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Autore: auburnd0ll    06/10/2022    0 recensioni
Se non avessimo niente da perdere, non avremmo niente per cui vivere ma è quando non si ha niente che si è davvero liberi di farlo. Proprio per questo Charlotte si ritrova in California, cercando di lasciare il passato alle spalle per poter finalmente essere sé stessa. Si prenderà il suo tempo nel conoscere le maniere di Los Angeles e soprattutto la sua nuova vita. Kirk è il chitarrista di una delle band più in voga nel panorama metal del momento e la scintilla tra i due è fulminea. La resa dei conti con sé stessi e l'autorealizzazione sono una conseguenza del rapido ardere della candela.
Pairing: Kirk Hammett x OFC
I fatti non rappresentano fedelmente gli avvenimenti reali, alcuni eventi o persone sono stati cambiati per scopo narrativo.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Qualcuno mi salvi dalla mia miseria...

Quanto odiavo l'effetto che gli ansiolitici avevano su di me eppure erano la mia unica scialuppa di salvataggio. Guardavo come i miei riflessi venivano inibiti lasciando solo il mio corpo come involucro di quello che dentro di me sentivo tramutarsi in nero totale. Era spaventoso ma era una sensazione che bramavo ogni qual volta che le cose non si mettevano facili per me. In un momento dove anche la pioggia mi sembrava tempesta erano diventati la più grande e pericolosa relazione tossica della mia vita -ironico parlarne dopo l'incontro con Nick-.

Sapevo che ci sarebbero stati, come un cerotto a fermare il sangue che cola da una ferita, ma a quale prezzo?

La notte seguente non riuscii a chiudere occhio, non prendevo sonno. Quel pomeriggio lo passai ad osservare il soffitto mentre dalle orecchie entrava inosservata la musica proveniente dall'arena. Le lacrime avevano rigato il mio viso per ore, scendevano perchè pensavo di essere triste e arrabbiata ma l'emozione non era lì, semplicemente perchè fino a che avevo il medicinale in circolo non riuscivo a provarla. Avevo le palpitazioni nonostante tutto e non facevo altro che rigirarmi nel piccolo letto che in quel momento mi dava claustrofobia e una terribile voglia di urlare.
Lo avrei fatto, anche stringendomi forte al volto il cuscino per sopprimere le urla di dolore che volevo liberare, ma avrei svegliato gli altri nel mio bus che avevo vagamente percepito entrare quando ormai la zona era tornata silenziosa dopo il concerto. Non ci saremmo messi in viaggio fino al mattino seguente e non avevo idea di che ore fossero, potevano essere le undici di sera come le tre di notte.

Sentivo il respiro pesante di ognuno dei presenti e se fossi rimasta dell'altro tempo in quel buco mi sarei veramente strappata i capelli, presa dall'isteria. Aprendo la porta del mezzo feci subito per sedermi sulle scalette sottostanti ma intravidi nel buio di fianco a me una scintilla di luce. Una volta che i miei occhi si furono abituati all'oscurità, la luna mi mostrò dolcemente la tua sagoma seduta sui gradini del vostro bus, intenta a liberare dai polmoni il fumo di sigaretta.

<< Charlotte  >>

Ti sentii chiamare il mio nome dopo troppo tempo.

Esitai, << Uhm...sapresti mica che ore sono? >>.

<< L'ultima volta che ho guardato erano le tre e un quarto ma sono qui fuori da un po' ormai >>

<< Oh, ho capito >> Portai una mano nella tasca dei miei pantaloni più comodi e ne estrassi una sigaretta. Sembrasti notare i miei movimenti impacciati, infatti percepivo il tuo sguardo. << Hai un'accendino? >>

Porgesti direttamente l'oggetto ed a quel punto fui costretta ad avvicinarmi. Con mia gioia ti spostasti per farmi spazio accanto a te.

<< Come mai sveglio a quest'ora? >>

<< Insonnia, in tour mi capita tipo sempre >> Sospirasti. << Ma fino a che riesco a recuperare di giorno sono salvo...come stai? >> La domanda mi bloccò nei movimenti, il nodo alla gola al solo pensare di raccontartelo mi minacciava di farmi scoppiare in lacrime.

