19/10/2022
6 recensioniMSBY Morning Daily Routine
È una mattina come tante al dormitorio dei Black Jackals.
Alle 7.30 nell’appartamento c’è gran fermento: non è minuscolo ma, abitato da atleti della loro stazza, in tre sembra già una folla.
C’è chi lava velocemente le stoviglie della colazione, chi prepara i borsoni per l’allenamento, chi confeziona i bento con degli spuntini sani e nutrienti. Un ingranaggio perfetto.
Tutto è quasi pronto per uscire, fra poco varcheranno la soglia e la giornata avrà ufficialmente inizio.
Ma torniamo un po’ indietro.
Ogni mattina, anche se con qualche piccola variazione, si ripete la stessa routine.
Più o meno va così.
Kiyoomi è quello che si alza per primo.
Sul cellulare ha impostato una sveglia a volume bassissimo, come suoneria i rumori della natura, così che possa svegliarsi senza disturbare.
Non era così prima che arrivasse lui: in quell’appartamento, lui e Atsumu ci vivevano già da un po’. Solo che prima la sua suoneria era un banalissimo trillo, altro che cinguettio degli uccellini e croscio delle cascate, e quella di essere silenzioso per non svegliare Atsumu non era per niente una sua preoccupazione.
L’importante era usare per primo il bagno. Ecco, quella era l’unica cosa che non era cambiata.
Tutto il resto invece…
Quel letto all’occidentale è un tiepido pasticcio di corpi. Kiyoomi sfila delicatamente il braccio da sotto un petto e la caviglia da sotto un ginocchio.
Tutto il resto è cambiato completamente.
C’era voluto lui. Non si sapeva come, ma prima erano solo Kiyoomi e Atsumu, compagni di squadra e coinquilini. Poi era arrivato Shouyou, improvviso e travolgente come una bomba, e ad un tratto, tutti e tre, erano diventati un noi.
Kiyoomi sorride mentre cammina in punta di piedi verso il bagno. Può permetterselo: dormono tutti, nessuno può vederlo.
Shouyou è il secondo a svegliarsi, o meglio, è quello che vuole far credere. In realtà è già sveglio da un pezzo: non ha mai perso l’abitudine di svegliarsi prima dell’alba. Ma ora, invece di saltare in sella e pedalare, resta disteso a godere un po’ di quello spettacolo che sono le loro membra placidamente attorcigliate tra le lenzuola.
Gli piace restare a confrontare la frequenza del loro respiro, come i toraci si alzano e si abbassano, i visi perfettamente rilassati nella debole luce del crepuscolo. Gli piace osservare come gli arti si intrecciano e la pelle si mescola in un groviglio ipnotico: braccia chiare strette attorno a fianchi lattei, gambe abbronzate tra cosce muscolose. Un ombelico un po’ sporgente, come un piccolo bottone; un altro appena incavato tra gli addominali rilassati. Riccioli scuri sparsi sul cuscino, ciuffi biondi contro la sua spalla.
Ma poi la sveglia suona e Shouyou stringe gli occhi e finge di dormire. Lo sente bene quando Omi si districa da quella matassa di corpi e si abbassa su di lui per sfiorargli le labbra in un bacio impalpabile. Shouyou non se lo spiega come sappia di fresco anche appena sveglio.
Ci sono tante cose inspiegabili in quell’appartamento, in quella stanza, in quel letto. Tante cose che sembrano assurde ma che in qualche modo funzionano alla grande. Shouyou non è mai stato un riflessivo e non ha intenzione di cominciare proprio quel giorno. Sorride.
Atsumu, invece, è quello che dorme pacifico come un bambino e che tirerebbe dritto se non ci fosse qualcuno a svegliarlo, una mano a grattarsi la pancia e la bavetta secca ai lati delle labbra.
Per fortuna qualcuno c’è, e mentre Asumu si gode le carezze e gli schiocchi umidi che gli stanno piovendo sulle guance e sul collo, ringrazia i Kami che i metodi di risveglio di questo qualcuno siano molto più dolci e piacevoli del trillo della sveglia.
