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Autore: LorasWeasley    31/10/2022    3 recensioni
future|fic
Raccolta di 17 flash-fic con ambientazione halloween per le coppie di Haikyuu e i loro bambini della mia serie "future fic with babies".
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Buon Halloween a tutti!
Le storie seguenti sono 17 flash-fic brevi di tutte le mie ship di Haikyuu e i loro bambini (perché non potevo non mettere in mezzo tutti i bambini che ho creato un giorno come questo), la particolarità è che le frasi prompt sono state assegnate casualmente attraverso una ruota della fortuna. Alcune le ho trovate geniali, altre ci ho dovuto lavorare un po' di più ma spero che alla fine possano piacervi tutte!
Deh <3





 
Halloween - flashfic
 
1.Non t’azzardare neppure a pensare di decorare questa casa, tu. [hiruhoshi]
 
Hirugami amava la sua famiglia. Amava Korai così come il loro figlio Shiro. Ma non poteva nascondere che c’erano volte in cui aveva paura di lui.
Aveva sempre detto a Shiro che poteva fare o essere chi voleva, che questo non avrebbe mai cambiato l’amore che provava nei suoi confronti, non aveva però pensato che il bambino potesse essere attratto così tanto dal paranormale.
Tutto era iniziato quando, da piccolo, Shiro faceva disegni perfettamente normali se non per l’aggiunta di figure in nero mezze nascoste che “dovevano stare nel disegno, papà”.
Era continuato con il suo bambino che aveva iniziato a leggere libri di fantasmi, che si era iscritto al club dell’occulto a scuola, che aveva iniziato a fare gite in “posti infestati” e che desiderava a ogni compleanno di vedere qualcosa di paranormale.
Hirugami Sachiro ne aveva il terrore.
Più Shiro cresceva e più lo terrorizzava, Sachiro non sapeva se lo facesse di proposito (perché conoscendo l’altro suo padre era possibilissimo tutto) o se era davvero così.
Ma c’erano volte in cui erano in giro insieme e Shiro si voltava di scatto verso una direzione, guardava fisso per interi secondi e poi affermava “mi era sembrato di vedere qualcosa”.
Oppure, sempre il ragazzo, che si ritrovava a chiedere “cosa?” quando nessuno aveva detto nulla.
E davvero, Hirugami lo amava con tutto il cuore, ma c’erano dei limiti che, in giorni come Halloween, non potevano essere superati.
Così quando vide il suo ormai quasi adolescente figlio prendere gli addobbi dalla soffitta per decorare a tema halloween la casa, non poté fare a meno di placcarlo per urlare -Non t’azzardare neppure a pensare di decorare questa casa, tu!
 

 
2.Se anche quest’anno hai intenzione di indossare la t-shirt con su scritto ‘questo è il mio costume’, giuro su dio...  [sakuatsu]
 
Era il terzo halloween di Kota, Atsumu gli stava mettendo il vestito da spiderman che gli avevano comprato per la festa che anche quell’anno i Black Jackal avrebbero dato per i membri della squadra e le loro famiglie, e tutto stava andando per il verso giusto.
Atsumu indossava già quello di Deadpool che aveva comprato con lo sconto “prendi due e paghi uno”, ma che aveva preso soprattutto perché era convinto che gli facesse un bel culo.
-Sei comodo?- chiese al bambino quando gli chiuse la cerniera sulla schiena, questo era tutto coperto meno che il volto, la maschera l’avrebbe potuta indossare successivamente se e quando preferiva.
Kota si guardò per qualche secondo, poi sorrise ed esclamò -Sì! Mi piace!
Sakusa li raggiunse -Siete pronti?
Atsumu alzò lo sguardo su di lui e corrugò la fronte nel vedere che era vestito perfettamente normale con uno dei suoi completi da festa, poi iniziò a minacciarlo -Dov’é il tuo costume? Se anche quest’anno hai intenzione di indossare la t-shirt con su scritto ‘questo è il mio costume’, giuro su dio...
-Ho già un costume- lo bloccò Sakusa.
Atsumu lo fissò non capendo e questo specificò meglio, non prima però di aver preso degli occhiali da sole ed esserseli messi sul volto -Sono Iron Man.
-... tu cosa?
Sakusa entrò nella stanza e prese Kota in braccio -e questo è mio figlio. Non ho intenzione di ascoltare i tuoi lamenti dato che non ti sei vestito a tema con noi.
Detto questo, lasciò la stanza con Kota tra le braccia che lo fissava perfettamente tranquillo. Atsumu rimase fermo sul posto per secondi interminabili, fino a quando non si affrettò a inseguirlo urlando -OMI! DEGLI OCCHIALI DA SOLE NON TI CREANO UN COSTUME!

