Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: lolloshima    18/10/2022    3 recensioni
"Non capitava di frequente che un giocatore di pallavolo professionista cadesse durante gli allenamenti, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che a subire l’infortunio fosse il grande Ushijima Wakatoshi, l’asso della nazionale.
Lui non si distraeva mai, i suoi movimenti erano sempre perfetti, i suoi sensi e i suoi muscoli sempre tesi per dare il massimo. Anche in allenamento."
*
Questa storia partecipa alla challenge #spinoffchallenge.
E’ uno spin-off della storia “Alza per me”, però lo è anche di “La formula dell’asso” e “La solitudine dei numeri primi”. Insomma, amo collegare le storie tra loro, e questa challenge mi ha dato l’opportunità di farlo!
Ringrazio chi mi ha lasciato una reazione e chi avrà voglia di leggere.
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il rumore sordo del corpo che sbatteva a terra fece voltare tutti all’interno della palestra.

Non capitava di frequente che un giocatore di pallavolo professionista cadesse durante gli allenamenti, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che a subire l’infortunio fosse il grande Ushijima Wakatoshi, l’asso della nazionale.

Lui non si distraeva mai, i suoi movimenti erano sempre perfetti, i suoi sensi e i suoi muscoli sempre tesi per dare il massimo. Anche in allenamento.

Per questo, la sorpresa fu grande quando i compagni della nazionale lo videro a terra, che si teneva la spalla destra con la mano opposta.

Era tutta colpa di quello lì! Cosa diavolo ci faceva nella palestra della Nazionale? Quando era entrato, nel bel mezzo dell’allenamento, lo aveva notato subito con la coda dell’occhio, e quando lo aveva riconosciuto, per un attimo aveva perso la concentrazione, aveva messo male la caviglia nel tornare a terra dopo la schiacciata, ed era scivolato, cadendo di peso sulla spalla.

“Tra poco meno di un anno inizieranno le Olimpiadi” aveva detto all’inizio dell’allenamento il coach. “E a breve inizierà un ciclo di amichevoli in giro per il mondo, che deve valere come allenamento, anche psicologico”, aveva continuato. “Dovrete abituarvi a incontrare squadre di altri paesi, e a confrontarvi con atleti diversi, bravi quanto e più di voi. Per farvi trovare al meglio, abbiamo ingaggiato un nuovo preparatore atletico, che ci raggiungerà più tardi” aveva annunciato. “Molti di voi lo conoscono già, quindi non vi voglio rovinare la sorpresa. Forza, al lavoro!”.

Un nuovo preparatore atletico, aveva detto. Ma chi se lo sarebbe mai aspettato, che fosse proprio lui?

Vedendolo ancora a terra, incapace di rialzarsi, tutti i compagni di squadra gli si fecero intorno.

“Beh, non date la colpa a me, la mia alzata era perfetta” esordì Atsumu Miya.

“Questo succede quando si è grandi e grossi. Le persone basse sono più leggere e agili e difficilmente perdono l’equilibrio” sentenziò serio Hoshiumi.

“Allontanatevi, potrebbe essere un virus” avvisò preoccupato Sakura, inginocchiato di fianco al suo idolo.

“E’ la spalla. Capita, quando ci si tuffa per ricevere una palla impossibile” disse con orgoglio Yaku.

“Waka-san… tutto bene?” gli chiese Kageyama.

“Sì…” rispose piano Ushijima, con il volto contratto in una smorfia di dolore, che diceva tutt’altro. “Non è niente…” premette più forte la mano sulla spalla e serrò i denti. Fu chiaro a tutti che il dolore doveva essere insopportabile.

“Hey hei hey! Waka, ti sei emozionato perché hai visto entrare Iwaizumi-san?” Come sempre, Bokuto dimostrava di non avere alcuna barriera tra i suoi pensieri e la sua lingua. “Che incredibile coincidenza! Il nostro nuovo preparatore atletico è l’amico di Oikawa, il tuo chiodo fisso! Non è pazzesco?”

Già. Era proprio pazzesco. Tra tutti gli allenatori che potevano avere una chances di collaborare con la nazionale giapponese, era stato scelto proprio lui, Hajime Iwaizumi. Il suo unico e vero rivale nella vita, l’uomo che gli aveva portato via….

