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Autore: 2BLiGHt    08/10/2022    1 recensioni
[Writober 2022 - Fanwriter] Dorothea Lovecraft si sente in colpa. A causa sua il bimbo che ha appena dato alla luce soffre e la colpa è stata per via della sua disattenzione. Dorothea è prigioniera di se stessa, non solo di un Ministero che la sta usando e purtroppo non riesce a liberarsene.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Giorno 8 - Pallore
 
Tremava. Lo sforzo che aveva fatto per dare alla luce suo figlio era stato immenso, quel pallore che aveva sul suo viso delicato non era altro che la riprova di ciò. Era successo tutto così all’improvviso, era andata in sala d’attesa ad aspettare il suo medico quando si erano rotte le acque. Il suo poi fu un parto d’urgenza. Arthur Dalloway nacque prematuro, venne sottoposto a cure affinché potesse crescere prima di poter essere finalmente toccato da mani umane. E per Dorothea, vedere il suo bambino in quello stato, l’aveva fatta sentire un mostro.
Certo, non sapeva all’epoca di essere rimasta incinta di Alfred Dalloway, l’uomo con cui era andata in America in gioventù e a cui aveva profetizzato la sua ascesa come Re di due mondi. Si erano amati, moltissimo e continuava ad amarlo tutt’ora perché lui era speciale.
Nonostante le cose orribili che aveva fatto in passato, era comunque speciale.
Ed aveva dato alla luce suo figlio. Prematuro. Perché era stata disattenta, sciocca a non capire i segni della sua situazione continuando con la sua vita da ragazza rivoluzionaria e giovane come sempre.
A causa della sua disattenzione però, il figlio era nato prima e lei si era sentita una fallita.
“Arthur…” mormorò mentre gli si avvicinava “Arthur… Scusami… È colpa mia…”
Anche se era chiusa ormai nell’ospedale, al pari di una prigioniera, nessuno dei medici ebbe il coraggio di dire qualcosa. Che cosa avrebbero potuto dire? Lo avevano salvato, avevano fatto il loro compito ma non potevano lenire le ferite del cuore. Lucy, l’infermiera che si era accorta della sua situazione, pure non era riuscita a dirle niente anche se Dorothea sapeva che ci sarebbe stata per lei.
“Ehi…” la giovane si sentì abbracciare da forti braccia maschili, quelle di Liam “Ho saputo, va tutto bene?”
“Secondo te?” arrabbiata, furiosa con sé stessa, ricambiò quell’abbraccio mettendosi a piangere.
“Dovresti scrivergli. Glielo dovresti dire.” Liam le diede un bacio sulla fronte, accarezzandole dolcemente i suoi capelli.
Lei però scosse la testa.
“No.” Disse lei con voce rotta “Lo farebbe soffrire ulteriormente e non voglio. Non se lo merita.”
   
 
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