 
3.Ew, non mi piace questo gusto. Facciamo cambio? [daisuga]
 
Una delle cose che nessuno aveva detto a Suga sull’avere figli era che… beh, non poteva più mangiare quello che voleva in santa pace.
Papà che mangi? Posso assaggiarlo?”
“Papà oggi cucini la pizza che mi piace tanto?”
“Papà oggi possiamo mangiare solo dolci?”
L’unico modo per mangiare in santa pace qualcosa che aveva esclusivamente comprato per se stesso era farlo di nascosto chiuso nel suo bagno privato, non una delle sue migliori idee comunque.
E poi c’erano momenti come quelli: un party di halloween dove quei mostri che l’avevano organizzato avevano deciso di non specificare a che gusto fossero i dolcetti sul tavolo.
-Ew, non mi piace questo gusto. Facciamo cambio?
Suga e Daichi avevano sempre insegnato ai loro figli che buttare il cibo era uno spreco, qualcosa di impensabile se si rifletteva a tutti i bambini nel mondo che soffrivano la fame. Ed era per questo che, negli ultimi quindici minuti, Isao, Kenta e Kazuki gli avevano rivolto quella frase più volte di quanto Suga avrebbe voluto sentire per tutta la sua vita. L’avevano fatto dopo che avevano assaggiato un dolce che aveva una crema che non gli piaceva.
-Stai bene?- domandò Daichi quando lo raggiunge sul suo posto sul divano e notò la sua smorfia.
-No. Se mi portano un altro dolcetto alla zucca giuro che vomito.
Daichi rise -Va bene, ci penso io.
E neanche il tempo di dirlo, Kenta urlò “papà!” mentre correva verso di loro con un dolcetto in mano mezzo mangiato.

 
4.Smettila di piangere, era solo un tizio random coperto di carta igienica! [tanakiyo]
 
Prima di uscire di casa, Shimizu l’aveva raccomandato di una sola cosa -Mi raccomando, fai attenzione a Kaoru e non perderlo.
Tanaka aveva anche avuto il coraggio di mettere su un’espressione infastidita mentre rispondeva a tono -So prendermi cura di nostro figlio, non preoccuparti.
Beh… adesso Kaoru piangeva da ben dieci minuti e Ryu non poteva certo riportarlo a casa in quello stato! Kiyoko gliel’avrebbe fatta pagare per settimane!
-Smettila di piangere- lo pregò l’adulto -era solo un tizio random coperto di carta igienica!
Quello non fece il miracolo e, anzi, il mezzo rimprovero fece piangere il bambino di quattro anni molto di più.
Tanaka voleva solo passare la sua serata padre-figlio accompagnando il bambino in giro per le case a fare dolcetto e scherzetto. Si era distratto mezzo secondo e Kaoru era stato spaventato da un idiota mascherato.
L’adulto finì per sospirare e mettersi seduto a terra, poi con voce rotta annunciò -Mi dispiace Kao… so che avresti preferito andare con la mamma invece che con me, possiamo tornare a casa se preferisci.
Kaoru tirò su con il naso e si avvicinò barcollando al suo papà, poi lo abbracciò forte -io voglio stare con te- pianse ancora -ma mi devi proteggere.
Tanaka lo strinse forte baciandogli la testa -scusami, ti proteggerò sempre- promise. Poi, quando il bambino si fu calmato, propose -che dici, cerchiamo quello che ti ha fatto spaventare e gli lanciamo le uova?
 
