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Autore: Kameyo    12/10/2022    2 recensioni
"Merlin affondò la forchetta nel piatto e gli rivolse un sorriso accondiscendente.
«Accontenta tuo padre e i suoi scagnozzi non ti staranno più tra i piedi, non è così che funziona nella tua famiglia? E poi Vivian sembra una ragazza davvero... interessante.»
Arthur gli diede un calcio da sotto il tavolo facendolo sobbalzare e gli restituì il sorriso con la promessa di dargliene un altro se si fosse azzardato a dire quelle atrocità un’altra volta."
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prompt: Fake dating
N° parole: 1376
 
 

 
Unlikely dinners
 
 

«Ci stanno ancora guardando?»
Merlin alzò appena lo sguardo e lo spostò verso sinistra, inclinò la testa e sbuffò.
«Sì. E prima che tu me lo chieda, hanno ordinato bistecca e patatine.»
«Non me ne frega niente della loro cena!» rispose Arthur tra i denti. «Voglio solo che la smettano!»
Merlin affondò la forchetta nel piatto e gli rivolse un sorriso accondiscendente.
«Accontenta tuo padre e i suoi scagnozzi non ti staranno più tra i piedi, non è così che funziona nella tua famiglia? E poi Vivian sembra una ragazza davvero... interessante.»
Arthur gli diede un calcio da sotto il tavolo facendolo sobbalzare e gli restituì il sorriso con la promessa di dargliene un altro se si fosse azzardato a dire quelle atrocità un’altra volta, e per farlo imbarazzare ancora di più gli prese il polso e assaggiò il cibo direttamente dalla sua forchetta. Le guance di Merlin si tinsero di un tenue rosa e fu soddisfacente vederlo guardarsi intorno pieno di vergogna.
«Ti avevo detto niente smancerie» sussurrò teso.
Arthur allungò il braccio e gli accarezzò una guancia come se nulla fosse.
«Scusami, ma non riesco proprio a resistere. Sei così... adorabile, tesoro
Merlin strinse le posate e tutto il suo viso parve andare in fiamme, Arthur notò che aveva anche il collo arrossato e ritirò la mano sghignazzando, si beccò un calcio dritto sul ginocchio che lo fece gemere di dolore.
«E dai, ti stavo solo prendendo un po’ in giro.»
«Ti ricordo che sono qui solo perché sono una persona gentile» gli rispose Merlin infilzando una carota – probabilmente immaginando che fosse la sua faccia. «Ma se mi fai arrabbiare... ti abbandono qui e vado dritto da Vivian a dirgli che sei pazzo di lei, ma sei troppo timido per chiederle di uscire.»
Arthur venne attraversato da brividi di puro orrore. «Non oseresti.»
«Tu non mettermi alla prova.»
Alle loro spalle qualcuno tossì, entrambi si girarono e videro Ettore fissarli con un sopracciglio sollevato mentre suo figlio Kay li riprendeva con il cellulare senza nemmeno provare a nascondersi. Arthur si rimise dritto e si schiarì la gola.
«Lo vedi cosa devo subire?» disse a Merlin fingendosi offeso. «Come mio migliore amico è tuo preciso dovere aiutarmi. Vuoi davvero vedermi sposato con Vivian? O con una delle ragazze scelte da mio padre?»
Merlin sospirò e poggiò le posate sul piatto, il suo sguardo si addolcì. «No, certo che no. Ma quando mi hai chiesto aiuto avresti dovuto essere più specifico, invece d’impietosirmi e farmi dire subito di sì!»
«Pensa al lato positivo: ti pagherò molte cene, i biglietti per il cinema, ti farò dei regali costosi e andremo a quella fiera del libro di cui parli da settimane.»
«Tu fai già tutte queste cose» gli fece notare Merlin con quel sorriso speciale che rivolgeva soltanto a lui. «E mi avevi anche promesso di accompagnarmi alla fiera settimane fa, quindi non capisco cosa ci sia di diverso. Forse è per questo che tuo padre non ti crede.»
Arthur gli prese istintivamente una mano e gli accarezzò il polso, Ecco, è questa la differenza, pensò, prima non mi sarei mai azzardato a farlo.
«E sarà tuo preciso compito fargli cambiare idea. Cerca di entrare nella parte dell’innamorato, fammi gli occhi dolci, prendimi per mano, dammi... dammi un bacio sulla guancia o qualcosa del genere.»
Merlin sgranò gli occhi e arrossì di nuovo. «Un bacio? Dovremo baciarci davvero davanti a quei due?»
Arthur aprì la bocca per ribattere, ma rimase in silenzio. Avrebbero dovuto baciarsi per dimostrare a suo padre che erano davvero una coppia? Ci pensò per neanche mezzo minuto, certo che dovevano farlo! Non era quello l’unico modo per liberarsi di Vivian e di tutte le altre ragazze che Uther pretendeva che incontrasse? Ma poi, cosa ne sarebbe stato della loro amicizia? Merlin si sarebbe accorto dei suoi sentimenti?
