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Autore: 2BLiGHt    27/10/2022    1 recensioni
[Writober 2022 - Fanwriter] Dopo essere fuggita dal San Mungo, Dorothea riceve una visita inaspettata da un volto che le è familiare a cui ha nascosto un segreto. Un segreto che deve essere svelato.
Genere: Angst, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vari personaggi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Giorno 27 - Sensibile 

Arthur era un bambino sensibile, Dorothea lo sapeva fin troppo bene. Non sapeva da chi avesse ereditato questo lato gentile, buono, perché era figlio di una rivoluzionaria ed un assassino; dunque, la donna ancora non aveva compreso come potesse essere così bravo e tranquillo. La sua sensibilità gli aveva permesso di capire che sua madre, nei giorni in cui era rinchiusa al san Mungo, non stava bene. Aveva intuito il conflitto, la tempesta dentro di lei, che era culminata il giorno in cui erano scappati tutti insieme quando l’ospedale era stato attaccato dai mangiamorte.
E aveva anche intuito il conflitto dentro quello strano uomo, lo stesso che si era fatto vedere nella magione dei Lovecraft qualche settimana dopo l’attacco. Gli assomigliava, aveva uno sguardo severo ma triste, molto triste. A differenza di Liam era molto magro più magro ed emaciato, ma il piccolo non poteva ancora capire il perché di quell’aspetto.
Fatto sta, che quando si presentò nella villa, Dorothea fu scossa.
“A-Alfred…” aveva detto, portandosi davanti ai due bambini “S-Sei uscito di prigione anche tu…”
“Sì.” Risponde lui freddamente “Ero venuto a prenderti, sapevo che i mangiamorte avrebbero attaccato il San Mungo e che eri rinchiusa lì. Mi sono infiltrato tra di loro per trarti in salvo.”
A passi pesanti, l’uomo si avvicinò alla giovane donna, che fece qualche passo indietro, spaventata o meglio colpevole.
“Poi, dal terzo piano ho visto che stavi scappando con due bambini. Lui in particolare…” ed indicò Arthur, quel bimbo piccino di cinque anni che in silenzio abbracciava la gamba della madre fissando l’uomo “Chi è?”
La fatidica domanda. Quella che Dorothea a cui non avrebbe mai voluto rispondere. Per un istante la donna guardò Arthur e poi Alfred, si chiese se ne fosse valsa la pena restare ancora in silenzio.
Poi parlò.
“L-Lui è… Arthur…” disse con voce tremante “Ed è… Ed è tuo figlio.”
Gli occhioni azzurri di Arthur nuovamente fissarono la madre che nel frattempo gli accarezzava la testa. Lo sguardo del bambino poi si posò anche sulla sorellina di tre anni Lorelai, la bambina di Liam, ancora più confusa di lui.
“Bene… Questo conferma i miei sospetti…” Alfred prese un respiro profondo, guardando prima il bimbo e poi Dorothea “E dimmi, quando pensavi di dirmi che sono diventato padre? Al mio funerale?”
C’era una pesante severità nelle sue parole, una severità che non ricordava di averla sentita neanche da suo padre.
“N-Non era necessario lo sapessi, avresti solo sofferto…” a quelle parole, lo sguardo di Alfred si riempì di un guizzo furioso, di una rabbia primordiale.
“Sofferto? Mi hai tolto una speranza, Dorothea. Mi hai tolto un mio diritto.” Disse lui furibondo.
“Perché?!” Dorothea a quel punto si avvicinò verso di lui, in lacrime “Perché se fossi stato libero mi avresti aiutata? Mi avresti protetta? Dai, non diciamoci sciocchezze.”
“Sì, che ti avrei protetta, Thea!” e le appoggiò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi “Perché ti amo e ti amerò sempre.”
   
 
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