 
5.Non avevano più caramelle, così ho chiesto dell’erba. [osasuna]
 
Il problema di vivere con Naomi e Samu era che Rin non poteva mai comprare del cibo per un’occasione particolare con troppo anticipo. Questo perché quei due riuscivano a mangiarla prima di subito senza guardare in faccia nessuno.
Era per questo motivo che, quell’halloween, Suna uscì a comprare le caramelle da portare alla festa di quella sera due ore prima dell’orario prestabilito.
Ovviamente fu impossibile trovarne e, quando tornò a casa, raggiunse Osamu nel bagno dove si stava facendo la doccia e annunciò -Sono andato al konbini ma non avevano più caramelle, così ho chiesto dell’erba.
Ci fu un gran fracasso mentre Osamu si affrettava a ad aprire la porta semitrasparente della doccia, guardarlo sconvolto e chiedere -Cosa!?
-Sì, ma non avevano neanche quella- concluse Suna alzando le spalle.
Osamu continuava a guardarlo con l’espressione di chi si era decisamente perso qualcosa e Rintaro concluse -Quindi, per quanto sia stato davvero tentato di prendere l’origano e spacciarlo per erba che tanto tuo fratello non avrebbe mai notato la differenza, alla fine ho preso questi- mise una mano dentro la busta e prese un barattolo in vetro che dentro conteneva qualcosa di verde -spero che ai bambini del vicinato dei tuoi genitori piacciano i cetriolini sott’olio.
 
 
6.Non dare ai bambini le caramelle con l'alcool! [bokuaka]
 
Ogni anno, le feste che i Black Jackal organizzavano per varie occasioni (natale, vincita del campionato, vacanze estive, qualcuno che cambiava squadra) erano sempre enormi e fonte di stress per Akaashi. Poiché doveva avere mille occhi sia per Bokuto che per i loro bambini.
Quell’halloween i gemelli avevano da poco compiuto tre anni e Bokuto aveva deciso di vestirsi (e vestire lui) da “mamma canguro” con questo intero vestito che aveva una sacca sul davanti per mettere i bambini.
Imbarazzo a parte, Akaashi non aveva motivo di lamentarsene perché era più facile così che il compagno non perdesse i loro gemelli. Peccato che i problemi erano davvero tanti e Keiji non riusciva a risolvere tutto subito.
Uno dei problemi di quell’anno fu Inunaki che aveva deciso di portare le caramelle con l’alcool, per poi metterle nella ciotola vicino a quelle normali senza alcun tipo di scritta che avvisasse della cosa.
Akaashi, dopo averlo scoperto, non aveva avuto il tempo di avvertire Bokuto per dirgli di fare attenzione che questo era già davanti al tavolo a riempire i loro bambini di dolci.
Urlò lo stesso -Non dare ai bambini le caramelle con l’alcool!- ma ormai il danno era fatto e poteva solo pregare che non succedesse nulla di male.
 
 
7.Quel costume è culturalmente insensibile. [iwaoi]
 
Iwaizumi era appoggiato allo stipite della porta a guardare con insistenza il figlio di cinque anni e il loro Labrador che indossavano i vestiti che Oikawa aveva comprato loro per quell’halloween. L’adulto in questione invece era chiuso nella loro camera da letto a cambiarsi.
Alla fine, Iwaizumi non riuscì più a trattenerlo e sbottò forte per farsi sentire dall’altro -Quel costume è culturalmente insensibile.
-Perché dici così!?- esclamò subito Tooru con la voce soffocata dalla porta chiusa.
-Perché!? Forse perché E.T. è vestito dalla mamma di Bambi e Haru da cacciatore?
-Io lo trovo geniale- fece presente il pallavolista -e poi Haru voleva vestirsi come te, quindi quell’accoppiata è l’unica che mi è venuta in mente.
Iwaizumi corrugò di più la fronte e si avvicinò alla porta della loro camera da letto chiedendo guardingo -Come me? Perché dovrei vestirmi da cacciatore?
La risposta gli arrivò da Oikawa che apriva la porta con il suo sorriso da schiaffi e un vestito da… cappuccetto rosso.
-No- esclamò subito Hajime con la voce bassa e il volto rosso per l’imbarazzo crescente.
-Perché no?- piagnucolò l’altro triste.
-É pedofilia.
-No, invece.
-Lo è!
Un litigio dopo, la serata si concluse con Haru che andò a fare dolcetto e scherzetto con i nonni e con Hajime che strappò a forza il vestito di Oikawa nella privacy della loro camera da letto.
 