Nella sua ingenuità, Bokuto non si era reso conto di quanto la sua definizione rispecchiasse la realtà. Sì, Oikawa Tooru era da anni, a tutti gli effetti, il suo “chiodo fisso”. E non certo come rivale, visto che se ne era andato a giocare in Argentina.

L’allenatore si fece largo tra i giocatori, e si accovacciò accanto al suo asso.

“Via via, adesso basta, lasciatelo respirare!”

Alle sue spalle, il nuovo preparatore atletico.

Fu proprio Iwaizumi a prendere la mano di Ushijima e sostituirla con una busta di ghiaccio sintetico, che tenne lui stesso premuta nel punto in cui la spalla si era lussata.

“Ben ritrovato Wakatoshi-san.” gli disse sorridendo, mentre l’altro era ancora a terra.

“Iwa-san…” riuscì a dire a mo’ di saluto.

“Iwaizumi, sei appena arrivato e già ti devi mettere al lavoro” gli disse sbrigativo il coach. “Ti prego, occupati tu del nostro asso – vi conoscete, vero? -, portalo in infermeria e vedi cosa possiamo fare per questa spalla. Mi raccomando” continuò visibilmente preoccupato, “non possiamo perdere uno schiacciatore proprio adesso che dobbiamo prepararci in vista delle olimpiadi.”

“Tranquillo coach. Ne ho viste di peggio. Se si lamenta tanto, evidentemente il nostro campione non è poi così coraggioso come dicono…” disse Iwaizumi con un sorriso sornione, rivolgendo uno sguardo canzonatorio a Ushijima, ancora accasciato a terra.

“Te lo faccio vedere io brutto stron...ahhhhh!” Sempre con il sorriso stampato in faccia, Hajime aveva premuto forte le dita sulla spalla di Ushijima, sapendo di provocargli un dolore acuto che gli aveva impedito di concludere la frase.

“Bene”, conclude il coach disperdendo i giocatori, “via tutti, continuate ad allenarvi! Le amichevoli sono alle porte, non battete la fiacca!”

*

“E’ bello rivederti, Waka-san”

Non posso dire altrettanto” pensò tra sé Ushijima, disteso sul lettino dell’infermeria, a petto nudo, mentre Iwaizumi gli stava palpando i bicipiti e le spalle per valutare l’entità del danno.

“Come sta tuo padre?”

L’ultima volta che si erano visti, era stato in California. Ushijima ci era andato per programmare il suo futuro da professionista. Iwaizumi per incontrare il grande preparatore Takashi Utsui, il padre di Wakatoshi. Il caso aveva voluto che si incontrassero. Un’altra, incredibile coincidenza.

Nessuno dei due aveva mai cancellato dalla galleria del cellulare il selfie che li ritraeva vicini, destinato a Oikawa. Nessuno dei due aveva smesso di immaginare la faccia di Tooru nel vederli insieme.

“Dovresti dirmelo tu, visto che adesso siete colleghi...”

“Ti fa male qui?” Iwaizumi aveva le mani sul suo trapezio e premeva leggermente con le dita. Faceva un male cane.

“NO!”

“Bugiardo… Hai una bella lussazione della stalla, lo so che è dolorosa. Dobbiamo ridurla, e poi dovrai portare una fasciatura per un po’”.

“Non voglio nessuna fasciatura. Devo allenarmi.”

“Non fare il bambino, Waka-chan.”

“Non chiamarmi cos...Ahhhhhhh”

Iwaizumi aveva ancora una volta stretto le dita proprio sull’evidente ematoma che si era formato sulla spalla.

“Dicevi? Waka-san, lo sai quanto me che la spalla dovrà essere immobilizzata per un po’ di tempo, in modo da ridurre il dolore, fornire supporto all'articolazione, e aiutare i tendini e i legamenti stirati a guarire in fretta.”

Sì, Ushijima lo sapeva. Lo avrebbe proposto lui stesso, ma sentirselo dire da quel bamboccio, proprio non gli andava giù.

