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Autore: by ila    21/11/2022    1 recensioni
Dopo un anno disastroso Misty, ritrova la pace e la meritata stabilità mentale e fisica. Ma un invito molto speciale riesce a farla vacillare ancora.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Dodici anni, accidenti!

“Accidenti, che traffico che c’è!” una bella giovane donna sui trent’anni stava imprecando alla guida della sua macchina, in una fredda sera d’inverno dopo una lunga giornata di lavoro. Misty, capopalestra della sua città natale Cereulean City, famosa a livello internazionale, stava raggiungendo il luogo di incontro con una persona che conosceva fin troppo bene e che non vedeva da ben dodici anni. Il suo nervosismo era già alle stelle da quando aveva ricevuto via mail quell’invito e di certo il traffico del rientro a casa nell’ora di punta, non aiutavano. “Non è più la città tranquilla di una volta! Sono arrivata finalmente e ovviamente non c’è nemmeno un posto!” arrivando a destinazione.

Poco più in là, un ragazzo della stessa età, sedeva al tavolo del pub CereuleanHouse, un locale in stile irlandese pieno di gente che con il loro vociferare ne faceva da sottofondo. Aveva le travi a vista, un grande bancone bar all’ingresso, con i tavolini e le sedie in legno. Il soffitto era illuminato e contornato di piccole lucine dalla luce fioca che regalavano un’atmosfera piacevole e non troppo formale “E’ in ritardo…” guardando l’orologio, pensieroso.
“Scusami Ash! E’ tardi, lo so, ma con il traffico e il parcheggio e…” farfugliò Misty d’un fiato sopraggiungendo d’improvviso alle sue spalle.
“Calmati Misty. Mentre ti aspettavo mi ho preso qualcosa da bere.” sorrise Ash non appena la vide. Nonostante l’imbarazzo che aleggiava nell’aria, notò con ammirazione che era più bella dal vivo che in televisione. Gli inconfondibili capelli rossi lunghi sulle spalle erano raccolti ai lati con delle forcine e un leggero trucco le illuminava le iridi tanto particolari che solo lei possedeva, blu profondo con dei riflessi verde smeraldo. Ne aveva conosciute di persone duranti i suoi numerosi viaggi, ma mai in nessuno aveva visto lo stesso colore del mare di Misty. Si era messa perfino il lucidalabbra, che in quel momento, abbozzò a un sorriso. La guardò mentre si accomodava seduta di fronte a lui, togliendosi il cappotto: indossava un vestito blu di lana a collo alto decorato con una cintura nera che le fasciava la vita stretta risaltando la perfetta forma fisica, - che negli anni era innegabilmente sbocciata -, in coordinato alla borsa e agli stivali.
“Ma che cavaliere che sei! Manco la decenza di aspettarmi. Certe persone non cambiano proprio mai, eh” esclamò la rossa guardandolo torvo.
“EHI! È mezz’ora che ti aspetto! E poi ho ordinato anche per te. Sei tu che non cambi mai e dai tutto per scontato!” rispose Ash sulla difensiva
“Ma non è colpa mia se questa città è diventata un inferno caotico…!” contro battendo, mentre la cameriera le consegnava l’ordinazione.
“Assaggia, anziché lamentarti sempre!” la incitò Ash prendendo in mano il bicchiere. “Ma prima, CIN! CIN!” disse avvicinando il vetro contro quello della sua amica, facendoli tintinnare.

Degustando il liquido fruttato e leggermente amarognolo, Misty lo guardò e solo ora si accorse di quanto la persona che sedeva al lato opposto fosse cambiata: Ash indossava un dolcevita beige e dei jeans scuri, non portava più il berretto e i suoi capelli corvini erano più corti del solito. Le spalle si erano fatte larghe, il fisico ora asciutto e tonico dava l'impressione che quello non era più il corpo di un ragazzino di 10 anni, bensì di un uomo. Provò piacere nel vedere che tutto sommato stava bene ed era in gran forma. L’ultima volta che l’aveva visto era in televisione quando venne proclamato vincitore assoluto come Campione del Mondo e Maestro di Pokemon e adesso quegli stessi occhi, - l’unica parte di lui rimasta intatta - si ritrovavano dinanzi a lei. Era strano provare ancora tante emozioni, credeva di averle sepolte ormai, ma quando una persona ti entra dentro così nel profondo è davvero difficile farla andare via del tutto, soprattutto se quella persona era Ash Ketchum.
“Dove hai lasciato Pikachu?” gli chiese interrompendo i suoi stessi pensieri e rompendo la magia.
“A casa. Ormai è stanco anche lui di girovagare, però si è raccomandato che gli portassi i tuoi saluti.” le risponde ricambiando lo sguardo “E tu invece, come stai Misty? Come va con la palestra?”
“Solito Ash. Allenatori, incontri, incontri e allenatori. Tutto nella norma insomma!” fece lei in modo umile. Non amava più darsi delle arie - era cambiata in questo - a meno che qualcuno non la provocasse.
“Come sminuire il proprio lavoro. Sei una delle capopelstre più famose che conosca e tutto quello che sai dirmi è un ‘solito, Ash!’ Dovresti apprezzarti di più. Sei sempre stata una grande allenatrice e hai saputo portare la tua palestra allo splendore, rispettata e temuta da tutti.”
“Beh sì…te lo dissi ad Aloa qual era il mio sogno e a quanto pare sono riuscita nell’intento, non mi posso lamentare. E non sono l’unica ad aver realizzato i suoi sogni.” sorrise
“Già, ce l’abbiamo fatta entrambi Misty! Brindiamo a questo! Anche se sono convito che ti batterei ancora a occhi chiusi in un vero incontro di pokèmon.” esclamò entusiasta Ash alzando il bicchiere,
“Sei il solito presuntuoso, Ash Ketchum!” Misty lo imitò ricambiando le risa.