 
8.Non sei un po’ troppo grande per fare dolcetto o scherzetto? [ushiten]
 
-Io vado- annunciò Diane raggiungendo l’ingresso di casa per mettersi le scarpe e prendere la borsa prima di uscire.
-Va bene- rispose Ushijima, mentre Tendo assottigliava lo sguardo e chiedeva -Dove hai preso quella gonna così corta?
-L’abbiamo comprata insieme- rispose lei tranquilla.
-Non mi sembra- rispose il genitore con uno sguardo ancora più indagatore.
-Comunque stai tranquillo papa, non sarò sola, ci sono tutti i ragazzi e facciamo solo una passeggiata nel vicinato.
-É quello che mi preoccupa- sussurrò piano il rosso mentre Ushijima, un Ushijima fin troppo innocente, chiedeva -non sei troppo grande per fare dolcetto e scherzetto?
Diane rise, poi li raggiunse e diede un bacio in guancia ad entrambi, prima di andar via rispose -Non si è mai abbastanza grandi per divertirsi.
Chiusa la porta alle spalle della sedicenne, Tendo alzò gli occhi al cielo e sbottò -Com’è diventata brava a dissimulare… qui l’unico dolcetto che vuole è quello di Haru.
Ushijima si voltò nella sua direzione, poi serissimo chiese -in che senso?
Tendo ignorò la domanda, lo prese per mano e lo trascinò in cucina -vieni, dammi un parere sui nuovi cioccolatini che ho fatto, se sono buoni potremo darne qualcuno ai bambini che a breve inizieranno a suonare.
-Sono sempre buoni i tuoi cioccolatini.
Tendo sorrise innamorato, Ushijima continuò -e anche se non fosse, non abbiamo caramelle, quindi non c’è molta alternativa.
 
 
9.Okay, suona il campanello e scappiamo! [arankita]
 
Considerando che Aran e Kita avevano adottato Gen da poco e questo non aveva avuto il tempo per farsi degli amici per andare a fare “dolcetto o scherzetto” in giro, i due adulti avevano deciso di accompagnarlo.
Gen aveva provato a dire loro che non c’era bisogno, che non era così importante se avevano altri impegni, ma i due genitori non avevano voluto sentire ragioni e avevano iniziato il loro cammino nel quartiere.
Arrivati alla prima casa, Kita si mise davanti il vialetto e commentò –Okay, suona il campanello e scappiamo!
Sia Gen che Aran gli lanciarono uno sguardo confuso, uno sguardo che durò un po’ troppo a lungo e che fece muovere Shinsuke a disagio –Cosa?- chiese poi.
-Hai mai fatto dolcetto o scherzetto?- volle informarsi Aran.
Kita arrossì leggermente mentre rispondeva –con la nonna vivevo in campagna, lì non si facevano queste cose.
Aran rise, quello spiegava molte cose.
-Perché?- si agitò Kita –Ho sbagliato qualcosa? Mi ero informato su internet e…
Gen spiegò –Bisogna suonare il campanello e aspettare che le persone ci diano dei dolcetti, solo se non lo fanno possiamo fare loro uno scherzo e poi scappare.
-Oh- Kita ci pensò su –sì, così ha più senso.
Aran continuò a ridere e non riuscì a trattenersi dall’abbracciarlo intenerito, Gen li fissò innamorato della sua nuova famiglia, poi corse ad unirsi.
 
 
10.Non penso dovresti mangiare tutto quello zucchero… [shoumika]
 
Con il lavoro di Mika da infermiera, molto spesso Suguru si era trovato da solo a doversi occupare di suo figlio Natsu. La donna, tuttavia, gli aveva sempre lasciato tutte le indicazioni su cosa fare, quanto mangiare dargli e gli orari in cui fargli fare le cose.
Natsu inoltre era un bambino abbastanza calmo, quindi Suguru non aveva nulla di cui lamentarsi e adorava passare le sue giornate con lui.
Solo che, quella sera, Mika non gli aveva dato troppe indicazioni.
Lei era a lavoro mentre lui aveva portato Natsu a fare “dolcetto o scherzetto in giro per il quartiere, la serata era stata molto carina e nel tragitto di ritorno a casa Natsu si stava rimpinzando di dolci che aveva ricevuto.
Suguru lo guardò di sottecchi e poi provò a dire -non penso dovresti mangiare tutto quello zucchero…
Il bambino alzò lo sguardo verso di lui, confuso, le sue guance stavano scoppiando come quelle di uno scoiattolo e, senza strozzarsi, riuscì a chiedere -Perché?- ingoiò e continuò -la mamma non vuole?
Beh, in realtà Mika non gli aveva detto nulla, quindi immaginava che per un giorno andava bene se il bambino mangiava tutti quei dolci.
Finché, dopo che passò l’intera notte a doversi occupare del mal di pancia del figlio dovuto all’eccesso di zuccheri, capì che sua moglie non gli aveva detto nulla perché lo dava per scontato.
Suguru aveva ancora tante cose da imparare.
 
