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Autore: Rosette_Carillon    21/10/2022    1 recensioni
Halloween è alle porte e, nell'attesa, Hermione trascorre il suo tempo sui libri.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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                      Pergamene e antiche rune
 
 
 
 
 
 
 
 
Col freddo dell’autunno, il buio scende presto sopra le guglie del castello di Hogwarts, mentre il sole tramonta dietro le colline nonostante sia ancora pomeriggio.
La sala comune di Griffondoro è quasi vuota, il fuoco scoppietta allegro nel grande camino e le sue calde fiamme illuminano la giovane strega e l’antico testo su cui è china.
L’aria profuma di inchiostro, fuoco e castagne arrosto, ed è dolce coma la burrobirra.
Il graffiare della penna sulla pergamena si ferma, ed Hermione solleva la testa per guardare l’ultima luce del giorno che muore, e le ombre allungarsi.
Lontano, oltre le mura del castello, il Platano Picchiatore è ormai completamente spoglio, e rabbrividisce quando il freddo vento autunnale soffia attorno a lui.
I suoi lunghi rami secchi si allungano verso il cielo, oltre il tronco nodoso e possente. Le foglie secche sono sparse come un tappetto sopra le sue radici, e le raffiche di vento le fanno mulinare attorno a lui.
Più in là, attorno alla capanna di Hagrid, le zucche del campo sono già grosse e mature per la festa di Halloween che si terrà fra pochi giorni.
Nei corridoi e nelle aule si respira già quell’aria di festa che precede il trentuno ottobre. Il menu della Sala Grande è già cambiato, e la scuola è già stata decorata per la macabra festività che il castello attende con impazienza.
Le candele bianche sono state sostituite da altre nere o arancioni, più in tema col periodo, e sono comparse le prime zucche intagliate.
Anche Hermione, come tutta la Scuola, attende con impazienza la sera di Halloween, ma mancano ancora alcuni giorni e lei ha i suoi compiti da terminare.
Il suo piano originale era quello di rintanarsi in biblioteca per tutta la giornata, ma quella mattina aveva trovato più complicato del solito sedersi davanti ai libri e concentrarsi.
L’aria, pregna di aspettativa, era carica di elettricità, e sapeva di succo di zucca e cioccorane.
Dopo pranzo, invece, la biblioteca era colma di studenti che, pur se tenuti in silenzio dalla presenza severa della bibliotecaria, con la loro sola presenza risultavano troppo caotici per la giovane strega in cerca di tranquillità.
Era tornata nella Sala Comune sconsolata e, con sua sorpresa, l’aveva trovata vuota.
Si era quindi scelta un posto vicino al camino, e si era seduta lì a tradurre il testo di antiche rune per il lunedì successivo.
Per un lungo tempo, solo le fiamme e il graffiare della sua penna le avevano tenuto compagnia, mentre le ore del giorno passavano, la luce cambiava e l’aria diventava sempre più fresca.
Aveva inspirato con gioia il profumo dell’inchiostro misto a quello della pergamena, e delle pagine del suo sillabario, e si era immersa nella sua traduzione.
Occasionalmente qualche Griffondoro passava di lì, chi per uscire dalla Sala Comune, chi per tornare nella propria stanza. C’era anche chi si fermava, magari per sedersi a leggere vicino a una delle finestre, in compagnia di una fumante tazza di tè, succo di zucca o di una dolce cioccolata calda.
Hermione si era resa conto che quei rumori di sottofondo non le dispiacevano, anzi, la facevano sentire meno sola, nonostante lei fosse troppo concentrata a trovare la parola giusta fra le pagine del suo sillabario.
Non manca molto alla cena, ma ha ancora tutto il tempo necessario per finire di tradurre con calma.
Cerca le parole senza fretta, e legge attentamente tutti i possibili modi per tradurla: vuole che la sua traduzione sia perfetta, la migliore. Lo deve a sé stessa.
Dopo tutte le ore di studio e dopo tutto il suo impegno, merita di vedere i propri sforzi venire riconosciuti, e ne è consapevole.
Fuori, il cielo viene illuminato a giorno. Dura talmente poco che la strega pensa di esserselo immaginato, e resta a guardare in attesa fuori dalla finestra.
Un tuono fra tremare l’aria, riecheggia con maestosa violenza fra le mura in pietra della Sala Comune. Un lampo lo segue subito dopo, e nuovamente il cielo si illumina a giorno di una luce viola, elettrica.
Non passa molto tempo prima che un ritmico battere contro il vetro annunci l’inizio di un temporale che aumenta sempre più d’intensità.
Anche gli altri Griffondoro presenti nella Sala si fermano a guardare incuriositi fuori dalle finestre.
Le ore passano, e a farle compagnia c’è il temporale in sottofondo, che copre il graffiare della penna e il fruscio delle pagine del sillabario.
Sente dei passi avvicinarsi verso di lei, e scorge una figura rossa con la coda dell’occhio.
<< Hermione! >>
Sollevando la testa, incontra il sorriso timido di Ginny Weasley, incorniciato dal rosso della sua chioma che le illumina il volto.
<< Ginny, ciao. >>
<< Studi ancora, non vieni a cena? >>
<< La-cosa? Sì-sì, certo… temo di aver perso la cognizione del tempo, >> si scusa, sistemando freneticamente le sue cose.
<< Se vuoi ti aspetto. >>
<< Sì, grazie. >>
L’altra annuisce contenta, e guarda Hermione chiudere i suoi libri e mettere in ordine le sue cose sul tavolo: può continuare a studiare dopo cena, quando gli altri Griffondoro saranno nelle loro stanze, e la Sala Comune sarà nuovamente solo per lei e pochi altri.
Almeno spera.
<< Hermione, >> la richiama Ginny mentre scendono le scale << volevo chiederti, >> inizia a disagio.
<< Dimmi, >> la incoraggia l’altra rallentando il passo.
Attorno a loro i quadri prendono vita, alcuni le salutano, altri sono troppo occupati a parlare fra loro. C’è chi passa rapidamente da una cornice all’altra, alla frettolosa ricerca di qualcuno o qualcosa, e c’è chi se la prende con più calma non badando a ciò che accade a chi attraversa i corridoi e non i dipinti.
<< Senti, non è che per caso potresti aiutarmi in trasfigurazione? >>
Hermione la osserva. Le spalle curve e il volto basso, timida e impacciata. Le ricorda un po' se stessa al primo anno, con la differenza che lei aveva sempre cercato di non mostrare mai nessuna debolezza.
<< Certo! >>
E non riesce a non sentirsi orgogliosa e soddisfatta per quella richiesta e per il sorriso, largo, di sollievo, che riceve poi come ringraziamento.
I rumori del temporale arrivano ovattati, coperti dal vociare di studenti e studentesse che si dirigono versa la Sala Grande, affamati dopo una lunga giornata di studio.
I fantasmi passano accanto a loro, scivolano attraverso i muri. Incuranti del regno dei vivi, attraversano maghi e streghe per proseguire oltre, verso una meta imprecisa.



 
  
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