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Autore: fiorediloto40    18/10/2022    3 recensioni
Virgo Shaka, il cavaliere con il cosmo più potente, l’uomo più vicino agli dei, messo a terra dall’unica cosa che non può controllare...l’amore. E pensare che ero il primo a giudicare i tormenti sentimentali altrui, relegandoli a mera debolezza, a questioni di poca importanza...come ero sciocco!
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I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tredici.
 
Anni.
 
Lunghi, interminabili... in cui sei stato lontano dal Santuario. Maledetti...perché sei stato lontano da me.
 
Allora non capivo perché ti nascondevi nella misteriosa e lontana torre del Jamir, e lo confesso...ti ho odiato. Ti ho odiato perché pensavo che fossi un traditore.
 
Un traditore di Atena?
 
No, non ho mai creduto a quelle voci. Avevo dubbi persino su Aiolos...figuriamoci su di te.
 
Ero io a sentirmi tradito. Come hai potuto privarmi della tua vista per tredici anni?
 
È ironico, vero? Io, che ho sempre tenuto gli occhi chiusi per controllare il mio cosmo, nella mia breve vita li avevo aperti solo per te...e avrei continuato a farlo...se solo mi avessi fatto dono della tua presenza.
 
Ora è inutile dire che avevi ragione, hai sempre avuto ragione. E ce l’hai ancora...dannazione!
 
 
Dodici.
 
Tutti noi. I Santi di Atena. La sua élite...i guerrieri più forti del suo esercito...
 
Cosa siamo da quando la dea ci ha riportati in vita?
 
Niente di più, niente di meno, che giovani uomini. Come tanti giovani uomini che vivono a Rodorio. La differenza fra questi e noi, è che noi sappiamo tutto della morte e siamo sempre pronti ad abbracciarla, mentre loro sono concentrati sulla vita. La vogliono...dura, ingrata, talvolta sgradevole...ma la desiderano perché sa essere anche dolce, amabile, feconda di meraviglie.
 
Un tempo non li consideravo nemmeno. Da quando ti ho ritrovato, Mu dell’Ariete, io la penso esattamente come questi giovani uomini.
 
 
Undici.
 
Sempre noi. Da quando sei andato via.
 
Un’altra volta...sei andato via un’altra volta.
 
Credevo che quello che abbiamo ti avrebbe dissuaso dal partire di nuovo. Eppure...lo hai fatto.
 
Stavolta, però, la colpa è solo mia...della mia gelosia, della mia possessività...comunque mia. Lo so, è strano per me dire questo. Io, l’uomo più vicino agli dei, la persona più arrogante di questo Santuario, sto ammettendo di aver sbagliato.
 
Il fatto è che per quanto vicino io possa essere al divino, sono pur sempre un uomo. E bada bene che non mi sono mai considerato uno sciocco, tutt’altro...credo di essere molto intelligente, e senza inutile e falsa modestia ritengo il mio intelletto di gran lunga superiore alla media di questo stesso Santuario.
 
È per questa ragione che comprendo perfettamente di essermi comportato da idiota.
 
 
Dieci.
 
Come minimo... le volte in cui mi hai avvisato che i miei timori ci avrebbero fatto del male.
 
Ma cosa posso fare?
 
Ho paura...paura che qualcuno ti porti via da me, perché, in fondo al mio cuore, ho sempre saputo che sei migliore. Anche di me.
 
Per me sei come lavanda, della cui fragranza mi inebrio solo perché mi ricorda te. Delicata, fresca, pura, dolce. Tutto nel mio tempio profuma di lavanda, ma solo per potermi illudere di averti sempre vicino.
 
 
Nove.
 
Il tempio del Sagittario. Il luogo nel quale ha avuto inizio la tragedia, e no, stavolta Aiolos non c’entra niente.
 
O meglio, c’entra nella misura in cui ha scelto il fidanzato sbagliato...
 
No, lascia stare, è la mia rabbia a parlare...Aiolos ha scelto di stare con l’uomo che ama, facendo la cosa più sacrosanta e bella dell’intero universo.
 