 
11.Se prima non eri diabetico, sono piuttosto certo tu lo sia appena diventato. [matsuhana]
 
-...quindi sono andato in cucina a prendere qualcosa da bere e ho trovato questo ragazzo che stava vomitando anche l’anima dentro il lavello, mi faceva pena e non c’era nessuno ad aiutarlo quindi l’ho fatto io e…
Makki lanciò un veloce sguardo a Mattsun per accertarsi che anche lui stesse cercando un modo per zittire Youta Kageyama senza fargli sembrare che non volessero ascoltarlo.
Loro adoravano il fidanzato di loro figlio, davvero, era così carino e solare e perfetto per Sho che non avrebbero potuto chiedere di meglio. Ma era perfetto per Sho, non per loro.
Youta aveva iniziato a parlare ininterrottamente circa quindici minuti prima, il rosso aveva infatti riaccompagnato Sho a casa dopo che erano stati a una festa di halloween insieme e, non appena erano entrati, Sho si era addormentato tra le sue braccia.
Makki aveva fatto l’errore di far notare a Youta che aveva la maglia sporca e questo aveva iniziato a raccontare tutta la storia di quello che era successo.
-Se prima non eri diabetico, sono piuttosto certo che tu lo sia appena diventato- fu Mattsun a dirlo per interrompere quel flusso in piena e cambiare argomento. Era stata una frase che gli era venuta spontaneamente nel notare che il rosso, mentre continuava a parlare, si stava mangiando tutte le caramelle che avevano portato via dalla festa.
-Oh no, non si preoccupi- rise Youta -non credo ci sia questo problema, una volta mio padre Tobio mi ha raccontato che…
Lo sguardo che questa volta si scambiarono i due adulti fu più esasperato, sarebbe stata una lunga notte.
 
 
12.Mi fa sperare possa accadere qualcosa di realmente interessante. Tipo un omicidio. [kuroken]
 
-Va bene, ho finito la live, possiamo prepararci per andare- annunciò Kenma raggiungendo marito e figlio nella stanza di quest’ultimo dove stavano giocando con costruzioni e gatti.
Kuro lo guardò stupito, poi lanciò un veloce sguardo all’orologio al suo polso e tornò a rivolgersi a lui ancora più stupito -che succede?
Kenma incrociò le braccia al petto -Che deve succedere?
-Sei in anticipo per andare a una festa a casa di Bokuto. Tu odi andare a casa di Bokuto.
-Vero- concesse l’ormai quasi non più biondo -ma Bokuto prende halloween fin troppo seriamente e Akaashi, stranamente, glielo lascia fare. Sono curioso di andare al loro party. Mi fa sperare possa accadere qualcosa di realmente interessante. Tipo un omicidio.
A Kuro scese un brivido lungo la schiena quando si rese conto che il suo compagno era perfettamente serio.
-Cosa è un omicidio?- chiese Kea in tutta la sua innocenza.
-Una cosa che spero non vedremo mai a casa dello zio- rispose il corvino con la consapevolezza che, tuttavia, conoscendo Bokuto non si poteva mai dire.
 
