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Autore: babastrell    17/10/2022    0 recensioni
[Helluva Boss]
Blitzø ha bisogno del Grimorio per lavorare, ma riottenerlo significa affrontare Stolas.
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Giardino
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Giardino (pumpINK)

No. parole: 681

 

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LE MURA DEL PALAZZO

 

Blitzø si stava arrampicando su per le mura del palazzo dei Goetia. Aveva del lavoro da fare e gli serviva il Grimorio, le richieste dei clienti si stavano accumulando e un demone può inventare solo una certa quantità di scuse prima che qualcuno si renda conto di essere preso per il culo e decida di spezzargli il collo. Ragion per cui, se Stolas non aveva intenzione di parlargli più dopo il casino che era scoppiato da Ozzie, il Grimorio se lo sarebbe preso da solo. E comunque gli andava meglio così, almeno per una volta non avrebbe dovuto scoparselo per mettere le mani su quel fottuto libro.

Il palazzo era silenzioso, il che era una novità. Sapeva che Stolas e Stella avevano raggiunto il punto di sopportazione, la notizia del loro divorzio ufficiale aveva fatto il giro di ogni rivista scandalistica di ogni girone dell'inferno, eppure Blitzø non riusciva a immaginare come Stolas fosse riuscito a mettere alla porta il culo rinsecchito di quella psicopatica. Una parte di lui avrebbe voluto esserci, probabilmente era stato esilarante. O estremamente violento. In entrambi i casi, uno spasso.

Le mura erano alte e ripide, ma il demone le aveva scalate così tante volte per entrare nelle camere di Stolas senza che Stella lo beccasse e lo spellasse vivo, che conosceva a memoria ogni crepa e rampicante abbastanza resistente da reggere il suo peso. Quando finalmente raggiunse la cima, non aveva neanche il fiatone.

Fece per mettersi in piedi, ma si gettò di pancia sul muro immediatamente. Cazzo, Stolas era nei giardini.

Il gufo stava potando una grossa pianta dalle foglie frastagliate, bofonchiando a voce bassa. Blitzø alzò un sopracciglio. Era uno di quegli esaltati che parlano con le piante?

Invece udì un'altra voce rispondergli. Suo malgrado incuriosito, Blitzø si sporse dalle mura e guardò giù: sotto un piccolo albero dalle foglie violette e i buffi frutti rossi, riconobbe la figura della figlia di Stolas. Aggrottò la fronte, cercando di ricordarsi come si chiamasse. Ophelia? Forse Odessa. Non lo sapeva con sicurezza, quando si incontrava con il padre non erano ammessi minorenni e anche quella volta che li aveva accompagnati al circo non aveva prestato molta attenzione. Ora si sentiva un po' in colpa.

La ragazzina sedeva su una panca di pietra, le ginocchia al petto. Sembrava triste e stanca. Stava dicendo qualcosa, ma Blitzø era troppo lontano per sentirla. Stolas le rispondeva, cercando di mostrarsi tranquillo, ma il tremolio delle cesoie con cui potava i rami tradiva un certo nervosismo. Probabilmente stavano parlando di Stella, realizzò Blitzø.

Qualsiasi cosa stesse dicendo la figlia, sembrava aver toccato un nervo scoperto. Stolas si bloccò, rimase immobile qualche secondo, poi mise giù le cesoie e andò a sedersi accanto a lei.

Blitzø dovette aggrapparsi al bordo delle mura e storcere il collo per guardarli sotto quell'albero. Stolas teneva un braccio sulle spalle della figlia e le parlava con aria contrita, cercando di guardarla negli occhi nonostante lei evitasse il suo sguardo. Assomigliava tanto alla sua piccola Loona, pensò Blitzø.

Spostò lo sguardo verso le finestre delle stanze di Stolas. Avrebbe potuto raggiungerle con facilità, prendere il Grimorio e tornare nel suo ufficio.

Invece scese dalle mura e si diresse al cancello principale. Fissò la catena del campanello come se bruciasse, poi la prese e tirò.

***

Stolas alzò lo sguardo verso le mura, dove solo un momento prima si trovava Blitzø. Ovviamente lo aveva notato subito, le sue gigantesche corna proiettavano un'ombra inconfondibile sull'erba ben curata. Aveva fatto finta di nulla, tanto sapeva che era lì per il Grimorio. Che lo prendesse e se ne andasse, allora. Era proprio da lui. Se lo ripeteva continuamente, nonostante gli facesse male al cuore pensarlo.

E comunque ora doveva pensare a Octavia. La figlia era angosciata, la nuova situazione della famiglia la stressava e aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva bisogno del padre, anche se cercava di allontanarlo. Stolas le stringeva le spalle in un lungo abbraccio, lasciando che lei si sfogasse e lo insultasse. Un po' se lo meritava.

Poi il suono del campanello echeggiò nel silenzio del palazzo.

 

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NdA a seguito dell’uscita del secondo episodio

Ovviamente due giorni dopo che posto questa esce il nuovo episodio che manda a ramengo tutti i punti base della fanfiction :)

  
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