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Autore: lolloshima    22/11/2022    0 recensioni
“Wow. Sei proprio forte Tsukki! Ti aiuto ad alzarti? Vuoi appoggiarti a me, per tornare in classe?”
“Grazie, ma… non serve, ce la faccio da solo.”
“Scusa, Tsukki.”
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Questa storia partecipa alla Challenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia
#toosicktospook, in occasione di Halloween
In base alle regole della challenge, la storia è stata scritta in meno di un'ora e vede i nostri amati Tsukki e Yama alle scuole medie, alle prese con un incarico davvero pericoloso. Riusciranno a cavarsela?
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Prompt: Perchè non mi dici la verità? - Questa è sempre stata la mia paura
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
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“Dici sul serio?” Yamaguchi aveva gli occhi spalancati dallo stupore. Non aveva mai dubitato delle parole di Tsukishima, ma davvero, quello che gli stava dicendo aveva dell’incredibile.

Eppure, non poteva certo smettere di fidarsi del suo migliore amico proprio adesso che stava soffrendo così tanto. Era seduto nel corridoio della scuola media, e si stava tenendo la caviglia con entrambe le mani. Doveva fare un male cane, a giudicare dalle smorfie che faceva. Ma lui era fortissimo, e sopportava il dolore con coraggio.

“Certo che sono serio! Ti dico che dentro lo sgabuzzino c’è un mostro enorme!”

“E come facciamo a prendere i cartoncini per la classe, come ci ha chiesto la maestra?”

“Impossibile! Non possiamo entrare lì! Non vedi come mi ha ridotto?”

“Ma come è successo?” Yamaguchi si era seduto per terra, accanto all’amico e aveva appoggiato timidamente la mano sulla sua spalla.

“L’ho affrontato e gli ho dato un calcio. Lui mi ha afferrato per la gamba e mi ha fatto cadere.”

“E come è fatto?”

“Te l’ho detto, è enorme! Grande e peloso. Con tantissime braccia e gli occhi luminosi. Alla bocca ha due zanne così, voleva mangiarmi!” Tsukishima allargò le braccia per dare un’idea delle considerevoli dimensioni di quelle fauci.

“E non hai avuto paura?” Gli occhi di Tadashi erano sempre più spalancati, come la bocca. Aveva estratto un fazzoletto dalla tasca della giacca e la stava passando sulle guance dell’amico, arrossate e bagnate di lacrime.

“No, macchè…” Tsukishima voltò la testa, volgendo lo sguardo al pavimento.

“Sei davvero coraggioso Tsukki. Torniamo lì dentro e diamogli una lezione a quel brutto mostro!”

“No, non è il caso, se ne andrà da solo…”

“E come può andarsene se c’è la posta chiusa? Dobbiamo ucciderlo!”

“No, tu non ce la faresti, avresti troppa paura” sentenziò Tsukishima in tono serio.

“Non ho paura, se ci sei tu con me. Oppure potremmo chiedere aiuto alla maestra. Aspettami qui, vado a chiamarla.”

“No, fermo, non ti muovere!”

“Perchè, ti fa male?”

“Molto, moltissimo…” Tsukishima finse una smorfia di dolore e si strinse la caviglia con entrambe le mani.

“Tsukki?”

“Che c’è?”

“Prima ti tenevi l’altra caviglia….”

“….”

“Perchè non mi dici la verità?”

Tsukishima si bloccò, cercando di raccogliere velocemente le idee. E quale verità avrebbe dovuto dire al suo amico? Doveva forse confessare che la richiesta della maestra lo aveva gettato nel panico? Che lui aveva una paura fottuta di quello sgabuzzino, perché dentro era stretto e buio? Che quando si era fatto coraggio ed era entrato in quella maledetta stanza era stato investito da una ragnatela appiccicosa e un orribile ragno si era attaccato ai suoi occhiali? Che quella bestiaccia lo aveva fatto morire di paura e che era caduto nel tentativo di scappare fuori?

Lo avrebbe considerato uno sfigato fifone, e tutta l’ammirazione che aveva per lui sarebbe miseramente crollata.

“Va bene, ti dirò la verità, Yama. Io quel mostro l’ho eliminato. L’ho colpito in un punto segreto, proprio al centro della testa, e lui è crollato. Stecchito! Non te l’ho detto per non impressionarti…” disse Tsukishima con l’aria di chi sapeva il fatto suo.

“Wow. Sei proprio forte Tsukki! Ti aiuto ad alzarti? Vuoi appoggiarti a me, per tornare in classe?”

“Grazie, ma… non serve, ce la faccio da solo.”

“Scusa, Tsukki.”

Yamaguchi non era un ingenuo. Alla faccenda del mostro non aveva creduto neanche per un secondo. Conosceva tutte le debolezze del suo amico, compresa la sua incontrollabile paura per il buio e per i ragni. E aveva notato subito il piccolissimo ragnetto che ancora se ne stava aggrappato all’asta degli occhiali di Tsukki. E aveva capito.

Ma gli voleva troppo bene per smascherarlo e togliergli quel momento di gloria. E poi, tutti potevano avere qualche paura, no? Anche un figo come Tsukki. Qualunque cosa fosse successa, lui sarebbe rimasto, sempre, il suo invincibile eroe.

   
 
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