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Autore: Darcyman71    22/11/2022    1 recensioni
"L'Amleto di Terence arriverà anche in Inghilterra!" Questo titolo attira l'attenzione di Candy e da qui parte la mia one shot moderna in una Londra tutta per loro...
One Shot già pubblicata nel Candy Candy e Klin Forum in occasione della One Shot Competition Settembrina dedicata a "L'Amleto di Terry Graham
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Terrence Granchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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THE SHAPE OF MY HEART
"L'Amleto di Terence arriverà anche in Inghilterra!"
Ho visto il titolo stamattina mentre passavo davanti all’edicola e sono rimasta lì come ipnotizzata per qualche minuto. Ho comprato il giornale per avere maggiori informazioni: la sera della Prima sarà la settimana prossima, quindi è molto probabile che Terence e tutta la sua compagnia teatrale siano già in città per le prove. Devo assolutamente riuscire ad assistere allo spettacolo. È davvero solo una coincidenza, nella stessa città nello stesso momento, dopo tutte le occasioni perse e gli incontri mancati devo lasciar passare anche quest’occasione? In fondo non faccio male a nessuno se vado a teatro, non ho intenzione di incontrarlo, voglio solo vederlo recitare...
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Lo so, non si fa, ma ti ho sempre tenuta d’occhio, solo per sapere come stavi, almeno questo, solo questo, per avere qualche sprazzo di serenità in questa tristezza che mi circonda. Ricevo ogni tanto tue notizie, anche se da qualcun altro. Certo non posso telefonare alla cara zia Elroy per chiederle come stai. E quindi so che sei a Londra da qualche mese per un corso di specializzazione, per questo ho accettato con entusiasmo questa tournée e l’idea di rivedersi proprio qui non mi sembra una cattiva idea. Avrò il coraggio di farlo? Sarai felice di vedermi nonostante tutto?
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Ha iniziato a piovere non appena sono scesa dall’autobus e la biglietteria era chiusa, non che le cose siano collegate, qui piove molto spesso e la biglietteria ha i suoi orari, bastava pensarci prima. Ma poi ti ho visto. Non di persona, naturalmente, ma davanti al teatro a caratteri cubitali, la locandina annunciava per sabato prossimo la Prima dell’AMLETO e il nome del protagonista, in lettere dorate. Allora sei davvero tu, ho avuto anche paura di un errore o di una sostituzione all’ultimo minuto. Sei bellissimo nel costume di velluto nero, sono di nuovo rimasta imbambolata a guardarti fino a quando un furgone ha suonato per passare e ho dovuto spostarmi. Tornerò domani a comprare il biglietto, ma intanto ho fotografato la locandina e gli orari, non voglio combinare altri pasticci. Sempre pensando alle occasioni perse e alle coincidenze mancate passeggiando lungo il Tamigi ho trovato in un mercatino una piccola cornice con una poesia bellissima e non so perché ma ho sentito che dovevo comprarla. Stasera avrò due piccoli tesori da fissare prima di addormentarmi.
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I know that the spades are the swords of a soldier
I know that the clubs are weapons of war
I know that diamonds mean money for this art
But that's not the shape of my heart
(Sting)
L’ho ascoltata per caso in aeroporto mentre aspettavo l’imbarco e da allora mi rimbomba nella testa il suo ritornello, qual è la forma del mio cuore? La tua, Tutte Lentiggini, una testa bionda con i codini, no, oramai i codini non li porti più, e allora occhi verdi e un mare di lentiggini, quelle ci sono sempre. Posso ancora essere il tuo Re di Cuori? Basta, vado a riprendere il Bardo altrimenti qui oggi divento troppo sdolcinato…
Vado alle prove a piedi, passeggiare sul lungofiume mi rilassa e ne ho bisogno. Sono troppo nervoso in questi giorni e l’atmosfera in teatro ne risente. Non riesco a concentrarmi come dovrei perché continuo a pensare a te. Voglio mandarti un biglietto per la Prima e non l’ho ancora fatto, così rimango in attesa e tutto diventa più difficile. Sciarpone sul viso e cappello con visiera, ho indossato il mio camuffamento d’ordinanza e ho fatto due chiacchiere con la mia sfinge preferita prima di entrare nella parte e assumere le sembianze del crudele principe danese. Devo anche ricordami Mortimer prima di salire sul palco, ieri l’ho dimenticato in camerino…
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“Keep calm and mind the Gap” da quando l’ho letto in metropolitana è diventato il mio motto. Ho consultato on line gli orari del National Theatre e sono in perfetto orario, anzi in anticipo. Sono scesa vicino a San Paul e ho percorso a piedi il Millenium Bridge per attraversare il fiume. Questa zona mi sta attirando come una calamita, sarà perché qualche bell’attore recita qui vicino? Non so ancora cosa fare, vado allo spettacolo senza dire niente, tanto Terence non può certo immaginare che io sia qui, oppure gli mando un biglietto e aspetto la sua risposta? Non ho intenzione di lasciare la scelta al caso perché se aspetto di vederlo dopo lo spettacolo finisco anche stavolta come Cenerentola a mezzanotte che deve scappare senza principe e senza scarpetta. Sono seduta su una delle panchine del lungofiume e fisso il biglietto in mio possesso: palco n. 2 posto A. Prima mentre lo cercavo nella borsa le mie dita hanno trovato invece la cornice e in quel momento ho capito, l’ho tirata fuori, ho tolto il foglio di carta dalla cornice e sul retro del foglio ho scritto un messaggio per Terence. Adesso glielo porterò in teatro, spero solo che non mi scambino per una groupie e che mi lascino entrare.