<< Coi nervi a fior di pelle, credo >> Accesi la sigaretta, un sospiro anche da parte mia. << Grazie per oggi >>

<< No io- >> Sputasi fuori, sembrasti pensare alle parole da dire, << Volevo dirti che mi dispiace >>

<< Non ti preoccupare, mi sentivo che prima o poi sarebbe successo >>

<< No, intendo che mi sento in colpa >> Corrugai le sopracciglia, di sicuro questo era inaspettato. << Non volevo metterti in pericolo facendoti venire con noi. E nonostante magari ti avrebbero comunque fatta partire con noi sono stato io a parlarne a Mike >> Avevi le braccia sulle ginocchia e le mani congiunte, il tuo sguardo puntava alle tue dita ancora leggermente gonfie e doloranti dal concerto.

L'espressione di stupore che prese il mio viso si addolcì alle parole.

<< Mi stai facendo vivere l'esperienza più bella della mia vita. Non avrei mai avuto modo di viaggiare così tanto >> Osservai davanti a me, tra uno scorcio in mezzo ai bus c'era il cielo sereno costellato di stelle. << Come mai hai parlato di me a Mike? >> Speravo decisamente in una confessione o qualcosa del genere ed infatti nel mio stomaco volavano già mille farfalle.

<< Sei un' ottima compagnia, Charlotte, e quasi nessuno svolge il tuo lavoro tanto bene e seriamente quanto te >> Le mie aspettative furono decisamente distrutte e le farfalle nello stomaco vennero abbattute una ad una.

<< Grazie... >> Continuai in silenzio con la mia sigaretta. Che stupido vizio per passare il tempo.

<< Era il tuo ragazzo? >>

<< Il mio ex fidanzato. Quasi marito se vogliamo dirla tutta >> Mi scappò una risata, l'idea era così ridicola.
Ti voltasti verso di me. << L'ho conosciuto alle superiori ma non credo di essere mai stata innamorata di lui. Penso me lo facesse credere perché era-...è molto bravo a manipolare le persone e in qualche modo mi rendeva dipendente dalla nostra relazione >> Buttai il mozzicone ormai consumato fino all'osso. << Sai, mi sminuiva costantemente e mi imponeva un sacco di restrizioni nemmeno fosse mio padre. Mi sentivo quasi fortunata ad avere lui perché mi aveva portato ad avere una considerazione di me stessa bassissima. >> Per quello che valeva, mi sentivo che con te potevo parlarne anzi, era quello che volevo fare. << Sono sempre stata sola, mi piaceva, ma con lui era un'altro tipo di solitudine. Sembrava che qualunque mia amica o amico fosse pericoloso o sbagliato, come se solo lui avesse potuto farmi percorrere la retta via. Ed io ho continuato per anni, repressa, arrabbiata e tanto, tanto triste...fino a che 2 anni fa non ha deciso di chiedermi di sposarlo >> Continuavo a fissare davanti a me e tu continuavi a perforare con il tuo sguardo il lato del mio volto che iniziava a pizzicare per le lacrime che stavo trattenendo.

<< Ti sei rifiutata? >>

<< Assolutamente sì, e non so con quale coraggio io sia riuscita a vedere che dire di sì era la scelta sbagliata. Avevo 20 anni e non avevo fatto niente di tutto quello che avrei voluto fare, non volevo perdere anche il resto della mia vita. A mia madre andava bene tutto questo, cerca tutt'ora di convincermi a riconsiderare le mie scelte >> Il pacchetto di sigarette nei miei pantaloni era ormai vuoto, << cazzo... >> bisbigliai, l'argomento mi stava mandano su di giri.

<< Tieni >> mi porgesti il tuo pacchetto di Marlboro e, dopo che ne ebbi prelevata una, accendesti per me la fiamma. Era un momento intimo, catartico.

<< Mia madre ha sempre usato le strategie di Nick per tenermi con sè, non so perchè io sia sempre stata trattata così però non mi ha fatto bene crescendo. Io credo di essere sempre stata una persona mite... >> Una lacrima scese sul mio zigomo ma grazie al buio riuscii ad asciugarla inosservata. << Ho sofferto molto di depressione e... diciamo che non sono sempre stata gentile con me stessa >> Sospirai, le parole mi stancavano. << Dovetti essere ricoverata perchè mia madre non riusciva a prendersi cura di me...mio padre le dava già un bel da fare >> Ripensai a tutte le crisi nervose, << Non se l'è mai fatta diagnosticare ma io credo abbia una qualche forma di schizofrenia. A mia madre non piace ammettere e accettare la realtà...quindi preferisce vivere nella bolla di bugie >> Mi sentivo in colpa, per la seconda volta stavo scaricando i miei problemi su di te, non volevo rovinare l'umore generale, ma era pessimo in partenza.

