Un urlo riecheggiò all'interno della base di Talon, allertando tutti gli agenti operativi in quel momento.

"AAAAAAAAAAAAAAH!"

Doomfist, Reaper e Moira si riunirono velocemente nel luogo da ci provenivano le urla, la stanza del Progetto Sigma: dall'interno si sentivano rumori di oggetti lanciati in aria, e urla disumane.

"Che succede, O'DEorain?" chiese Doomfist, ma la scienziata scosse la testa, alzando le mani.

"Non ne ho idea, il soggetto era tranquillo stamattina..."

"La portra è bloccata," sibilò Reaper, tentando invano di accedere con la password che aveva impostato lui stesso la settimana scorsa; velocemente, si dissolse in fumo e scivolò sotto la porta.

"Sempre il solito maleducato, non ci aspetta mai," disse Doomfis, caricando nel frattempo il suo pugno: un colpo, e la porta volò via, quasi colpendo i due uomini all'interno della stanza.

Sigma era impegnato a far volare via i cassetti del suo armadio, il contenuto dei quali era ormai sparpagliato per tutta la stanza.

"DOVE SONO? DOVE SONO??" urlava, dimenandosi freneticamente. Moira fece un passo avanti, tentando di attirare la sua attenzione.

"Dr De Kuiper, cosa fa?" chiese, ma un cassetto lanciato nella sua direzione la fece indietreggiare velocemente.

"STAMATTINA C'ERANO!! DOVE SONO?"

"Sigma, fermai!" finalmente doomfist si era avvicinato a lui, afferrandogli un braccio con il suo guanto.
"Cosa cerchi? Cos'è che non trovi?

"I MIEI PIEDI! DOVE SONO FINITI? DOVE LI AVETE MESSI!" sbraitò l'altro, talmente infervorato da sputacchiare in faccia ad akande per LA foga.

I tre lo guardarono, allibiti; guardarono poi in basso, verso i suoi piedi, nascosti da un paio di calzini con sopra ricamato il sistema solare.

Reaper lentamente si chinò di fronte a lui e, utilizzando solo pollice e indice dei suoi guanti, lentamente sfilò i calzini dai piedi dello scienziato.

"Oh, eccoli qua!" esclamò sigma, improvvisamente più calmo, "ah bedankt!"

e così se ne andò a dormire, il caos intorno a lui, e i tre lo lasciarono lì a riposare, scossi ma contenti.