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Autore: Fiorentinasara    16/11/2022    1 recensioni
Questa storia partecipa al contest di novembre indetto dal gruppo telegram Miraculous Fanfiction una Lukagami senza pretese
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Juleka, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quella settimana ci sarebbe stato il concerto di Luka Couffaine, e Kagami avrebbe voluto tanto prendervi parte, ma sua madre Tomoe le aveva detto di no, sostenendo di avere ben altri impegni.
Kagami ricordava ancora quella conversazione avvenuta una settimana prima.

“Mamma, potrei chiederti una cosa?’’ disse Kagami, rassegnata ad avere una lunga discussione con lei.
“Certo, ma fai in fretta: devo tornare a lavorare.’’ Rispose in modo autoritario la signora Tsurugi.
Kagami si fece coraggio: “Mamma, senti... vorrei andare al concerto di Luka Couffaine. Se mi darai il permesso, ti prometto che farò tutto quello che vorrai!’’
“NO, non se ne parla nemmeno. Mia figlia non andrà ad una quisquilia di poco conto come un concerto.” rispose la signora Tsurugi, stizzita dal fatto che sua figlia pensasse a queste frivolezze. “Devi pensare a cose più serie. Ora vai in camera tua.”
Kagami andò in camera sua, pensando che sua madre fosse una dittatrice. Ma lei in un modo o in un altro sarebbe andata a quel concerto, e avrebbe conosciuto Luka Couffaine.

Una settimana dopo quella discussione, infatti chiamò Juleka, sorella di Luka nonché sua amica.
“Juleka, ciao. Come immaginavo, mia madre mi ha proibito di andare al concerto di tuo fratello Luka, ma io lo devo conoscere e quindi ho deciso di andarci comunque.’’
“Come pensi di andarci Kagami? Se tua madre venisse a scoprirlo succederebbe una catastrofe.’’ Juleka era molto preoccupata per l’amica conoscendo il carattere severo della signora Tsurugi.
“Non ti preoccupare Juleka basta che vieni tu con me al concerto.’’
Kagami non ci aveva più pensato a quella discussione e faceva la sua vita, dividendosi tra scuola, scherma con Adrien e discipline giapponesi con sua madre, sempre più sicura che la genitrice non avrebbe mai scoperto del suo sotterfugio. 
Il giorno del concerto si svegliò agitata alla prospettiva che quella sera sera avrebbe potuto conoscere Luka Couffaine, il suo cantante preferito. Si fece una doccia, si vestì, e scese in cucina, comportandosi come ogni giorno per non far insospettire la madre.
“Buongiorno mamma, tutto bene?”
“Buongiorno a te, figlia mia. Oggi faremo doppio allenamento di discipline giapponesi.’’ annunciò la madre.
“Come desideri. Ora scappo a scuola, che sono in ritardo.’’ disse una rassegnata Kagami uscendo di casa e entrando nella macchina che l’avrebbe portata verso l'istituto. 
Arrivata andò di corsa a cercare Juleka per mettersi d’accordo per la serata del concerto.
Kagami era super agitata e lei per natura era molto calma trovò Juleka insieme a Rose la prese per un braccio e la portò via 
“Scusa Rose, ma ti rubo un attimo Juleka. Te la riporto subito.’’ Kagami urlò a Rose che era rimasta spiazzata. 
''Scusa Juleka se ti ho portato via così da Rose, ma vorrei sapere per questa sera come facciamo?''
Juleka ci pensò su un attimo.
''Potremmo vederci davanti al luogo del concerto alle nove, e poi andare dentro a sentire mio fratello.''
''D'accordo''
'' va bene Juleka almeno tu hai avuto un'idea io non avrei mai saputo che fare grazie puoi ritornare da Rose a questa sera Juleka'' urlò Kagami mentre si allontanava di corsa per andare in classe.
Ancora non ci credeva che sarebbe andata al concerto scavalcando il sergente svizzero di sua madre Tomoe. Non vedeva l'ora perché lei era anche segretamente innamorata di Luka quindi avrebbe avuto un'opportunità per poter stare con lui quella sera.
Dopo le lezioni tornò a casa, comportandosi come sempre. Sua madre non doveva sospettare nulla sennò sarebbe stata la fine, e addio Luka Couffaine, visto anche tutti i progetti che aveva in mente per la serata con lui. 
kagami fece tutto quello che le diceva la madre fino a che la signora Tomoe non la congedò per andare in camera sua. Nella stanza la ragazza cominciò a cercare i vestiti che avrebbe messo quella sera, aprendo l'armadio e tirando fuori ogni singolo abito, scartandoli a priori. 
“Ma non è possibile che non abbia niente quando ne ho bisogno!’’ si disse tra sé infuriata.