 
13.Stiamo andando al cimitero? Cos’hai, tredici anni? [kunikin]
 
Kindaichi era scappato dalle strade popolate di bambini e ragazzini in giro per il classico “dolcetto o scherzetto” e aveva trascinato Kunimi lungo la strada che portava al cimitero.
Quando questo lo capì commentò -Stiamo andando al cimitero? Cos’hai, tredici anni?
-Preferisci passare la serata con i tuoi nipoti pieni di zuccheri?
Kunimi ci pensò qualche secondo, un brivido lo percorse quando pensò ad Haru e stringendogli la mano allungò il passo per allontanarsi dalla strada principale.
Kindaichi sghignazzò, poi camminarono in silenzio per qualche secondo.
-Allora- fu Akira il primo a rompere quel silenzio -cosa vogliamo fare una volta arrivati? Proviamo a scopare sopra qualche tomba per vedere se ci maledicono?
Kindaichi si bloccò voltandosi a guardarlo sconvolto e Kunimi non poté fare a meno di ridere -stavo scherzando- lo prese in giro mentre si avvicinava e gli cingeva il collo con le braccia -sei così carino quando fai quell’espressione.
Kindaichi arrossì -smettila di dire che sono carino, è imbarazzante!
Questo fece ridere Akira ancora di più mentre raggiungeva le sue labbra per baciarlo.
Furono interrotti da degli schiamazzi lontani di adolescenti e Kunimi si staccò dal bacio con un luccichio negli occhi che non prometteva nulla di buono, infatti chiese -andiamo a spaventare gli adolescenti che hanno deciso di venire al cimitero per le loro prove di coraggio?
-Tutto quello che ti rende felice, amore.
 
 
14.Tutto ciò è ingiusto. Dove sono le versioni zoccola dei costumi maschili? [semishira]
 
Il negozio che avevano scelto per cercare il costume di halloween per Ami era enorme e aveva tantissime scelte, tra cui anche molti costumi per adulti.
Di conseguenza, mentre una Ami di sette anni girava da sola alla ricerca del vestito perfetto, Shirabu si era avvicinato a quelli della sua taglia per controllare che ci fosse qualcosa di carino.
Tuttavia, al settimo sbuffo infastidito, Semi non poté fare a meno di chiedergli -che succede?
Shirabu prese due vestiti da infermiere, uno maschile e uno femminile, glieli mostrò e commentò -Tutto ciò è ingiusto. Dove sono le versioni zoccola dei costumi maschili?
Semi riuscì a vedere perfettamente una donna con il figlio, a pochi metri di distanza, che si voltava verso di loro indignata per la parola che aveva appena detto.
Sorrise per scusarsi e si avvicinò al marito sussurrando -Non sono versioni da zoccola, sono solo due generi diversi- provò a spiegargli.
-Bugiardo- sibilò il dottore in risposta -nessuna delle infermiere a lavoro indossa questo straccetto qui.
-Ah ma perché…
-Bene, se pensi che sia perfettamente normale allora lo prenderò per me, vediamo se diranno le stesse cose che mi hai detto tu al party dove dobbiamo andare.
-KENJIRO!
Questo rise -vedi che ho ragione?
Semi mise il broncio, poi diede un veloce sguardo alla gonna davvero corta del vestito femminile e si ritrovò a borbottare -se comunque vuoi comprarlo per la nostra privacy non dico di no.
-Oh? Siamo arrivati ad avere queste fantasie?
La risposta di Semi fu solo il suo rossore.
-Va bene, tu vai ad aiutare nostra figlia con la sua scelta, qui ci penso io.
 
 
15.Questo party fa schifo. Preferirei essere là fuori a bussare alle porte coi ragazzini delle medie. [futaone]
 
Per sentirsi ancora giovani, dopo aver accompagnato Yuki dai suoi amici, Futakuchi e Aone avevano deciso di andare a un party quell’halloween.
Il castano non sapeva se era per le aspettative troppo alte che si era fatto o perché ormai non erano più dei ragazzini, ma si stava annoiando a morte.
Dopo un drink fin troppo annacquato, raggiunse Aone fuori dal locale e commentò -questo party fa schifo. Preferirei essere là fuori a bussare alle porte coi ragazzini delle medie.
Aone aveva annuito -con Yuki.
Kenji rise -Sì, anche se non penso lui sarebbe stato molto felice di averci intorno, ormai è grande.
-É il nostro bambino.
-Lo so, lo so, dico solo che ha bisogno di farsi le sue esperienze.
Aone rifletté su quelle parole, poi annuì.
Passò qualche secondo prima che Futakuchi buttasse il bicchiere ancora per metà pieno e commentasse -senti, il problema non siamo noi che siamo troppo vecchi, semplicemente questa festa fa schifo. Andiamo a casa a farne una tutta nostra.
Aone annuì di nuovo e non perse tempo a raggiungere la loro macchina.
 