<< Scusami >> Sussurrai.

<< Di cosa? >>

<< Di parlarti di questo, non credo tu meriti queste cose. Mi dispiace anche per quel giorno in studio, non volevo scappare da te era solo che non-, io pensavo tu- >> Ridacchiai stanca.

<< Non capisco. Dici spesso che ti dispiace >>

<< Mi ci sento spesso >> Non ti ero ancora riuscita a guardare in faccia ma mi mancava terribilmente farlo. << Io sono infinitamente grata di essere qui, da quando mi sono trasferita in California tutto ha iniziato a girare nel verso giusto. Io-... dopo quello che è successo oggi, io non voglio che le cose tornino come prima >>.

Eri rimasto tutto il tempo ad ascoltare in silenzio.

<< Mi dispiace se siamo stati un po' distanti in queste settimane. Mi sei mancata >> L'ultima volta che avevamo scambiato più di 5 parole in una sola conversazione risaliva a prima dell'uscita dell'album. A quando ti vidi assieme a quella ragazza.

<< E' molto bella la tua ragazza, Kirk >>

Sembrasti preso di sprovvista, << Mh? Oh, no non è la mia ragazza. E' un'amica della fidanzata di Jason, diciamo che ci siamo frequentati >>

<< Oh... >> Annuii in silenzio ma continuasti a parlare.

<< Non la vedrò più per un anno ora che sono in tour e non- >>

<< E' così che funziona? Quando partono per un tour le rockstar si lasciano? >>

<< No, non siamo mai stati una cosa ufficiale, non ne vedevo il senso >> Scuotesti la testa forse un po' a disagio. << Non sono bravo a mantenere delle relazioni durature. Mio padre non è stato un gran buon esempio per me, era infedele e violento con me e mia madre. Una volta, per il mio sedicesimo compleanno se la prese con lei, io cercai di allontanarlo con tutte le forze che potevo e credimi, ero veramente furioso. Si voltò verso di me e mi prese ripetutamente a schiaffi talmente forti che finii per sbattere la testa sulla credenza in cucina >> Lasciasti una risata senza fiato. << Io non voglio essere come lui, non voglio che quei geni che condividiamo un giorno mi trasformino in lui. Non voglio nemmeno che in me si manifesti la mancanza della sua figura nella mia vita. Mi piacciono tante cose, ogni giorno di nuove e non riesco a capire se per me vorrei che le cose fossero facili per allontanarmi il più possibile da quello che ho vissuto o se mi piace incasinarmi perché mi annoiano. Quindi, penso di essere io a complicarmi e rovinarmi tutto, tutto quello che potrebbero andare bene >>. Abbassati il volto, poi con voce malinconica ma adornata da aspirazione continuasti, << E se rovinassi stupidamente i miei piani per il futuro non me lo perdonerei mai >>. Il tuo sguardo vacillò timidamente sul mio volto che si era inequivocabilmente voltato verso di te. Con le labbra leggermente aperte ascoltavo sorpresa tutto quello che avevi da dirmi.

Ridesti, mi era mancato vederti da vicino, sentire il suono della tua risata leggermente nasale ma in quel momento profonda ed il più silenziosa possibile. << Eri molto bella quella sera >> Le tue fossette bucarono teneramente le tue guance. Da dentro il vostro bus, attraverso la finestra aperta, si riusciva a sentire qualcuno russare.

Sorrisi al complimento, il più esplicito fino ad ora. << Anche tu >> Appoggiai la testa sulla tua spalla. Se non fosse stato per la terribile situazione in cui mi ero trovata poche ore prima sono sicura che quella sera ci saremmo baciati. Proprio lì in quel piccolo spazio su quelle scalette, nel pieno della notte, mentre tenevi tra le dita l'ennesima sigaretta. Allungai la mano poco prima che raggiungesse un'altra volta la tua bocca e la presi per portarla alla mia, ce la passammo come fosse erba. In meno di un quarto d'ora il cielo iniziò a colorarsi di sfumature rosate, segno che l'alba era vicina.

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Le cose iniziano a cambiare per Kirk e Charlotte, fatemi sapere cosa ne pensate! <3

   
 
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