“Ho saputo da Brock che vi siete incontrati qualche settimana fa.” esordì poco dopo, appoggiando il calice sul tavolo.
“Sì!! Che sorpresa è stata! Quanto mi ha fatto piacere rivederlo dopo tutto questo tempo. Ci siamo tenuti sempre in contatto ma tra impegni vari non siamo più riusciti a vederci. Lui con l’ospedale, io con la palestra…è davvero difficile conciliare tutto. E invece è successo al supermercato, insieme a sua moglie Alyxia – te la ricordi, no? - e al loro splendido figlio. Non ce lo aspettavamo proprio di beccarci in un luogo tanto insolito!” raccontò contenta.
“Insolito per te, semmai. Visto che non ti ci vedo a fare la casalinga! Per Brock è sempre stato normale occuparsi degli altri, invece.” Ricordando quanto per loro fosse stato un fratello maggiore sempre pronto a prendersi cura di lui e di Misty.
“Ehi! Guarda che adesso ho una casa tutta mia!” esclamò offesa.
“Come? Non vivi più nella palestra insieme alle tue sorelle” chiese incuriosito.
“No Ash. La palestra adesso funge solo come palestra e come rifugio a qualche allenatore che fa visita alla città…una sorta di bad&breackfast, voluto da Violet e Lily. Dacey, come sai, si è sposata con Tracey e vivono vicino al mare. Io invece, mi sono comprata casa a pochi passi da lì, perché volevo qualcosa di mio e di mio soltanto.” gli spiegò brevemente in modo orgoglioso.
“Wow! Misty! Brava! Congratulazioni!” si congratulò lui compiaciuto.
“Non fingere di non saperlo Ash, dal momento che quando ho rogitato ho postato le foto delle chiavi di casa e tra i mi piace, c’era anche il tuo!” puntualizzò Misty tenendo bene a mente il giorno più bello della sua vita.
“Beh sì…” preso alla sprovvista, non pensava che ci avesse fatto caso “Ma non è che potevo sapere con certezza che fossero chiavi di casa tua…!” farfugliò il ragazzo agitato
“Ah sì certo, perché uno posta delle chiavi così a caso…senza alcuna ragione, vero Ash Ketchum?!” lo schernì Misty
La guardò spiazzato, poi scosse la testa e disse “Non c’è niente da fare...” sospirando “Passano gli anni ma noi battibecchiamo come se fossimo ancora dei ragazzini! E ne ho conosciuta di gente, ma mai con nessuno ho avuto lo stesso rapporto che ho avuto con te.”
“Dovrebbe essere un complimento?!” chiese sospettosa

Nel frattempo arrivò un vassoio pieno di squisite pietanze di cui Ash non perse tempo per assaggiare.
“Raccontami di te, Ash. Com’è la tua vita ora che sei un vero Maestro pokèmon?” interrogò Misty prendendo un’oliva dal piatto accanto a sè. Sapeva che Ash aveva ragione, ma non riusciva a fare un discorso serio senza stuzzicarlo almeno un po’: la riportava indietro nel tempo e alla nostalgia di quegli anni impagabili. Le sensazioni che stava provando erano difficili da colmare e per stemperare il vortice interiore che sentiva, l’unico modo che conosceva era proprio quello.
Ma adesso sapeva anche di avergli fatto una domanda importante e forse scomoda.
“Che dire Misty…è difficile stare dietro a tutto e a tutti. Ci sono più responsabilità e l’unica cosa che mi salva sono proprio i miei pokèmon, almeno con loro torno ad essere il solito Ash.” disse prendendo un po' di mortadella, del formaggio e dei tramezzini disponendoli in un piattino.
“Vedrai che riuscirai a organizzarti bene in modo tale che risulti meno pensante possibile sia per te che per loro. Abbiamo imparato tutti a crescere e diventare adulti, mancavi solo tu!” addentando un pezzo di pizza.
“Tsk! Sempre gentile! Dimmi invece una cosa, Misty, non eri fidanzata un po' di tempo fa?” Le chiese Ash a bruciapelo senza considerare il minimo di tatto. Tipico atteggiamento dell’allenatore che la mandava sempre sui nervi.
Misty rimase interdetta con la bocca leggermente aperta, un po' per per la sorpresa un po' perché stava per mangiare un tarallo, che le scivolò dalle mani.
Ash se ne accorse e disse “Scusa, non volevo essere maleducato…ma non vorrai fare la timida proprio con me! Voglio dire, ci conosciamo fin da bambini e mi interessa sapere come ti va la vita al di fuori degli impegni lavorativi, tutto qua.” giustificandosi in qualche modo, vedendola che non proferiva parola.
Misty abbassò lo sguardo verso il bicchiere, ne bevve un sorso e sospirò “Non c’è niente da fare” replicò apposta la ragazza “Non hai mai capito come e quando usare un po' di tatto su certi argomenti. Ti rendi conto quanti anni sono passati da quando ci siamo visti l’ultima volta ad Aloa??” gli chiese sporgendosi leggermente verso di lui
“Boh…non lo so…sette, otto anni, forse!?” rispose il ragazzo guardandola senza capire il perché della domanda
“Dodici, Ash. Dodici anni, sono passati!” precisò, scandendo bene il numero.
“Ma dai non può essere così tanto…!” obiettò con un sopracciglio alzato, come per sottolineare il fatto che stesse esagerando.
“E invece è così." affermò " Si erano appena conosciuti Brock e Alyxia, quando ti siamo venuti a trovare laggiù e non stavano ancora insieme. Gli anni passano Ash, le cose succedono, le persone cambiano.” spiegò innervosendosi.
“Stai sviando il discorso Mist. Ho saputo che ti sei lasciata e volevo solo sapere il motivo.” insistette lui focalizzandosi su di lei
“Non è tuo diritto esserne a conoscenza.” rispose Misty sostendendo lo sguardo di Ash.
“Come vuoi” rispose con un’alzata di spalle “Ma sappi che gli amici si preoccupano per te!” disse bevendo l’ultimo sorso di vino rimasto.
“Gli amici…se ci sono Ash. Tu non ci sei stato quando è successo tutto. Ho superato quel periodo grazie a Brock, Tracey, a Vera che si è sposata con Drew e mi ha voluta alle loro nozze, dove a proposito ti avevano invitato, ma che tu non hai nemmeno risposto se andare o no.” lo accusò intenta a girare la frittata a suo favore.
“Vera l’ho sentita qualche giorno dopo. Ero tutt’altra parte e anche volendo esserci, non avrei fatto in tempo, così le ho telefonato e mi sono congratulato con loro.” rispose senza battere ciglio.
“Comunque non c’era bisogno che ti raccontasse questo dettaglio sulla mia vita privata. Sono affari miei dopotutto.” bevve un goccio di vino pensando che la serata stava per prendere una brutta piega e che forse sarebbe stato meglio andarsene.
“Massì…me l’avrà detto tanto per dire. Non te la devi prendere con lui.” si difese Ash minimizzando la questione
“Infatti me la prendo con te che non hai mai avuto un minimo di delicatezza nel chiedere certe cose.” usando un tono voce adirata
“Te lo richiedo adesso in modo più gentile: chi ti ha tolto la luce negli occhi, Misty?” richiese apparentemente tranquillo
“ASH KETCHUM! COME OSI?!” esclamò questa volta urlando davvero e alzandosi di colpo dalla sedia, facendo barcollare il proprio calice, che iniziò a rotolare pericolosamente sul tavolo.
“Parla Misty e smettila di comportati da bambina. E siediti per favore.” risposte pacatamente e prendendo al volo il bicchiere prima che si frantumasse a terra.
Misty rimase sconvolta dallo sguardo serio che aveva l’uomo davanti a lei: quegli occhi marroni e profondi, capaci ancora di emanare calore e determinazione allo stesso tempo. Conosceva fin troppo bene quello sguardo e sapeva che Ash non si sarebbe fermato fino a che non avrebbe scoperto la verità. Si guardò intorno e si sentì osservata. Gli altri commensali li stavano guardando e così con estrema cautela si rimise seduta, stringendo forte i lembi della gonna.
Iniziò a tremare, abbassando lo sguardo.