Ha saputo perdonare, curare le ferite di Shura per aiutarlo a perdonare se stesso, e lo ha fatto con dedizione, con amore, con la nobiltà dei grandi uomini.
 
In molte cose, Aiolos somiglia a te.
 
Festeggiare la loro unione era la cosa più normale che potessero fare, perché hanno guadagnato la loro felicità.
 
Il problema è stato il proprietario del cuore che, in tutto questo, è rimasto indietro poiché non ricambiato...Saga.
 
E perché hai dovuto essere proprio tu la spalla sulla quale è venuto a piangere?
 
Lo so. Lo avresti fatto per chiunque. Ma davvero per chiunque, anche per uno sconosciuto.
 
 
Otto.
 
I minuti di silenzio dietro ai quali ti sei trincerato dopo la mia scenata di gelosia. 
 
Ti giuro che li ho contati.
 
Me li ricordo tutti, perché ogni secondo si preoccupava di ricordarmi l’idiozia che avevo appena commesso. 
 
Almeno ho avuto il buongusto di aspettare di essere soli...ma solo perché conosco la tua discrezione e so che non tolleri che la nostra vita diventi un pettegolezzo.
 
La nostra vita...ce l’abbiamo ancora Mu?
 
 
Sette.
 
Le missioni che abbiamo affrontato insieme da quando la dea ci ha riportati in vita.
 
Ardue o semplici che siano, la mia preoccupazione è sempre e solo una...tu. 
 
Può sembrare ridicolo, ma anche nelle missioni più facili ho sempre avuto paura di perderti.
 
Non ho mai provato questo attaccamento per niente e per nessuno, e non dovrei provarlo...
 
Sai perfettamente cosa prevede la nostra religione, eppure è più forte di me. Non mi importa se l’esito della missione è buono o cattivo...l’unico risultato che conta per me, alla fine di ogni compito, è sentire il tuo respiro contro il mio, mentre ti stringo fra le mie braccia.
 
 
Sei.
 
La sesta casa. La mia.
 
Drammaticamente vuota.
 
Fino a qualche tempo fa amavo il vuoto del mio tempio. Infondeva nella mia mente pace, quiete...finalmente avevo trovato nella mia solitudine l’armonia che avevo sempre cercato dopo la tua partenza.
 
Come?
 
Semplice...avevo completamente svuotato il mio cuore, privandolo, nel bene e nel male, di qualunque tipo sentimento, e relegandolo a mero meccanismo esistenziale.
 
Ma ora le cose sono cambiate.
 
Il problema è che tu hai riempito il vuoto della mia casa con tutto te stesso. Mi guardo intorno e non c’è niente qui dentro che non porti il tuo tocco, la tua essenza, o anche solo qualcosa di te.
 
Il mio sguardo si posa distrattamente su un angolo del tempio, dove un bouquet di lavanda essiccato abbellisce quel luogo altrimenti dimenticato. 
 
Sbuffo grattandomi nervosamente il cuoio capelluto. Era proprio necessario?
 
 
Cinque.
 
I piani della torre del Jamir.
 
La odio...detesto il posto nel quale ti sei recluso perché mi impedisce di vederti.
 
Allo stesso tempo lo amo, perché è anche il posto in cui fuggiamo quando vogliamo un po' di tranquillità.
 
O meglio, un po' di discrezione, perché tu, Mu dell’Ariete, a dispetto della tua figura angelica, di tranquillo non hai nulla...a porte chiuse, nella riservatezza delle nostre case, l’elemento che governa il tuo segno esce fuori in tutta la sua grandezza.
 
Nella torre poi, sei fuoco liquido...anche le piccole remore dovute alla vicinanza degli altri templi vengono meno, e allora urli il mio nome gemendo senza modestia ed offrendoti a me in tutta la tua meravigliosa sfrontatezza.
 
Mi offri uno spettacolo bellissimo e sensuale, Mu...forse non te ne sei mai accorto, ma, quando facciamo l’amore, io sono completamente rapito da tutto ciò che fai.
 
Lo sguardo allusivo, le labbra semiaperte in attesa di essere divorate, il gesto provocante con cui sposti la tua chioma di lato, quell’arco erotico che la tua schiena disegna quando tocco il tuo punto più sensibile...
 