Una volta che è pulito e profumato, Kiyoomi si mette ai fornelli e prepara la colazione per tutti e tre, mentre Atsumu e Shouyou vanno in bagno, rigorosamente insieme. Un po’ per guadagnare tempo, un po’ perché sono abbastanza in confidenza da evitare inutili formalità. E un po’ perché tanto ormai vanno insieme dappertutto.
Uno si lava i denti, l’altro si rade il viso. Kiyoomi su quello non transige: odia i peli, li considera solo un inutile ricettacolo di germi. Già è tanto che faccia una deroga per i capelli.
Shouyou invece ama la sensazione ispida della barbetta che lo graffia quando Atsumu gli bacia il collo, per cui ogni mattina ne approfitta mentre Omi è in bagno. Si prende tutto il tempo necessario per svegliarlo e metterlo nel giusto mood. Non che ci voglia poi molto, basta strofinargli il naso contro la gola, sussurrargli all’orecchio qualche parolina dolce (o sporca, quello dipendeva dalla giornata), e quando con la mano scende tra le sue gambe lo trova già come lo desidera, sul viso il sorriso ebete di chi alla vita non saprebbe proprio cos’altro domandare.
Omi li ha sentiti gemere da fin sotto la doccia (è una fortuna che gli appartamenti a fianco al loro siano vuoti visto quanto sono rumorosi i suoi fidanzati) ma non si dispiace di essere stato escluso: ha già avuto la sua giusta quota la sera precedente. E ne avrà ancora mentre Shouyou sarà a fare la spesa nel pomeriggio, oppure mentre Atsumu passerà a rubare qualche onigiri al ristorante del fratello.
Oppure, nella più appagante delle ipotesi, quando dopo cena saranno tutti e tre insieme sul divano e in tv andrà l’ennesima serie di Netflix che nessuno ha neanche mai visto cominciare.
Ma quella, una sera come tante al dormitorio dei Black Jackals, è un’altra storia.
Alle 7.30 nell’appartamento c’è gran fermento: non è minuscolo ma, abitato da atleti della loro stazza, in tre sembra già una folla.
C’è chi lava velocemente le stoviglie della colazione, chi prepara i borsoni per l’allenamento, chi confeziona i bento con degli spuntini sani e nutrienti. Un ingranaggio perfetto.
Tutto è quasi pronto per uscire, fra poco varcheranno la soglia e la giornata avrà ufficialmente inizio.
Ma torniamo un po’ indietro.
Ogni mattina, anche se con qualche piccola variazione, si ripete la stessa routine.
Più o meno va così.
Kiyoomi è quello che si alza per primo.
Sul cellulare ha impostato una sveglia a volume bassissimo, come suoneria i rumori della natura, così che possa svegliarsi senza disturbare.
Non era così prima che arrivasse lui: in quell’appartamento, lui e Atsumu ci vivevano già da un po’. Solo che prima la sua suoneria era un banalissimo trillo, altro che cinguettio degli uccellini e croscio delle cascate, e quella di essere silenzioso per non svegliare Atsumu non era per niente una sua preoccupazione.
L’importante era usare per primo il bagno. Ecco, quella era l’unica cosa che non era cambiata.
Tutto il resto invece…
Quel letto all’occidentale è un tiepido pasticcio di corpi. Kiyoomi sfila delicatamente il braccio da sotto un petto e la caviglia da sotto un ginocchio.
Tutto il resto è cambiato completamente.
C’era voluto lui. Non si sapeva come, ma prima erano solo Kiyoomi e Atsumu, compagni di squadra e coinquilini. Poi era arrivato Shouyou, improvviso e travolgente come una bomba, e ad un tratto, tutti e tre, erano diventati un noi.
Kiyoomi sorride mentre cammina in punta di piedi verso il bagno. Può permetterselo: dormono tutti, nessuno può vederlo.
