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Autore: babastrell    07/10/2022    1 recensioni
[Link Click]
Lu Guang è ubriaco e ha voglia di ballare. Cheng Xiaoshi è quasi sobrio e ha voglia di baciarlo.
[contiene leggero Dub-Con]
(So che Link Click è un donghua, ma non c’è la sezione)
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Drunk enough to say I love you?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Drunk enough to say I love you? (pumpNEON)

Immagine: https://www.fanwriter.it/wp-content/uploads/2022/09/07.jpg

No. parole: 1079

 

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A/N

Mi serve la seconda stagione di Link Click come l'ossigeno e per ora gestisco la sua mancanza scrivendo fanfiction gay…

 

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VINO E MUSICA

 

Dire che Lu Guang reggeva male l'alcol sarebbe stato un eufemismo.

A sua discolpa, però, Cheng Xiaoshi poteva dire che non ne aveva la minima idea finché non gli aveva offerto un bicchiere celebrativo alla fine del loro ultimo lavoro. Poi okay, un bicchiere era diventato un paio di bottiglie, ma almeno una di quelle bottiglie Cheng Xiaoshi l'aveva praticamente bevuta da solo, o quasi; eppure non era lui quello riverso sul bracciolo del divano, il volto arrossato e le spalle scosse da risatine.

Dalla piccola cassa bluetooth sul tavolino da caffè, il cellulare di Cheng Xiaoshi mandava una vecchia canzone rock inglese a basso volume. 

«E a quel punto, BAM! Quel bestione mi arriva addosso e vado giù come un sacco» esclamò Cheng Xiaoshi, che anche se non stava messo come Lu Guang era decisamente alticcio. «Ho sbattuto la testa sul parquet, per qualche secondo vedevo tutto appannato! L’arbitro mi ha concesso due tiri liberi».

Lu Guang si sfregò la mano sul viso, reclinando la testa indietro sullo schienale del divano. Probabilmente non lo stava nemmeno ascoltando. «Cheng Xiaoshi» biascicò, a malapena comprensibile tra i risolini scomposti e la bocca impastata. «La prossima canzone, balla con me».

Cheng Xiaoshi si interruppe di colpo. «Cosa?»

«Balla con me» ripeté lui, alzandosi goffamente dal divano. «La prossima canzone, qualunque sia»

«Se volevi che smettessi di parlare potevi dir-»

«No!». Lu Guang gli mise le mani sulle spalle, e per un secondo Cheng Xiaoshi temette che potesse perdere l’equilibrio. «La canzone. La prossima. Balliamo» farfugliò.

Aveva gli occhi lucidi e il respiro grosso, ma il suo sguardo era determinato. C’era un che di adorabile nel fatto che fosse già ridotto così dopo pochissimo.

Cheng Xiaoshi sogghignò sotto i baffi, coprendosi la bocca con una mano. «D’accordo, allora balliamo».

Dopo qualche secondo la canzone terminò. I due rimasero in piedi, in attesa della traccia successiva. Cheng Xiaoshi si scoprì impaziente, ed estremamente consapevole del peso delle mani di Lu Guang sulle spalle e del suo respiro caldo e appiccicoso sul viso. Quale canzone sarebbe partita? La maggior parte della musica nel suo cellulare era rock o pop molto veloce. Probabilmente Lu Guang sarebbe inciampato tentando di seguire il ritmo. Almeno sarebbe stato divertente.

Invece la canzone non partì.

«Sarà finita la playlist» brontolò Cheng Xiaoshi.

«Vado io». Lu Guang si mosse verso il tavolino e armeggiò con il telefono. «Fatto».

Tornò indietro e gli prese la mano. «Porto io»

«Cosa? Non-»

«Io so che canzone è e tu no» lo interruppe il ragazzo. «Quindi porto io».

Gli mise le mani sui fianchi e fece del suo meglio per stabilizzarsi, cosa complicata soprattutto perché per qualche ragione l’intera situazione sembrava divertirlo da matti e aveva ricominciato a ridacchiare.