Kagami si girò verso la montagna di abiti gettati sul pavimento, rimettendosi a riguardarli ancora nella speranza di trovare qualcosa che le fosse sfuggito in precedenza.
Trovò infine un tubino nero con le maniche a tre quarti, posizionandosi davanti allo specchio e poggiandosi l'abito al corpo per vedere come le stesse. Non era una appariscente, ma le donava e a lei piaceva, quindi optò per quello, abbinandoci un paio di sandali neri col tacco, e pre precauzione infilò nella borsa un paio di ballerine per ogni evenienza.
Appoggiò il vestito con la giacca sul letto, fiondandosi sotto il getto della doccia ed utilizzando il bagnoschiuma profumato al bergamotto, lavandosi con cura anche i capelli. Uscita dal bagno, si vestì di tutto punto e optando per un trucco punk, e rimirandosi allo specchio soddisfatta del risultato finale.
Prese cappotto e sciarpa, ed uscì dalla finestra, sapendo che sua madre non sarebbe andata a controllarla. Non lo faceva mai, ma non poteva di certo uscire dalla porta d’ingresso, o sarebbe stata scoperta e questo Kagami non lo voleva una volta in strada si avviò agitata al luogo del concerto. 
“Calmati Kagami, o ti prenderà un infarto!’’ si disse per calmarsi un po’.
Arrivata al concerto, vide che Juleka non era ancora arrivata e la chiamò: “Ciao, dove sei? Io sono davanti al cancello.”
“Ciao Kagami, sto arrivando non ti preoccupare.’’
Finita la conversazione, Kagami era un fascio di nervi, cominciando a camminare in tondo non riuscendo a stare ferma. Vedendo arrivare Juleka nella sua direzione, la giapponese alzò la mano agitandola per farsi notare nella marea di persone presente sul posto.
“Ciao, scusa per il ritardo.” fece la ragazza dark.
“Ciao Juleka, non fa nulla ma ora entriamo che sono già agitata.”
“Kagami, non agitarti, o ti sentirai male. Piuttosto, come hai fatto ad uscire senza essere scoperta da tua madre?’’ chiese Juleka. 
“Con mia madre è andata bene, non ha sospettato di nulla e sono uscita dalla finestra. Tanto lei non verrà a controllare, non lo fa mai, quindi posso stare tranquilla.’’
“Se lo dici tu amica mia, mi fido.’’ rispose Juleka, anche se in realtà era molto scettica e titubante, ma non lo diede a vedere.
Entrarono e presero i loro posti indicati dai biglietti, aspettando che il concerto iniziasse.
Si spensero le luci e si accesero i fari stroboscopici, e una macchina puntata sul palco fece uscire il fumo da cui fece la sua comparsa Luka, iniziando a cantare sulle note della sua chitarra. Kagami chiuse gli occhi per sentire meglio le canzoni, ancora non credeva di esser veramente lì e di aver ingannato sua madre che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.
La giapponese si scatenò per tutto il concerto a ballare e urlare da quanto era felice, ed alla fine dell'esibizione Juleka la prese per un braccio.
“Coraggio Kagami! Ora calmati e ricomponiti, che ti porto a conoscere mio fratello nel suo camerino.’’
Kagami a quel punto si bloccò le si azzerò la salivazione aveva la gola secca e il cuore in gola deglutì a fatica fece un respiro profondo
“Andiamo Juleka, sono pronta a conoscere tuo fratello.'’
Insieme le due ragazze si avviarono verso il camerino di Luka situato dietro al palco, dove furono fermate da un bodyguard fuori dalla porta. Juleka alzò un sopracciglio sorpresa perché non le era mai capitato. 
“Scusi, ma perché ci ha fermato? Noi dovremo entrare.’’ disse stupita dal gesto del bodyguard, che evidentemente ignorava l'identità della ragazza.
“Dove credete di andare, signorine! Sapete che è vietato entrare nell'area dei camerini e aggirarsi dietro le quinte?’’ Rispose col suo vocione autoritario il bodyguard.
“Scusi, ma lei non sa che sono la sorella del signor Couffaine?” disse irritata Juleka, mostrando il suo pass. “E non mi hanno mai fatto storie ogni volta che sono entrata nel suo camerino alla fine di ogni concerto!’’
“Mi scusi signorina, ma nessuno mi aveva avvertito. Sono nuovo e certe cose non posso saperle’.’ si giustificò la guardia.
“Va bene, va bene. Per questa volta accetto le sue scuse, ma spero che non ricapiti più.’’