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…Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.
(Khalil Gibran)
Ho trovato un foglio ingiallito dal tempo con una poesia sul tavolino del mio camerino e dietro solo due parole “Sono qui”. Solo due parole ma riconoscerei tra mille la tua calligrafia, chi altri potrebbe essere e poi io sono in vantaggio, lo so benissimo che ci sei. “Il fiume e l’oceano” è questo il titolo della poesia, chi tra noi due è il fiume e chi l’oceano? Non ha importanza, tutto ciò che importa è quello che significa. Come risponderti? Ti manderò un biglietto e userò le tue stesse parole…
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…sono vivo
E sono qui
E vengo dentro a prenderti
Da solo disarmato innamorato
Tu devi arrenderti…
Non perdiamoci più di vista nel coraggio
Di riprenderci
Dentro l'abito della festa quello scuro
Ora sono qui
(Claudio Baglioni)
Ho trovato questo biglietto alla reception dell’hotel stasera quando sono tornata dal corso. Tipico di Terence, mi ha risposto nello stesso modo, ma con un bonus: un pass per assistere alle prove e un biglietto per la London Eye per domani pomeriggio. Non so per quanto tempo sono rimasta lì a fissarlo, seduta su un divanetto nella hall con un sorriso ebete, indecisa sul da farsi. Poi sono schizzata su come punta da uno spillo e ho raggiunto a passi svelti l’ascensore. In camera ho cercato in un cassetto una piccola agenda rossa che porto sempre con me. Da tanto tempo ormai ho eliminato il tuo numero dalla rubrica del telefono per evitare inutili tentazioni, ma non potevo cancellarlo del tutto e allora eccolo qui, conservato con cura, forse adesso posso memorizzarlo di nuovo. Quando stavo già per addormentarmi ho avuto una folgorazione: Terence Graham Granchester, come facevi a sapere che alloggio al Royal National?
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Sono in anticipo ma non riuscivo più ad aspettare. Ho messo l’abito scuro come promesso e continuo a sfiorare l’armonica che ho in tasca come fosse un portafortuna. Ho una tale confusione in testa, le parole che vorrei dirti stanno tutte insieme a litigare tra loro per stabilire chi avrà il sopravvento sulle altre, che cosa posso dire che non sia stato già detto? Non voglio ripensare al passato, non oggi, oggi vorrei che ci fossimo solo noi due, per questo ho pensato di portarti qui, in una bolla di vetro che ci isoli da tutto il resto. E finalmente con la coda dell’occhio vedo una macchia di colore che si avvicina, del giallo e poi del rosso…
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Ho scelto apposta un vestito rosso, non troppo appariscente, ma elegante, che sciocca a preoccuparmi tanto, non sono mica io che vado in scena, ma ho mille farfalle che si agitano nel mio stomaco chiuso, credo cercando di uscire, al solo pensiero che sto per rivederti, quanto tempo è passato? Potrebbero essere mille anni e sarei sempre agitata nello stesso modo. Arrivo vicino alla ruota e mi stupisco di non vedere la solita fila di persone in attesa e invece vedo te, il cuore ti riconosce ancora prima che gli occhi ti mettano a fuoco. Completo scuro e capelli lunghi, stai camminando nervosamente su e giù davanti all’ingresso della London Eye. Perché sei nervoso, Terence, pensavi che potessi mancare all’appuntamento del secolo?
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Una bolla di vetro, la città che comincia ad accendere le sue mille luci e prepararsi per la serata, la luce dorata e magica del sole al tramonto che riflette sul vetro e sull’acqua del fiume che luccica laggiù, sotto di noi, proprio come un lago dorato l’estate di qualche anno fa, e le struggenti note di un sax in sottofondo. Solo noi seduti sulla panca al centro che abbracciati guardiamo fuori e ci godiamo lo spettacolo. Non servono parole, anzi al momento sento soltanto i nostri cuori che battono all’unisono.
All’improvviso la musica si interrompe e la ruota si ferma. Mi giro a guardarti e ti chiedo: “Hai organizzato anche questo?”
“Veramente no” rispondi ridendo.
Una voce dall’interfono segnala un calo di tensione ma avvisa che tutto verrà risolto in pochi minuti.
“Scommetto che è un’altra delle tue scuse per farti abbracciare, ma questa volta non ne avevi bisogno.” Mi avvicino ancora di più, le nostre mani si stringono e sono io la prima a baciarti. Pensi davvero che ti lascerò andare stavolta?
“Che intraprendenza, Miss Candice?! Non eri andata a scuola dalle suore?”.
“Si, ma sono scappata prima della fine dell’anno scolastico”.
Scoppiamo a ridere felici e adesso sei tu che ti avvicini nuovamente, i tuoi occhi blu diventano sempre più grandi occupando tutto il mio campo visivo. Chiudo gli occhi per assaporare meglio questo momento e sento la voce di Sting che riprende a cantare mentre la nostra navicella ricomincia a muoversi impercettibilmente. Prima mentre guardavo i tetti dei palazzi londinesi ho ripensato a tutte le nostre avventure e non posso non chiedertelo: “Terence, mi porti allo zoo?”
"Ogni tuo desiderio è un ordine, mia tenera scimmietta lentigginosa!" rispondo con enfasi e continuiamo a ridere, ritornando per un attimo a essere quei due adolescenti di anni fa.
 
 
   
 
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