Serie TV > Altro - Fiction italiane
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosa72    14/10/2022    1 recensioni
[Imma tataranni ]
Purtroppo non perdonerò mai gli sceneggiatori per essersi dimenticati il “Dottoressa, io credo di essermi innamorato di te” dunque questa one shot è ciò che la mia mentre avrebbe tanto voluto vedere e sogna un giorno possa ancora realizzarsi! Buona lettura, mi auguro vi piaccia, è la prima volta che scrivo in vita mia, siate clementi, attendo il vostro giudizio 🙈💕
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E anche quest’altro scatolone era chiuso. Calogiuri stava finendo di sistemare le ultime cose prime del trasloco a Milano. Fortunatamente dopo la fine della relazione con Jessica aveva affittato un monolocale già ammobiliato(tornare in caserma non se ne parlava, avrebbe accentuato il senso di sconfitta)dunque non avrebbe avuto bisogno di dover trasportare anche i mobili nel capoluogo Lombardo. Era fine Maggio e fuori imperversava un temporale in piena regola, le ultime piogge prima del caldo torrido che,aveva sentito in tv,avrebbe caratterizzato l’estate ormai alle porte. Aveva appena fatto in tempo a rincasare prima che si scatenasse il diluvio universale e fortunatamente dopo essere passato in tintoria a ritirare l’uniforme da Maresciallo che gli sarebbe servita il giorno seguente per l’ispezione del Comandante in procura… avrebbe dovuto essere impeccabile ed infatti aveva anche chiesto alla proprietaria della tintoria se conoscesse una sarta: l’uniforme era sdrucita in alcuni punti e troppo larga in altri, bisognava rimediare; fortunatamente c’era una sarta a disposizione stessa della lavanderia e dunque ora l’uniforme era come nuova, non restava che provarla e verificare le modifiche. Stava giusto finendo di abbottonarsi la camicia e di infilarla nei pantaloni quando quasi saltò sul posto…. Il campanello, suonato all’improvviso e in maniera persistente con un tocco molto poco delicato che poteva appartenere solo a una persona, l’ultima che in quel momento avrebbe voluto vedere dato che non gli rivolgeva la parola da ben oltre due settimane, offesa a morte come o se non peggio di una bambina di cinque anni, solo perché, sue testuali parole: “Hai deciso di andartene di punto in bianco, senza darmi preavviso o spiegazioni, mi hai profondamente deluso Calogiuri, sai solo fuggire” DA QUALE PULPITO Era stanco di essere trattato come un immaturo sentimentale, come un quindicenne in piena crisi adolescenziale, e dunque non aveva tentato più alcun approccio così come non aveva più accettato nessun caso in cui lei fosse il pm incaricato. Ne aveva abbastanza, anche la pazienza di Ippazio Calogiuri aveva un limite. Ma se solo lei avesse saputo…
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 Come volevasi dimostrare… “Dottoressa, cosa c’è? “ secco, diretto, senza troppi fronzoli. Imma se ne stava mezza fradicia sulla soglia della porta, un misero ombrellino a coprirla, ovviamente insufficiente per la portata del temporale. Ma c’era qualcosa nei suoi occhi che fino ad allora non aveva mai visto: un misto fra pentimento e senso di colpa. “Mi fai entrare prima che diventi un polipo?” “Prego…vi vado a prendere un asciugamano” “Lascia stare,non mi serve” Restarono fermi e muti per all’incirca una decina di secondi che sembrarono un’eternità, a guardarsi dritto occhi negli occhi, come per sfidare l’altro a cedere, a fare la prima mossa… “Perché?” Era stata Imma a parlare, il silenzio era durato anche troppo. “Perché cosa?” “Perché non me lo hai detto?” “Non è necessario che sappia sempre tutto, Dottoressa, non è la Kill Bill di Matera che deve salvare l’umanità ad ogni costo” “ E tu invece? Cos’è, stai giocando al principe azzurro? E io cosa sarei? La principessa che ha bisogno di essere salvata dal cavaliere senza macchia? Ma per favore…” “Niente principi o principesse, stavolta mi salvo da solo…” Avrebbe tanto voluto dirle: “ Altro che cavaliere senza macchia, al momento ti meriteresti solo La Macchia” “ Che intendi dire?” “ Che per una volta voglio pensare al mio bene, soprattutto voglio preservare la mia carriera…Voi cosa avreste scelto fra un ammonimento disciplinare con conseguente sospensione temporanea dall’Arma e il trasferimento?” “ Ne avrei in primis parlato con te,IN QUELLE FOTO CI SONO ANCH’IO, NON SOLO TU” “Ma voi dormivate, mi sbaglio? Sono io l’unico responsabile e dunque l’unico a doversi fare carico delle conseguenze delle proprie azioni…e poi Vitali mi aveva espressamente ordinato di non parlarvene, di tenervi fuori e di risolvere la questione senza troppo clamore” “Ma sì, risolvete sempre tutto fra voi uomini ed escludeteci a priori…” Sembrava il temporale si fosse placato e ora si sentiva solo il ticchettio scandito di una lieve pioggerellina. “ Ma voi come lo avete scoperto? Avete legato Vitali alla sedia minacciando di dirvelo?” Un lieve sorriso le increspò le labbra… “No, ho trovato le foto incriminate nel fascicolo della deposizione di Giulio Bruno, ho fatto due più due… Vitali tanto bravo, eh, ma diciamo che non brilla per acume, si sarà dimenticato di averle messe lì” “La verità è che siete un segugio,Dottoressa, non vi si può nascondere nulla…” Sorrisero entrambi stavolta. Imma lo guardò per qualche istante:quegli occhi blu che tanto amava, che l’avevano sempre guardata con stima, ammirazione ed anche desiderio ora le sembravano vuoti,spenti…. Inspirò profondamente…ora o mai più… “Non andartene” si avvicinò fino ad arrivargli ad un passo dal volto “ Ti prego, non andartene” Gli accarezzò una guancia…Calogiuri le strinse la mano e se la portò alle labbra, la baciò e poi la allontanò dal suo viso… “Devo farlo, è meglio così..” “MA MEGLIO PER CHI? DIMMI PERCHÉ” “LO SAPETE PERCHÉ” Calogiuri lo aveva urlato, se ne rese conto solo ora che Imma aveva indietreggiato quasi di colpo, spaventata dalla sua veemenza. I polmoni gli bruciavano, il respiro gli si era fatto veloce e irregolare, Imma lo guardava incredula,sull’orlo delle lacrime. Stavolta fu lui a riavvicinarsi “Lo sai perché…” disse, riducendo ulteriormente le distanze “Lo sai che ti amo, Imma” Era arrivato a sussurarglielo a un passo dalle sue labbra. “Tu quella notte non dormivi, è così?” Imma abbassò lo sguardo “Mi hai sentito quando ti ho parlato delle telecamere ed hai sentito anche tutto il resto” Imma annuì leggermente, un “ sì” impercettibile le sfuggì dalle labbra. “ Io non ce la faccio, non riesco a restarti affianco e a far finta di nulla, mi sembra di impazzire, la mia vita è in stallo e se resto non può andare avanti, quindi ti prego, non chiedermi di rimanere, tu non sei solo ragione per cui è bene che me ne vada, ma anche l’unico motivo valido per cui varrebbe la pena restare..” “Mi dispiace Calogiuri, non so che dirti..” “Tu non dici mai nulla, Imma… Quella che scappa sempre sei tu, sei tu la vera immatura sentimentale,DOTTORESSA” Un guizzo di rabbia negli occhi di Imma sostituì il rimpianto… “Ma cosa vuoi che ti dica, eh? Che conoscerti sia stata la cosa migliore che mi sia capitata negli ultimi anni? Che mai ho conosciuto un uomo così buono, puro e dolce come te? Che quando siamo soli in auto vorrei solo non arrivassimo mai a destinazione per preservare il nostro piccolo universo? Che quando mi sei troppo vicino vado in tilt peggio di una quindicenne alla prima cotta? Non posso dirtelo, Calogiuri, il