Serie TV > Chernobyl (HBO)
Ricorda la storia  |       
Autore: lacrimedidinosauro    19/11/2022    1 recensioni
Storia a 3 capitoli incentrata su Valery Legasov e Boris Shcherbina, capitoli messi in ordine cronologico
non direttamente collegati tra di loro ma che hanno come filo conduttore il titolo della storia, di cui mi ha
dato ispirazione la canzone di Mr. Rain "Fiori di Chernobyl"
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Boris Shcherbina, Valery Legasov
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fiori di Chernobyl . 1


 





Valery Legasov non era un uomo che si faceva prendere dal panico facilmente, ma doveva ammettere che in quell'aula di tribunale si sentiva soffocare, la tensione si poteva tagliare con un coltello e qualsiasi parola detta poteva cambiare l'intero svolgimento del processo.


Qual'è il costo delle bugie e qual'è quello della verità?


Mentre Valery si faceva questa domanda notò che il suo compagno e amico Boris Shcherbina iniziò a tossire, in un primo momento con qualche colpo di tosse leggero che iniziava però a farsi via via sempre più forte e profonda, tant'è che ad un certo punto Boris fu costretto ad alzarsi di scatto e andare verso l'uscita dell'aula mentre teneva un fazzoletto di stoffa bianca premuto contro la bocca.

Ma no, quale compagno e amico....Boris per lui era diventato decisamente qualcosa di più. Con il passare del tempo a Chernobyl avevano imparato a conoscersi e rispettarsi, ma cos'altro? Forse se si fossero incontrati da più giovani e in altre circostanze Valery avrebbe anche potuto provarci, avrebbe potuto mandargli dei segnali e far capire a quel burocrate testardo e terribilmente affascinante che gli aveva fatto perdere la testa. Da un lato, momento dopo momento le radiazioni lo stavano consumavano, dall'altro il sentimento che provava per Boris era l'unica cosa che lo teneva a galla e lo faceva respirare. Cosa che in quell'aula, ora resa ancora più stretta dall'assenza del politico stava diventando impossibile.

Doveva uscire. Doveva uscire anche lui immediatamente, così lo segui con la scusa di fumare una sigaretta cercando di nascondere a tutti i presenti la sua espressione seriamente preoccupata.

Non appena Valery fù uscito dal grande edificio prese una profonda boccata d'aria, era una giornata tiepida e nel cielo non c'era neanche una nuvola, cercò con lo sguardo il suo compagno e lo vide seduto non poco lontano da lì su una panchina di legno; i gomiti poggiati sulle ginocchia e il viso sprofondato nei palmi delle sue mani, quelle mani grandi e forti, quelle mani che Valery aveva sempre invidiato e che secondo lui avrebbero potuto spostare montagne intere, tutte cose che Boris alla fine aveva fatto per davvero. 5 mila tonnellate di sabbia e boro, tutto l'azoto liquido dell'Unione sovietica e persino Rover lunari. 

"Santo dio Boris...."

Sussurrò Valery a se stesso prendendosi qualche minuto di tempo per guardare il suo eroe, quell'eroe che ora era di fronte a lui e si stava piegando al suo destino.

.

.

"Anche noi siamo qui"

"Si lo siamo....e saremo morti fra 5 anni"

.

.

Ripensò all'espressione terrorizzata di Boris quando un anno prima e senza alcuna delicatezza gli rivelò la verità, a quanto si sentì uno schifo nell'averlo trattato in quel modo.

Boris non accennava ad alzarsi, continuava a rimanere seduto piegato su se stesso diventando sempre più ricurvo ogni qualvolta tossiva.
Valery chiuse gli occhi sentendoli improvvisamente umidi, schiacciato da quella condanna che si sarebbe presto portata via sia lui che il suo eroe.


Qual'è il costo delle bugie e qual'è quello della verità?


Si domandò di nuovo l'uomo dai capelli rossi mentre si avvicinava a passo lento verso il politico, sempre più deciso e determinato a vomitare addosso alla corte tutti i fatti, i reali avvenimenti minuto per minuto, se doveva morire, non voleva farlo da codardo, non era mai stato a suo agio con le bugie, cosa che Boris sapeva bene e che forse avrebbe compreso.

Si sedette accanto a lui ma senza guardarlo in faccia per non fargli notare la sua espressione addolorata, Boris si rimise dritto e guardandosi attorno niziò a raccontargli la storia di quel posto; che era abitato prevalentemente da ebrei e polacchi, tutte persone che in tempo di guerra erano state cacciate o portate via dai nazisti, un luogo morto, un luogo che però era tornato a brillare nonostante tutto quel dolore e la devastazione.

"Chissà se accadrà nuovamente....Valery...."

Una frase detta in un sussurro, quasi come se fosse un segreto che dovevano sapere solo loro due, una frase carica di speranza detta da un uomo con la morte in groppa. Una volta finito il racconto, Boris guardò finalmente Valery negli occhi notando che quest'ultimo lo stava già guardando e ascoltando con interesse, ma abbassò di nuovo lo sguardo mentre alzava il braccio destro mostrando allo scienziato il fazzoletto macchiato di sangue.

"Quanto tempo?" Domandò Legasov

"Forse un anno, la chiamano....”

Altri colpi di tosse che sembrano interminabili.

“La chiamano la lunga malattia ma a me non sembra così lunga, tu me l'avevi detto e io ti avevo creduto, però il tempo passava e iniziavo quasi a credere che alla fine non mi sarebbe successo niente....il tempo, l'ho buttato via, tutto il mio tempo per niente"

L'uomo dai capelli bianchi iniziò a raccontare tra un colpo di tosse e l'altro quanto si sentisse insignificante, attribuendo a Valery il merito di tutte le operazioni di bonifica alla centrale nucleare di Chernobyl, tutto questo tenendo lo sguardo puntato davanti a sè, perso in chissà che cosa osservando punti non definiti.

