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Autore: Amiba    15/10/2022    3 recensioni
Big Mom adora ogni genere di dolce, tranne uno: i cupcakes. Nessuno dei suoi figli sa per che motivo li detesti tanto e nessuno di loro ha mai effettivamente cercato risposta a questa domanda. Tuttavia quando un fantasma del passato della donna si presenta alla porta della famiglia Charlotte in cerca di aiuto, forse la risposta arriverà da sola e insieme ad essa un po' di pace per lei e per i suoi figli.
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!!!!Qualche spoiler post Wano.
Genere: Avventura, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Big Mom, Charlotte Cracker, Charlotte Katakuri, Charlotte Prospero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata meravigliosa, il vento regalava, soffiando leggero, una brezza più che piacevole e i raggi del sole filtravano dalla piccola finestra della stanza dell’infermeria, rallegrandola e donandole una piacevole temperatura primaverile, ma questo, se possibile, non faceva altro che peggiorare il già nero umore di Big Mom. Era stata brutalmente umiliata da due mocciosi e, come se non bastasse, oltre ad essere viva e al sicuro sulla sua isola solamente perché i suoi figli erano riusciti a salvarla in extremis, sarebbe stata costretta a letto per settimane per guarire dalle ferite e dalle ustioni subite. Senza contare la perdita del titolo di imperatrice.
-Ah! Questa sì che è una vista che non mi sarei mai aspettato di trovarmi davanti. La grande Charlotte Linlin fasciata come una mummia su un letto d’ospedale. - Soffiò divertita una voce poco distante dal letto, facendo girare infuriata l’ex imperatrice, che l’avrebbe riconosciuta fra mille.
-Tu, come osi farti vedere dopo tutto questo tempo, come ti permetti di prenderti gioco di me?!-Era furiosa, furiosa come poche volte lo era stata nella sua lunga vita, furiosa per la sconfitta, furiosa per le ferite, furiosa per la perdita del titolo d’imperatrice, furiosa per l’affronto che stava subendo, ma sopra ogni cosa, era furiosa perché nonostante la sua ira incutesse timore persino nel cuore del più coraggioso dei pirati quel maledetto se ne stava lì, seduto poco distante dal suo letto, con le braccia appoggiate insieme al mento sullo schienale della sedia a fissarla con quel suo odioso sorriso, lo stesso maledetto sorriso di quarantotto anni prima.
-Uh? Eh dai non essere sempre così permalosa Linlin! Era solo uno scherzo, lo sai che son contento che tu te la sia cavata, anche se non avevo troppi dubbi a riguardo, sei sempre stata un osso duro, da quando ti conosco non ti ho mai visto mollare la presa su ciò che desideravi.-
Quella voce, così cordiale e gentile, non faceva altro che far ribollire il sangue della donna ancora di più. Non era cambiato di una virgola, né nell’aspetto né nel carattere, sembrava essersi congelato nel tempo.
E lei lo odiava, lo odiava con tutto il suo cuore.
-Sappi che strapparti la testa dal collo non mi costa nessuna fatica.-
-Non è certo la prima volta che sento questa minaccia da te, non ha fatto effetto la prima volta e non fa effetto ora.-
-Brutto bastardo io…-
-Ne è passato di tempo eh? Mio dolce piccolo Cupcake.-
Il tempo sembrò congelarsi, quelle maledettissime parole, quanto le odiava, quanto lo odiava, come osava presentarsi davanti a lei dopo tutto quel tempo? Dopo tutti quegli anni? Come si permetteva di prendersi gioco di lei?
-Non osare chiamarmi in quel modo maledetto!-
Tuonò afferrando poi il vaso sul comodino vicino a lei per scagliarglielo contro con tutta la sua forza, non aveva energie per fare altro, ma sarebbe sicuramente bastato a ucciderlo una volta per tutte.
Il trambusto generato dall’impatto, che fu considerevole, attirò Oven nella stanza, il quale si precipitò dentro di fretta e furia ad assicurarsi che nessuno stesse cercando di attentare alla vita della madre approfittando della situazione in cui la donna versava, ma quando spalancò la porta, la trovò sola, ansimante e col braccio ancora teso verso la sedia ormai distrutta.
-Mama, che succede?-
La voce del suo quartogenito riportò Big Mom alla realtà, mostrandole la stanza come era sempre stata: vuota.
-Nulla, Oven, ma ho fame, fammi portare dei dolci immediatamente.-
Il quartogenito non ebbe difficoltà a credere alle bugie della madre, d’altronde non era certo una rarità che avesse attacchi d’ira dovuti alla fame, erano solo stati fortunati che in quel caso fosse riuscita a controllarsi.
-Certo mama, ti farò portare immediatamente del cibo.-  
-E Oven, mi raccomando, niente cupcakes.-
 