mio status di donna sposata e di donna in carriera non me lo permette, ma è ciò che sento e che sono obbligata a reprimere…” Le era uscito fuori tutto d’un fiato ed ora si sentiva svuotata… Calogiuri dal canto suo si sentiva frastornato, come ubriaco: non si era immaginato tutto, i suoi sentimenti erano ricambiati, ma era tardi, troppo tardi… “ Non sei obbligata a reprimere ciò che senti, tu VUOI reprimerlo, è diverso” “ Facile giudicare. Tu non sai cosa si prova a dover essere sempre impeccabile, all’altezza delle aspettative, a non poter mai avere un momento di debolezza, perché potrebbe essere usato contro di te, come infatti è accaduto…” “ Ora ci siamo solo io e te però…” “ Ora tu fra poco devi partire…” “Quindi finisce così?” “Sì…” Nessuno dei due osava muoversi… Si era alzato un vento di scirocco, che aveva fatto sbattere d’improvviso le ante della finestra… Calogiuri andò a riaprirla, nonostante piovesse c’era un’afa insopportabile … “ Vado, non abbiamo più nulla da dirci” “Aspettate, un’ultima cosa…” Imma aveva raggiunto la porta, restò di spalle… “Dimmi” “ Ho deciso di tentare il concorso per la scuola ufficiali, una volta stabilitomi a Milano…Volevo lo sapeste…siete stata la prima e forse l’unica a credere in me, di questo vi sarò per sempre grato, è stato un onore lavorare con voi, Dottoressa” Imma non riuscì più a trattenere le lacrime.. “Mi sa che sei l’unico che lo pensa, Calogiuri, chiunque avrebbe preferito un altro capo…” Una lacrima rigò anche la guancia di Calogiuri “Forse sarete anche una gran rompiscatole…” “Guarda che stavo scherzando, non c’è bisogno di sottolinearlo…” Calogiuri rise di cuore, il suo sarcasmo lo mandava letteralmente ai matti… “Dicevo…forse non siete la persona più accondiscendente di questo mondo..” “Accondiscendente” pensò Imma “…Calogiuri, Calogiuri, se solo credessi di più in te stesso…come scegli e pesi le parole tu nessuno mai…” “…ma…siete la persona più forte che conosco…ve ne fregate del giudizio altrui, siete una donna vera, non una donna preconfezionata, di quelle fatte con lo stampino…siete autentica, coerente, e per questo siete bellissima…anzi, sei bellissima,Imma…” Un brivido la percorse da capo a piedi… “ Calogiuri, tu la devi smettere con queste dichiarazioni a cuore aperto, però, veramente…” “ E vabbè, parlo poco, lo so, ma mai a sproposito…” La guardava con una tale intensità… “MA ANDATE UN PO’ TUTTI A FANCULO” si disse la dottoressa “…ROMANIELLO, LA FAMIGLIA,LA PROCURA,LA REPUTAZIONE” Se Calogiuri avesse fatto mezza mossa non si sarebbe tirata indietro, non ne aveva la forza e soprattutto non voleva reprimere ancora una volta ciò che sentiva “Posso?…” le chiese Calogiuri “Devi…” gli rispose Calogiuri si avvicinò, le prese il volto fra le mani e la baciò, un bacio profondo ma dolcissimo, come mai ne aveva dati o ricevuti…si staccarono a fatica e rimasero fronte contro fronte, con gli occhi sbarrati, il respiro dell’uno misto a quello dell’altro. All’improvviso un colpo di vento inaspettato,tanto da farla barcollare e spingerla all’indietro… Si ritrovò schiacciata fra la porta e il corpo di Calogiuri, avvinghiati in un bacio famelico. Della dolcezza del bacio precedente non restava nulla. La teneva stretta a sé in una morsa dalla quale non osava liberarsi… Percepiva chiaramente le mani di Calogiuri che dallo stringerle i ricci erano passate ad accarezzarle il collo,la schiena, le avevano sfilato la giacca e ora le afferravano i fianchi, insinuandosi poi al di sotto della gonna bianca pitonata che indossava quel giorno. Le afferrò una gamba e ne strinse la coscia, di riflesso lei gli circondò il bacino con la gamba che lui stesso teneva stretta e si ritrovò