Cheng Xiaoshi alzò un sopracciglio, divertito. Non aveva mai visto Lu Guang, di solito stoico e poco espressivo, ridere così di gusto. Sorrise. Tanto valeva dargli corda e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

«Come vuoi» cedette appoggiandogli le mani sulle spalle.

Aveva scelto una canzone che lui non conosceva. Era tranquilla, rilassante, una voce maschile che cantava in una lingua sconosciuta accompagnandosi solo con una chitarra. In effetti assomigliava un po’ a Lu Guang, notò.

I due si mossero mollemente, senza seguire sul serio la musica. Cheng Xiaoshi studiava il viso di Lu Guang, le guance chiazzate di rosso e gli occhi scuri cerchiati dalle occhiaie marcate. Com’era possibile che gli stessero così bene?

Lu Guang non lo stava guardando, teneva gli occhi fissi a terra come se stesse cercando di contare i passi anche se nessuno dei due stava muovendo i piedi. Non rideva più, ma le sue spalle erano scosse da piccoli spasmi, come se stesse cercando di soffocare le risatine.

«Lu Guang? C’è qualcosa di interessante là sotto?».

Il ragazzo alzò gli occhi lustri su di lui. Sembrava improvvisamente stranito, come se la domanda avesse interrotto un importante flusso di pensieri.

Diamine, era davvero vicino. Così vicino che Cheng Xiaoshi riusciva a sentire il debole odore di alcol a malapena percettibile nel suo respiro e a notare le piccole linee di espressione intorno alle labbra leggermente screpolate.

Lu Guang si mosse verso di lui e per un secondo Cheng Xiaoshi sentì lo stomaco sprofondare, un brivido gli percorse la schiena al pensiero che potesse baciarlo.

Invece lui abbandonò la testa sulla sua spalla, le mani dai fianchi andarono a cingergli la vita. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, pur percependo un pizzico di delusione.

«Cheng Xiaoshi?» mormorò Lu Guang, il nome che sembrava quasi un suono inarticolato nel suo bofonchiare alcolico.

«Mh?».

Ci fu una pausa. Cheng Xiaoshi sentiva male alla schiena in quella posizione scomoda, e i capelli di Lu Guang gli facevano il solletico al collo.

Quando poi finalmente il ragazzo parlò, la sua voce era così flebile e confusa che per un momento credette di aver capito male. «Mi piaci molto».

Cheng Xiaoshi fu certo che le gambe gli avrebbero ceduto. Le braccia che sentiva attorno alla vita si fecero più strette, come per impedirgli di scappare. Non che sarebbe scappato in ogni caso. «Anche tu a me. Credo».

Le sue mani giacevano ancora sulle spalle di Lu Guang, le braccia intrappolate tra i loro corpi. Provò a muoverle piano, quasi impaurito che avrebbe potuto rovinare tutto, per prendergli il viso tra le mani e guardarlo bene negli occhi.

Non ci riuscì. Appena Lu Guang lo sentì muoversi sollevò la testa e premette la bocca sulla sua. Era impacciato, sapeva di vino, e si staccò da lui troppo presto.

Cheng Xiaoshi aveva pensato spesso a come sarebbe stato il suo primo bacio, ma nessuna delle sue fantasie aveva mai incluso il suo migliore amico, tantomeno ubriaco. E sicuramente non aveva mai preso in considerazione che avrebbe potuto essere così scioccato da non riuscire a rispondere. Probabilmente era stato come baciare una statua di sale.

Lu Guang però lo guardava. Non sembrava deluso dal bacio, né offeso dalla sua reazione da carpa lessa. Se non fosse stato per il rossore, sarebbe potuto sembrare quello di sempre. A parte il fatto che lo stava ancora stringendo a sé.

Al diavolo. Lui era sbronzo e anche Cheng Xiaoshi aveva bevuto. Senza dire nulla si sporse verso di lui e lo baciò di nuovo, facendo scivolare le braccia attorno alle sue spalle in un goffo abbraccio.

Avrebbero avuto la mattina successiva per parlarne seriamente. Sempre che il mal di testa del doposbornia glielo avesse concesso.

  
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