Perché quel ragazzo riusciva ancora a stordirla a tal punto?!

Se fossero stati più piccoli, la Misty di un tempo, non ci avrebbe pensato due volte a tirargli l’ennesimo ceffone e andarsene. Ma adesso erano entrambi adulti e lui aspettava di sentire la sua versione dei fatti. C’erano tanti motivi per cui non era andata a buon fine la sua storia e uno di questi si chiamava proprio Ash Ketchum. Ma orgogliosa com’era non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, nemmeno fra un milione di anni.
“Allora? Come ha fatto Rudy a cancellarti la luce dagli occhi?”
“Ash…C-come fai tu a sapere che è stato lui?” chiese lei seria, paonazza.
“Misty, eravate su tutti i più famosi giornali dei pokèmon. Non passa di certo inosservata la notizia che due capipalestra si mettano insieme, sai?!” rispose comparendo sul suo viso un sorrisetto furbo.
“Non credevo che invecchiando diventassi un amante del gossip.” Rispose incredula, mettendo le braccia sul tavolo e su una mano svogliatamente ci appoggiò la testa.
“Non lo sono infatti, a meno che il gossip non riguardi chi dico io.” dichiarò mentre ordinava altri due calici.
“Guarda che devo guidare.” Disse lei, quasi rimproverandolo
“Ma così ti sarà più facile spiegarmi il tutto mentre sorseggiamo una buona annata di rosso.” Incalzò Ash, spavaldo
“Ma non ti arrendi mai tu? E poi da quando sei diventato un esperto sommelier?!” domandò Misty visibilmente sconvolta
“Come hai detto tu, le persone cambiano, mia cara.” Arrivarono le ordinazioni e Ash estrasse dalla tasca della sua giacca il portafogli consegnando la carta di credito alla cameriera “Metta pure tutto sul mio conto, grazie.”. La ragazza fece un cenno di assenso e si congedò.

Misty osservò la scena quasi divertita: Ash non aveva mai pagato per lei e anzi se lo faceva, succedeva sempre dopo qualche stupido litigio in cui lo piantava in asso a metà pranzo. Invece adesso le sembrò quasi un appuntamento, insolito, ma pur sempre un appuntamento.