sollevata e trasportata di peso fino al divano letto. Era già pronta all’impatto quando con sua sorpresa Calogiuri la liberò dalla presa, lasciandole posare i piedi sul pavimento. Non sapeva come, ma Calogiuri era riuscito a sfilarle i tacchi. Calogiuri se ne stava immobile, impassibile, davanti a lei. Era tanto più bassa di lui la sua dottoressa senza i suoi immancabili tacchi,pensò. Imma prese coraggio e iniziò a sbottonargli la camicia che aveva già aperto per metà facendo saltare qualche bottone nella foga… “ Dottoressa, non fateli saltare tutti, domani la camicia mi servirebbe..” Lo zittì con un breve bacio. “ Sta zitto, Calogiuri…” Risero Gli accarezzò il petto glabro, con entrambe le mani, soffermandosi all’altezza del cuore che gli batteva all’impazzata, per poi passare alle spalle. Notò una vecchia cicatrice all’altezza della clavicola sinistra e la accarezzò col pollice…Chissà come se l’era procurata…Sapeva così poco della vita di Calogiuri prima che diventasse il suo Calogiuri… Gli sfilò la camicia e Calogiuri la strinse nuovamente a se, aprì la cerniera della gonna che cadde a terra in una pozza di stoffa, le sfilò la canotta di cotone a stampa maculata e stava per sganciarle anche il reggiseno quando le mani della dottoressa lo bloccarono… Imma aveva gli occhi puntati a terra, le guance rosate per l’imbarazzo; gli sembrava che d’improvviso si vergognasse… “Magari, non è necessario che mi tolga proprio tutto, che dici?” Le sfuggi una risatina nervosa “Non ho più trent’anni, alcune cose iniziano già a precipitare, capisci a me…tu avrai visto chissà quante belle ragazze in topless..” Le prese il mento e lo sollevò affinché fossero occhi negli occhi… “Meno di quante credi, dottoressa, e comunque nessuna era te…te l’ho già detto..Sei bellissima…” E Imma bellissima ci si sentì davvero per la prima volta in vita sua.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 La prima luce dell’alba filtrava dalle persiane abbassate per metà… Aveva dormito appena quattro ore , o cinque forse, eppure era caduto in un sonno profondissimo e si sentiva riposato come non gli succedeva da mesi. D’istinto allungò una mano verso l’altra metà del letto, ma con sua sorpresa la scopri vuota…si sollevò di scatto… Ogni traccia di Imma era svanita, ma non doveva essere andata via da molto, il materasso tratteneva ancora in parte il calore del suo corpo… Si stava per alzare, convinto dell’ennesimo rifiuto cui sarebbe andato incontro e solo allora notò il foglietto ripiegato sull’altro cuscino: “ Buongiorno Maresciallo, non sono scappata come sicuramente starai pensando, sono dovuta tornare a casa a cambiarmi; e non sono pentita, ti tolgo anche quest’altro dubbio. Ti aspetto in procura..Veloce Calogiuri!!” Si rese conto di star sorridendo come un ebete, ma non poteva farne a meno. Fosse possibile avrebbe voluto rivivere in eterno la notte trascorsa con Imma… Chiuse gli occhi e i suoi sospiri tornarono a riempirgli le orecchie e le sue carezze a bruciargli la pelle… Percepiva ancora il suo corpo esile e tonico sotto di lui, sopra di lui… Avevano lottato per il controllo e la dottoressa aveva ben presto deciso di ribaltare i ruoli (e le posizioni, a dirla tutta); altro che “ non ho più trent’anni”, temeva avrebbe gettato la spugna lui per primo, ma le aveva tenuto testa fino alla fine, come solo lui del resto sapeva fare. Non era pentita, pensò,era un inizio… Forse quella notte sarebbe stata unica e irripetibile, forse non avrebbe avuto alcun seguito, ma lui si sentiva sereno, avrebbe osato dire quasi felice, come mai era stato prima.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro - Fiction italiane / Vai alla pagina dell'autore: Rosa72