Ah...Mu!
 
 
Quattro.
 
Le settimane passate dalla tua partenza. Anche se sembrano di più...perché i giorni sono lunghi quando i rimorsi non ti danno tregua.
 
Non potrò mai dimenticare il vuoto che le parole di Shion hanno provocato in me quando, all’indomani del nostro litigio, ha convocato tutti noi per dirci che avresti passato un periodo indeterminato in Jamir per ripristinare alcune vecchie armature, e che avremmo dovuto cercarti solo in caso di assoluta necessità.
 
Viviamo in tempi di pace...come accidenti faccio a rovinare la mia armatura?!
 
Neanche fiondandomi contro il muro del sesto tempio otterrei qualche risultato...e sappi che ci ho pensato...seriamente.
 
 
Tre.
 
La nefasta casa. Ti ho cercato come un pazzo dappertutto. 
 
E dire che non hai nascosto nulla, anzi...ricordo le tue testuali parole prima di allontanarti dalla festa di fidanzamento di Aiolos e Shura... Shaka, accompagno Saga al suo tempio perché non sta bene, se vuoi ci vediamo a casa altrimenti puoi raggiungermi lì...
 
Non sembra l’atteggiamento tipico del perfetto fedifrago.
 
Infatti non lo sei. Ma vedere il volto di Saga annegato tra i tuoi capelli, nell’incavo di quel collo che io...e solo io...ho il diritto di reclamare, mi ha fatto uscire di senno.
 
Ho cercato di mantenere la calma, ma quando siamo arrivati a casa ho gettato la maschera...dicendo cose che non avrei mai dovuto dire.
 
Non dimenticherò mai il tuo sguardo deluso...sì, vedere la delusione nei tuoi occhi mi ha risvegliato dalla mia momentanea follia...quando mi hai detto che non mi fido di te.
 
Mi fido di te...mi fido ciecamente di te.
 
È di Saga che non mi fido. 
 
E il mezzo sorriso che mi ha rivolto quando ti ho praticamente trascinato via dal suo tempio avvalora solo la mia tesi...che è un bastardo!
 
 
Due.
 
Io e te. Quello che eravamo prima di ritrovarci.
 
 
Uno.
 
Noi.
 
Ora. Sempre.


 
Come un automa mi alzo dal loto di pietra in cui ormai medito giorno e notte, muovendomi in giro per la casa come fossi un fantasma. Mi dirigo in cucina...credo che un tè mi aiuterà a calmare i miei nervi.
 
Certo, devo essere molto inquieto per non aver notato ciò che normalmente avrei fiutato a distanza...nella mia distrazione, ho attribuito la responsabilità al dannato mazzo di lavanda che non posso nemmeno guardare senza sentire un buco aprirsi nel mio stomaco.
 
Il liquido ambrato e dolce scivola nella mia gola restituendomi un po' di calore...ne ho davvero bisogno. Anche se siamo quasi all’inizio dell’estate, spesso mi ritrovo ad avere freddo, in particolar modo la sera. Forse è dovuto al fatto che non mi sto nutrendo bene perché dedico quasi tutto il mio tempo alla meditazione...forse è dovuto al fatto che di solito la sera passiamo il nostro tempo incollati l’uno all’altro. Che sia per leggere, per guardare la televisione...o per fare altro...
 
Scuoto il capo leggermente per discacciare le immagini che mi vengono in mente, soprattutto l’ultima...il rischio concreto è che i miei occhi si riempiano di lacrime per l’ennesima volta, facendomi compagnia in una notte priva di sonno. Che poi sarebbe solo l’ultima di una lunga serie.
 
Solo Buddha sa quanto avrei bisogno di dormire...sembro uno straccio bagnato buttato in un angolo ad ammuffire. Ho bisogno di riposare, o almeno vorrei provarci, anche solo distendere dolcemente le membra per dare un po' di ristoro al corpo, dato che nella mia mente è tutto un po' più complicato.
 