Si appoggiò allo schienale della sedia e prese un profondo respiro “Cosa vuoi sapere di preciso, signor Maestro di pokèmon?” ironizzò fissandolo a lungo
“Tutto.” rispose specchiandosi nei suoi occhi.
“Mmh...quello che hai letto sui quotidiani è stato in parte vero, ma c'è stato anche dell'altro. E se non ti dispiace, vorrei partire dall'inizio.” si schiarì la voce “Io e Rudy siamo stati insieme cinque anni e dopo tre anni siamo andati a convivere. Lui venne qui ad abitare lasciando la sua palestra alla sorella, la piccola Marie. All’inizio come tutte le storie, era tutto perfetto: io lavoravo, mentre lui stava a casa ad aspettarmi per poi uscire quasi tutte le sere andando a cena fuori nei posti più in e costosi della città. Viaggiavamo anche spesso, impegni della palestra permettendo. Si era comprato casa ed era tutto meraviglioso, fino a quando non gli chiesi di andare a convivere. Un errore che non commetterò mai più in vita mia.” durante il racconto Misty si incupì. Voleva chiudere quell’argomento, provava ancora delusione. Non voleva proseguire oltre, ma Ash parve non essere della stessa idea, anzi la stava osservando attento a non perdersi nemmeno una virgola.
“E poi?” la incalzò, sospettando che Misty avesse altro da dire, molto più doloroso di quanto non volle fargli credere.
“Ash non è il caso di sapere proprio tutto, tutto, sai? È passato un anno e sto bene adesso. Non ha senso rovinarsi la serata rivangando storie…io della tua non ti ho chiesto nulla.” cercò di sorridere sostenendo lo sguardo indagatore, Misty era brava se voleva, ma non capiva il perché di tanta insistenza.
Cosa voleva Ash dopo tutti quegli anni lontani? Moriva dalla voglia di chiederglielo, ma per qualche strana ragione, aveva paura della risposta.
Lei, di lui, sapeva solamente che si era fidanzato con la sua compagna di viaggio Serena e che era andato a convivere. Ora però le sembrava ingiusto raccontare la sua esperienza, quando lui stesso per quanto ne sapesse, viveva ancora con una persona.
“Cosa vuoi che ti dica di me, Misty? Che mi sono lasciato anch’io perchè la donna con cui stavo mi ha tradito in casa nostra, nel nostro letto? È questa la mia storia Misty. Ma a differenza tua, questa persona non è riuscita a spegnermi. Io non ho mai detto ti amo a nessuna ragazza. Mai.” Lo sguardo di Ash le parve glaciale.
Non aveva mai visto tanta freddezza e indifferenza tutto insieme. Solo adesso, Misty, si rendeva conto che il suo migliore amico era cresciuto davvero e che anche lui, come lei, aveva sofferto.
“Mi dispiace, Ash. Ti credevo veramente felice…” riuscì a sussurrare. Iniziarono a bruciarle gli occhi e una lacrima le sfuggì senza controllo sul viso, che in fretta, scacciò via. Strinse forte il gambo del calice come se fosse un’ancora di salvezza per evitare di crollare proprio in quel momento e davanti a lui. Non l’avrebbe mai permesso. Nessuno più doveva scalfire quella corazza che tanto faticosamente si era creata. Ma quando sentì un calore avvolgerla, sussultò, vide la mano di Ash sulla sua e i suoi occhi piantati in quelli di lei.
“Non ti devi dispiacere Misty." rassicurò "Non l’ho mai amata veramente e sinceramente mi aspettavo da lei un simile atteggiamento, una volta conquistato titolo e fama mondiale. L’amore è un’altra cosa ed è solo grazie a una persona che me l’ha sempre dimostrato, che ho saputo distinguere e digerire bene la cosa.” Le sorrise senza allontanarsi dalla sua posizione.
Misty non capì cosa volesse dire Ash con quelle parole, ma prese un lungo sospiro di arresa, ricominciando dal punto in cui si era fermata.
“I primi due anni furono pacifici - se così vogliamo definirli - nonostante avesse preso il vizio di bere anche fuori orario. La cosa non mi piacque per niente e ci furono pesanti litigate di cui, una, mi diede lo spunto per andarmene via. Me ne andai in albergo, non volevo far sapere a nessuno ciò che stava succedendo...il fallimento che sentivo dentro…Mi lasciò lì da sola per tre settimane, non venendomi mai a cercare, nemmeno alla palestra. Io continuavo apparentemente la mia vita e lui cadde nel silenzio più totale. Quando in uno momento di rabbia gli dissi dove mi trovavo, allora mi implorò di riprovarci, che sarebbe cambiato e che avrebbe smesso con l’alcool solo perché mi amava. E così lo perdonai e tornai a casa. Ma poi, il terzo anno, precipitò tutto. Mi crollò il mondo addosso. Mia sorella Dacey iniziò a sentirsi male e non c’era verso di capire cosa avesse. Aveva fatto dei controlli ma non risultava mai nulla. Poi, un giorno, Lily e Violet mi chiamarono d’urgenza e mi dissero di chiudere immediatamente la palestra e di precipitarmi a casa di nostra sorella. Loro mi avrebbero raggiunta non appena possibile. Quando arrivai nel tardo pomeriggio, Tracey era spaventato quanto me quando vedemmo Dacey accovacciata a terra che urlava dai dolori che sentiva al ventre. Di peso la portammo al pronto soccorso. Quando arrivammo, Tracey la prese in braccio e corse all’interno dell’ospedale, mentre io dovetti stare in macchina aspettando che si liberasse un posto. Passarono le ore e non riuscì più a sapere nulla. Rudy parve prendere la cosa alla leggera, continuando a dire che non sarebbe stato nulla di grave. Di stare tranquilla e di non esagerare sempre. Verso mezzanotte circa, Tracey mi chiamò al cellulare e mi disse che avevano diagnosticato a mia sorella due tumori: uno all’intestino e uno al rene. Pianse e piansi anche io. Mi disse che l’avrebbero ricoverata d’urgenza quella notte stessa e che era meglio tornare a casa per prenderle una borsa con i vestiti di ricambio.” si fermò un istante con la voce ormai rotta dai ricordi e gli occhi lucidi, iniziò a vedere sfocato.
“Misty…” Ash, istintivamente, strinse ancora più forte la sua mano.
Lei con un cenno del capo, continuò “Passarono due settimane, in cui facevo avanti indietro tra palestra e ospedale. Ero distrutta fisicamente e mentalmente. Infatti il mio fisico non resse e mi ammalai pure io. Presi una tremenda influenza che mi costrinse a letto chiusa in casa per un mese, durante il quale, proprio in quel periodo, Dacey venne operata. I medici fecero di tutto per far sì che le sue condizioni migliorassero. Tracey andava a trovarla tutti i giorni. Mentre Violet e Lily mi aiutarono con la palestra riuscendo a gestire anche i soggiorni, che in quel periodo, essendo piena estate, erano diventati davvero numerosi. Quando finalmente guarì, ricominciai a riprendere il ritmo.
Nel frattempo le discussioni in casa con Rudy aumentavano perché non voleva che andassi tutti i week end da Tracey a dargli una mano. Ma non lo ascoltai. In quel periodo usavamo solo la macchina di Dacey per spostarci e così la diedi a Violet per essere sempre pronta in caso di necessità e mi facevo venire a prendere. Col passare del tempo però, mi resi conto che non potevamo fare questi viaggi utilizzando una sola auto così decisi di acquistarne una per conto mio. La concessionaria con la quale mi interfacciai, mi fece vedere un’utilitaria usata con pochi chilometri disponibile fin da subito, che presi e pagai. Le mie sorelle e Tracey furono contenti, mentre il mio attuale compagno non fu particolarmente entusiasta. Ho capito dopo il perché…”
“Posso immaginarlo anche io...arrogante com’era non si sarà più sentito utile...oramai eri totalmente indipendente ai suoi occhi. Questo certamente gli avrà dato un gran fastidio.” Ash si ricordava bene com’ era Rudy da ragazzino spavaldo e pieno di sé.
“Già. Dacey, nel frattempo, iniziava a stare meglio e le terapie a cui era stata sottoposta davano esito positivo, per fortuna, fu dimessa. Ma non finì qui. Continuando a utilizzare l’auto mi accorsi giorno dopo giorno che aveva qualcosa che non andava al motore. Chiamai il negozio che me l’aveva venduta, ma non si fecero trovare e così capì che ero stata truffata. Rudy, anziché stare dalla mia parte e aiutarmi a fare qualcosa che potesse tutelarmi e farmi restituire i soldi spesi, iniziò a inveire contro di me accusandomi di essere un’irresponsabile. Per recuperare i soldi dell’acquisto, almeno in parte, decisi di fare una causa civile contro la concessionaria grazie alla mia amica Sakura, ora avvocato, che riuscì a farmi recuperare quanto speso. Con quello ricevuto, ne acquistai un’altra da una ragazza che conobbi per puro caso alla palestra. ”
Si fermò un istante, prese il bicchiere bevendone una generosa sorsata. Ash non perdeva un movimento di lei: ne percepiva il nervosismo, la frustrazione, la sofferenza.
“In seguito anche Lily non stette molto bene nei giorni seguenti e fece un controllo che la tenne in ospedale per un altro mese. Fuori Dacey, dentro lei. Con Rudy le cose peggiorarono, ma francamente ero troppo occupata con la palestra e la mia famiglia per accorgermi cosa faceva alle mie spalle. Quanto a Lily stava meglio ma aveva bisogno di riposo. Arrivò agosto ed io decisi di chiudere la palestra per le vacanze estive.
Un giorno Rudy volle tornare a casa sua, alle isole Orange, e così ne approfittai per prendere le mie sorelle e andare con loro al mare.
Una giornata solo per noi. Gli chiesi il permesso e…”
“TU COSA!? HAI CHIESTO IL PERMESSO A QUEL NARCISISTA? MA SEI IMPAZZITA?” interruppe Ash ritraendo la mano per la sorpresa.

