Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Edoardo DV 2000    15/11/2022    1 recensioni
Era un Black. Non poteva amare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un’altra ragazza in lacrime scappa dal dormitorio maschile del sesto anno di Grifondoro.
Ecco, ne ho fatta disperare un’altra, vabbè fa niente, avanti la prossima. Questo è il pensiero di Sirius Black mentre scende le scale, annoiato, prima di spaparanzarsi in Sala Comune.
Quella con Marlene McKinnon sembrava essere la prima relazione quasi stabile del Malandrino, durando addirittura un mese. Ma, come con le altre, si era annoiato e l’aveva scaricata senza troppi complimenti e con davvero poco tatto. Tipico di Felpato.
Solo che non aveva fatto i conti con una cosa. Anzi con una persona. Come una furia una ragazza dai capelli rossi accesi avanza per la Sala Comune rossa-oro diretta proprio verso il divano dove il giovane Black era sdraiato.
“Evans, che gioia veder…”
Non fa in tempo a finire la frase che un sonoro schiaffo lo colpisce in pieno volto.
“TU, piccolo stronzo arrogante. Hai illuso Marlene, l’hai solamente usata per i tuoi scopi da pervertito. Non osare mai più avvicinarti a lei, bastardo senza cuore”. La piccola Lily Evans gli aveva urlato addosso tutto questo. Marlene è una delle sue più care amiche e questo fatto l’aveva toccata nel profondo, come se quella scaricata malamente fosse lei.
“Devo convincere James di scoparti di più Evans, così scarichi in modo positivo la rabbia e non rompi il cazzo alle persone e non ti impicci in affari che non ti riguardano”. Con finta arroganza, come se questa cosa non l’avesse toccato, Sirius sorride a Lily e se ne va fuori dalla Sala Comune abbastanza velocemente da non permettere alla rossa di rispondergli a tono.
Ma questo schiaffo lo aveva toccato nel cuore, come se tutti gli scudi che aveva creato in quegli anni fossero crollati. Lo aveva scosso dentro. Aveva bisogno di respirare aria pulita.
La Guferia era il posto migliore per questo scopo. A quell’ora ci dovevano essere pochi gufi, quindi poco casino.
Lily aveva ragione, era uno stronzo. Ma lui era incapace di amare, o almeno era quello che si diceva davanti allo specchio. Cresciuto nell’ambiente di una famiglia amante solamente del sangue puro ere impossibile riuscire a provare affetto per qualcuno. Ovviamente James, Remus e Peter erano un caso a parte. Ma l’amore quello vero, quello nei confronti di una ragazza era impensabile.
“Chi è nato da una relazione senza amore, è incapace di amare a sua volta”. Aveva letto questa frase in uno di quei libri noiosi di Ruff, dove si parlava di Salazar Serpeverde. E non ha tutti i torti.
I suoi genitori non si erano mai amati, a mala pena si sopportavano. Sposati solo per mantenere la linea purosangue e, pensava Sirius, perché il Signore Oscuro li aveva obbligati.
“Fanculo”. Prende un sasso e lo lancia giù, poi un altro, poi un altro ancora. Non si era accorto delle lacrime che avevano iniziato a rigargli il viso. Quanto cazzo si sbagliava. Amava Marlene. Si trovava bene con lei, era il tassello perfetto che combaciava perfettamente nell’unico buco mancante del suo cuore ferito e martoriato. Era l’unica persona di cui si fidava oltre ai Malandrini. Stare con lei lo faceva sentire stranamente a casa.
“No, impossibile. Non amo nessuno. Non sono debole.” Si ripeteva nell’alto della Guferia, anche se sapeva di avere torto marcio. Un po’ invidiava James per la storia con Lily, sbocciata in un amore pieno e convinto. Non si rendeva conto che la sua relazione con Marlene poteva evolversi come la loro. Nono non poteva mostrarsi debole.
“Se tiri un altro sasso potresti prendere in testa Silente che sta passeggiando”.
Una voce conosciuta, sicura e affettuosa lo raggiunge da dietro le spalle.
James. Il suo vero fratello. Lui che lo aveva accolto quando era fuggito da Grimmuld Place. L’unica persona che lo capiva.
“Mi racconti cos’è successo Sis?”
“Niente James. Un’altra ragazza che si era illusa. Pensava che l’amassi davvero. Un’altra da aggiungere alla lista. Non preoccuparti”.
Cazzo l’ho detto troppo poco convinto.
“Sì, questo lo so, lo dici sempre quando siamo con gli altri. Ma ora siamo solo io e te. Dimmi la verità”. Non c’era delusione o giudizio nelle parole di Ramoso, neanche pena. Solo affetto, solo dolcezza.
“Che ti devo dire James. Non posso amare io, non è nelle mie corde. Sono un Black, ti ricordi?”. Felpato continuava a dargli le spalle, perché se lo avesse guardato sarebbe scoppiato. Non poteva permetterselo. Anche con James faceva fatica a mostrarsi vulnerabile.
“No Sirius, non sei un Black. Sei solo Sirius, anzi in questo momento ti direi che sei un Potter dato che abiti da me e manca poco che mia madre ti adotti. Smetti di mentire a te stesso. Non sei tuo padre, non sei Regulus. Sei il Felpato che ha deciso di rischiare la sua vita trasformandosi in Animago per proteggere il tuo migliore amico, sei il Felpato che ha messo il suo mantello sulle spalle di una bambina in lacrime perché i suoi genitori erano stati uccisi, sei il Felpato che mi ha abbracciato e consolato quando continuavo a litigare con Lily e stavo male, sei il Felpato che ha aiutato il povero Peter nei compiti di Incantesimi, sei il Felpato che ha …”
“Sisì James ho capito”.
Se dice un’altra cosa così crollo.
“No Sirius adesso mi ascolti. Davvero. Sei la persona migliore che conosca. Sei mio fratello, il mio compagno di disgrazie e di gioie. Sei la persona più bella che io conosca. Affiderei a te la mia stessa vita”.
Quelle parole erano la goccia che fa traboccare il vaso. Il giovane Black cade sulle ginocchia con le mani in faccia. Lacrime amare e tristi solcano le sue guance. Singhiozzi rumorosi riempiono il silenzio di quella torre.
Ramoso si avvicina dolcemente, lo prende per le spalle e lo porta al suo petto. Come un papà con un bambino in lacrime, come un fratello maggiore con il fratello più piccolo.
Stanno così per tanto tempo. Ma non interessava a nessuno di loro due. Erano solo loro due, nessun altro. Due lati della stessa medaglia: uno che aveva imparato a sacrificarsi per la ragazza che amava, l’altro che doveva ancora imparare.
“Grazie James, cosa farei senza di te?”
“E io senza di te non sarei nessuno Sis. Però ora vai a parlare con Marlene, scusati, apriti con lei. Sai che di lei puoi fidarti. Non ti giudicherà. E Sis, tranquillo che io e la Evans scopiamo abbastanza”.
Una sonora risata prende il posto delle lacrime e i due ragazzi scendono da quella torre abbracciati.
Ramoso e Felpato. Insieme. Per sempre.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Edoardo DV 2000