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Autore: Nuage_Rose    19/10/2022    1 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Day18: I licked it so it's mine, dalla lista pumpNEON
Nonostante sia il suo compleanno, Ron si sta annoiando a morte e si ritrova da solo a pranzo con Hermione, intenta a studiare mentre mangia. Ma il ragazzo desidera più attenzioni da parte sua.
#writober2022 #fanwriterit
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: I licked it, so it's mine 
» N° parole: 810

 

I licked it… so it’s mine.

 

Quei pranzi silenziosi lo mettevano a disagio, specie nel giorno del suo compleanno. A casa sua si sarebbe fatta gran festa, nonostante fosse una famiglia numerosa sua madre non dimenticava mai il giorno del compleanno di nessuno e preparava una torta speciale di compleanno. Ma era al college e quell’anno il suo compleanno cadeva di giovedì, quindi era rimasto lì.
Il suo migliore amico Harry aveva un appuntamento con la sua cotta storica, Cho… e non gli era parso giusto costringerlo a stare con lui tutto il giorno. Così lo aveva lasciato andare a pranzo con lei, con la promessa che si sarebbero visti la sera per festeggiare. E ora Ron era solo a pranzo. O meglio, era da solo con Hermione.
La loro vicina di stanza che, tra un boccone e l’altro, continuava a leggere il suo libro di storia antica e lo ignorava.
Sbuffò, annoiato e seccato, sperando di attirare la sua attenzione. Ma la ragazza non parve accorgersene e, senza smettere di leggere, addentò una forchettata di uovo strapazzate.
Ron se ne stava seduto al tavolo, consolato solo dal tepore di quella giornata di inizio marzo. Il sole splendeva, sentiva persino gli uccellini cantare e solitamente era piacevole pranzare fuori nel parco del campus. Ma non quel giorno, non per Ron.
Con una smorfia di stizza, prese la forchetta della ragazza dalle sue mani, facendola infuriare: “Ma che fai? Non ho tempo per questi giochetti, devo studiare.”
La vide sporgersi per riprendere la posata, ma lui era più alto e non ebbe difficoltà a tenerla lontana da lei. Con un gesto deciso e impulsivo, mangiò il boccone di uova e leccò persino al forchetta: “L’ho leccata, ora è mia: ti tocca andare a prenderne un altra.”
Non sapeva nemmeno lui perché si stava comportando in quel modo infantile, ma la faccia fumante di rabbia della ragazza lo divertiva particolarmente. “Cosa vuoi che mi importi, basta che mi ridai la forchetta. Non ho tempo da perdere, domani devo consegnare un compito sulla storia degli indigeni americani fino all’arrivo di Colombo, quindi devo sbrigarmi a finire il pranzo!” replicò lei a braccia conserte.
Ron sbuffò: “Mai divertirsi con te, eh? Sempre compiti compiti, studio studio…”
Si alzò con calma e, con aria di sfida, le disse: “Se proprio ci tieni a riaverla, dovrai prendertela.”
Fece penzolare la forchetta dalle sue dita e la riprese quando Hermione, con scatto felino, tentò di acciuffarla. Ron sorrise e iniziarono ad inseguirsi come due bambini dell’asilo. Non era una festa di compleanno, ma almeno si stava finalmente divertendo e non gli importava nemmeno dei vari improperi che la ragazza gli stava urlando addosso.
Era carina mentre correva di qua e di là inseguendolo, portava un maglioncino primaverile color cachi e una gonna scozzese sul rosso e marrone. Le sue scarpe di vernice color castagna si stavano sporcando di fango, ma la ragazza era troppo presa dal quell’inseguimento dal sapore infantile.
Finirono dentro al campus e Hermione capì che Ron si stava dirigendo alla sua stanza, ma fu abbastanza veloce da riuscire ad entrare subito dopo di lui. Ma si ritrovò con la schiena sulla porta bianca della camera, con gli occhi azzurri di lui a fissare i suoi.
Entrambi avevano il fiatone e non riuscivano a distogliere lo sguardo. Ron teneva ancora stretta tra le mani quella stupida forchetta. La appoggiò sulla sua scrivania, dovette solo allungare la mano.
Fu stupito nel vedere che Hermione aveva completamente perso l’interesse per la posata: la sua attenzione era solo su di lui. Il pensiero lo fece eccitare.
Sentiva il cuore uscirgli dal petto. Allungo una mano e accarezzò la guancia della ragazza, mentre si chinava. La baciò delicatamente, aspettandosi un rifiuto da parte di lei. Ma Hermione rimase ferma e lo guardò con gli occhi torbidi di desiderio.
Ron la baciò nuovamente, leccandole le labbra voluttuosamente per poi sussurrarle, con voce roca: “Le ho leccate… ora sono mie, giusto?”
Sentì la ragazza fremere a quelle parole e gli rispose semplicemente annuendo. Ron stava per perdere la testa e riprese a baciarla con foga, cercando di trattenersi dal toccarla come avrebbe voluto.
Era una tortura, ma voleva il permesso per farlo. Abbassò le labbra e leccò delicatamente il collo di lei: “Anche questo ora è mio.”
Il suo sapore gli annebbiava il cervello e la vista. Hermione gemette: “Sì.”
Riprese a baciarle le labbra, divorandola con passione, finché la ragazza non gli prese le mani e le appoggiò al suo seno.
Allora lui iniziò a stringerlo da sopra il maglioncino, desiderando di distruggerlo strappandolo via per poterla ammirare senza quell'intralcio.
Dovette staccarsi un attimo per cercare di calmarsi e Hermione ne approfittò per leccargli timidamente il labbro inferiore, sussurrando poi col fiatone: “Ora le tue labbra sono mie.”
Ron le accarezzò i capelli, intenerito da quel gesto e le confessò: “Io sono tutto tuo. Dalla prima volta che ti ho vista.”

   
 
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