Inaspettatamente Misty avvertì freddo: tanti come lui, ogni volta che raccontava, la guardavano allo stesso modo: inorriditi.

“Ebbene sì. Io chiedevo il permesso di fare qualsiasi cosa, Ash. Non ero libera neppure di cucinare, perché non voleva odori in casa, testuali parole!” sorrise amaramente
“Beh quello poteva essere un bene, sai?!” rispose ridendo ricordando fin troppo la cucina disastrosa dell’amica.
“Ma vai al diavolo, Ketchum!” filminandolo come solo ìei sapeva fare
“Ahahaha!!! Dai, sto scherzando!” smise di ridere e proseguì dicendo “E’ che mi sembra tutto così assurdo: tu che chiedi il permesso di fare qualcosa a qualcuno. Non me lo immagino, proprio… Dovevi essere veramente presa per abbassarti così.” Non voleva essere un’offesa la sua, ma più un pensiero comune, che altri non avrebbero osato esternare.
“Lo facevo per non avere discussioni. Litigavo troppo in quel periodo e avevo bisogno di tranquillità.” Spiegò sospirando.
“Invece con me tutti questi problemi non te li sei mai fatta, eh, Misty!” stuzzicò sorridendole beffardo
“Non sei divertente…” Misty si incupì e abbassò lo sguardo
“Cos’è successo dopo?” Ash tornò serio notando il cambiamento di lei, aveva cercato, invano, di stemperare un po' la tensione.
“Quando tornai dal mare, nonostante l’avessi avvisato che sarei rincasata tardi, ebbe il coraggio di chiudermi fuori di casa. Per fortuna avevo detto a Violet di aspettare ad andare via. E constatando i miei sospetti, me ne andai definitivamente. Restai per un po' in una delle camere del b&b. Poi ho acquistato casa e ora mi sto riprendendo la mia vita.”
“Meglio così. Ti sei riscatta ed è questa la Misty che conosco. Quella che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.” Un grande sorriso fece capolinea sul volto del suo amico e lei non potè fare altro che ricambiare.

