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Autore: Edoardo DV 2000    15/11/2022    1 recensioni
E se un membro del mondo magico avesse visto la scena di Harry 11enne che parla con il boa?
E non un mago qualsiasi...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vernon Dursley stava guidando portando la famiglia e quindi, purtroppo per lui anche il piccolo Harry, al rettilario per il compleanno di Dudley. Ad un certo punto, nel traffico, una moto sfreccia veloce accanto a lui.
“...Corrono come pazzi, questi giovani teppisti!”.
Una moto abbastanza grossa lo sorpassa fissando quella macchina. Il vecchio Vernon era così impegnato ad urlare qualcosa a Harry non si accorse che il motociclista lo stava fissando.
“Mamma mia, il figlio di James trattato così” sussurro tra me e me. “Dovrò parlare con Silente, ma vediamo che succede.
Continuo a seguire per tutto il giorno quella piccola combriccola. Ad un certo punto si crea il caos. Il vetro di un serpente scomparso, il boa che si gira verso Harry, lui che gli sussurra qualcosa. Dudley spaventato e il suo amico eccitato.
Nessuno si sapeva spiegare come fosse successo, ma io sì. Harry non ce la faceva più a stare lì ad essere tormentato che si era sfogato facendo sparire il vetro. Ha potenziale il ragazzo, ma deve imparare a controllarsi.
“Harry gli ha parlato. Non è vero Harry?”. La domanda dell’altro ragazzino mi giunge alle orecchie.
Impossibile. Non può aver dialogato con quel serpente. È una forma di magia troppo oscura per lui. Poi conoscendo di chi è figlio, è impossibile. E se fosse vero?
Vedo Vernon guardarlo malissimo. Non sarà una serata facile per lui. Però meglio andare da Silente, ho visto abbastanza.
“Dai maledizione accenditi” sussurro alla moto. Chi me l’ha fatto fare di prendere questo aggeggio. Non so come faceva Sirius ad essere appassionato di queste cose. Mi guardo intorno, nessuno mi guarda. Tiro fuori la bacchetta e la faccio accendere con le cattive. Quando mai gliel’abbiamo regalata al 18esimo compleanno.
Però per fortuna è molto comoda per oltrepassare il traffico cittadino e, ancora più fortunatamente, vola.
Dopo un po’ di viaggio vedo in lontananza delle torri conosciute. Hogwarts. Casa.
“Devo vedere il professor Silente” dico al grifone che sorveglia l’ufficio del preside. Ma sembra non ascoltarmi.
“Uff, per favore è importante”. Niente da fare. Ok l’hai voluto tu. Inizio a dirgli una sfilza di dolci di Mielandia, soprattutto i preferiti di Silente.
“Api frizzole…. Caramella mou…. Cioccorana”. Finalmente il grifone ruota su se stesso e mostra una scalinata a chioccola.
Appena mi trovo davanti alla porta non faccio tempo a bussare che la porta si apre. Sembrava che mi stesse aspettando, ma strano, non lo avevo aspettato.
“Oh mio caro Remus, cosa ti porta qua in questa bella giornata?”. La voce dolce di Silente mi riporta alla realtà. Entro nel suo ufficio e lo trovo seduto alla scrivania, intendo a scrivere una lettera.
“Preside, come sta?” dico gentilmente.
“Oh andiamo Remus, ormai non sono più il tuo preside, puoi chiamarmi anche per nome”. Il viso di Silente si apre in un sorriso dolce, gioioso.
“Albus, sono qua perché sono un po’ preoccupato”. Inizio un po’ incerto, ma visto che continua a fissarmi continuo.
“So che non avrei dovuto farlo e che lo hai proibito a me e a Peter, ma ero a Londra per mie commissioni e mi sono ritrovato a seguire la macchina dei Dursley”. Lo sguardo del preside continua a fissarmi negli occhi, come se mi stesse leggendo dentro, ma continua a non dire niente.
“Non lo trattano come dovrebbero, non dico come uno dei maghi più famosi del mondo, ma anche solo come persona umana”.
“Remus, Remus… capisco la tua preoccupazione, alla fine è il figlio dei tuoi migliori amici. Ma sono convinto che è stata la cosa migliore mandarlo nel mondo babbano con i suoi unici parenti. Sono tempi ancora bui Remus, dobbiamo stare all’erta e proteggerlo finché possiamo”.
Silente si alza e guarda pensieroso fuori dalla finestra.
“So che la mia condizione non mi permette di accudirlo, ma non poteva stare qua con lei.. con te. Sei l’unico di cui Colui-Che-Non-Essere-Nominato ha paura e teme”
“Oh tu mi lusinghi Remus, Tom è sempre stato timoroso dall’affrontarmi direttamente lo ammetto. Ma mandare il piccolo Harry in un posto sconosciuto, in una famiglia che lo teneva nascosto il più possibile lontano dagli occhi di tutti era il meglio che potessimo fare. Fidati di me”. Il viso era tornato sereno e mi rivolgeva un sorriso carico di affetto.
“E’ successa una cosa Albus oggi, nella gita che ha fatto con i babbani. Una cosa di cui non sono sicuro al 100%, che se però fosse vera è spaventosa. Ad un certo punto ha fatto scomparire il vetro di uno dei serpenti, ma non è stato attaccato. Anzi un amico di suo cugino ha detto che ha parlato con il boa. Parlato Albus. È possibile che sia Rettilofono? Anche se né James né Lily sono discendenti di Salazar Serpeverde?”
Lo sguardo di Silente si era fatto sempre più buio e sempre più corrucciato ma non disse nulla.
“Non è possibile…. A meno che…. Tom…”. Era tornato a darmi le spalle e a guardare fuori dalla finestra sussurrando queste parole. Non riuscivo a capirne il significato.
“No Remus, non è impossibile, ma è molto improbabile. Però grazie di avermelo detto. E non preoccuparti, avrai modo di restare vicino a Harry. Non posso dirti altro per il momento e mi sa che ora devo congedarti. Stai sempre all’erta e cerca di proteggerti. Da settembre a Harry ci penserà Hogwarts”.
Detto questo torna alla scrivania. Capisco che la conversazione è finita, lo saluto e torno alla moto.
Prima di partire guardo ancora quel castello che è stato la mia casa, guardo il Platano Picchiatore che ha protetto gli alunni da me e ripenso a tutti i bei ricordi con gli altri Malandrini.
Chissà se ci tornerò mai.
   
 
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