orgogliosi di Kirino, per essere finalmente riuscito a conquistare il cuore del ragazzo che gli piaceva così tanto.
-E lui ora dove si trova? – chiese Ryouma curioso.
-Vi va di accompagnarmi a casa? Così vi racconto tutto nei minimi dettagli.
I due acconsentirono, un po’ straniti dal fatto che il ragazzo non volesse stare con il suo nuovo fidanzato. Ma appena Ranmaru iniziò a raccontare tutta la vicenda dall’inizio alla fine, capirono il perché non fosse rimasto con Kariya. E tutto questo ovviamente alimentò ancora di più il forte rancore che Midori provava per lui.
 
8.2
-Torniamo anche noi a casa? – Chiese Shindou alla sua fidanzata, che osservava le foto della serata. La ragazza, con il suo dolce sorriso angelico, annuì.
I due salutarono il resto della squadra e andarono verso la casa del pianista, dato che quella sera i genitori avevano deciso di andare ad una cena in famiglia. Per questo motivo i due decisero di andare lì, anche solo per rimanere un po’ da soli, come avevano programmato inizialmente.
Era calato però un silenzio imbarazzante tra i due, nonostante si tenessero per mano mentre sedevano sul sofà nel salone. Romanticamente erano entrambi timidi, più di quanto non lo fossero con i loro amici. Takuto soprattutto: dal primo momento in cui l’aveva vista al primo anno, si era innamorato della dolcezza di Akane. Mai aveva avuto l’occasione di parlarle e raramente si confidava con qualcuno dell’infatuazione che aveva preso per lei. “Passerà subito”, pensava ogni giorno prima di andare a scuola, ma appena la vedeva anche solo di sfuggita non riusciva a fare a meno di pensarla per tutta la giornata. Quanto alla piccola Yamana, era timidissima al primo anno. Non aveva mai guardato in faccia nessuno prima di quel momento: aveva perso un piccolo ciondolo a cui teneva particolarmente, ma stava tardando a scuola, quindi decise di lasciar perdere e andare a lezione.
-Yamana San! – qualcuno la richiamò. Lei si girò e notò un ragazzino dai capelli mossi, che al vederlo così improvvisamente avvampò. -Cercavi questo? – chiese lui, porgendole il ciondolo che aveva smarrito pocanzi.
La ragazza, sorrise radiosamente. -Ti ringrazio… - si bloccò, dato che non conosceva il suo nome.
-Shindou Takuto. – arrossì leggermente. -Sono nella classe affianco!
E poi andò via, ancora in imbarazzo. Dopo quel giorno, Akane si sciolse dalla timidezza e chiese aiuto alla sua compagna di classe Midori di darle aiuto per conoscere meglio quel ragazzo. E da quel momento, si infatuò sempre di più, andando a vedere ogni giorno i suoi allenamenti, finché un giorno, prese coraggio e gli si dichiarò.
La loro relazione stava durando molto e questo non poteva far altro che rendere entrambi felici. Purtroppo, quel che mancava in quella relazione erano gli argomenti delle conversazioni dal vivo. Quando parlavano al cellulare riuscivano a parlare di tutto, ridevano e scherzavano fino a quando non si addormentavano insieme in chiamata. Ma quando si guardavano negli occhi, diventavano entrambi due pomodori.
-Posso suonare? – domandò Takuto, cercando finalmente di interrompere il silenzio.
Alla Yamana brillarono gli occhi. -Per me va bene.
E qui il virtuoso sorrise, per poi darle un bacio sulla guancia e andare al pianoforte. Aveva deciso di suonare una melodia dolce, in modo da far interpretare quel suono alla sua ragazza, per farle capire quanto l’amasse. Iniziò a premere i tasti, con grande eleganza e passione, tanto da ipnotizzarla per quanto fosse capace. Era rilassante e piacevole, ma soprattutto, quel suono era meraviglioso. D’un tratto poi si fermò.
-Che succede? – chiese lei, pensando fosse successo qualcosa.
-Sai suonare? – domandò, avvicinandosi alla sua fidanzata, per prenderle una mano. Lei scosse la testa, alzandosi in piedi. -Ti insegno io. – E la portò a sedersi vicino a lui.
Passarono così, tutto il tempo. Non si annoiarono per niente: insieme erano felici. Rimasero svegli fino all’alba, per poi addormentarsi vicini. Quella notte, anche se breve, fu per loro veramente piacevole. Stare insieme, anche senza una conversazione troppo articolata era bella. Per loro, erano i piccoli gesti ad avere importanza. Si erano trovati, era questo l’importante.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao gente! Ecco qui un capitolo “speciale” prima di arrivare al gran finale. In realtà, questo capitolo non doveva esistere, ma ci tenevo molto a scrivere anche di queste due coppie, anche se il capitolo è un po’ corto, scusate! Ma ora vi rivelo una cosa: ok, vada per Midori e Ryouma, ma in realtà Akane e Shindou non è che mi piacciano come coppia (cioè, sì, li trovo carini ma purtroppo nella mia mente Takuto è aroace, quindi è molto difficile per me vederlo in una relazione e per questo, mai mi vedrete scrivere una Takuran, nonostante io sia multishipper, scusatemi parte 2 ahaha). Bando alle ciance, anche questo capitolo è andato. Ci vediamo prossimamente, ciao ciao!
   
 
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