D’un tratto sentirono rintocchi dell’orologio appeso alla parete, senza rendersene conto si era fatta la mezzanotte e il locale stava per chiudere.
“Siamo rimasti soli.” Disse Ash guardandosi attorno
“Sarà meglio andare allora, domani il lavoro chiama!” disse lei alzandosi, infilandosi il cappotto e la borsa
“E’ domenica, domani, anzi oggi, Misty!” ribattè alzandosi a sua volta.
“Parli proprio tu che quando viaggiavi non c’erano festività che tenevano se dovevi conquistare qualche medaglia?!”
“Eheheheh...hai ragione! Lavoro, sempre lavoro. Ma perché quando si sta bene con una persona, i momenti passano così velocemente?” si chiese lui non accorgendosi che lo disse ad alta voce.
Sentendolo Misty sorrise “Non lo so, Ash” rispose guardando verso il bancone del bar, avviandosi. Ash la seguì e insieme varcarono l’uscita.

Il freddo li investì di colpo e di istinto si avvicinarono spalla contro spalla, sobbalzando all’unisono “Ops!”
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
“Grazie per la serata Ash, mi ha fatto piacere rivederti.” Disse lei sfoggiando un bellissimo sorriso che provocò in lui un irrefrenabile voglia di baciarla, fissandole la bocca. Passò qualche minuto in cui stettero immobili a guardarsi.“O-ok, Ash…io vado…! Ci vediamo presto.” fece Misty notando che il suo amico non diede più segni di vita. Si girò, fece un passo, ma una mano le trattenne per un braccio che la fece voltare di scatto.
Vide il volto di Ash farsi sempre più grande e sono allora capì che stava per appoggiare le labbra alle sue.

Il tempo si fermò.
Sentimenti nascosti presero vita in quel momento e nulla più aveva senso.
Fu come attraversare un tornado, sentì il vento alzarsi, le foglie volare attorno a loro, il cuore battere all’impazzata come se da un momento all’altro uscisse dal petto.
Stava succedendo, stava per cedere, per ricambiare - perché in fondo lo voleva, lo desiderava -  quando d’un tratto la magia si interruppe.
I loro visi si staccarono e Misty rimase ferma visibilmente sorpresa dal gesto di Ash. Mai, mai, si sarebbe aspettata una tale intraprendenza da parte sua. Per dodici anni aveva sognato questo momento e si era sempre chiesta come sarebbe stato. Era il loro primo bacio ed entrambi lo sapevano.
Quando erano ragazzini, lei ricordò perfettamente ogni singola ragazza che lo avesse baciato e ogni volta era sempre stata una pugnalata…soprattutto quando venne a sapere di Serena, del suo saluto in quella stazione….al contrario di tutte loro, lei non ne era stata capace di essere così spavalda, intrepida, sicura. E ora a distanza di un decennio e più, il suo sogno più nascosto si era realizzato in una fredda notte di inverno. Non era pronta a far riaffiorare quel sentimento tenuto sepolto fino a quel momento, era già stata dura essere lì. Si era preparata un’intera settimana per riuscire nell’impresa di non dare segnali di cedimento. I suoi amici più fidati, Tracey e Brock, l’avevano incoraggiata, tranquillizzata, dicendole di godersi la serata e che< infondo, era solo Ash! E quello stesso - benedetto - ragazzo ora uomo, aveva compiuto l’unico gesto che lei non aveva previsto fosse capace di fare.
“…Scusa Misty…n-non so cosa mi sia preso…” disse piano lui abbassando imbarazzato lo sguardo, non c’era il berretto stavolta a nascondergli il viso. “F-forse è stato il vino…sai…magari ha ampliato un po' le emozioni e…”

 Misty si irrigidì stirando un mezzo sorriso “Sì, esatto, Ash. Non preoccuparti. E’ tutto ok. Va bene così, ci vediamo.” Si voltò e lo lasciò lì ancora davanti alla saracinesca ormai chiusa.

Iniziò a piovere forte e lei rimase a lungo in macchina sentendo il rumore delle gocce che si scontrarono contro la carrozzeria. Si toccò il labbro inferiore e ripensò al calore provato. In vita sua aveva provato un tale subbuglio. Aveva avuto altri flirt: dopo Rudy c’era stato George e poi era uscita un paio di volte con Gary...ma nessun bacio dato, poteva eguagliare quello ricevuto da Ash.

Il temporale peggiorò, il cielo divenne nero scuro, accecato qua e là dai dei fasci di luce dei lampi in lontananza.

TOC-TOC

Sobbalzò sentendo bussare sul finestrino accanto. Vide una figura tutta incappucciata, ferma a fissarla. Proprio in quell’istante un violento rombo di un tuono la fece urlare di paura “Misty, calmati. Sono io, Ash. Fammi entrare!” un altro lampo illuminò il viso familiare del ragazzo.
“Ma ti ha dato di volta il cervello?! Mi hai fatto prendere un colpo!” urlò Misty abbassando il vetro della portiera.
“Posso entrare che sono leggermente fradicio?” rispose Ash strofinandosi le braccia, bagnandola.
Premendo il tasto della chiusura centralizzata, Misty fece entrare Ash nell’abitacolo che si accomodò al suo fianco.
“Guarda che razza di tempo c’è adesso!” disse Ash guardando fuori
Misty strinse forte il voltante e cercò di mantenere la calma, aveva sempre avuto paura dei temporali.
“Stai tranquilla Misty, non può succederci nulla stando qui dentro!” disse Ash intuendo il nervosismo dell’amica, sapendo della sua fobia.
“Cosa facciamo adesso?” guardando davanti a sè
“Aspettiamo che spiova un po'...e poi andrò alla mia macchina.” suggerì Ash