Con scarsissimo entusiasmo mi dirigo verso la camera da letto. Ad essere onesti, negli ultimi tempi la frequento il meno possibile...ovviamente, in quel luogo tutto mi ricorda te, e la tua ombra mi distrugge perché vederla senza poter afferrare il suo proprietario mi logora.
 
La mia mente deve essere in cortocircuito totale per non notare ciò che è sempre più evidente...
 
Arrivato davanti alla porta della stanza, poso svogliatamente la mano sulla maniglia, mentre un respiro profondo mi gonfia il petto dolorante...l’ultima notte che avevo passato in quella camera era stata quella che aveva preceduto il disastro, insieme all’amore della mia vita.
 
A questo punto decido deliberatamente di farmi del male e chiudo gli occhi ripensando all’atmosfera che crei in camera da letto quando vuoi farmi un regalo...le candele disposte in punti strategici diffondono nell’ambiente una luce calda che danza dolcemente sui muri in penombra...la musica morbida e sensuale invade armoniosamente l’aria...l’aroma del legno di sandalo, intenso e attraente, mischiato al tenue profumo di lavanda, puro e invitante, passa dalle narici invitando la ragione a cedere, ad abbandonarsi alla tentazione...
 
Per un attimo mi sembra di sentire tutto questo, e il mio cuore si stringe al pensiero che la mia mente mi stia ingannando in maniera così subdola.
 
Un momento...
 
Forse, in questo istante, non sono la persona più lucida al mondo ma...o sto impazzendo, o qui sta succedendo qualcosa!
 
Nel giro di qualche istante il mio cuore comincia a pompare sangue più velocemente del dovuto, mentre la mano ancora appoggiata alla maniglia della porta inizia a tremare leggermente.
 
Non può essere...oppure...può essere?!
 
La paura invade ogni fibra dei miei muscoli. Ho paura...di aver immaginato tutto e che la realtà mi faccia sprofondare in un abisso di dolore e solitudine peggiore di quello che già sto vivendo.
 
Ma sono un cavaliere d’oro, e anche se non sono mai stato allenato né preparato ad amare, non posso comportarmi da codardo.
 
Prendo un respiro profondo e con ciò che mi resta della mia coscienza, mentre posso contare i battiti del mio cuore martellare furiosamente contro la mia gola, apro la porta...
 
Per un momento pretendo che la mia ragione consideri normale il buio che regna dentro la stanza, ma la mia pretesa dura poco. Lo spiraglio di luce che la luna proietta dalla finestra illumina la desolazione del mio letto vuoto, e lì non posso più resistere...le lacrime scendono copiosamente, rigando il mio volto fino a perdersi nella linea spigolosa della mia mascella.
 
Ora sono solo, non corro il rischio che qualcuno possa sentirmi mentre attraversa la mia casa. Non ce la faccio più.
 
Nella discrezione della solitudine, il pianto resta l’unico suono rivelatore di una presenza umana all’interno di quello spazio desolatamente vuoto e dannatamente freddo.
 
I gemiti dolorosi mi scuotono fino a farmi dolere lo stomaco, e non riesco più a tenermi in piedi...con difficoltà cerco di avvicinarmi al letto per sorreggermi, ma sento le gambe venire meno. 
 
Sto per cadere. Se non fosse drammatico riderei per quanto mi sento grottesco. 
 
Virgo Shaka, il cavaliere con il cosmo più potente, l’uomo più vicino agli dei, messo a terra dall’unica cosa che non può controllare...l’amore. E pensare che ero il primo a giudicare i tormenti sentimentali altrui, relegandoli a mera debolezza, a questioni di poca importanza...come ero sciocco!
 
Sto per cadere, inginocchiandomi all’ineluttabilità di qualcosa che riconosco essere più forte di me. Molto più forte.
 
Tuttavia...non sono caduto.
 
Due braccia forti, calde, conosciute, mi abbracciano in una presa ferma e delicata allo stesso tempo...
 
Conosco solo una persona che può fare questo con assoluta naturalezza.
 
Sono terrorizzato all’idea di voltarmi e rimanere deluso per l’ennesima volta...ormai, da diversi giorni, mi sembra di sentire la tua presenza intorno a me, salvo poi rendermi conto che si tratta solo della mia mente che mi gioca brutti scherzi. Quindi non faccio nulla, non mi muovo, evito persino di respirare...così il dolore non mi colpirà nel momento in cui mi renderò conto che anche questa volta è tutto nella mia testa.
 
