Doverosa premessa: sono sparita da Efp, lo so, non so dire se aggiornerò presto o se tornerò in certi fandom, diciamo che se volete avere la certezza matematica dei miei aggiornamenti vi conviene controllare Wattpad/Ao3 o aggiungermi sui social, che lascio qua sotto.
Questa storia ha un senso che mi sfugge, quindi taccio nella speranza di risultare più profonda di quanto non sia: preciso che il titolo della raccolta e i singoli titoli delle tre drabble provengono da Montale. Libera interpretazione sul significato di queste citazioni che, nella mia testa, rappresentano un percorso (watch me quando mi dimenticherò di spiegare che percorso, a fine terza drabble).
La protagonista è Kiyoko Shimizu, sapete tutti dove andrò a parare, o forse no. Ringrazio chi leggerò, Frei per la challenge, Maqry per avermi ricordato che era anche ora di iniziare a scrivere e niente, vi voglio bene. Un po'.
Vi aspetto in giro, nei commenti o nelle varie chat.
Gaia
Facebook: Bessie Efp
Instagram: bessie_efp
Twitter: GaiaBessieEfp
Tumblr: gaia-bessie
Wattpad: GaiaBessie
Ao3: GaiaBessie
Questa storia ha un senso che mi sfugge, quindi taccio nella speranza di risultare più profonda di quanto non sia: preciso che il titolo della raccolta e i singoli titoli delle tre drabble provengono da Montale. Libera interpretazione sul significato di queste citazioni che, nella mia testa, rappresentano un percorso (watch me quando mi dimenticherò di spiegare che percorso, a fine terza drabble).
La protagonista è Kiyoko Shimizu, sapete tutti dove andrò a parare, o forse no. Ringrazio chi leggerò, Frei per la challenge, Maqry per avermi ricordato che era anche ora di iniziare a scrivere e niente, vi voglio bene. Un po'.
Vi aspetto in giro, nei commenti o nelle varie chat.
Gaia
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Ti piaceva la vita fatta a pezzi
1. Ossi di Seppia
[Sabbia]
Avevi paura del mare – e di te.
Ti piaceva saltare, nel vuoto, anche se cadere era annegare.
Le impronte lasciate sulla sabbia, fosse spiaggia o la pista della corsa a ostacoli, ad asciugarsi tra mattina e mezzogiorno.
Avevi paura delle cose intere – inspiegabili – e di quegli ossi di seppia lasciati a macerare sul bagnasciuga, che poi divenivano sabbia bruna, appiccicosa.
Sulla suola delle scarpe, lì, c’è ancora scritto chi sei (e chi sei diventata).
Che avevi paura di tornare a saltare, che faceva male lo schianto contro l’ostacolo, quello basso, sulla caviglia.
Avevi paura del mare – gli ossi di seppia sbriciolati, il giorno in cui decidi di tornare a saltare.
(110 parole)