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Autore: LuanaJarjeyes    09/11/2022    3 recensioni
Durante un ballo Oscar viene avvicinata dal conte Fersen che ha tutt'altro che buone intenzioni, ma per fortuna André la salverà facendole passare una serata romantica e dolce
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: Ciao a tutti! oggi ho deciso di scrivere una storia un pò diversa dal solito diciamo meno piccante e più dolciosa :3 ma spero che vi piaccia lo stesso. Buona lettura <3



 - Buonasera Oscar...- una voce rauca alle mie spalle mi fece sobbalzare. La riconoscevo! Sapevo a chi apparteneva e la cosa non mi piaceva affatto.
- Buonasera a voi... conte...- risposi intimorita mentre mi sventagliavo, il mio corsetto mi stringeva troppo, mi sentivo soffocare... maledetta Nanny! Non ero abituata a indossare gli abiti, ma per un ballo come quello non avevo potuto fare altrimenti. Fersen mi squadrava dalla testa ai piedi... come una preda da agguantare.
- Vi trovo molto bene Oscar, siete splendida. – mi prese la mano per baciarla, ma io tremavo. Doveva allontanarsi e subito! – Vi andrebbe di accompagnarmi a prendere una boccata d’aria? Vi vedo un po’ accaldata...  – ridacchiò e senza attendere la mia risposta mi afferrò per le spalle e mi condusse verso il balcone aperto, passando attraverso le coppie che danzavano la volta. Presto mi ritrovai da sola con lui, al chiaro di luna, ma almeno potei respirare a pieni polmoni l’aria fresca estiva, era rigenerante e mi sarei sentita molto meglio se non fosse stato per il suo sguardo sempre più penetrante e affilato, diretto ancora su di me, anzi, sul mio corpo.
- Preferirei che non mi guardaste in quel modo, conte Fersen. Non mi piace affatto il vostro comportamento, è irriverente e irrispettoso e non intendo tollerarlo oltre! – esclamai con rabbia, ma lui non sembrò reagire in alcun modo, risultando anzi divertito, come fosse un gioco.
- Ma avete sentito cosa vi ho detto!? –
- Certo Oscar, vi ho sentita. – ridacchiò – ma non ci credete neanche voi alle vostre parole mia cara... so bene cosa provate per me, quanto avete sofferto per colpa mia, e adesso io intendo farmi perdonare. – si avvicinò a me, accarezzandomi una guancia – voi siete una donna molto bella, anche più affascinante della regina se posso permettermi... e se voi mi volete Oscar, io vi avrò. Tenetelo bene a mente. Sarete mia. –
- Mai!! – gli sputai in un occhio, riuscendo per qualche secondo a farlo barcollare all’indietro quanto bastava per allontanarmi e rientrare nella sala da ballo.
- Andrè! Andrè!! – gridavo a perdifiato, finché alla fine non mi trovai contro il suo petto forte e muscoloso. Era davvero lui!
- Maronn’ ru carmine Oscar, ma che ti succere? Pari nu fantasma! –
- Forse sung mort verament... portami via André, te ne prego! –
- Jamm va’... nun ci facimm verè... –
E di soppiatto mi nascose sotto il suo mantello portandomi in una stanza vicina, dove chiuse la porta e fortunatamente eravamo da soli. Mi gettai sul divano di velluto e tentai di riprendere fiato, le guance mi andavano a fuoco e il mio cuore stava per scoppiare. Che serata! Menomale che avevo il mio Andrè, il mio angelo custode. Guardai verso di lui e sorrisi: era tutto ciò di cui avevo bisogno.
- Ecco fatto. Ti senti meglio mo’? –
- Sì, grazie Andrè, sei tanto caro. -
- Senti ‘na cosa Oscar... – si sedette vicino a me dubbioso, avvicinando il naso al mio collo. – Sento uno strano profumo... ma nunn’è che ti si è avvicinato qualcuno vero? Dimmi la verità non mentire perché lo sai che succede... –
- Bhe... a dire la verità mi si è avvicinato il conte Fersen poco fa – ammisi a malincuore: ero ancora preoccupata nel pensare che lui fosse ancora nella sala da ballo, probabilmente mi stava ancora cercando...
Lo sguardo di Andrè si indurì subito. – Ma ti sembra normale Oscar? No dico ti sembra normale!? – gridò arrabbiato.
- Cosa Andrè? –
- Ma mi stai pigliann’ po’ cul? Ma nun ti mett scuorn? Basta che uno ti si avvicina e tu ci vai così, come se niente fosse, ma io nno sacce... nno sacce veramente. – sbottò dando un calcio ai soprammobili posizionati sul tavolino e facendoli sbattere al muro, rompendo vetri e cristalli in mille pezzi.