 
 
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L’ennesima nave era attraccata al porto di Whole Cake Island e Cracker e Katakuri erano stati costretti a svolgere l’ennesimo controllo di ogni singolo passeggiero che era sceso dall’imbarcazione. L’enorme smacco della perdita di potere della loro madre aveva infilato nella testa di decisamente troppi pirati, o troppo audaci, o troppo stupidi, l’dea di poterle portar via pure il territorio e di conseguenza i ritmi di guardia dovevano essere serrati ai vari porti delle isole così da poter fermare qualsiasi problema sul nascere.
-Guarda te che palle! In questo momento potrei essere a casa mia, nel mio letto, in compagnia di qualche bella ragazza e invece sono qui al porto!- protestò il minore grattandosi la nuca irritato, Katakuri roteò gli occhi esasperato, erano giorni che si sorbiva le lamentele del fratello che contribuivano a rendere quel noioso compito ancora più fastidioso da svolgere.
-Falla finita di lamentarti Cracker.- Lo rimproverò conscio dell’inutilità delle sue parole.
-Non dirmi che non preferiresti fare altro fratellone perché non ci credo, potresti essere a casa tua ad abbuffarti di donuts in questo momento!-
-Abbiamo un lavoro da fare, comportarti in modo adulto per una volta, non è una bella situazione quella in cui ci troviamo.-
Il discorso dei due fratelli venne interrotto dall’ultimo uomo sceso dalla nave, il quale si avvicinò a loro con passo tranquillo.
-Nome e motivo della visita prego.- borbottò in modo annoiato Cracker, mentre il secondogenito di Big Mom studiava l’interlocutore decisamente incuriosito. Aveva un aspetto terribilmente familiare: A giudicare da un primo sguardo doveva avere più o meno l’età di Cracker, era alto circa tre metri, forse qualcosa di più, il fisico era robusto e ben definito, aveva sottili occhi azzurri e un naso aquilino, i capelli lunghi e rosa confetto cadevano ondulati fino alle spalle, nessun tatuaggio, nessuna cicatrice, nessun segno particolare, anche gli abiti erano quelli di una persona comune, quell’uomo non era né un pirata, né un commerciante, almeno non uno di quelli che di solito attraccavano su quell’isola, di questo Katakuri ne era più che sicuro. Fu però ciò che vide col Kenbunshoku Haki a lasciarlo senza parole e a paralizzarlo sul posto.
-Mi faccio chiamare Jonathan Tew da quando sono nato, ma il mio vero nome è Cupcake, Charlotte Cupcake, sono vostro fratello e son qui perché ho bisogno del vostro aiuto.-  
-Non ti aspetti certamente che io possa credere a una simile stronzata vero? Perché sei qui?! Rispondi oppure…- Le parole di Cracker vennero interrotte dallo stesso Cupcake che dalla giacca estrasse una foto e la porse ai due interlocutori.
Non c’erano assolutamente dubbi, quella era mama da giovane, sdraiata su un letto con un bambino in braccio, un bambino che nessuno di loro due aveva mai visto, al suo fianco c’era un uomo dai capelli corvini, che le teneva una mano sulla spalla sorridendole dolcemente, ma la cosa che più lasciò senza parole i due fratelli Charlotte, era che la loro madre sembrava ricambiare quello sguardo.
A quanto pare il desiderio di Cracker di rendere interessante la giornata era appena stato esaudito.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autore: Dunque dopo secoli di assenza, causa vacanze e pc rotto, FINALMENTE posso tornare a scrivere e ho deciso di ricominciare proprio con questa long che mi frullava in testa da parecchio tempo, imbarcandomi in una sfida verso me stesso che spero vivamente di riuscire a portare a termine XD
Nel frattempo continuerò anche la raccolta su Cracker e sicuramente non abbandonerò la coppia Stella/Tesoro (ho ancora troppo da scrivere su di loro).
Alla prossima!
   
 
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