Shouyou è il secondo a svegliarsi, o meglio, è quello che vuole far credere. In realtà è già sveglio da un pezzo: non ha mai perso l’abitudine di svegliarsi prima dell’alba. Ma ora, invece di saltare in sella e pedalare, resta disteso a godere un po’ di quello spettacolo che sono le loro membra placidamente attorcigliate tra le lenzuola.
Gli piace restare a confrontare la frequenza del loro respiro, come i toraci si alzano e si abbassano, i visi perfettamente rilassati nella debole luce del crepuscolo. Gli piace osservare come gli arti si intrecciano e la pelle si mescola in un groviglio ipnotico: braccia chiare strette attorno a fianchi lattei, gambe abbronzate tra cosce muscolose. Un ombelico un po’ sporgente, come un piccolo bottone; un altro appena incavato tra gli addominali rilassati. Riccioli scuri sparsi sul cuscino, ciuffi biondi contro la sua spalla.
Ma poi la sveglia suona e Shouyou stringe gli occhi e finge di dormire. Lo sente bene quando Omi si districa da quella matassa di corpi e si abbassa su di lui per sfiorargli le labbra in un bacio impalpabile. Shouyou non se lo spiega come sappia di fresco anche appena sveglio.
Ci sono tante cose inspiegabili in quell’appartamento, in quella stanza, in quel letto. Tante cose che sembrano assurde ma che in qualche modo funzionano alla grande. Shouyou non è mai stato un riflessivo e non ha intenzione di cominciare proprio quel giorno. Sorride.
Atsumu, invece, è quello che dorme pacifico come un bambino e che tirerebbe dritto se non ci fosse qualcuno a svegliarlo, una mano a grattarsi la pancia e la bavetta secca ai lati delle labbra.
Per fortuna qualcuno c’è, e mentre Asumu si gode le carezze e gli schiocchi umidi che gli stanno piovendo sulle guance e sul collo, ringrazia i Kami che i metodi di risveglio di questo qualcuno siano molto più dolci e piacevoli del trillo della sveglia.
Una volta che è pulito e profumato, Kiyoomi si mette ai fornelli e prepara la colazione per tutti e tre, mentre Atsumu e Shouyou vanno in bagno, rigorosamente insieme. Un po’ per guadagnare tempo, un po’ perché sono abbastanza in confidenza da evitare inutili formalità. E un po’ perché tanto ormai vanno insieme dappertutto.
Uno si lava i denti, l’altro si rade il viso. Kiyoomi su quello non transige: odia i peli, li considera solo un inutile ricettacolo di germi. Già è tanto che faccia una deroga per i capelli.
Shouyou invece ama la sensazione ispida della barbetta che lo graffia quando Atsumu gli bacia il collo, per cui ogni mattina ne approfitta mentre Omi è in bagno. Si prende tutto il tempo necessario per svegliarlo e metterlo nel giusto mood. Non che ci voglia poi molto, basta strofinargli il naso contro la gola, sussurrargli all’orecchio qualche parolina dolce (o sporca, quello dipendeva dalla giornata), e quando con la mano scende tra le sue gambe lo trova già come lo desidera, sul viso il sorriso ebete di chi alla vita non saprebbe proprio cos’altro domandare.
Omi li ha sentiti gemere da fin sotto la doccia (è una fortuna che gli appartamenti a fianco al loro siano vuoti visto quanto sono rumorosi i suoi fidanzati) ma non si dispiace di essere stato escluso: ha già avuto la sua giusta quota la sera precedente. E ne avrà ancora mentre Shouyou sarà a fare la spesa nel pomeriggio, oppure mentre Atsumu passerà a rubare qualche onigiri al ristorante del fratello.
Oppure, nella più appagante delle ipotesi, quando dopo cena saranno tutti e tre insieme sul divano e in tv andrà l’ennesima serie di Netflix che nessuno ha neanche mai visto cominciare.
Ma quella, una sera come tante al dormitorio dei Black Jackals, è un’altra storia.
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Happy graduation day Anna! 💖
(Grazie @musa07 per il supporto morale 💖)
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