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Autore: Oscar_is_here    24/10/2022    1 recensioni
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“Si! E’ così!”
Tsubasa era sempre stato la Bocca della Verità, quindi perché non fidarsi di lui ora?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al sapere del ritorno del portiere karateka, il corvino sbarrò gli occhi e in pochi secondi la sua mente si trovava in un vortice di emozioni forti mai provate prima.
Cosa?! Wakashimazu tornerà in Giappone?!”
Non poteva crederci. Dopo tutto quel tempo distanti l'uno dal l'altro, ora poteva rivedere il suo amante. Poteva finalmente vederlo e baciarlo ancora una volta, incurante di ciò che li circondasse, concentrandosi solo su di lui e sull’amore nei suoi confronti.
“Si! E’ così!”

Tsubasa era sempre stato la Bocca della Verità, quindi perché non fidarsi di lui ora?

 

Si guardava a destra e a sinistra, seduto su quelle orribili sedie di plastica blu dell'aeroporto di Tokyo.

Non aveva dormito tutta la notte, si era alzato agitato e aveva fatto colazione all’ultimo sotto lo sguardo perplesso dei suoi compagni. Ma non aveva importanza. Ken sarebbe arrivato a momenti e voleva essere il primo a farsi vivo. Infondo, stiamo parlando del suo ragazzo, la persona che gli sta affianco dalle elementari e non lo ha mai abbandonato. Ken era sempre lì, a tormentargli i pensieri. Era sempre lì anche fisicamente se Hyuga ne avesse avuto bisogno. Era sempre stato al suo fianco e ha giurato di farlo fino alla fine dei suoi giorni. Glielo aveva promesso lo stesso giorno che entrò nella Meiwa, stringendogli la mano:

 

Capitano. Giuro sulla mia vita di restarti accanto indipendentemente da quello che accadrà, e non importa dove mi troverò, puoi contare sempre su di me!”

 

E ancora:

 

Capitano. Ricorda che io sono qui per qualsiasi cosa. Non nasconderti, ma parlamene. Lo sai che sarò sempre al tuo fianco.”

 

E di nuovo:

 

Figliolo… Sei davvero sicuro di voler frequentare La Toho?”

Si padre. Ho fatto un giuramento e io mantengo sempre la mia parola.”

 

 

E dopo quelli che sembravano anni se non secoli d’attesa, eccolo lì.

Trascinava la sua valigia nera e sulle spalle aveva uno zaino del medesimo colore; i suoi capelli erano cresciuti così come lui in altezza e i suoi occhi, che tanto amava, erano freddi che non facevano trasparire niente. Non era cambiato, era rimasto il suo Ken che tanto amava.

Kojiro si alzò di scatto e iniziò a correre verso l’amante.

“Wakashimazu!”

La voce del numero nove fece riprendere il portiere, che alzò lo sguardo con occhi sbarrati e lucidi.

“Capitano…”

Un forte abbraccio che quasi fece cadere il portiere.

Un abbraccio così forte eppure non soffocante. Bastava quel gesto e tutto era perfetto, come se ogni cosa fosse al proprio posto.

Non servivano parole in quel momento. Non sarebbero mai servite.

Loro riuscivano a comunicare tramite gli sguardi e quelle tenere carezze che Kojiro era solito dare al suo ragazzo.

 

Il karateka sorrise, nascondendo il viso contro i capelli del suo capitano.

“Sono felice di essere tornato, capitano…”

“Lo sono anche io…”

 

 

Ed eccoli lì, accocolati l’un l’altro sul letto senza nemmeno essersi cambiati. Avevano solo rimosso le scarpe per poi buttarsi sul materasso: Kojiro sopra, Ken sotto.

 

Sei mio” Rise Hyuga, nascondendo il viso nell’incavo del collo dell’altro, mordicchiandolo piano come se stesse giocando.

La tigre ha fame?” Chiese Ken, alzando la testa per lasciargli un maggiore accesso a quel collo liscio e robusto, ma soffice allo stesso tempo.

Ho sempre fame di te.”

 

Ken sorrise quando Kojiro iniziò a passare le lunghe dita tra i suoi capelli.

“Finalmente posso riaverti tutto per me” Rise il numero nove avvicinandosi di più per maggiore contatto.

“Ow, sono mancato alla tigre grande e grossa?” Il portiere alzò un sopracciglio divertito, andando in cerca delle labbra che tanto amava dell’altro.

“Certo che mi sei mancato. Hai idea di quanto sia difficile sopportare Ishizaki da solo?” Kojiro sbuffò contro la sua pelle, provocandogli una risatina.

“...Anche tu mi sei mancato tigrotto…”

Kojiro in poco tempo diventò un pomodoro. Nonostante ormai fosse normale che lo chiamasse “tigrotto”, lui arrossiva ogni volta.

Ken rise a vedere quel viso sempre imbronciato diventare rosso e imbarazzato.

“S-sta zitto!”

“Make me~”

“Lo hai voluto tu.”

Con ciò, Kojiro si mise a cavalcioni sul torso dell’altro ragazzo che sfoggiava un piccolo sorriso soddisfatto.

Il corvino sogghignò a quella visione maestosa del ragazzo sottostante: i lunghi capelli neri sparsi sul cuscino con qualche ciuffo ricadente sulla fronte; gli occhi semichiusi in uno sguardo assottigliato e le labbra schiuse.

“Non mi provochi più, mh?” Premette le proprie labbra contro le sue in un bacio dolce ma pieno di passione.

“Io non ci conterei così tanto” Il karateka rise, circondando con le braccia il collo di Kojiro, tirandolo verso di lui.

Rimasero in quella posizione, continuando a darsi dolci baci. Labbra contro labbra.

 

Sarò sempre al tuo fianco, capitano.”

 

Aveva ragione.

Ken sarebbe stato per sempre al fianco del suo capitano, del suo amante.

   
 
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