Passò una buona mezz’ora in cui entrambi non parlarono, troppo persi ognuno nei propri pensieri. Con la coda dell’occhio Ash guardò Misty che nel frattempo si era appoggiata con la testa al vetro, chiudendo gli occhi. Riuscì solo a pensare a quanto fosse bella e a quanto fossero morbide le sue labbra, desiderò di rifarlo ancora. Quando erano ragazzini, lui era ancora troppo ottuso e bambino - come gli diceva spesso lei-, per accorgersi di chi aveva al suo fianco. Si ricordò solo in quel momento che Rudy ai tempi, glielo disse. Le era mancata terribilmente, ma per fortuna riuscivano ancora a vedersi sporadicamente.
La prima volta lo raggiunse nella regione di Hoenn; subito dopo la ritrovò a casa sua a Pallet dove lo accolse con un bellissimo sorriso; un’altra volta ancora venne per ben due volte ad Aloa in cui in una la sfidò in un incontro di pokèmon alla sua palestra, battendola.

Poi però, subito dopo l’ultimo grande torneo che lo proclamò vincitore, le loro strade si persero di vista. Non seppe il perchè. Successe e basta. O forse il fatto di venire a sapere dai giornali del suo fidanzamento con Rudy contribuì al loro allontanamento definitivo. Non ci furono più contatti, scambi di mail, messaggi, nulla. Ognuno prese la propria strada. Solo qualche like faceva capolino sulla bacheca di lei ogni volta che lo faceva ridere. Perché Misty riusciva sempre a farlo ridere e a farlo incavolare insieme. Un dota reciproca.

Un altro lampo rimbombò nel cielo e la sentì mugugnare abbracciandosi e Ash la cinse a sé stringendola forte“Ti va se ce ne andiamo da questo parcheggio?” le sussurrò piano.
“Sarebbe fantastico…” concordò lei con voce rotta dallo spavento
“Bene, allora scambiamoci di posto, guido io.” la lasciò andare e scese dalla macchina, andando dall’altra parte.
Misty scavalcò la leva del cambio e si mise sul lato del passeggero.
“Cavoli, com’è avanti sto sedile, Misty!” imprecando con la leva e tirandola indietro
“Sono piccola, io, non ci arrivo, se no!” rispose come sua difesa “Ma per la tua macchina, Ash, come facciamo?”
“Verrò a prenderla domani mattina. Ora andiamo in albergo da me che ci asciughiamo da tutta questa umidità!”Mise in moto e partirono.

La stanza di Ash non era grande come si aspettava e Misty pensò che era proprio da lui non prendere costose suite, però era confortevole e calda. Andò verso la grande porta finestra che dava sulla città, essendo un piano alto, possedeva una vista bellissima e da lì vide che il peggio era passato e che le nuvole si stavano diradando, facendo apparire la luna tonda con le stelle.
“Tieni, ho fatto portare su questa.” Ash porse tra le sue mani una tazza fumante di cioccolata extra-fondente
“Wow! Come facevi a sapere che…” disse lei estasiata dal profumo forte della bevanda
“...che ti piacciono le cose dolci e che muori per la cioccolata extra-fondente senza panna?!” disse Ash beandosi della sua memoria “Misty, io mi ricordo di quanto eri ingorda, anzi sei fortunata che non ti è ancora venuto il diabete!”
“Non me la mandare Ash! Finchè posso, mi ci fiondo!” rispose Misty affondando il cucchiaio nel liquido denso quasi nero. “Wow! E’ squisita!! Densa come piace a me!” i suoi occhi brillarono di felicità come se fosse tornata bambina
Ash sorrise di gusto quando vide al punta del suo naso sporco dal cioccolato “Questo è mio!” e le levò via quella goccia insolente con un dito.
Misty lo guardò e scoppiò a ridere.
“Sarà meglio che vada Ash, veramente. E’ tardissimo e se non dormo qualche ora rischio di non aprire la palestra domani.” Misty si avviò verso la porta ma Ash la superò “Resta.”
Lei lo guardò sorpresa “Come?” non credendo di aver capito bene.
“Non pensare male, Misty, ma...è tardi e non voglio che vai in macchina adesso. Riposati qui e domani mattina ce ne andiamo insieme, tu alla palestra e io a riprendere la mia auto. Se vuoi, posso dormire sul quella poltrona laggiù, mentre tu ti prendi il letto. Ma per favore, non andartene via” le disse con lo sguardo supplichevole e fermo di chi non accetta un no come risposta.
Misty guardò l’ora, le tre passate. Ora che tornava a casa le ci voleva minimo un’altra ora di tragitto e francamente non aveva tutta sta voglia di guidare. Si girò verso la poltroncina indicata da Ash, era troppo piccola per un omone come lui. Guardò il letto e constatò che era abbastanza grande per starci entrambi. Dopotutto da ragazzini avevano spesso dormito insieme e/o vicini, anche uno sull’altro. Che differenza poteva fare, ora?
“ Va bene Ash, facciamo come dici tu.”
Ash sorrise e andò a prendere dal suo zaino una maglietta a maniche lunga da farle indossare per la notte “Ecco, tieni, indossala, almeno non dormi con addosso i vestiti”
“Ma da quando sei così...così...organizzato Ash Ketchum?!” disse lei sarcastica, ritirandosi in bagno
“Cara la mia Misty, sono il più grande Maestro di pokèmon al mondo, l’hai dimenticato, forse?!” urlò pavoneggiandosi.