Ma tu sei più bravo, perché capisci tutto questo e mi impedisci di farmi ulteriormente del male...
 
- Non piangere più amore mio... -.
 
Cinque parole...e sento il calore tornare lentamente nel mio corpo. Come sia possibile, nel giro di pochi secondi, passare da uno stato di disperazione totale ad uno di completo benessere, resterà un mistero anche per me...ma tant’è.
 
Mi volto per poterti finalmente guardare...non sei una mia fantasia, non sei un’allucinazione, sei tu...bellissimo...anche più di quanto ricordassi.
 
- Mu, ascoltami, io... - ma non mi lasci parlare. Le tue dita si posano dolcemente sulle mie labbra, chiedendomi di tacere.
 
- Ti amo Shaka di Virgo...ti amo più di quanto tu possa immaginare...ti amo più di quanto io stesso potessi immaginare... -.
 
I miei occhi sono sbarrati, non voglio perdermi nulla...ogni tua espressione per me vale più di ogni altra cosa, e non posso perderla.
 
- Detesto quando litighiamo e odio il fatto che mi urli contro...però - il mio sguardo deve dirti più di quanto possa fare io - il dispiacere di discutere con te non è niente rispetto al dolore di starti lontano... -.
 
Le tue mani si muovono dolcemente percorrendo i lineamenti del mio volto con cura, quella che solo tu puoi avere.
 
- Il fatto è che amo tutto di te Shaka... -.
 
- Anche i miei difetti? - finalmente trovo la forza di parlare...in realtà vorrei dirti che ti amo da impazzire, che non ho fatto altro che pensare a te e darmi dell’idiota per averti allontanato da me...ma devo anche sapere...
 
Devo sapere se puoi accettare che mi dia fastidio se qualcun altro si avvicina a te, se puoi accettare che non sempre sono ragionevole...se puoi accettare che non sono perfetto.
 
- Quelli mi sono mancati terribilmente - e il bellissimo sorriso che illumina il tuo volto mi conferma che è vero.
 
Non posso più aspettare...
 
Con la determinazione di chi abbatterebbe qualunque ostacolo avesse la sfortuna di frapporsi tra di noi, mi avvicino a te sussurrando Ti amo come fosse un mantra, e quando i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza afferro le tue labbra con le mie come se da questo dipendesse la mia vita, e.…beh...in fondo è proprio così.
 
Ti stringo forte, tanta è la paura che tu possa svanirmi tra le braccia da un momento all’altro, ma tu non lo fai, anzi...resti e rispondi con il mio stesso bisogno. Le mie mani arrivano ovunque io abbia desiderato in queste ultime settimane, e anche tu non ti fai pregare...replichi ogni gesto con la stessa passione con la quale ti sto reclamando.
 
Ti sollevo con facilità e tu non esiti ad incrociare le gambe intorno alla mia vita, mentre le nostre lingue continuano a dissetarsi nell’urgente bisogno di ristoro. Sfacciato Ariete!
 
Ah Mu...non riuscirò mai a spiegarti quanto mi sei mancato! Però posso dimostrartelo, e ho tutta l’intenzione di farlo...
 
Nonostante la posizione, ti guido con passo sicuro verso il nostro letto. Amo definirlo così...in realtà, in passato mi piaceva l’idea di avere tutto lo spazio per me, ma dopo aver sperimentato il vuoto della tua assenza, ho capito che l’unico spazio che mi interessa è quello, accanto a me, che si abbassa dolcemente sotto il tuo peso.
 
Ti stendo con cura e per un attimo mi fermo a guardarti...sei così bello Mu dell’Ariete...i tuoi capelli sparsi sul letto ed il tuo viso angelico ti rendono più simile ad una figura celeste che ad un umano. 
 
Ciò, naturalmente, non mi impedirà di farti mio.
 
E dal modo impertinente in cui ti apri a me, sembri comprendere perfettamente quello che mi passa per la testa...
 
   
 
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