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Autore: SnapeOivalf    10/09/2009    3 recensioni
Una giornata come tutte le altre che per Andew cambiò con il suono di un vecchio violino.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il violino incantato di Andrew
“Anche quest’anno mi ritrovo a pulire lo scantinato con mio padre”. Questo pensiero tormentava ogni 5 maggio, alle 8:30 del mattino, il giovane Andrew, 16 anni, che viveva nel Wisconsin.
Dopo aver un’abbondante colazione, era pronto con una magliettaccia a scendere nello scantinato. Non aveva mai avuto curiosità per quel posto, ma quel giorno si sarebbe ricreduto. Muniti di scope e stracci, cominciarono a pulire i pavimenti. A quel punto il padre gli poneva sempre la stessa domanda:
“Tutto a posto, Andrew?”.
“Certo, tutto a posto”. Risposta secca.
Finché Andrew, alzando un vecchio scatolone, notò una cosa che non aveva mai visto nella sua vita: una porticina sul pavimento. Chiese a suo padre cosa fosse. L’uomo non sprecò molte parole: disse solo che era una botola. Ma Andrew era un ragazzo molto curioso, sempre alla ricerca di nuove esperienze e spesso leggeva delle pesanti enciclopedie per colmare la sua voglia di conoscere.
Di sicuro non poteva farsi scappare quel segreto che il padre non voleva rivelare. Così quando il padre dovette salire per prendere degli attrezzi, Andrew sollevò la scatola e, con la massima attenzione, aprì la botola.
Dentro c’era un violino con il legno mangiato dalle tarme e le corde logorate dal tempo. Lo tirò fuori e lo espose alla luce. Era molto bello. Andrew pizzicò le corde producendo tre note stonate, ma che bastarono per provocare qualcosa di magico.
Le corde del violino uscirono dal manico, si estesero e unendosi formarono una cornice di dimensioni umane sospesa nell’aria. Sembrava vuota, ma passandoci in mezzo la mano destra, Andrew la vide scomparire.
Senza paura fece passare interamente il suo corpo e in pochi secondi venne catapultato in un luogo che aveva visto nei libri di storia: un castello con tanto di torri e merli. Davanti a lui un uomo dai capelli neri lunghissimi raccolti in una treccia, sul suo viso era stampato un sorriso; l’uomo gli indicò la strada per entrare e spiegò che lì si trovavano dei maghi per combattere una bestia mandata dal padrone dell’Oscurità.
Andrew non capiva. Altre tre persone raggiunsero il giardino di erba verde profumata, si presentarono e gli parlarono. Da loro scoprì di appartenere a una stirpe antichissima di maghi e che la magia lo aveva richiamato per combattere: non era un caso che si trovasse lì.
I maghi allora si riunirono, l’uomo dai lunghi capelli alzò un bastone e tutti vennero trasportati in una grotta. Le tenebre avvolgevano ogni cosa, ma Andrew non aveva paura. Gli piaceva. Da un angolo della caverna apparve una lunga coda nera spinosa che avanzava strisciando verso di loro. Involontariamente Andrew sollevò le mani aperte. Con forza fece un movimento verso la belva. Dalle sue mani uscirono scintille verdi che spezzarono quella coda. Tutti si volsero verso di lui orgogliosi: sapevano che un punto debole della bestia era la coda, l’altro il collo. Gli altri maghi si adoperarono per annientare il drago. Muovendosi coordinati richiamarono una fune dal nulla stringere il collo della bestia.
Un attimo dopo l’intero corpo del drago cadde a terra, la terra si scosse. La missione era stata completata. L’uomo dai capelli lunghi riportò tutti al castello e restò solo con Andrew. Gli spiegò che presto ci sarebbe stato bisogno di lui e per questo gli consegnò un anello d’argento con un rubino incastonato, col quale era possibile mantenersi in contatto.
“Buona fortuna ragazzo mio”, disse il mago congedandosi e sparì all’interno della cornice. Ne seguì un rombo, le corde rientrarono nel manico del violino e tutto tornò come prima.
Andrew ci mise un po’ per riprendersi, si pizzicò per assicurarsi di non aver sognato. Da quel giorno si ritrovò a combattere creature del male insieme a Martin, l’uomo dai capelli lunghi che divenne la sua guida.
Quella mattina mise da parte il violino e continuò a pulire con una gioia nel cuore che non aveva mai provato prima. Suo padre tornò con la cassetta degli attrezzi: nel mondo reale era passato pochissimo tempo ma per il ragazzo si aprì un’eternità.
  
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