La guardia, mortificata, aprì la porta del camerino e fece entrare le due ragazze, scusandosi ancora mentre chiudeva la porta.
“Kagami fa come se fossi a casa tua e siediti. Luka... Lukaaaa, dove sei?’’ prese a urlare Juleka.
“Un momento e sono subito da te, sorellina.’’ rispose di rimando Luka. 
Il cantante uscì dal bagno e si palesò alla sorella.
“Ciao sorellina, qual buon vento ti porta qui?’’
“Ciao Luka sono qui per presentarti una mia amica, nonché compagnia di classe e tua fan, Kagami Tsurugi.’’
Finalmente Luka si accorse dell'altra ragazza, ed avvicinandosi le prese la mano. Kagami divenne rossa in faccia, bloccandosi da quanto non le pareva vero di poter conoscere il suo idolo. Juleka le diede una gomitata per svegliarla dal suo stato di trance, e Kagami rispose alla stretta di mano a Luka.
“Piacere Kagami. Sono un amica di tua sorella’’ disse imbarazzata la ragazza. 
“ Piacere mio. Io sono Luka, il fratello di questa signorina.’’ disse il ragazzo scoppiando a ridere. 
“Perchè non usciamo a fare due passi?’’ suggerì Juleka, infastidita dal fatto che i due la stavano palesemente ignorando. 
I due si girarono verso di lei con le guance rosate e all’unisono:
“S-si si c-certo andiamo a fare una passeggiata buona idea.” 
Uscirono tutti e tre dal palazzetto del concerto. La temperatura si era abbassata di qualche grado,  così decisero di andare in un bar per riscaldarsi ed ordinare una cioccolata calda e parlando del più e del meno. Kagami venne così a sapere che Juleka e Luka erano figli della rock star Jagged Stone mentre aspettavano le loro ordinazioni.
“Juleka che hai? Ti vedo svogliata e non è da te.’’ disse Kagami vedendo l’amica annoiata. 
“Niente è che ho solo sonno.’’ rispose Juleka, sbadigliando.
“Se vuoi puoi andare. A casa la riporto io la tua amica.’’ disse di rimando il fratello. 
“Si mi faresti un gran favore fratello. Io me ne vado.’’ rispose Juleka, salutando Kagami e Luka. 
Rimasti soli al bar, Kagami era in imbarazzo, non aspettandosi di rimanere sola con Luka. Dopo un primo momento di silenzio, il ragazzo ripresero a parlare.
“Kagami... da dove viene il tuo nome?’’ chiese Luka incuriosito.
“Sono giapponese. Mi sono trasferita in Francia a causa del lavoro di mia madre. Non so se hai mai sentito parlare delle industrie di tecnologia Tsurugi.” chiese Kagami.
“Si certo le ho sentite nominare. Sono le più rinomate di tutta il paese.’’
“Vero, mia madre è uno squalo. Da quando ha preso in mano la presidenza dell’azienda, i profitti sono cresciuti parecchio.” Spiegò la ragazza.
I due ragazzi rimasero a parlare fino a tardi, e quando il bar stava per chiudere, Luka ebbe un’idea. 
“Kagami, perché non andiamo a casa mia per continuare la serata?’’ chiese con un po’ di imbarazzo il ragazzo, con il timore che la giapponese potesse rifiutare. 
Alla proposta di Luka, Kagami sentì che le guance le si colorarono leggermente di rosa per la sorpresa.
“Va bene, andiamo da te, anche perché fare una passeggiata con questo freddo non mi sembra il caso.’’
Pagarono le ordinazioni uscirono dal bar, incamminandosi verso casa di Luka non molto distante da dove si trovavano.
Una volta arrivati, Luka fece accomodare Kagami sul divano. 
“Sai che hai proprio una bella casa, mi piace come l’hai arredata.” pronunciò Kagami. “La mia invece è decisamente minimalista. In Giappone siamo abituati ad avere case molto piccole e bisogna ottimizzare gli spazi.” 
Luka era sempre più affascinato da Kagami e dalla sua cultura. 
“E' una bella cosa ingegnosa e utile quella di ottimizzare gli spazi: mi piacerebbe vivere in una casa più piccola. Sono solo e non ho molta roba, ma in Francia non ci sono molte case piccole e comunque costano molto.” decretò Luka, prima di domandare alla sua ospite se volesse qualcosa da bere.
Kagami non sapeva che dire, decidendo infine che qualunque cosa il cantante le avesse offerto andava più che bene.
Luka si alzò dal divano per andare in cucina a prendere da bere, lasciando la ragazza sola ad ammirare ancora l'arredamento che la stava circondando, soffermandosi poi davanti ad una porta finestra che dava sul giardino ad ammirare la bellezza di quel panorama. Kagami non sentì arrivare Luka alle spalle, riscuotendosi dai suoi pensieri quando il ragazzo le porse un bicchiere di vino bianco. La giapponese afferrò il bicchiere e si girò verso Luka, notando che erano talmente vicini che uno poteva sentire il respiro dell’altro.
