“Non hai mai tenuto in mano una macchina fotografica?” Dorothea pone quella domanda, osservando Alfred girare tra le mani la piccola scatola colorata.
“No, ma so che cos’è.” Dice lui con sicurezza “Questa però… Scatta delle polaroid, giusto?”
“Sì.” Conferma la ragazza prendendo l’oggetto e scattando una foto al ragazzo. Dalla macchinetta uscì un foglietto che Dorothea agitò con vigore e la consegnò ad Alfred.
“Da questo angolo sei bellissimo, lo sai?” sorride e parla scherzosamente la Lovecraft, perché chiaramente si è divertita a scattare una foto all’improvviso al suo caro Hal che prende la foto e, senza neppure guardarla, la appoggia sul tavolo.
“Tu, sei bellissima.” Con le mani le prende la vita e la bacia, con la stessa passione di sempre. Dorothea riesce a sentire il suo odore, il vigore della sua presa, il calore del suo corpo. Lascia che tutto la inebri mentre ricambia quel bacio.
“E Liam lo baci bene come baci me?” si stacca e lo schernisce divertita, accarezzandogli il mento e le labbra con le dita.
“Forse.” Risponde lui “Non gliel’ho ancora chiesto.”
Dorothea aveva acceso un sorriso di Alfred, quel ragazzone sempre scuro che sorrideva poco ma che in quel momento era innamorato. Sia di lei che di Liam.
E la fece appoggiare sul divano per baciarla ancora, finché non decisero di scattarsi insieme un’altra foto e spostarsi in camera da letto.