Ash era già a letto, con le braccia sotto la testa quando pensò a quanto fosse stata strana tutta quella serata. Le aveva chiesto di uscire subito dopo che Brock lo informò di averla rivista ed è stato allora che desiderò anche lui rivederla. E ora avrebbero dormito insieme. Si impose di pensarla in modo innocente come quando era un ragazzino, ma quando la vide in piedi al lato del letto con la sua maglietta addosso il suo corpo reagì e gli fece bene intendere che tutto voleva, meno che pensarla minorenne.
“Mi sta un po' grande ma ci dormirò bene lo stesso. Buonanotte, Ash” Misty si infilò sotto le coperte e si girò dandogli le spalle.
“’Notte Misty.” si girò anche lui dalla parte opposta.

Per fortuna nessuno dei due lo sentì, ma i loro cuori fecero un gran casino.

La mattina dopo Ash, ancora mezzo addormentato, si chiese come mai non riuscì a muoversi e perché il suo braccio sinistro formicolasse. Aprì un occhio e vide una chioma arancione e poi il più bel viso mai visto prima. Misty dormiva beata appoggiata sul suo petto, mentre il braccio di Ash le circondava le spalle.
“Mmmh…” la ragazza si mosse contro di lui e alzò leggermente la testa aprendo gli occhi.
Due gocce acquamarina assonnate si specchiarono in quelli color nocciola di lui. Lentamente Misty accorciò la distanza tra di loro e lo baciò.
Questa volta però fu diverso dal precedente. Si intensificò e Ash provò a far breccia assaporando ogni angolo di lei. La tenne stretta, le accarezzò la schiena andando con la mano sotto la maglietta e Misty si strusciò pericolosamente sulla sua gamba. Ci fu in entrambi un gemito di piacere. Si staccarono e si guardarono entrambi rossi sulle guance, prendendo fiato.
“Misty...io…”
“Dimmelo Ash. Dimmelo adesso o mai più” le brillò lo sguardo come quando scendeva in camp e la mano di lei appoggiata dapprima sul suo petto, iniziò a scendere piano e Ash deglutì “I-Io….” poi lui la prese e la strinse ancora di più a sé “Ti voglio. Adesso.”
Misty sorrise e si mise a cavalcioni su di lui, si tolse la maglietta e si chinò per baciarlo.
Ash la fece aderire completamente contro di sé, banciandola in ogni centimetro della sua pelle che sapeva di pesca.
Fecero l’amore.
Quello vero, quello che nessuno dei due aveva mai provato prima.
Fu bello, caldo, passionale, nostalgico, intrigante, unico, pieno di chimica.

Si scoprirono come mai avevano fatto.

Tante erano le emozioni nascoste che quella mattina vennero a galla e che legate tutte insieme fecero di Ash e Misty una cosa sola, quando insieme raggiunsero l’apice del piacere.
Restarono abbracciati ancora un po', godendosi la quiete non rompendo subito quella magia.
Poi si vestirono ancora sopraffatti e confusi, silenziosi…non era chiaro cosa fossero diventati da adesso in avanti, avendo appena superato quella linea sottile tra amicizia e amore.
Salirono sulla macchina Misty, che guidò fino al parcheggio del pub della sera prima.
Non si erano detti una parola.

Mezz'ora più tardi la ragazza spense il motore accostando l'auto accanto quella di Ash “Grazie del passaggio, Misty” disse il moro
“Di nulla, Ash” rispose la rossa.
“Ascolta...Misty io…” disse Ash prima di aprire la portiera.
Pensò che fosse arrivato il momento. Basta aspettare, non voleva più provare quel senso di vuoto nato dal giorno della partenza di Misty
Lei si voltò verso di lui “Ecco…è stato bellissimo stamattina e credimi se ti dico che vorrei che tutte le mie mattine fossero così. Lo so che abbiamo entrambi molti impegni, che abbiamo la stampa addosso e responsabilità enormi, ma Misty...” le prese le mani e la guardò dritta negli occhi “...Se anche tu lo vuoi, possiamo essere una cosa sola per sempre. E da ogni mio viaggio voglio poter tornare da te. Perché tu sei la mia unica casa dove amo rifugiarmi.” Le baciò le dita aspettando una risposta
“Dimmelo, Ash.” gli occhi di Misty si illuminarono speranzosi. “Dimmi quello che non hai mai saputo dire a nessuna, prima d’ora.” Non poteva davvero credere alle sue orecchie e volle avere la conferma

Ash la guardò, sorrise, la baciò e disse “Ti amo, Misty”
Il cuore di lei fece un salto nel petto che la spinse ad abbracciarlo forte. Calde lacrime solcarono il suo bel viso che, ora, rideva felice.
“Finalmente! Dodici anni ci sono voluti per farmi dire: ti amo anche io, Ash Ketchum!”

Fine.
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Nota dell’autore
Allora questa robina qui è nata perché da un po' di tempo mi sto riguardando tutte le serie, dalla prima stagione prima di sapere ufficialmente che Ash ha davvero realizzato il suo sogno e mi era capitato di re-incontrare proprio in un supermercato un mio vecchio amico che appunto non vedevo da ben dodici anni, con sua moglie. Quindi tutti i fatti narrati sono veri, tranne l’incontro con un baldo giovine della mia infanzia!xD questo onore l’ho lasciato alla nostra protagonista.
E da lì è partita la mia fantasia di un possibile “e se...?” tra Ash e Misty.
Il mondo vissuto è tra il nostro reale (ovvero costeggiato dai social) e il loro pokèdiano!xD

Spero vi sia piaciuta e ringrazio chi perderà un po' di tempo per leggerla e/o commentare!

Alla prossima!
By ila

 

  
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