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Autore: babastrell    21/10/2022    1 recensioni
[Hazbin Hotel]
Alastor interroga i tarocchi sul futuro della sua collaborazione con Charlie.
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Torre
Genere: Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Torre (pumpINK)

No. parole: 511

 

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L’APPESO E IL DIAVOLO

 

La stanza di Alastor all'Hotel era immersa nel buio, a parte il debole bagliore rosso che si diffondeva dai palmi del demone.

Al centro della stanza aveva sistemato un tavolino, che si reggeva in equilibrio precario su tre fragili zampette di ferro battuto. Al centro del tavolo troneggiava il mazzo dei tarocchi.

Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che si era preso il disturbo di usarli, la magia umana gli sembrava quasi ridicola ora che aveva il potere di piegare la realtà a suo piacimento. Tuttavia, non c’era niente di male nel rispolverare qualche vecchia tradizione qualche volta. Magari con qualche tocco in più.

Tenendo due dita alte, disegnò un arco in aria con la mano sinistra. Le carte si sollevarono, una dopo l’altra, e si rimescolarono sotto i suoi occhi. Alastor aveva in programma una lettura semplice, non avrebbe tenuto conto delle carte rovesciate. Non lo faceva praticamente mai, le carte sapevano essere chiare anche così, se era quello che volevano.

Alastor schioccò le dita, richiamando una carta dal mazzo che vorticava in aria. Questa si fermò davanti a lui mostrando il disegno stilizzato di una figura umana legata e appesa a un albero per la caviglia. L’Appeso.

Alastor sorrise. Ovviamente sarebbe stata la prima carta a rivelarsi, dato che rappresentava i progetti irrealizzabili e i desideri sterili e privi di significato. In effetti, se lo guardava bene, il piccolo umano dai lunghi capelli biondi dipinto sulla carta assomigliava molto a Charlie.

Il secondo arcano che si separò dagli altri, quando schioccò ancora le dita, quasi lo fece scoppiare a ridere. Il Diavolo, un nemico nascosto che covava intrighi e macchinazioni. Alastor prese la carta e guardò la figura con affetto. Era sempre divertente vedersi riflesso in uno specchio.

Quando lasciò andare il tarocco, questo tornò a fluttuare accanto all’Appeso. Le due carte vorticarono insieme come se danzassero e si posarono diligenti sul piano del tavolo. La piccola Charlie, l’Appeso, si fidava decisamente troppo del Diavolo.

Al terzo schiocco, la terza carta non si presentò fluttuando obbediente davanti al demone, ma cadde pesantemente sul piano a faccia in giù, come se fosse morta. Confuso, Alastor la raccolse e si sentì rabbrividire quando la toccò. Interessante.

Sentiva un timore quasi reverenziale nel girarla. Cosa riservava il futuro di quella collaborazione?

La Torre.

Il sorriso di Alastor si fece così largo che gli facevano male le guance. Quando aveva accettato di sponsorizzare l’Hotel aveva solo sperato che il progetto fallisse miseramente per farsi due risate.

Ma la Torre? Distruzione, rovina, crollo, sfacelo. Poteva chiedere di meglio?

Batté le mani e il mazzo dei tarocchi ridiscese sul tavolo, ordinandosi.

Il demone uscì dalla stanza fischiettando e quasi andò a sbattere contro Charlie.

«Oh, scusatemi» balbettò lei, aggiustandosi i capelli dietro l’orecchio. «Non stavo guardando»

«Nessun danno, nessuna scusa» replicò lui. Si fece da parte e le fece segno di precederlo nel corridoio. «Dopo di lei».

La principessa sorrise e proseguì tranquilla per la sua strada. Guardandola, Alastor quasi riusciva a immaginarla legata per una caviglia a un albero.

Oh, che gioia.

  
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