Il terreno dal colore rossastro si allunga in una piccola conca, stretta e lunga, che giunge fino al mare, dando le spalle al regno di Poseidone, guardando verso la valle. In parte al sole, in parte coperta dalle ombre proiettate dalle rocce che la sovrastano, ospira miriadi di tombe, dalle più recenti a quelle più antiche, le prime che siano state scavate; alcune sono vuote e le loro pietre ne ricordano il nome, scolpito in maniera indelebile, anche quando vento, sole, sale e tempo ne hanno cancellato parte delle superfici.

Il cimitero del Santuario è un luogo poco frequentato, reca ricordi e svolge inevitabile ruolo di monito a quello che le guerre passate hanno provocato. A quello che le future, forse, provocheranno. È difficile visitarlo senza il pensiero di quello che è stato e quello che sarà.

Ma, in un certo senso, coloro che qui giacciono, le loro ossa, le loro polveri o solo la stele che ne segna la presenza sono memoria.

Nessuno di loro giace dimenticato nella spirale del tempo.

A questo servono le parole scritte, i ricordi.

Essere testimoni senza potere è frustrante, doloroso, è un peso sulle spalle e sul cuore che non sempre è semplice trattenere, trattare, senza perdere un pezzo di se stessi, ogni tanto.

La civetta le si posa sulla spalla, lo sguardo giallo e acuto che passa lentamente sulle pietre più recenti, le piume fremono a ogni refolo di vento.

«Non dimenticare mai questo posto. Fallo per loro».

La ragazza scuote appena il capo, si morde le labbra, getta un'occhiata ai propri piedi, rossi della polvere del terreno. Ricorda anni prima quando l'ha visitato la prima volta e ricorda come, per giorni, avesse trovato granelli rossi per tutta la stanza, come se quel luogo non volesse abbandonarla.

«Ricorda i morti come erano in vita... e parla di loro a chi può ancora ascoltare le loro parole».

Un nuovo cenno di assenso.

Il vento accarezza quella valle stretta, la polvere rossa si leva in alto e corre, corre fino al mare.

C'è silenzio, nella Valle, un silenzio pieno di parole mute.

La guerra non è così lontana.