- Andrè! Calmati adesso! –
- Calmarmi!? Ma ti rendi conto di quello che dici Oscar!? Ma ti guardi allo specchio? Io te l’avevo detto di non venire al ballo, te l’avevo detto o no? E tu non mi ha ascoltato, pk sì na zoccola ecco pk! –
- Ma... se non fossi venuta la regina Maria Antonietta ne sarebbe rimasta delusa! –
- Ma k me ne fott di chella zompapereta! Tu non esci più di casa hai capito!? Che appena metti piede fuori gli uomini ti saltano addosso! tu sì troppa bell è questa la verità, e pure vestita da fimmina accussì ti guardano tutti! tutti ti ‘mmiran! Chillo rattuso r’Alain teneva l’alzabandiera perenne nei pantaloni ca manc’ si poteva muovere! Nun te sì domannat’ comm mai non ti era venuto ancora a parlà? Era pk non poteva manc’ camminà!!! – calciò il tavolino sollevandolo da terra e capovolgendolo, e poi continuò a calciarlo per sfogarsi, dopodiché tirò fuori una bottiglia di vino dalla giacca e cominciò a bere.
- Andrè smettila! – gridai in lacrime. Vederlo in quel modo mi distruggeva, odiavo quando soffriva per colpa mia... ma era vero, la colpa era solo mia. Se non fossi venuta al ballo, se non avessi indossato un abito del genere, nulla di tutto questo sarebbe successo, e Andrè non avrebbe sofferto... dopotutto l’avevo fatto stare male per vent’anni non ricambiando il suo amore, era normale che impazzisse in quel modo, il suo immenso amore per me lo portava a fare dei gesti inconsulti, solo per rabbia e gelosia. Ma non avrei permesso che accadesse. Doveva sentire tutto il mio amore, doveva capire che per me esisteva solo lui. Mi alzai e lo raggiunsi per abbracciarlo forte.
- Non capisci Andrè!? Non capisci che mi importa solo di te, che ti amo alla follia? –
- Statti zitt’ zoccola!! – mi diede uno schiaffo in faccia facendomi crollare al pavimento.
- Andrè... –
- Oscar... Oscar perdonami... non ero in me io... non volevo... scusami... – si abbassò per aiutarmi a rialzarmi e mi poggiò sul divano. Era in lacrime anche lui. Oh Andrè... il mio Andrè... è tanto forte l’amore che hai per me?
- Amore mio, adesso basta... – lo abbracciai, stringendolo al mio petto. – ti prometto che non metterò più un abito in tutta la vita... –
Mi baciò sulle labbra e lo baciai anch’io con passione. Mi fece sdraiare e si mise sopra di me, alzandomi la gonna e abbassandosi i pantaloni. Mi guardò negli occhi con dolcezza e mi accarezzò una guancia. – Andrè, ti amo tanto... sono pronta – sussurrai. – fammi tua. Prendimi, fai di me ciò che vuoi, fammi godere, voglio concedermi a te! –
Si tolse la camicia e la strappò scoprendo il suo torace muscoloso e allenato, ricoperto di goccioline di sudore che scendevano sui suoi pettorali scolpiti. I suoi ricci castani gli scendevano sulle guance e le sue labbra erano morbide e rosee, senza contare i suoi occhi smeraldo... ah quegli occhi! Mi sembrava di potermici tuffare dentro. Erano come pozze d’acqua cristallina in cui perdersi sospirando d’amore.
- Andrè sei bellissimo... – dissi incantata, e lo era davvero. Era talmente bello che sembrava un Dio greco.
- Anche tu Oscar sei stupenda, a femmina cchiù bella ro munn! – rispose baciandomi.
A quel punto non aspettai oltre e allungai una mano per infilarla nelle sue mutande, afferrai il suo sesso eccitato e iniziai a muovere su e giù per prepararlo. Era già umido e duro come una roccia... ormai bollivo di eccitazione non resistevo più.
- Oh Oscar... tesoro... –
- Sì amore mio, sono qui per te.. –
Con una spinta forte e decisa entrò nella mia Flora e gemette urlando insieme a me. Provai una scarica di piacere, mi sembrava di impazzire. Io e Andrè eravamo una cosa sola, fusi insieme come le due metà di un cuore...
Continuò a spingere con forza mentre io urlavo di piacere. – Oh Andrè! Sì! -
Ma dopo qualche momento si fermò, guardandomi preoccupato negli occhi.
- Cosa c’è tesoro? –
- Oscar io.. non voglio farti male... – versò una lacrima. Com’era caro!
- Ma amore tu non potresti mai farmi male, sei bellissimo! – lo rassicurai sorridente e lui riprese a spingere mentre io mi aggrappavo alla sua schiena muscolosa, stretta tra le sue braccia forti.
- Oscar dimmi ca ti piac! DIMMI CA TI PIAC!! – gridò portandomi una mano alla gola e premendo leggermente ma non abbastanza da soffocarmi, mentre spingeva più forte.
- Sì! –
- Ti piace? TI PIACE? –
- SI AMORE! –
- Dimmi che mi ami, dillo!! –
- Ti amo Andrè!! –
Raggiunse il limite e con un’altra spinta riversò tutta la sua rugiada dentro la mia Flora e anche io raggiunsi il picco del piacere insieme a lui, sospirando innamorata e soddisfatta. Si accasciò sopra di me e ci addormentammo esausti ma felici, non mi importava se poteva entrare qualcuno, non mi importava di niente, l’unica cosa che volevo era restare col mio Andrè nella nostra piccola bolla d’amore.
   
 
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