"Per niente?"

Valery si accigliò avvicinandosi a Boris, facendo aderire la gamba destra al suo ginocchio, la sua espressione da triste era mutata e ora sembrava quasi arrabbiato, come se avesse appena ricevuto una tremenda offesa, ma Boris continuò il suo discorso, per nulla infastidito dal fatto che le loro gambe si toccavano.

“Ricordi la mattina della mia prima telefonata? Non ero per niente preoccupato, non credo molto nelle notizie che vengono dal Cremlino ma quando mi dissero che mi avevano messo a capo della bonifica e mi dissero che non c'era alcun pericolo, io gli avevo creduto quella volta e lo sai perché?”

Valery lo guardò dritto negli occhi profondamente, come se stesse cercando dentro di lui una risposta.

“Perché ti avevano messo a capo....”

“Si, sono un uomo insignificante Valera, lo sono sempre stato, sono solo rimasto accanto a chi contava”

Boris concluse il suo discorso appoggiando una mano sulla schiena di Valery per dargli delle leggere pacche amichevoli, pacche che si trasformarono presto in carezze dolci e delicate, tutto ciò mentre si assicurava di non essere visto e che ci fossero solo loro lì fuori. Ma no, Valery non credeva a nessuna parola iniziando a scuotere ripetutamente la testa.

“Ci sono altri scienziati come me, ognuno di loro poteva fare quello che ho fatto io, ma tu....tutto quello che chiedevamo, tutto quello che ci serviva, uomini, materiale, i rover lunari, chi altri avrebbe potuto farlo?, santo dio Boris”

I due uomini ora si guardavano, Boris sorrise lievemente e la sua mano ancora sulla schiena di Valery che si era avvicinato ancora di più continuando a parlare come se dovesse farsi sentire solo da lui. Gli occhi stanchi e tristi del politico iniziarono ad inumidirsi e l'uomo più giovane non capiva il perché, potevano esserci milioni di motivi, si ricordò improvvisamente ciò che gli aveva detto qualche istante prima; Chissà se accadrà nuovamente Valery.

“Comunque penso proprio di sì” Disse.

“Che cosa?”

“Che anche in un posto come Chernobyl prima o poi, i fiori torneranno a crescere

Il mondo sembrò crollare. Non erano più due uomini adulti e maturi che stavano morendo, Boris si dimenticò chi fosse, si dimenticò del mostro che lo stava mangiando da dentro mentre Valery si dimenticò di tutto ciò che sarebbe successo una volta rientrato in aula, non erano più il professor Legasov e il vicesegretario Shcherbina, erano solo Boris e Valery.

Lo scienziato lo prese istintivamente per mano, come se fosse la cosa più naturale al mondo mentre il politico porto un braccio dietro la nuca di Valery intrecciando le dita in mezzo ai suoi morbidi capelli rossi, e quando il più giovane fece lo stesso con lui, fu l'inizio della fine. 
In un istante le labbra di Boris erano su quelle di Valery, che senza pensarci si era aggrappato immediatamente a lui con tutte le sue forze, come un naufrago si aggrappa ad un pezzo di legno per sopravvivere in mezzo a una tempesta, si ritrovarono persi in un bacio disperato, quasi come se le labbra dell'altro fosse l'unico modo di respirare in quel mondo ingiusto e infetto. Istintivamente la lingua di Valery si fece strada nella bocca di Boris che sapeva di metallo, ma tutto ciò non gli importava, si tolse persino gli occhiali per poter muoversi più liberamente, per la prima volta nella sua vita si sentiva amato e desiderato. Si sentiva felice come non mai ma anche furioso, aveva passato tutta la sua esistenza piegato sui libri e dedito al lavoro, finendo a vivere da solo in uno squallido appartamento da scapolo con la compagnia di una gatta che adorava. Perchè adesso? Perché proprio ora doveva innamorarsi così?

Durante quel bacio che per entrambi poteva durare per sempre, fino alla fine dei loro giorni, Valery sentì qualcosa di umido bagnargli il viso, erano le lacrime di Boris che stava piangendo mentre lo baciava. E ad un tratto il politico si staccò velocemente da lui, come se avesse preso una scossa improvvisa, guardò lo scienziato con il volto paonazzo e le guance completamente rigate dalle lacrime.

Erano di nuovo Boris Scherbina e Valery Legasov, due uomini che non erano destinati a stare insieme, due uomini condannati a morte.

“No, No, No” Ripetè Boris asciugandosi il viso con la manica della giacca mentre guardava Valera, il suo Valera con tanto dolore, prima di alzarsi velocemente e avviarsi di nuovo verso l'entrata del tribunale, cercando di trasparire lucidità e contegno.

Valery guardò la figura possente del suo compagno allontanarsi sempre di più, attese seduto così per altri 2 minuti prima di indossare nuovamente gli occhiali sentendosi sopraffatto dall'idea che non avrebbe mai più potuto sentire le labbra di Boris sulle sue e che di conseguenza non avrebbe mai più respirato davvero.

La prima cosa che mise a fuoco prima di alzarsi fu il prato davanti a lui, poi la sua attenzione si spostò su un piccolo fiore su cui stava strisciando un minuscolo bruco verde.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Chernobyl (HBO) / Vai alla pagina dell'autore: lacrimedidinosauro