 
16.Sono solo un paio di uova, non ti danneggeranno l’auto. [yakulev]
 
La puzza delle uova rotte in macchina non se ne sarebbe andata tanto facilmente, Yaku lo sapeva bene, per questo aveva categoricamente detto a Lev che non aveva alcuna intenzione di fargliele portare.
Il russo aveva risposto lamentandosi “Sono solo un paio di uova, non ti danneggeranno l’auto.”
E, davvero, Yaku avrebbe avuto tantissimo da ridire su quella frase. Ma poi si era ricordato che il più alto voleva farlo per Isak, che voleva portarlo in giro a fargli provare tutte quelle esperienze che non aveva avuto da bambino: come appunto lanciare uova alle case che non davano dolciumi il giorno di Halloween.
E, insomma, avevano un figlio! Lev era diventato abbastanza responsabile, poteva fargli portare delle uova nella sua macchina, sarebbe riuscito a non romperle.
O almeno, questo era quello che aveva sperato, poiché alla prima curva, che Yaku non aveva preso neanche troppo velocemente, il più grande sentì uno strano rumore e una leggera puzza che iniziò a diffondersi dentro il veicolo.
Non ebbe bisogno di voltarsi per vedere il danno per capire cosa era successo, anche perché il sussurro di Isak dai sedili posteriori che affermava -Lev, scappa!- era più che evidente.
Oh, Lev avrebbe dovuto correre più veloce di Yaku nella sua macchina.
 
 
17.Non se ne parla. Le persone che fanno sesso alle feste crepano, ad halloween. É la logica dei film. [tsukkiyama]
 
Da quando Emiko era entrata nella loro vita come un uragano, i momenti di intimità tra Kei e Tadashi erano diminuiti. Era una cosa ovvia, questo non voleva dire che si amassero di meno, ma i loro impegni erano duplicati e avevano costantemente un’altra persona in casa, quindi dovevano gestire il tutto nel migliore dei modi per trovare momenti liberi.
Quella sera era un momento perfetto per Kei.
Sugawara e Sawamura avevano organizzato una festa nella loro enorme villa per halloween, Emiko non si era staccata dal fianco di Kazuki fin da quando erano arrivati e loro avevano tutto il tempo di fare una scappatella in bagno senza che nessuno se ne accorgesse.
Tadashi capì subito dove stava andando a parare il suo ragazzo quando gli cinse i fianchi da dietro e gli baciò il collo.
-No, no, no- esclamò subito il moro girandosi tra le sue braccia per guardarlo in volto -Non se ne parla. Le persone che fanno sesso alle feste crepano, ad halloween. É la logica dei film.
Kei lo guardò come se gli fosse cresciuta una seconda testa -Stai scherzando, vero?
-Assolutamente no.
-Sugawara non la pensa allo stesso modo visto la quantità di tempo che è stato in camera da letto con Daichi prima. Non dovremo prendere esempio dai nostri senpai?
Tadashi strinse lo sguardo -Non riuscirai a convincermi.
-Neanche se ti dico che potrebbe essere interessante sfidare la sorte?
Yamaguchi rise -Tipo quelli che lo fanno sul bordo di un precipizio per provare qualcosa di nuovo?
-Qualcosa del genere.
-No, non mi convincerai- concluse baciandogli la guancia e allontanandosi.
Tadashi però non aveva messo in conto che Kei lo conosceva talmente bene da essere sicuro che, entro la fine della festa, sarebbe riuscito a convincerlo.
 
 


n.a. della storia 8:
-Diane chiama Tendo “papa” perché è in francese, usa spesso il francese quando vuole ammorbidirlo e convincerlo a farle fare cose. Oppure quando sta male e vuole essere coccolata.
-Extra: nel bel mezzo della notte Ushijima si sveglia e capisce a che “dolcetto” si stava riferendo Tendo, così passa la notte insonne e il giorno dopo chiama Oikawa per dirgli “hai comprato i preservativi a tuo figlio, vero?” (poi chiamerà a Iwaizumi dopo che Oikawa gli ha chiuso il telefono in faccia senza risposta).
  
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