O forse non gli andava giù l’idea di avere addosso quelle stesse mani che avevano accarezzato la pelle candida di Toruu, ne avevano perlustrato gli angoli più nascosti, avevano solleticato i suoi punti più erogeni…

Mentre Hajime gli massaggiava i muscoli dolenti, Ushijima immaginò il corpo caldo di Oikawa vibrare sotto quelle dita invadenti, tremare avvolto da quelle braccia forti, contorcersi di piacere sotto quel tocco deciso.

“Se preferisci possiamo usare un nastro kinesiologico, che è meno ingombrante. In ogni caso, lo sai che prima dovremo ricollocare la testa dell'omero nella sua sede” continuò Iwaizumi in tono professionale, tirando su Ushijima e mettendolo a sedere sul lettino, “in modo da ripristinare l'articolazione scapolo-omerale. Ti farà un po’ male.”

“Non ti preoccupare per me Ahhhhhhhhhhh!!!!” Ushijima non riuscì a trattenere un grido di dolore.

Iwaizumi si era posizionato alle sue spalle e, prendendo il braccio destro con entrambe le mani, senza preavviso aveva effettuato una trazione e una rotazione per guidare l'osso fino al corretto allineamento con la spalla.

Il dolore era stato intensissimo.

“Fatto! Visto che hai detto di non provare dolore, ho pensato che non avessi bisogno che ti somministrassi un anestetico. Vuoi forse un analgesico? Magari per via rettale?”

“Maledetto….” Evidentemente Iwaizumi si divertiva come un matto a provocarlo. Però doveva ammettere che dopo quella manovra il dolore era praticamente svanito.

Iwaizumi si allontanò per lavarsi le mani nel piccolo lavandino addossato alla parete, e tornò su di lui con una benda in mano.

Intanto, Ushijima faceva roteare il braccio destro, tenendosi la spalla con la mano sinistra. Vedere quei muscoli muoversi e gonfiarsi sotto la pelle abbronzata provocò una scossa lungo la spina dorsale di Hajime.

“E… come sta?”

Ushijima non era riuscito a trattenersi. Sperava che quella domanda sembrasse casuale, buttata lì per riempire un momento di silenzio. Invece voleva sapere, ne aveva bisogno, anche se era certo che qualsiasi risposta avesse ricevuto lo avrebbe fatto sprofondare in una nuova disperazione.

“Chi, lui?”

“Ehm...”

“Bene, credo. Si riprenderà”

“Come sarebbe, credo? Da cosa dovrebbe riprendersi, è successo qualcosa?”

“Waka-san, la tua preoccupazione è ammirevole, dopo tutto questo tempo. E mi fa capire una volta di più che abbiamo fatto la scelta giusta.”

“Non capisco…”

“Ci siamo lasciati, Wakatoshi. Non te lo ha detto?”

“No, veramente no. E comunque noi non ci sentiamo.”

“Davvero? Non è corso subito tra le tue gambe?” La frase gli uscì all’improvviso, senza che potesse controllarla, e più tagliente di quanto avrebbe voluto. Iwaizumi si rese subito conto di avere esagerato. “Scusa, sono stato ingiusto. E scurrile. Ero convinto fossi tu il motivo della nostra rottura. Evidentemente mi sbagliavo.”

All’altro fu subito chiaro il motivo dell’atteggiamento ostile di Iwaizumi. Era geloso! Di lui!

“Non sai quanto, ti sbagli, Iwaizumi-san… Comunque, per quel che vale, mi dispiace.”

“Il tempo e la distanza servono a far maturare ogni cosa, anche i sentimenti. E’ andata come doveva andare. La nostra amicizia non ne risentirà”.

Lo sguardo di Ushijima si abbassò. Iwaizumi non potè fare a meno di notare come stonassero quegli occhi tristi e sconsolati incastonati in un corpo possente e apparentemente invincibile come quello che aveva di fronte.

Iniziò a spalmargli un unguento antiinfiammatorio massaggiando con mani esperte i muscoli tonici del bicipite, dei pettorali, delle spalle.

Per un momento gli fu chiaro perché Oikawa avesse perso la testa per lui, e si rese conto che non avrebbe potuto reggere il confronto a lungo. Quello che non gli era chiaro era il motivo per cui Tooru non si fosse ancora fatto avanti.