«Io credo che...» Sì, sì, sì, sì! Dobbiamo farlo!
Il telefono sul tavolo vibrò, Arthur lo prese con la mano libera e lo sbloccò, gli era appena arrivato un messaggio, lo aprì.
«È Morgana» disse, prima di diventare dello stesso colore del suo maglione.
Merlin si sporse un po’ verso di lui e inclinò la testa. «Cosa vuole?» chiese. «E perché sei arrossito? Cosa ti ha scritto?»
Arthur guardò la foto sullo schermo con gli occhi fuori dalle orbite, sua sorella era completamente pazza. Si guardò intorno con aria frenetica cercando si non farsi notare e la vide seduta qualche tavolo dietro Merlin, insieme a Gwen, Elena e Mithian, tutte e quattro tenevano i calici alzati verso di lui e sorridevano.
«Niente!» si affrettò a rispondere, riponendo il cellullare sul tavolo con lo schermo rivolto verso il basso. «È Morgana, sai com’è fatta. Mi sta prendendo in giro per la storia degli... appuntamenti.»
 «Ti avevo detto che avresti dovuto chiedere a Mithian di aiutarti.» disse Merlin adombrandosi. «Come ti è venuto in mente di chiederlo a me? Quando mai ti sono piaciuti i ragazzi? È ovvio che nessuno ti creda.»
Arthur intrecciò istintivamente le loro dita e gli prese anche l’altra mano. «Ti sbagli! Non avrei mai potuto chiederlo a nessun altro perché tu sei... sei...» deglutì. La persona più importante della mia vita. Perché non riusciva a dirglielo? Perché era così difficile ammettere che desiderava che quell’appuntamento fosse vero e non una stupida recita?
«Sono?» gli chiese Merlin in un sussurro, guardandolo con quei suoi occhi così espressivi e limpidi.
Arthur sentì le parole serrargli la gola. Erano lì, pronte per essere finalmente dette, ma erano bloccate e lo stavano soffocando. Sospirò e sentì lo sguardo degli uomini di suo padre bruciargli la schiena. Non era giusto dichiararsi in una situazione del genere, Merlin meritava di più, molto di più, e decise che avrebbe fatto le cose per bene, a costo di farsi prendere in giro da Morgana fino alla fine dei suoi giorni.
«Te lo dirò se... uscirai con me» disse, con lo stomaco che si contorceva.
Merlin aggrottò la fronte e Arthur prese il coraggio necessario per puntualizzare:
«Parlo di un vero appuntamento. Di noi due che usciamo insieme e andiamo a cena o al cinema perché ci... piacciamo.»
Merlin spalancò gli occhi e si raddrizzò, disse: «Oh.»
Oh, cosa voleva dire con Oh? Era un sì? Un no? Un Arthur sei impazzito?
Arthur inspirò e trattenne il fiato senza accorgersene, era divorato dall’ansia e non sapeva che cosa fare. Doveva lasciargli le mani? Chiedergli di pensarci, di dargli almeno una possibilità? Non si era mai preoccupato troppo di nascondere i suoi sentimenti, quindi sperò che Merlin riuscisse a mettere insieme i pezzi da solo. L’aveva detto lui stesso poco fa, lo trattava già come se stessero insieme.
Merlin lo guardò in silenzio per un tempo indefinito, probabilmente chiedendosi se avesse sbattuto la testa, prima di regalargli il suo sorriso più luminoso.
«Pensavo che non me l’avresti mai chiesto.»
Arthur sospirò sollevato. «È un sì?»
«Arthur, sei una testa di fagiolo» gli disse Merlin intrecciando le dita dell’altra mano. «Chi altri sarebbe così disperato da accettare un appuntamento falso pur di sapere come ci sente?»
«Come ci si sente... in che senso?»
«A uscire con te, ad avere le tue attenzioni.»
«Tu hai sempre le mie attenzioni» gli rispose con una punta di risentimento. «Quando si tratta di te mollo sempre tutto il resto! Ti ho persino portato a teatro a vedere la Bella e la Bestia!»
Merlin rise di cuore e annuì dandogli ragione, aveva le guance rosa e gli occhi ridotti a due mezzelune, stava letteralmente brillando, e Arthur pensò che avrebbe dovuto ringraziare suo padre e le sue idee strampalate perché finalmente aveva trovato il coraggio di fare la cosa giusta. Si voltò in direzione di Kay, che aveva ancora il cellulare in mano, e gli rivolse un’occhiata esasperata.
«Potresti smetterla? Io e il mio ragazzo gradiremmo un po’ di privacy.»
Dal fondo della sala arrivò l’inconfondibile voce di Morgana:
«Ti pagheremo di più se continuerai a filmare!»
Arthur vide Merlin voltarsi di scatto verso di lei per poi guardarlo con un sopracciglio sollevato e l’aria divertita.
«Sono ancora in tempo per ripensarci?»
«Troppo tardi Emrys, hai accettato, ho le prove.»
In sottofondo, dal cellulare di Kay, si sentì la risata di Uther. Merlin avrebbe giurato di avergli sentito dire «Finalmente!».
 
 
 
  
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