Kagami pensò che se non lo avesse baciato in quel momento, non lo avrebbe più fatto, e preso il  coraggio, afferrò Luka per il maglione e lo baciò con intensità. Luka in un primo momento rimase spiazzato non aspettandosi quel gesto, ma poi ricambiando il bacio che divenne subito infuocato. 
Il ragazzo appoggiò le mani dietro la schiena di lei per avvicinarla di più a sé, ed entrambi sentirono un fuoco divampare dallo stomaco. 
Kagami dischiuse le labbra e lui ne approfittò per insinuare la sua lingua e giocare con quella di lei. Dapprima Kagami fu timida, ma appena si rilassò le loro lingue presero una danza tutta loro.
Luka cominciò a baciarla sul collo, leccando e mordendo, e Kagami inclinò la testa per dargli più spazio, emettendo un gemito che non solo lo eccitò, ma che gli diede conferma che lei non lo avrebbe respinto. Il cantante mise le mani sui fianchi di lei per attirarla di più a sé, mentre la giapponese fece scorrere le sue dita sulla schiena di lui, sentendone i suoi muscoli tendersi.
Luka iniziò a sfilarle il maglione, rimanendo estasiato nel vedere il reggiseno di pizzo nero. Anche Kagami tolse il maglione a Luka e lasciò una scia umida di baci roventi sulla pelle del suo torace, facendolo gemere, stendendosi così entrambi sul letto.
Kagami fece scontrare il suo bacino con l'erezione di Luka, che ormai al limite si sfilò pantaloni e boxer, liberandolo. Anche Kagami fu liberata del suo abito, lasciandola solo con le mutandine, ed il cantante spostò la sua mano sopra di esse sentendole già bagnate, ma non voleva affrettare le cose. Il ragazzo le tolse anche la biancheria e, sempre continuando a baciarla, strofinò la sua erezione alla sua entrata.
"Lukaaa... fermati un attimo... ecco, io...”
"Kagami se vuoi fermarti non ci sono problemi."
"No Luka, non voglio che ti fermi. Ma devo dirti che per me è... è la prima volta."
"Kagami non preoccuparti: sarò il più cauto possibile.” Le sorrise per rassicurarla. “Farà male all'inizio, ma ti darò il tempo di abituarti. Fidati di me."
Kagami, incapace di parlare per le troppe emozioni, annuì e Luka, continuando a baciarla la penetrò. Era stretta, calda e avvolgente, ed arrivato fino alla sua barriera e senza pensarci due volte la ruppe con un colpo secco. Sentendo i muscoli di Kagami irrigidirsi dal dolore, Luka riprese a baciarla, aspettando che si rilassasse un po', ed asciugandole le lacrime che le rigavano le guance con le sue labbra, iniziò a spingere.
A Kagami si mozzò il respiro. Non aveva mai provato una sensazione più bella di quella, ed il cuore cominciò a battere all'impazzata, ansimando. Luka aumentò le spinte ed era come se si incastrassero alla perfezione.Con nessuna donna aveva mai provato sensazioni così forti.
Quando arrivarono all'orgasmo, a Kagami sembrò di volare sopra un arcobaleno di colori spezzati. Luka si accasciò con la testa sulla spalla di lei, ansimante e con il cuore a mille.
Quando i battiti di entrambi si furono stabilizzati, Luka uscì da kagami e si mise accanto a lei abbracciandola stretta. Kagami appoggiò la testa sul suo torace, e stremati si addormentarono.

Ai primi timidi raggi del sole, Kagami si svegliò di soprassalto, e prese le sue cose si rifugiò in bagno a vestirsi. Quando ne uscì, vide Luka ancora addormentato nel groviglio delle lenzuola. 
Si avvicinò alla porta della stanza, sussurrando: “Grazie per la magnifica serata.”
Una volta uscita dall'abitazione del cantante, tornò a casa, passando di nuovo dalla finestra della sua stanza. 
Infilatasi nel letto, la ragazza si stava per addormentare, quando la vibrazione del telefono richiamò la sua attenzione sul messaggio appena ricevuto da un numero sconosciuto.
Al nostro prossimo incontro, principessa. Luka.
Col sorriso sulle labbra, Kagami pensò che quella era stata la serata più bella che avesse mai passato.

AUTRICE 
Ho creato un gruppo telegram Miraculous https://t.me/+J10BYbK-9iwzMjA0 se vi va
   
 
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