Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Lecca lecca (pumpINK)

No. parole: 480

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AL GUSTO DI LAMPONE

«Ehi, secondo te che sapore ha questo coso?».

Seduto sul divano del suo appartamento, Haruki alzò lo sguardo dalle chiavi del basso che stava accordando. «Cosa?».

Akihiko, accanto a lui, gli stava porgendo un lecca lecca rosso acceso e lucido di saliva. «Me l’ha dato una ragazza all’ultimo concerto, non capisco che gusto sia. Secondo te?».

Il primo istinto di Haruki fu avvampare all’idea di quel bacio indiretto. Una reazione abbastanza ridicola, considerando che si erano già dati dei baci diretti prima, e che avevano fatto anche di peggio. Si sentì un poco stupido, ma preferì non dirlo ad alta voce.

Allungò una mano per prendere il dolcetto, ma le dita di Akihiko sul bastoncino gli impedivano di afferrarlo.

«Se non lo molli non posso aiutarti, come dovrei assaggiarlo?».

Lui non gli rispose, se non con un sorrisetto sghembo e malizioso.

La mano di Haruki si abbassò lentamente. «Molto divertente» disse, sarcastico. «Vuoi anche che mi inginocchi e mi leghi i capelli?»

«Per quello magari ci pensiamo dopo». Akihiko appoggiò il mento sul palmo, guardandolo.

Haruki soffiò dal naso, ma mise giù il basso e si sporse verso di lui socchiudendo la bocca. Era una posizione scomoda, ambigua e in un certo senso imbarazzante; sentiva la punta delle dita del ragazzo sulle labbra e il suo sguardo che gli bruciava sul viso. Tenne gli occhi bassi, concentrandosi sul gusto.

Era dolciastro, leggermente acidulo e stucchevole. Una caramella di bassa qualità, di quelle del supermercato. Haruki si ritrasse, rimuginando sulla sensazione appiccicosa che persisteva sulla lingua.

«Allora, che ne dici?» chiese Akihiko. «Io penso fragola, ma non mi sembra».

Studiò la superficie rossa per un momento, poi rimise il lecca lecca in bocca come se quello scambio di bava non lo turbasse minimamente.

«Credo sia lampone. È un po' acido».

Lui alzò le sopracciglia. «Mh. Hai ragione, non ci avevo pensato». Parlava intorno al bastoncino, le parole gli uscivano confuse e biascicate.

Haruki schioccò la lingua sul palato. «Non mi piace» disse con una smorfia. «Troppo dolce».

Il ragazzo gli scoccò un'occhiata. «Davvero? A me non sembra. Fammi assaggiare»

«Cos-?».

Akihiko gli prese il mento in una mano e gli fece girare la testa, per poi premere le labbra sulle sue. Haruki era abituato alla sua irruenza, ma la sorpresa lo fece sobbalzare. Il ragazzo non si era neanche preso il disturbo di mettere giù il lecca lecca prima di baciarlo, e ora la caramella tra loro era una barriera scomoda che le loro lingue dovevano aggirare per toccarsi. Fu un bacio goffo, smaccato e istintivo; Haruki sentiva un rivolo di saliva colare all’angolo della bocca e la mano dell’altro sul collo. Quando si separarono, colse un leggero rossore sulle sue guance, quasi impercettibile ma presente. Sorrise.

«Hai ragione» disse Akihiko, accarezzandogli la mandibola con il pollice. «È molto dolce».

Haruki sogghignò. «Sei impossibile».