Ushijima era stata per anni l’ossessione del suo ex ragazzo. Un giorno Oikawa gli aveva confessato di essersi addirittura infilato nudo nella sua doccia, allo scopo di sedurlo, e di essere stato rifiutato. Il fatto che, quella volta, Ushijima non ne avesse approfittato, gli faceva onore. E dimostrava che quello che provava Ushijima non era solo attrazione fisica, ma una sentimento più vero, e profondo. Degno del suo migliore amico.

Hajime lasciò che il radicato senso di amicizia che da sempre lo legava a Oikawa prendesse il posto della gelosia.

“Ushijima-san, tra poco partirete per le amichevoli” disse distrattamente, mentre cominciava a posizionare la benda.

“Sì, lo so. E infatti, mi devo allenare.”

“Giocherete anche negli Stati Uniti.”

“Si, in California” come sempre Ushijima era molto preparato sugli impegni sportivi della squadra.

“Forse in quel periodo l’Argentina giocherà in casa.”

“Sì… forse…” Ushijima aveva studiato a memoria il calendario. Il giorno prima della partita Giappone - Stati Uniti, che si sarebbe disputata a Los Angeles, l’Argentina avrebbe giocato in casa contro il Brasile, a Buenos Aires . “Forse…” ripetè.

“Con questa spalla è probabile che tu non possa giocare tutte le amichevoli.”

“Ma che dici, per allora starò benissimo, lo sai…”

“Beh, meglio non esagerare. Come tuo preparatore atletico ti consiglierei di saltare almeno qualche allenamento. Ma nulla ti impedisce di prendere un aereo…”

“...per Buenos Aires…”

“...e già che sei lì, potresti approfittarne per andare a vedere la partita. Per i biglietti non ti preoccupare, Scemokawa me li procura sempre.”

“Non pensi che se lui ti mette a disposizione i biglietti è perché vuole che ci vada tu?”

“Si dà il caso che io debba seguire una Nazionale! Tra poco meno di un anno ci saranno le Olimpiadi, e qualche tuo compagno potrebbe cadere come una pera e avere bisogno di me per ridurre una spalla. E poi, diciamoci la verità. Non ho certo bisogno di assistere ad un’altra sua partita. L’ho visto giocare mille volte, ormai” si bloccò prima di confessare che ne avrebbe viste altre diecimila, pur di ammirare ancora una volta il corpo tonico e sudato di Tooru muoversi dentro la divisa di gioco.

“Girano voci che per te non sia una novità fare migliaia di chilometri per vedere qualcuno. O per mangiare dei pasticcini...”

“Se ti riferisci al fatto che sono andato a Parigi per incontrare Satori, è stato tanto tempo fa. E poi, com’è che hai detto? Il tempo e la distanza servono a far maturare ogni cosa, anche i sentimenti. E’ andata come doveva andare. La nostra amicizia non ne ha risentito.

“Ecco, appunto… l’amicizia...” Iwaizumi lasciò cadere il discorso, concentrandosi sulla benda.

“Sai cosa vorrei, più di tutto?” riprese Ushijima, rompendo il silenzio che era calato tra loro.

“Giocare a pallavolo insieme a lui” rispose con sicurezza Hajime, mentre stringeva la fasciatura intorno alla potente spalla dell’altro.

“E come fai a saperlo?”

“Waka-san, è vero che ti conosco poco, ma conosco bene Tooru, e l’effetto che fa. Credimi, quando sarà il momento, prendi quell’aereo. Avrai più di una sorpresa.”

Iwaizumi fissò la fasciatura con un gancetto e diede una leggera pacca sulla spalla bendata.

“Ecco fatto. Come nuovo. Per questa settimana vacci piano. Poi… beh, lo sai già”.

Ushijima rimase seduto sul lettino, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi lucidi.

“Senti ancora dolore?”

“Molto meno adesso. Mi sei stato di grande aiuto. Ti ringrazio Iwaizumi.”

“E la spalla?”

“Ti ringrazio anche per quella.”

“Dovere”.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: lolloshima